La storia degli alberi e di come hanno cambiato il nostro modo di vivere

La storia degli alberi e di come hanno cambiato il nostro modo di vivere

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del volume La storia degli alberi e di come hanno cambiato il nostro modo di vivere, scritto da Kevin Hobbs e David West (traduzione dall’inglese di Lucia Corradini e Rilettura dell’edizione italiana a cura di Pia Meda), illustrazioni di Thibaud Hérem, edito da L’ippocampo, che ringrazio per l’invio della copia.


Instancabili viaggiatori e cacciatori di piante, Kevin Hobbs e David West hanno lavorato per anni per la Hillier Nurseries, il più grande e famoso vivaio di arbusti e alberi del Regno Unito. Nel presente volume, ci raccontano in modo accattivante la relazione tra l’uomo e gli alberi, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Dai primi utensili in bosso costruiti dall’uomo di Neanderthal al legno di kaki usato due secoli fa per fabbricare le mazze da golf, i cento alberi presenti in questo libro ci ricordano, se ce ne fosse ancora bisogno, l’aiuto che riceviamo da loro ogni giorno, sotto forma di frutto saporito o di provvidenziale farmaco, del più modesto mobile di casa o dell’ipertecnologico isolante in sughero per veicoli spaziali.


Nella prefazione, la Dott. Alexandra Wafstaffe, definisce gli autori “odierni cacciatori di piante“: i due viaggiatori, infatti, hanno raccolto in questo volume la storia degli alberi, il loro ruolo non solo funzionale ma soprattutto il loro valore culturale, arricchendo la narrazione con dettagli, storie, e, ovviamente, meravigliose illustrazioni. Gli autori ci invitano a partire per un viaggio nello spazio e all’indietro nel tempo, ma soprattutto ci stimolano una riflessione: quanto gli alberi influiscono sulla nostra vita? Dalla carta su cui i nostri amati libri vengono stampati agli elementi delle nostre case, dall’aria che respiriamo ai prodotti di derivazione delle piante che consumiamo; come si è sviluppata la diffusione degli alberi? E, inoltre, abbiamo già scoperto tutto sugli alberi? Come gli autori ci dimostrano, tanto è stato detto e scoperto ma tanto resta ancora da indagare e scoprire: la fisiologia vegetale è un ramo affascinante della scienza. Le piante sono presentate nel volume secondo un ordine cronologico approssimativo in base alla prima interazione con il genere umano.

Si parte con il Ginkgo, albero appartenente alle conifere la cui caduta in autunno delle tipiche foglie a ventaglio ricorda una pioggia d’oro; è considerato un albero sacro in Giappone, portatore di speranza perché cresciuto spontaneamente in zone devastate dagli effetti della bomba atomica. Si passa poi al Tasso, specie tra le più longeve: pensate che esiste un tasso di 5063 anni, esistente quindi 500 anni prima della costruzione della Grande Piramide di Giza! Non solo, dal Tasso è nato anche il più antico manufatto in legno del mondo, datato 400.000 anni, dato che è valso all’albero l’appellativo di doppiamente mortifero, sia perché tossico, sia perché da esso si ricavavano armi (archi e lance). E a proposito di alberi antichi, il Fico è considerato quasi sicuramente il più antico albero da frutto coltivato: è un albero che cresce rapidamente e che da frutti di colore diverso in base alla specifica varietà. Crescono in tutto il mondo e si è scoperto recentemente che venivano coltivati 23.000 anni fa; per alcuni popoli erano un dono divino, per altri l’unico sostentamento nutritivo.

Alcuni alberi sono diventati simboli di una città, ad esempio, anche se sono molto più antichi di essa! E’ il caso del Pino Domestico che fiancheggia ancora oggi la Via Appia e risale al Neolitico; oggi è un albero molto presente nei paesi che costeggiano il Mar Mediterraneo, ed è diventato quasi un tratto distintivo di queste zone. La sua resina viene usata per lubrificare archetti degli strumenti a corde e per proteggere le scarpe delle ballerine; i suoi semi sono i pinoli, ingredienti fondamentali del pesto. Partendo dalla Cina di circa 2,5 milioni anni fa, il Pesco ha compiuto un viaggio davvero affascinante per arrivare in Grecia e Roma e piena di simbolismi e rimandi morali è la sua storia che si intreccia alla voluttuosità della sua forma.

Tra alberi terapeutici come il Nocciolo e il Noce, alberi dagli importanti e condividisi simboli, come l’Ulivo e la Palma da Dattero (pace e prosperità), ad alberi che allo scoccare dei dieci anni producono una resina letale ma diffusissima come l’Albero della Lacca; c’è il Frassino maggiore, ovvero “l’albero della vita” della mitologia Norrena, il Pino d’Aleppo la cui resina veniva usata dagli egizi per la mummificazione e dai greci per la produzione vinicola (vino resinato considerato ancora oggi, da alcuni, la bevanda nazionale greca). Sfruttato per la sua robustezza, il Teak è chiamato “legno di ferro” e sta subendo un vero e proprio massacro perché il legno dell’albero adulto cresciuto spontaneamente è considerato migliore rispetto a quello delle variante coltivate, e viene usato per sedie, tavoli, panche e sdraio. Simbolo nazionale del Libano, il Cedro del Libano era anche una valuta per il pagamento delle tasse, mentre il Gelso comune è noto come albero della seta e avvolto da una leggenda, il suo frutto è molto apprezzato e dalle sue foglie si ricava un tè antistress. E come non citate la Mirra, pianta semplice dal tronco contorto, la cui resina impiega tre mesi ad indurirsi ed è usata nella medicina cinese. risale al secondo faraone della V dinastia egizia l’intuizione del valore della mirra, ovvero il suo peso in oro. E ancora agli Egizi si fa risalire il commercio della Cannella, la cui origine era da loro tenuta misteriosamente segreta, pensate che Erodoto credeva fosse prodotta da un uccello; ovviamente oggi si sa che la cannella è estratta dall’omonimo albero, dalla sua corteccia e dalle foglie. Viene dall’India Meridionale il Sandalo, il cui olio essenziale viene usato da 4000 anni e il cui legno veniva bruciato dagli Egizi per i riti e l’imbalsamazione e anche usato per opere d’arte; il legno di Sandalo è importante in diverse religioni ma la sua esistenza è attualmente minacciata. Un altro albero che risente della simbologia è il Cipresso associato all’oltretomba e utilizzato nell’antichità per fabbricare le bare o le urne in cui venivano conservate le ceneri dei caduti in battaglia; si dice che anche la croce su cui morì Gesù fosse di legno di cipresso. Usato per costruire portoni dei palazzi, ha decorato i giardini all’italiana sin dal Rinascimento; evocativo di paesaggi specifici per la sua forma peculiare, ha ispirato quadri celebri, il suo olio dal profumo precipuo è molto usato nell’omeopatia. Anche il Cedro, albero antichissimo, ha compiuto un viaggio interessante, per giungere a noi, partendo dall’Himalaya, passando per Gerusalemme e la Persia, dalla sua buccia si ricava un profumato olio e fatta bollire diviene pronta ad accogliere la dolcezza dello zucchero trasformandosi nelle scorrette candite che ritroviamo in alcuni dolci. Di grande ispirazione e bellezza, l’Albicocco giapponese si erge coi suoi rami privi di foglie ma colmi dei caratteristici fiori bianchi o rosa, e preannuncia l’arrivo della primavera; anche questo albero porta in sé il seme di tanti simboli culturali e sociali. Sotto la chioma dell’imponente e bellissimo baniano, si prega e si medita: esso infatti, originario della valle del Gange, è noto nell’induismo come Albero della Vita ma non solo, la ramificazione complessa delle sue radici ha dato il nome a un sistema operativo di rete, il Banyan Vines. E a proposito di alberi importanti, è doveroso citare l’albero della Bodhi, sacro per buddhisti e induisti: sotto questo albero, si narra che il Buddha abbia ricevuto l’Illuminazione. Attorno all’agrifoglio si animano leggende che affondano la loro origine in tempi antichi: i druidi gli attribuivano poteri speciali, oggi lo colleghiamo al Natale, per i romani era caro a Saturno.

Il Neem, o lillà d’India, è sacro nel suo paese di origine e da circa 2000 anni viene usato in ogni sua parte per scopi medici o terapeutici, molto usato nella medicina ayurvedica per le sue proprietà antibatteriche, antivirali e sedative; proprio per le sue proprietà, viene venerato da induisti e buddhisti. Altrettanto avvolto nella magia e nella storia, il biancospino dalla crescita improvvisa e dalla doppia fioritura quasi miracolosa, sarebbe nato dal bastone di Gesù, piantato a Wearyall da Giuseppe di Arimatea, consacrando quel luogo come pellegrinaggio di fedeli; sfruttato, abusato, distrutto dai vandali, fu considerato anche un retaggio magico. Simbolo di libertà e di ribellione, il Kapok era l’albero sacro per Maya, Aztechi e civiltà precolombiane, da esso si ricava una fibra simile al cotone ; il Noce delle Molucche è importantissimo per le Hawaii, dove i suoi frutti venivano usati per fare luce, dal momento che bruciano per circa quindici minuti. Dalla Macadamia, albero piccolo ma esteticamente molto bello, dalle noci nutrienti, al Bunya- Bunya, albero della foresta pluviale che risale al Giurassico, dalla Metasequoia alla Jacaranda, dall’Albero dei Fazzoletti al Lime, scoprirete ( o riscoprirete) fossili viventi e prelibatezze.

Sfogliando queste preziose pagine, ci si rende conto di quanto gli alberi e le piante abbiano influito sul corso della vita sulla Terra, decidendo traffici e rotte commerciali, sollecitando leggende, ispirando miti, e, alcuni di loro, divenendo sacri, luoghi di meditazione, associati a preghiera e divinità; fonte di fibre, di bevande, di sostentamento, di aiuto terapeutico, oltre che di bellezza pura e forte, gli alberi coniugano passato e presente, parlano di resilienza, di resistenza, di abuso, purtroppo.

Tra limoni e caffè, tra palma da cocco e acero americano, tra pecan e platani, la storia degli alberi è imponente: è un viaggio a ritroso in culture del passato, in aneddoti interessanti e in luoghi avvolti dal mistero e dal fascino, ma è anche la storia dell’uomo, inevitabilmente. Bellezza e incanto, potenza e malinconia, si intrecciano nelle pagine di questo volume assolutamente da collezionare per riscoprire, o approcciarsi per la prima volta, agli alberi, radici e chioma della nostra stessa esistenza in quanto specie.

Per ogni albero, è presente un’ illustrazione dell’albero e del suo “frutto”, affiancata da alcuni dati: altri nomi comuni, origine, clima e habitat, longevità, velocità di crescita e altezza massima.

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