Operazione Athena

Operazione Athena

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Operazione Athena, scritto da Luigi Irdi ed edito da Nutrimenti Edizioni, che ringrazio per la copia.


TRAMA

La sonnacchiosa cittadina portuale di Torre Piccola è turbata dalla morte di un saldatore nel cantiere Ostro, dove è in costruzione una grande nave da crociera, la Athena Museàl. Sara Malerba, pubblico ministero di turno alla Procura della Repubblica, potrebbe archiviare il caso come un infausto incidente sul lavoro ma qualche dettaglio la lascia perplessa. Una fotografia, un testimone reticente, uno strano monile e un quadro dipinto da Carlo Levi nel suo esilio di Matera, portano Sara Malerba e il maresciallo dei carabinieri Elvio Berardi a indagare lungo un percorso di equivoci e depistaggi. Inguaribile cinefila, capace di intuizioni improvvise solo apparentemente bizzarre, donna di polso ma anche emotiva e dal passato tutto da scoprire, Sara si trova a confrontarsi con gli interessi della società armatrice della Athena Museàl, i suoi segreti, con le chiacchiere di Torre Piccola e le ingerenze dei superiori. Solo la sua testardaggine e la fortuna di incrociare indizi e testimoni lungo il cammino la porteranno a trovare il filo giusto da tirare, per scoprire come è morto il giovane operaio navale che amava Picasso e i Macchiaioli.


Torre Piccola è un piccolo borgo che basa gran parte del suo introito economico sul cantiere navale Ostro che sta lavorando all’ultimo progetto, una nave, finanziata dagli arabi. Tutto sembra procedere in modo tranquillo nella cittadina, forse qualcuno oserebbe pensare anche troppo tranquillo finché un giovane saldatore muore cadendo su un tubo Innocenti proprio nel cantiere Ostro. Incidente di lavoro? Fatalità? Suicidio? O peggio?
Ad esprimersi sulla morte di Francesco è la trentasettenne Sara Malerba, Pubblico Ministero, amante dei film (trascrive su un quadernetto rosso tutte le associazioni che fa tra pensieri, persone, fatti e film, o telefilm), sola, trasferitasi dalla Procura di Gela, coadiuvata dal maresciallo Berardi, indagano sul caso. Possibile che Francesco, bellissimo giovane, si sia voluto togliere la vita? E come mai il suo appartamento sembra così spoglio? Trovare un ragazzo senza cellulare è una rarità, al giorno d’oggi, eppure sembra proprio questo il caso. La pista conduce alla famiglia di origine, a Matera, dove Malerba e Berardi incontreranno personaggi importanti e altri legati alla vita di Francesco e alla sua passione per la storia dell’arte, in particolare per i Macchiaioli e per Carlo Levi. Francesco, almeno dal profilo che ne emerge grazie a chi lo ha conosciuto, sembrava un ragazzo dotato di grande sensibilità artistica e capace di intuizioni intellettuali fini che lo avrebbero portato ad immaginare una fase di post- picassismo industriale. Ma come può la passione per l’arte portare alla morte? Qual è il collegamento?

Malerba, con le sue intuizioni, i suoi pensieri e le sue riflessioni etiche, morali, umane e i dialoghi sempre interessanti con Berardi, è una protagonista di spessore e con un carattere che mi ha colpito; capace di autoironia, pronta a mettersi in discussione personalmente, ha anche una visione decisa sul lavoro che le deriva da anni di duro tirocinio professionale. E’ una donna che prende sul serio le proprie responsabilità lavorative e attraverso i suoi ragionamenti logici fa riflettere il lettore sul suo ruolo, spesso complesso anche a causa di problematiche legate a gerarchie e a necessità esterne ( quali, ad esempio, chiudere un cantiere che di fatto garantisce un sostentamento alla comunità). Al tempo stesso, è una donna che si interroga sulla propria vita emotiva, sulle sue relazioni passate e sui desideri che non può nascondere di avere. La dinamica con Berardi mi ha divertita e incuriosita: ho apprezzato che l’autore con poche ma nette pennellate sia riuscito a creare un contesto esistenziale attorno a Sara soprattutto, e lei, con le sue fragilità e i suoi punti di forza, con le sue piccole e quotidiane angosce, risulta credibile. Interessante il rapporto con la madre, una figura che movimenta i pensieri di Sara.

Nonostante il romanzo sia breve, è presente anche una sottotrama che coinvolge una arzilla e pedante professoressa, la quale si troverà coinvolta in qualcosa di inaspettato. La sua verve mi ha fatto sorridere, soprattutto perché sono riuscita ad immaginare gli sguardi e i toni di Malerba e Berardi. Tornando al bel Francesco, emergono dettagli personali della vittima e al contempo si configura un quadro più complesso che gioca proprio sulla sensibilità del ragazzo alla tematica del bello in senso molto più ampio e non solo connesso all’arte, in un mondo che invece mira al guadagno.

Lo stile di scrittura alterna frasi incisive e dirette a periodi più profondi ed articolati, rivelando una grande eleganza stilistica, poetica, capace di essere credibile sia nel narrare il vissuto umano dei protagonisti sia nell’usare un linguaggio tecnico preciso e competente; ne è risultato un romanzo scorrevole, che lascia comunque spunti di riflessione al lettore.

I morti hanno il vantaggio di poter essere interrogati ed esplorati senza opporre resistenza, senza dover star li’ tutto il tempo a misurare se dicono la verita’ o mentono e se mentono perche’ lo fanno. Sono testimoni perfetti e nemmeno ti fanno il dispetto di autodenunciarsi e invocare il diritto di non rispondere.

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