Akire – La banda di Alastrine

Akire – La banda di Alastrine

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Akire – La banda di Alastrine, scritto da Selene Rampolla ed edito da Elpìs Editrice, che ringrazio per la copia.


Secoli orsono i Draghi Elementali plasmarono la terra di Sabrié. Le razze mortali che ora vivono in questo mondo hanno però dimenticato le creature che hanno permesso la loro nascita e i Draghi ormai vivono solo nelle leggende. A Roas, una delle più grandi città umane che popolano Sabrié, opera la banda di Alastrine: un manipolo di mercenari comandato da una donna, che tenta di prestare aiuto a chi ne ha più bisogno. Trebor, un ragazzo appena arrivato in quella città, si ritrova nella banda e, tra mercanti di tessuti, venditori di schiavi e traditori, scoprirà le tante sfaccettature del mondo che fino a quel momento aveva ignorato e i molti segreti nascosti all’interno di Alastrine. Ma scoprirà, soprattutto, che le leggende non sono più tali.


Il diciottenne Trebor, con il cuore e la testa piena di sogni e progetti, decide di trasferirsi dal piccolo paese rurale in cui ha vissuto per arrivare nella città-mercato di Roas, nella terra di Sabrié. Qui, spera di trovare quell’avventura che brama, e pare anche riuscirci bene quando al suo primo giorno in città incontra un misterioso uomo che lo sfida a duello con la spada e non solo vince, ma gli da appuntamento per la sera stessa e sembra sapere meglio di lui come gestire il suo rapporto con le armi, consigliandogli l’uso della balestra. Chi è? E perché tutti quelli a cui Trebor chiede lumi sembrano sogghignare tra loro, sottendendo una verità che a lui sfugge? Non gli resta che accettare l’invito e scoprire di che si tratta. Ma la meraviglia non è destinata a restare limitata alla fervente attività cittadina, così diversa dal suo luogo di origine: una sorpresa ben più grande lo aspetta alla locanda Mistral, che diventerà a breve il fulcro della sua vita. Il Capo di Alastrine, di cui nessuno conosce il vero nome, lo invita prendere parte alla sua compagnia, al suo manipolo di mercenari davvero sui generis. Seppure cerchi di spiegare i valori morali che regolano la bussola delle missioni delle loro missioni, Trebor è troppo preso dal momento per ragionarci davvero: legge nell’invito l’occasione che cercava per se stesso, per realizzare la vita che voleva ma dovrà fare i conti con le motivazioni che muovono le azioni dei singoli della banda e la banda stessa. Non sono i soldi ad interessargli, né la gloria, o il desiderio di prevaricare e prevalere sull’altro: Alastrine è davvero al servizio degli altri, un concetto apparentemente semplice ma che richiede davvero una notevole apertura mentale per essere assimilato soprattutto da un ragazzo giovane che cerca l’avventura e lo scontro, e che nutriva certe aspettative. La realtà è ben diversa: sarà capace Trebor di adattarvisi? Il suo percorso sarà lungo: il ragazzo deve mettersi in discussione, rivedere le sue priorità e i suoi sogni, ma soprattutto crescere e tanto, mettendo da parte individualismi ed atteggiamenti infantili. In questo sarà aiutato dalla vicinanza di diversi personaggi, tra cui Amos e Kianna, i gemelli, e anche Suris, che sembra così relegato nel suo ruolo di antagonista del Capo e cattivo. Ma tante sono le cose che si riveleranno nel corso delle missioni, fino a quella forse più importante.

Alastrine tentava di fare del bene, riunendo persone capaci di aiutarne altre, per semplificare la vita di tutti. Al capo della banda non importavano le ricchezze o i guadagni, importava solo di vedere le persone felice. Quegli uomini combattevano le ingiustizie, in qualsiasi forma si presentassero.

Creature, razze magiche e magia sono elementi che compaiono solo nei capitoli finali del romanzo e possono sembrare poco contestualizzati ma questo è un primo volume di una serie epic-fantasy, che si concentra prevalentemente sulle relazioni e le dinamiche interne al gruppo piuttosto che sul mondo esterno; il linguaggio risulta coerente col genere di riferimento e l’autrice è stata capace di narrare le scene corali e d’azione, e anche di incuriosirmi circa il passato di alcuni dei personaggi. I Draghi, antichi custodi e protettori degli elementi della natura, hanno contribuito, in un tempo lontanissimo, a mantenere l’equilibrio tra le forze naturali; pur avendo provato a regnare e vivere con le razze mortali, l’avidità di questi ultimi, troppo concentrati sulla crudeltà e sulla sete di potere, ha portato queste creature ad allontanarsi. I Draghi sono stati relegati al livello di leggenda; eppure, alcune persone, chiamate Dragologi, da non confondere con i Domadraghi, hanno continuato a studiare questa nobile e potente stirpe di creature magiche, ricercandone le tracce. E’ questa l’eredità che il Capo di Alastrine si porta dietro e anche il suo incontro con il Drago ricalca in pieno lo stile della donna: ancora una volta, emerge la sua sensibilità. Perché ferire se si può trovare un punto di accordo? Quello che ancora non sa né può prevedere saranno gli effetti di un accordo del genere: il Drago è una missione troppo importante per lei, per tanti motivi. Ho apprezzato questo momento in cui il Capo è riuscita a recuperare un rapporto evidentemente importante per lei e appartenente al suo passato: in queste scene, tutto il dolore e la paura per la solitudine provate dalla ragazza quando ha lasciato il suo paese, emergono e fanno comprendere alcuni dei suoi atteggiamenti verso gli altri, ma soprattutto verso se stessa. Il Capo di Alastrine è una persona complessa, piena di fragilità che non rivela a nessuno, tantomeno a se stessa, rendendola umana e per questo è tutta da scoprire!

La narrazione in terza persona ha permesso di ampliare lo sguardo su diversi protagonisti, ognuno teso tra passato, interessi e motivazioni personali, e ruolo nella compagnia. Una delle tematiche che ho trovato centrali nel romanzo è stata quella del sogno, e che accomuna il Capo di Alastrine e l’ultimo membro: tutti e due hanno un sogno da realizzare, che vale tutta una vita. Riusciranno a trovare l’equilibrio tra entrambi i loro sogni per non infrangerne nessuno? Ovviamente, la costruzione del romanzo segue gli archetipi del genere di riferimento: nella parte iniziale, le missioni della banda servono al lettore per familiarizzare con nomi e soprattutto con le personalità dei personaggi raccontati, così diversi tra loro. Cosa li ha portati lì? Alastrine sembrerebbe essere arrivata al momento giusto nelle vite dei mercenari, impegnati in dilemmi morali e in esistenze al limite: come una speranza, Alastrine ha accolto tutti e per alcuni rappresenta l’unica strada che hanno per riscattarsi. Certo, il mondo esterno richiede spesso che si indossi una maschera, che la corazza caratteriale sia dura, spavalda, ma mai dimenticare cosa c’è sotto. I dissapori e le acredini che saltano all’occhio troveranno spiegazione: nel momento di rottura ciò che colpisce è la coesione di una banda che è una famiglia, altra tematica fondamentale; ognuno cerca il proprio posto in questa entità. Non tutti hanno voglia di rispettare le regole, e qualcuno si allontanerà da essa, per i motivi più disparati, ma resta il fatto che Alastrine sembra essere un bozzolo, spesso conflittuale ma altrettanto caldo, in cui avvolgersi e con cui affrontare le brutture della vita. L’epilogo lascia tante domande e questioni in sospeso ma tutto il romanzo ha saputo gettare delle basi interessanti per lo svolgimento della storia: draghi e magia, come dice Trebor, il bello inizia proprio ora!


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