La legge dei lupi

La legge dei lupi

Buongiorno, lettori! Esce oggi in versione cartacea il secondo volume della dilogia ambientata nel Grishaverse, seguito de Il re delle cicatrici, dal titolo La legge dei lupi, scritto da Leigh Bardugo (traduzione di Roberta Verde) ed edito da Libri Mondadori.


Anche in questo secondo e ultimo volume della dilogia ritroviamo tre dei personaggi più amati del GrishaVerse: Nikolai Lantsov, Zoya Nazyalensky e Nina Zenik. I tre, re, generale e spia di Ravka, dovranno continuare insieme la loro lotta per strappare all’oscurità il futuro del loro paese. Altrimenti non potranno che assistere al suo disfacimento definitivo.


Siamo tutti mostri ormai, Nikolai.

Il momento della resa dei conti si fa sempre più vicino, e sempre più contingenze diventano pressanti per i protagonisti di questo secondo volume, il quale ricomincia proprio dove si era interrotto il primo. Nina è sempre a Fjerda sotto copertura, nella casa del suo più acerrimo nemico, a fingersi una morigerata vedova mentre è in realtà una spia di Nikolai. Tutto per Ravka, ormai è un mantra. Ogni cosa di Fjerda le ricorda ciò che ha perduto e la sua terra lontana ma, come ho già detto per il primo volume di questa dilogia, Nina non è una protagonista incline all’autocompiacimento, anzi, è resiliente, e proprio l’incontro con Hanne cambierà ulteriormente le carte in tavola. Ho ritrovato la Nina Zenik che mi aveva colpito in Sei di Corvi, certo non ancora al top, ma ne ho scorto la grinta, la voglia di sopravvivere, quella sua spregiudicatezza che la fa essere talvolta impulsiva. Nina rischia ancora il tutto per tutto e, nonostante ci metta un pò a capirlo lei stessa, lo fa non solo per la sua gente e per Grisha ma anche per se stessa, per il suo cuore che forse, forse, è pronto per qualcosa di bello e nuovo. Arrivarci sarà arduo: costretta ad assistere a scene terribili, Nina sarà abbastanza forte da non reagire e scatenare il suo potere? I “miracoli” suoi e degli altri Grisha avranno il potere di cambiare i cuori e le menti dei rigidi Fjerdiani? Il mondo intero è pronto a non vedere più i Grisha come nemici, come abomini, ma come altro?

Se Nina è impegnata a non tradirsi, a cercare un modo per salvare Ravka con le informazioni e da lontano, Zoya e Nikolai sono invece nel cuore dell’azione. A Ravka servono fondi, diversivi, e una buona dose di astuzia e furbizia per battere i potenti mezzi di Fjerda; a corto di denaro e di alleati, dove rivolgeranno il loro sguardo? Nikolai si rivela nuovamente un fine stratega, capace di anticipare le mosse di alcuni dei suoi nemici … e i nemici, ecco, non mancano a Ravka. Ravka Ovest, Kerch, Shu Han, Fjerda … senza dimenticare, ovviamente, un piccolo – per così dire – dettaglio che potrebbe, nel bene e nel male, fare la differenza.

La guerra è ormai alle porte: o si combatte per un ipotetico futuro di pace a armonia, o si muore per esso, non ci sono alternative. E la guerra va combattuta con ogni mezzo a disposizione. Nikolai e Zoya sono sempre più, a mio avviso, spiriti affini: i loro momenti, non posso negarlo, mi sono piaciuti, soprattutto quando Zoya decide di aprire il suo cuore e raccontarsi, svelandoci le sue cicatrici, dolorosi memento di cosa significhi amare. Ma l’amore è inevitabile, quanto la morte; è inevitabile legarsi, soffrire, perchè la perdita è qualcosa con cui i Grisha hanno a che fare da troppo tempo. Mi è piaciuto il recupero delle sue origini che la rendono un personaggio in costante evoluzione e crescita, forse per la prima volta consapevole davvero e non per mera arroganza, di chi possa diventare. Nikolai è la sua controparte: leale, spaventato dall’idea di perderla, devoto al suo regno. Forse, ha trovato la sua strada.

Lo ammetto: questo libro mi ha suscitato emozioni e idee contrastanti. Se da un lato la scrittura della Bardugo riesce sempre a farmi divorare un numero considerevole di pagine in poco tempo, questa volta ci sono state scelte che non ho compreso. Alcuni ritorni sono stati molto piacevoli! Altri … meno, soprattutto per come sono stati gestiti. Tutti sono stati in allerta per finire poi gabbati proprio sotto il loro stesso naso e per quale motivo? Quali losche ragioni si annidano in questa coscienza? Non mi ha affatto convinta questa parte! Avrei voluto vedere molto di più di quell’aspetto folcloristico e leggendario che ha caratterizzato piacevolmente il primo volume: la Piccola Scienza, il potere Grisha, la creazione al cuore del mondo. C’è sicuramente tanta azione in questo volume che ci concentra sulla guerra, sulle tecnologie che i due schieramenti posseggono, e questo è un aspetto che mi è piaciuto ( ad esempio, i mezzi volanti); non solo, ci sono popoli che usano e hanno usato le proprie competenze per schiavizzare, disumanizzare, svilire, rendere armi, i Grisha, e questo è un conto che dovranno pagare, giustamente. Forse, i tanti punti di vista scelti per narrare la storia non mi hanno permesso di godere pienamente dell’interezza delle azioni, pur notando l’evoluzione che alcuni personaggi fatti, ho notato anche altri sottotono, defilati.

Nonostante tutto questo, c’è stato qualcosa che ha catturato decisamente la mia attenzione e che mi fa bramare un seguito … “Per tutti i Santi e le loro brutte madri“.

-copia per la recensione fornita da Mondadori

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