Scomparso

Scomparso

Buongiorno, lettori! Esce oggi il nuovo romanzo di Guido Sgardoli, Scomparso, edito da Einaudi Ragazzi che ringrazio per la copia.


Un cadavere. Accanto al corpo, un ragazzo in stato catatonico. Quando viene portato in ospedale e interrogato dice di non ricordare nulla. Sa solo di chiamarsi Adam, nient’altro. E poi c’è Jupiter detto Jup, un ragazzino di undici anni poco socievole che, per affrontare la realtà, ha escogitato un metodo tutto suo: finge sempre di trovarsi all’interno di un gioco di ruolo, la sua passione. Quando vede sulle pagine di cronaca il volto di Adam, riconosce in lui lo sconosciuto che, proprio il giorno del delitto, gli ha consegnato in un parchetto una misteriosa fotografia. E che ora è l’unico imputato per l’efferato delitto. Jup inventa per Adam una storia fantastica nel tentativo di restituirgli l’identità perduta; un gioco di ruolo urbano, che utilizza il tessuto stesso della città. Intanto le ricerche della polizia sull’identità del presunto assassino non danno frutti. L’ispettore La Dulce brancola nel buio e si scontra duramente con la psicologa Karen Zaius, che cerca di risolvere l’amnesia del ragazzo. Ed è durante una seduta di ipnosi regressiva che Adam rivela di essere stato segregato a lungo in un luogo buio e sotterraneo e di esserne scappato. È davvero lui il colpevole dell’omicidio? Inaspettatamente, sarà proprio Jup a scoprire la torbida verità che si cela dietro l’apparenza dei fatti.

Dal vincitore del Premio Strega Ragazze e ragazzi 2019, Guido Sgardoli, un thriller che scorre sotto gli occhi del lettore con il ritmo di un film e lo costringe a divorare le pagine senza sosta, fino alla parola fine.


A Iskander il tredicenne Juniper lotta contro il solito terzetto di bulli locali che lo appellano in malo modo; nella sua testa però lui è Julius, il suo alter-ego nel gioco di ruolo che ha inventato, Il Mondo di Thuluch. In questo gioco, dai forti rimandi a Lovecraft, uno dei due autori preferiti dal ragazzo (l’altro è Poe), Juniper è MASTER e giocatore al tempo stesso; ha diviso la città in una mappa, e ha ovviamente una missione. Lancia un dado mentale il cui risultato è il frutto della somma di oggetti che nota intorno a sé, e ha due ABILITA’ PECULIARI, LOGICA e METODO; il mondo creato è post-apocalittico, è il 2033, un terribile morbo ha colpito quasi tutta la popolazione. Julius è uno dei pochi rimasti sani, immune al morbo, e ha lo scopo di trovare l’ELETTO che potrebbe liberare il mondo dal male rappresentato dall’entità Thuluch. Quando Juniper verrà aiutato da uno strano ragazzo con la coda che vuole a tutti i costi lasciargli in regalo una vecchia polaroid, non sa ancora quanta importanza avrà quel gesto, perché poche ore dopo lo stesso ragazzo viene trovato dal senzatetto Rolly nei pressi di un villino, in stato confusionale, accanto a un cadavere. Strangolato con la sua stessa cintura. Mentre la polizia cerca di scoprire chi sia questo ragazzo che ricorda solo di chiamarsi Adam, Juniper è ossessionato dalla polaroid, da ciò che rappresenta: chi è Adam? E’ forse l’ELETTO? Perché ha deciso di dare proprio a lui la foto?

L’ispettore La Dulce prova ad ottenere una verità da Adam in tutti i modi, mostrando un atteggiamento arrogante, estremamente convinto di sé e della sua idea: è stato Adam ad uccidere l’ex capo della polizia ( è suo infatti il cadavere, e questo complica ulteriormente le cosa). Come potrebbe non essere così? Adam sta fingendo, fine della storia. E’ solo grazie all’intervento della dottoressa Zaius e alla sua ipnosi regressiva che si delinea un quadro ancora più complesso. Le verità che emergono sono incredibili e terribili, e infatti La Dulce fatica a crederci: vuole indizi, non impressioni. Fino a che tutto si rivela per quello che è: una storia di perversione dove i lupi si sono mascherati da agnelli. Tra domande e colpi di scena, Juniper, grazie ad aiuti imprevisti, riesce a risolvere il mistero relativo all’identità di Adam e al suo passato nebuloso.

Il personaggio che più ho apprezzato è proprio il protagonista, Juniper/ Julius, il suo sguardo singolare sul mondo e il modo in cui l’autore decide di raccontarlo mi hanno convinta; soprattutto, mi è piaciuto il percorso che compie all’interno del romanzo, perché credo che, alla fine della sua storia, Julius / Juniper possa aggiungere alla lista delle sue ABILITA’ anche la consapevolezza. Juniper è un ragazzo che ama l’ordine e il controllo, che parla poco, pensa tanto e odia il contatto non richiesto; fa elenchi e liste, ama le parole come alter ego, dedurre, avulsa, odia le domande pleonastiche, ed è un abile osservatore. La fotografia che Adam gli regala è un elemento nuovo che rompe la sua routine ed è assolutamente intenzionato a risolvere la questione, odiando, tra le varie cose, lasciare qualcosa in sospeso.

Detesto i puzzle perché, una volta che ne inizio uno, sento la necessità, l’obbligo di finirlo.

Se Adam è l’attivatore di quella curiosità che porterà il protagonista a superare i propri limiti, nata dal desiderio di ristabilire anche un suo equilibrio interno, credo che con l’incontro dell’altro outsider Rolly si manifesti la volontà attuativa di Juniper di fare qualcosa, di non essere più voce fuori campo ma diventare centrale. Rolly è un personaggio con una sua dignità, che chiede solo di non essere considerato “trasparente” ( e qui anche Juniper ci fa riflettere su quante volte nella vita ci si senta o ci si accorga di esserlo); è una persona che ha perso tutto e vuole solo essere riconosciuta nella sua umanità mentre riceve solo sguardi furtivi se non carichi di disprezzo da tutti. Juniper, e questa è una caratteristica della sua personalità che ho molto apprezzato, arriva ad aiutarlo senza snaturarsi in gesti che lo renderebbero meno credibile.

Per un ragazzo con le sue fragilità, con la sua bolla azzurra – scudo e protezione dal contatto fisico con gli altri – decidere di esporsi è una cosa che lo sorprende: perché lo sta facendo? Non è soltanto l’iniziale curiosità o la giusta voglia di verità: a mio avviso c’è altro, c’è un parallelismo tra Adam e Juniper, come se dando giustizia al primo, il secondo possa rimettersi a fuoco. Il tema del doppio è portato alla luce dallo stesso protagonista: tanti sono i doppi che si ritrovano in queste pagine, rimarcando quella dualità insita in tutti e che, purtroppo, in qualcuno lascia emergere il lato oscuro, perverso, cattivo. Non solo, Juniper è abituato ad avere un alter-ego nel suo gioco di ruolo ma si rende conto che il confine tra finzione e realtà spesso è sottilissimo, così parla di processo osmotico tramite cui Julius si sia trasportato in Juniper; e dal momento che Julius vive nel mondo buio e crudele di Thuluch, anche quel mondo viene “travasato” nel reale. Julius è abbastanza intelligente e intuitivo da comprendere che questa osmosi sia fonte di un cambiamento, di un superamento dei propri limiti al punto che dirà al suo MASTER (altro suo alter-ego) di tacere. Ora è padrone della propria vita senza però essere cieco alle sue brutture:

Ci saranno sempre orrori intorno a noi, ma li combatteremo e ne avremo ragione.

Il linguaggio semplice e diretto che l’autore utilizza rende la storia estremamente fruibile: non solo c’è un mistero da risolvere ma entrano in scena personaggi secondari ben caratterizzati; la narrazione segue il punto di vista di Juniper narrato in prima persona e segue anche le indagini della polizia, alla ricerca di una verità difficile per tutti da affrontare. Anche La Dulce, con il suo atteggiamento arrogante, convinto di se’ fino alla fine, e’ un personaggio che ha delle sue ferite e a livello professionale ha bisogno di prove, di certezze, prima di prendere decisioni drastiche che abbraccia comunque dinanzi alla realta’ dei fatti.

Il male si nasconde nei posti più impensabili e colpisce in modo implacabile: chi ha ucciso l’ex capo della polizia? E perché ? Una storia di orrori e fragilità, di conseguenze e colpe. Accanto al caso da risolvere e alla giustizia da restituire a un crimine, c’è il tema del diverso: Adam, Juniper, Rolly sono tutti a loro modo dei diversi, quelli considerati “strani”, eppure saranno proprio loro, in modi differenti, a portare alla luce la terribile verità. Nel capitolo finale, Juniper parla di sopravvissuti e lo fa con il suo modo pulito e diretto di dire le cose: tutti siamo dei sopravvissuti, a modo nostro.

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