La mamma si è addormentata

La mamma si è addormentata

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo La mamma si è addormentata, scritto da Romy Hausmann ( traduzione di Daniele Alida) ed edito da Giunti Editore che ringrazio per la copia.


Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l’unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all’improvviso. Un’esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l’unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l’assassina perfetta.


“Angelo mio” è il mittente di lettere o tentativi di esse, mai spedite, scritte da una mano che sembra amarlo molto ma che al tempo stesso rivela una personalità angosciata e angosciante; Nelly è una giovane donna alle prese con il suo primo grande amore, una relazione con un uomo sposato; Nadja sta scappando – da cosa e verso dove non si capisce bene, ha una parrucca, è terribilmente ansiosa e adesso è ferita alla testa.

Per gran parte della storie queste storie scorrono separate, queste voci, tra cui Nadja è l’unica a parlare in prima persona, appartengono a vite slegate e questo mi ha spinto a chiedermi quale fosse il legame tra loro, il punto in comune, la chiave di volta per capire la verità. Attraverso le lettere, si torna indietro, in un passato lontano ma mai dimenticato: chi scrive la lettera ha amato moltissimo il suo fratellino minore, Janek, mentre ha provato sentimenti ambivalenti per la mamma, una donna che non ha mai voluto essere chiamata così, e che riceveva tanti “ospiti” dopo cena, nella sua casa, mentre il letto cigolava e la ragazzina e Janek non riuscivano a dormire. Amore e odio si mescolano profondamente in questo ricordo: una madre emotivamente assente, violenta, che però è capace di momenti di conforto e bellezza … oppure è lei che scrive le lettere a percepirli come tali? Come brevi momenti di pace in un’oasi di tristezza, povertà e devastazione? Tra pannolini sporchi, cresce il legame tra Janek e sua sorella: lei che promette a lui sogni irrealizzabili, menzogne per evitare l’ennesima bruttura della vita, lui che è asmatico per via delle sigarette della madre. E quelle notti in cui due bambini – perché questo è ciò che sono – vorrebbero la mamma e lei vuole solo metterli a dormire. Provocatoria, la madre insulta la figlia, generando a sua volta una spirale di cattiveria e violenza verbale; la ragazza, dal canto suo, vuole solo proteggere suo fratello. Fino a che succede qualcosa e lei deve tradire ogni promessa: fallisce. Ha quindici anni, sa come prendersi cura della madre malata, ma chi si prenderà cura di lei? Cosa è successo davvero quel famoso giugno?

La voce narrante del tempo presente è Nadja: una donna sola, solitaria, timorosa di ogni cosa, traumatizzata e angosciata; ha un lavoro, una parvenza di vita che però non vive appieno. Non ha amici, tranne forse la sua ex collega, colei che ha finito per sposare il loro capo: le due si sono allontanate anche per qualcosa che Nadja ha involontariamente fatto alla donna … Tutto sommato, però, Nadja vivacchia fino al giorno che proprio quella donna la chiama e la coinvolge in un incubo che prende le forme da quel passato nebuloso e tormentato che Nadja segretamente custodisce. Chi è lei? Cosa le è successo? Perché Laura torna proprio ora nella sua vita? Domande che Nadja non si pone minimamente: pur di avere ancora un legame – ed essere quasi felice quando sente con la vecchia amica un moto di condivisione e comunione d’intenti nonostante il sangue sul marmo bianco – Nadja prova a scuotersi da quegli incubi e aiuta l’amica.

Pagina dopo pagina, la violenza, meschina e subdola, prende forma così come il piano per manipolare le fragilità altrui. Mai sottovalutare la potenza della colpa e il peso delle conseguenze, potrebbero spingere chiunque a gesti estremi, a sacrifici, a rimpianti terribili per ciò che si è fatto per amore, per passione, per vendetta, per rabbia, per protezione. Quando tutti i tasselli sono al loro posto, non ho potuto che provare compassione per la protagonista della vicenda, e mi sono chiesta se al suo posto sarei stata capace di perdonare, altra emozione chiave del romanzo: perdonare se stessa per le sue colpe e i suoi errori e perdonare chi ha pensato di poterli usare per coprire a sua volta i propri errori, le debolezze umane. Nadja è schiacciata dalle paure derivanti dagli anni del suo passato, su cui avrei voluto sapere di più perché è evidente che in quei lunghi anni Nadja è cambiata, fino a trasformarsi nella preda perfetta per abili cacciatori; d’altronde, per cosa vive lei? Banalizzarla è un errore imperdonabile perché nel momento clou anche Nadja può decidere di giocare, riscoprendosi una persona diversa. Diversi sono i protagonisti di questa storia che usano a loro piacimento le emozioni altrui, facendo leva su di esse per ottenere ciò che vogliono: il sogno di una famiglia, la paura del passato, il peso del potere. E su tutti qualcuno che crede di potersi ergere a giudice, inflessibile verso chi lo tradisce, eppure pronto a sacrificarsi per chi ama: chi è davvero? L’uomo generoso o lo spietato artefice di una complessa messinscena? E chi sono le sue vittime? Colpa, perdono, amore e famiglia, questi gli ingredienti per questo romanzo ambientato a Berlino.

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