Project Hail Mary

Project Hail Mary

Buongiorno, lettori! Esce oggi Project Hail Mary, scritto da Andy Weir (traduzione di Vanessa Valentinuzzi) ed edito da Mondadori.


Quando Ryland Grace si risveglia, non ha assolutamente idea di dove si trovi né di chi sia. Vede solo che il suo corpo è collegato a decine di tubi, che gli oggetti intorno a lui cadono troppo velocemente e che i suoi due compagni di viaggio giacciono inermi nello spazio angusto che condividono. Poi, lentamente, la memoria riaffiora: Grace si trova a migliaia di chilometri dalla Terra, su una minuscola navicella spaziale lanciata a tutta velocità nelle profondità insondate dello spazio, unico sopravvissuto di una missione disperata per salvare il pianeta. Se fallisce, l’umanità è destinata a sparire a causa di misteriosi organismi che si nutrono dell’energia solare e che stanno rapidamente portando la Terra verso una nuova era glaciale. A bordo di Hail Mary, Grace è consapevole che ha pochissimo tempo a disposizione per neutralizzare il pericoloso nemico e che il destino della specie dipende unicamente da lui. O forse non è solo?Dopo il grande successo di L’uomo di Marte, Andy Weir torna con una nuova odissea spaziale, ricca di suspense, humour e sorprese. Finalista agli Hugo Awards 2022 e presto in arrivo sul grande schermo, in un film con protagonista Ryan Gosling, Project Hail Mary è una storia di sopravvivenza, speranza e solidarietà.


Project Hail Mary è pura fantascienza: un’odissea nello spazio, una missione suicida per provare a salvare il destino della Terra. Il Sole non illumina più come dovrebbe: cosa sta succedendo? La “colpa” sembra risiedere in piccolissimi esseri che stanno … beh, mangiando il Sole, in un certo senso.

Coinvolto dalla potente quanto inquietante Stratt, il nostro protagonista è Ryland Grace, un microbiologo prestato all’insegnamento di scienze ad una classe di ragazzini che lo vedono come il professore figo ( e sembra proprio abbiano ragione!). Tanti anni prima, in una vita precedente potremmo dire, ha deciso di abbandonare la carriera accademica dopo aver pubblicato un ultimo articolo nel quale sosteneva che la vita, per nascere così come la conosciamo, non ha necessariamente bisogno di acqua … e ora proprio quell’articolo lo fa balzare agli occhi di Stratt, chiamata a scoprire qualcosa su questo cataclisma imminente.

La curiosità scientifica – e diciamolo, anche la possibilità di aver ragione e poterlo finalmente sbattere in faccia ai colleghi scienziati – solletica Grace, un uomo solitario e solo che però ha un umorismo travolgente e appassionante; quello che non sa è che il coinvolgimento è … come dire … qualcosa di non negoziabile, fino a conseguenze inimmaginabili.

Per gran parte del romanzo, la narrazione si alterna tra momenti del passato sulla Terra di Grace a momenti nella navicella spaziale Hail Mary, un progetto arduo che ha richiesto tempo, sofisticate tecnologie e improbabili sinergie di intenti di governi e pianeti, col solo obiettivo di offrire una possibilità, andando a studiare Tau Ceti per capire come fermare l’orda di astrofagi infetti.

Come ci è arrivato? Perchè lo ha fatto? Risvegliatosi da un lungo coma nello spazio, Grace deve combattere anche con le sue amnesie che permettono però al lettore di ricostruire ciò che è accaduto sulla Terra da quel primo contatto con Stratt, fino al momento del lancio. Ora, solo, in una missione di sola andata, familiarizza con la tecnologia, deducendo grazie alla sua intelligenza, dove si trovi, come funzionino le varie tecnologie. Molto presto mi sono abituata ai lampi di genio di quest’uomo! Ma la scoperta più incredibile – come se tutto il resto che ha capito prima non fosse abbastanza – è la navicella aliena che sta navigando come lui nello spazio. Ne nascerà uno scambio epico, un’amicizia incredibile. Un sodalizio di scienza e forza per salvare due pianeti sull’orlo del collasso, della morte. Due specie forse con progenitori ancestrali in comune che si incontrano nel posto meno probabile del cosmo e nel momento più assurdo, ma lo fanno, e da questo incontro, tutto cambia.

Ammetto che seguire le vicende di Grace e Rocky è stato da un certo punto di vista esilarante per via dell’ironia che non abbandona mai sia l’umano che l’alieno ( alla scoperta, tra le altre cose, del sarcasmo! E come impara in fretta!), ma per altri versi l’utilizzo di un linguaggio tecnico altamente specifico, corredato da procedure, analisi di dati, strumentazioni, ipotesi macromolecolari, non è stato affatto semplice. Ho cercato, però, di godermi il viaggio che, grazie ad una scrittura capace di essere immediata e quasi “visibile”, è stato incredibile; pur non comprendendo appieno molte delle scoperte cui approdano i due ( ma alla fine Grace riesce sempre a semplificare tutto dopo concetti molto complessi e un linguaggio scientifico accurato), è stato come essere nella navicella con loro. Scoraggiarmi, rincuorarmi, avere speranza, avere paura, vedere con i loro occhi tutto ciò che stava succedendo, capire gli antefatti: ero lì con loro, a percepire il panico di una morte solitaria e il conforto di un’amicizia aliena, a trepidare per le scoperte capaci di condannare o salvare due pianeti. Innegabile la maestria con cui l’autore ha dosato trama, caratterizzazione dei personaggi, scienza, come la sua capacità “cinematografica” di raccontare una storia di amicizia, di solidarietà tra specie, con un messaggio importante. C’è sempre speranza. Comunicare, dialogare, capirsi, accettarsi. Un romanzo assolutamente da leggere per chi ama la fantascienza nella sua forma più pura, completa, e anche, certo, complessa.

-copia per la recensione fornita da Mondadori

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