Hard Cash Valley all’ombra di Bull Mountain

Hard Cash Valley all’ombra di Bull Mountain

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Hard Cash Valley all’ombra di Bull Mountain, scritto da Brian Panowich (traduzione di Matteo Camporesi) ed edito da NNEditore che ringrazio per l’invio della copia. Vi ricordo che il romanzo è disponibile da oggi!


Il passato del detective Dane Kirby è popolato di fantasmi: ha perso moglie e figlia in un incidente che non riesce a perdonarsi, e a distanza di anni fatica a rimettersi in sesto. Quando l’fbi inizia a indagare sulla morte di Arnie Blackwell, un criminale con il vizio del gioco bru­talmente assassinato in Florida, Dane viene chiamato ad affiancare l’agente Roselita Velasquez, che non sembra gra­dire l’intrusione del nuovo collega. Ep­pure Dane è l’uomo chiave per il caso: tutti gli indizi portano a un grande com­battimento di galli organizzato a Hard Cash Valley, in Georgia del Nord, e solo lui, con l’aiuto degli amici di sempre, sa aggirare le tacite norme che regola­no i territori di Bull Mountain. Quando al delitto si aggiunge la scomparsa di William, il fratellino di Arnie, affetto dal­la sindrome di Asperger, Dane e Roselita iniziano un’impietosa caccia all’uomo, tra agenti corrotti e killer senza scrupoli. Dopo Bull Mountain e Come leoni, Brian Panowich torna con un romanzo costrui­to come un’incalzante corsa contro il tempo; e ci consegna un nuovo prota­gonista memorabile, disposto ad affron­tare i suoi demoni in nome dell’amore e di una giustizia non dettata dalle leggi, ma da un più potente ideale di umanità e fiducia. 


Dane Kirby è un uomo che definisce se stesso “guasto”, un sopravvissuto, suo malgrado, che tenta di riattaccare i pezzi della sua vita come lo svuota tasche a forma di tartaruga realizzato dalla figlia Joy. E proprio come questo oggetto, è caduto tante volte, ha perso pezzi, ha dovuto trovare un modo per far sì che il tutto stesse insieme, in equilibrio precario: il risultato è comunque diverso dall’idea di partenza originale, e lui ne è ben consapevole. Solo che non può essere altrimenti. Ciò che ha perduto, il fardello gravido di colpe che sopporta, non possono che renderlo un uomo che ha provato ad andare avanti ma fondamentalmente legato e ancorato alla bellissima Gwen, a Joy e a tutto ciò che rappresentano per lui.

Dopo essere stato capitano dei pompieri e detective, ora Kirby, cresciuto nell’aspra Georgia del Nord, è un agente del GBI (Georgia Bureau Investigation): un uomo da scrivania, intento a trascorrere una giornata di pesca quando una telefonata interrompe il flusso deragliato dei suoi ricordi. Certe memorie scottano, così come le analisi che Dane conserva (o meglio, nasconde) nella tasca dei pantaloni: una verità che fatica a metabolizzare e che per ora non dice a nessuno, tantomeno a Minty, la sua nuova compagna. Richiamato dal giovane sceriffo a McFalls County, Dane non si aspetta minimamente di rivedere un suo vecchio amico, così intimamente legato a quel passato pieno di dolore e di rimpianti che lo vincolano a quei luoghi ostili. Che ci fa Ned lassù sui boschi? Possibile che si sia macchiato del crimine per cui viene incriminato? Per Dane è impossibile, anche se non vede l’amico da nove anni e questo lasso di tempo potrebbe aver cambiato l’uomo; ma soprattutto, perché Ned ha pensato proprio di chiamare lui e coinvolgerlo in questa storia? Dane non ha il tempo di pensarci quando viene chiamato niente meno che dai federali per indagare su un omicidio brutale e spietato commesso ad Atlanta nei confronti di un giovane uomo coinvolto nel più famoso torneo di galli da combattimento che, guarda caso, si svolge proprio nelle terre rosse di Hard Cash Valley. Costretto ad affiancare una riluttante agente speciale, Dane deve solo fare da guida turistica o no? Pagina dopo pagina, la trama si infittisce fino a rivelarsi per quella che è: una storia di avidità, di rancori e soldi. Ma anche una storia di di amicizia e di lealtà, di segreti taciuti, di rimpianti, di ricordi da rivangare e bambini da proteggere, una storia di dolore e perdita che, come l’autore dice, si lega all’amore.

Dane è un personaggio così umano, credibile e vivido, da renderlo ai miei occhi reale nelle sue fragilità, nelle sue paure: chiuso in un dolore indicibile, impossibile da dimenticare, ripiegato sul suo senso di colpa, eppure leale, brillante, intuitivo; un personaggio che mi ha emozionato, che si lascia conoscere pagina dopo pagina e apprezzare per le sue doti. Il contesto su cui si muove, ambientale e non, è ricostruito alla perfezione e risulta ben comprensibile attraverso lo scarto dello sguardo differente che hanno Dane, Ned, Keith e quello dell’agente Velasquez, donna di città, abituata ad avere a che fare con un contesto urbano in cui la sua autorità ha un peso in quanto agente federale. Le terre invece in cui si deve muovere per risolvere il caso, sono selvagge, sottoposte ad un diverso codice e a regole autoctone, regolate da famiglie che si sono imposte sulle altre: questo equilibrio non solo è accettato da chi vive lì, ma anche dalla polizia locale. Ci sono persone che non devono essere disturbate ed è interessante vedere come decide di interagire Velasquez con loro, nonostante gli avvertimenti di Dane. Velasquez non tollera gli insulti, velati o meno, sessisti e razziali, né gli oltraggi al suo ruolo istituzionale, quindi come reagirà davanti ad Eddie detto Rooster, proprietario della Fattoria, allevatore di polli da combattimento, che continua a chiamarla tesoro e non si fa scrupoli a farla puntare dal fucile del suo guardiano? Integerrima, rigida, intransigente ma davvero brava nel suo lavoro, Velasquez deve accettare l’aiuto del collega Kirby e dei suoi strani amici ( lei li definirebbe bifolchi), fino a rendersi conto che tutto ha un senso, dalle scoperte che fa in merito al passato di Dane alle intuizioni sue e dell’uomo circa il caso.

Il corpo barbaramente straziato e ritrovato ad Atlanta innesca una serie di pericoli e morti agghiaccianti per le modalità con cui vengono eseguite, a sangue freddo, da persone interessate ai propri interessi e disposte e tutto per raggiungere i propri scopi, anche cercare per rapire un bambino, il fratello di Arnie, affetto da sindrome di Asperger, colpevole di aver aiutato il fratello e il socio spacciatore a sbancare nel famoso torneo illegale di galli da combattimento. Non solo, il piccolo William è ricercato proprio per le sue doti, per il suo cervello, e per fini illegali e pericolosi. Sulle sue tracce ci sono personaggi malvagi e feroci, alcuni decisamente imprevedibili, e poi, ovviamente, i buoni: ma esistono davvero?

Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, capace di coniugare momenti di tensione, ironia dissacrante e pungente, e momenti di commozione: Dane è un personaggio che porterò a lungo con me, per la sua purezza, il suo amore incondizionato, la sua fragilità e infine per la speranza. La caratterizzazione dei personaggi è uno degli elementi che più mi ha colpita in questo romanzo: sono concreti, realistici, nelle loro difficoltà, nei loro segreti, qualcuno è alle prese con segreti inconfessabili, con colpe, con sogni, tutti si devono confrontare con le brutture della vita che si nascondono nei luoghi meno sospettabili. L’ambientazione è cupa al punto giusto, e il linguaggio si adatta perfettamente sia al contesto, sia alle scene e ai personaggi raccontati, consegnando al lettore una storia da divorare. Dane ha delle scelte da prendere, conseguenze da affrontare, con i suoi tempi e i suoi modi: ci sono cose da cui vorrebbe svicolare, ma il passato lo invischia, lo tormenta, lo cattura, e ad esso si aggiunge lo spettro di un presente spaventoso. Forse solo nel lavoro riesce a trovare un minimo di appagamento, almeno fino a quando non gli esplode questa bomba tra le mani che lo riguarda e lo coinvolge più vicino di quanto vorrebbe; non gioca a fare l’eroe, anzi, è ben consapevole dei propri limiti ma al tempo stesso non esista ad esporsi in prima persona per assolvere al proprio dovere e proteggere chi ama, e anche chi, forse, non meriterebbe tanto da parte sua. Eppure, Dane va oltre, sa leggere negli occhi la menzogna e la condanna, sa capire e questo me lo ha reso caro; nelle ultime pagine, il suo tormento interiore mi ha toccata facendomi riflettere davvero su quanto per lui sia difficile avere quell’aria apparentemente calma, mentre sotto brucia, divorato dall’interno. Lo stile dell’autore, a mio avviso, è capace di riprodurre questo suo percorso travagliato e al tempo stesso di ricostruire attorno a lui una carrellata di personaggi secondari riusciti e un contesto sociale, ambientale, perfetto. Una storia di corruzione, avidita’ spietata, amore senza fine e segreti.

Erano cose come quelle, cose che passavano inosservate agli occhi di molti, a fare la differenza, e se c’era una cosa di cui Dane non dubitava era che tutta la crudeltà e la violenza del mondo non avevano alcuna possibilità di fronte all’umile potenza di una luce lasciata accesa sulla veranda per dare a un uomo il bentornato a casa.

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