Tanti piccoli fuochi

Tanti piccoli fuochi

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Tanti piccoli fuochi, scritto da Celeste Ng (traduzione di Manuela Faimail), edito da Bollati Boringhieri, che ringrazio per l’invio della copia. Da questo romanzo è stata tratta la serie Little Fires Everywhere in onda su Amazon Prime Video, con Reese Witherspoon e Kerry Washington.

TRAMA

1998, Shaker Heights, Cleveland Ohio, lo Stato che da sempre con il suo voto determina il successo o meno di un candidato alla presidenza. Perché combina una generale tendenza liberale a una forte dose di conservatorismo di élite. Una comunità fondata su un insediamento Shaker e popolata da una maggioranza di benintenzionati democratici, e abbienti. Le comunità Shaker erano caratterizzate dalla sovrabbondanza di regole – dall’ora migliore per alzarsi al mattino a come scegliere il compagno di vita. E una delle protagoniste del romanzo, Mrs Richardson, è cresciuta incarnando questa filosofia di vita: una famiglia da sempre insediata nella comunità, molto abbiente, perfettamente inserita in ogni comitato e organizzazione. All’inizio del romanzo troviamo Mrs Richardson in strada, davanti alle rovine fumanti della sua bellissima casa. Qualcuno ha appiccato un piccolo fuoco in ciascuna delle sue stanze perfette. Il dito della signora punta subito su Izzy, la più piccola dei suoi quattro figli. Ribelle da sempre, una pecora nera appena adolescente, diversissima dai fratelli in partenza per le università più prestigiose del paese, Izzy invece è in fuga per chissà dove. Mia invece è una fotografa single che ha scelto una vita itinerante con la figlia, fin dalla nascita, cavandosela a malapena con lavori vari, per avere tempo libero da dedicare alla sua arte. Con un buon successo, però accuratamente nascosto: le sue opere sono state vendute a una prestigiosa galleria di New York, ma Mia non parla mai di questo, né del suo passato. Mia lavora controvoglia come domestica e cuoca nella lussuosa casa di Mrs Richardson, in cambio di un piccolo alloggio. La figlia Pearl ha fatto amicizia con i quattro ragazzi Richardson, e Mia le ha promesso di metter fine al vagabondaggio… e allora come mai quella che dovrebbe essere una svolta decisiva diventa a poco a poco un problema per madre e figlia, e non solo? Accade quando un vecchio amico dei Richardson decide di adottare un bambino sino-americano. Ne nasce una battaglia per la custodia che divide l’intera cittadina. Mia ed Elena si troveranno su fronti opposti e questo farà scattare nella mente di Elena il sospetto che Mia nasconda un passato torbido. Ma questa sua ossessione avrà costi altissimi.

Il finire degli anni Novanta fa da cornice temporale alle vicende articolate ed interessanti di un gruppo di persone che, per caso e per scelta personale, vivono nella ridente Shaker Height, in Ohio, una delle prime comunità pianificate, dove tutto è perfetto, organizzato e, appunto, organizzato. Una comunità in cui vengono decisi i colori delle mura esterne delle abitazioni, per non creare contrasti cromatici, e dove la spazzatura va tenuta sul retro, per non intaccare l’aura di perfezione e di ordine che la zona ha. Eppure, può davvero essere tutto così lindo e perfetto?

La storia si apre dalla fine, dalla scena di una famiglia perfetta che assiste alla distruzione di un bene enorme, la propria casa, data alle fiamme dalla minore dei figli, Izzy, sullo sfondo di una comunità che si fonda su regole precise.

Per tutta la vita le avevano insegnato che la passione era pericolosa come il fuoco. Bastava pochissimo a perderne il controllo.

Lo sguardo dell’autrice si focalizza sulle figure femminili, che appaiono essere le vere protagoniste delle storie narrate, in un intreccio affascinante e coinvolgente. Mrs Richardson è una figlia della comunità di Shaker Heights, ha pianificato un percorso di vita attento e scrupoloso e si è premurata di portarlo avanti con tenacia e determinazione: scuola, laurea, matrimonio, figli, un lavoro interessante come giornalista del giornale locale; impeccabile padrona di una casa lussuosa, ha ereditato dai genitori anche un secondo appartamento che affitta solo a persone che, secondo lei, hanno realmente bisogno, convinta di dover fare del bene per la società. Così, nell’appartamento, arrivano Mia e la figlia adolescente Pearl, coetanea proprio di uno dei figli di Mrs Richardson: Mia è un’artista, una fotografa, riservata e sempre alla ricerca di qualche lavoretto per sbarcare il lunario. Proprio incappando nella strenue convinzione di Mrs Richardson di fare bene alla società, si ritrova a fare da governante nella ricca famiglia, con sommo disappunto della figlia che afferisce e frequenta i tre figli dei Richardson e non vuole, legittimamente, che la madre invada quello spazio diventato suo. Pearl è abituata ad avere poco, economicamente, materialmente e a livello di amicizie, però sua madre le ha promesso che, dopo tanti trasferimenti, questo sarà l’ultimo; la ragazza, pur preparata da anni di passaggio, vuole sentirsi subito accettata nella nuova comunità e stringe amicizia con Moody, uno dei figli dei ricchi Richardson, suo compagno di scuola, affascinato dalla giovane amica. Non è solo Moody, però, a restare incredibilmente ammaliato dalla vita, dallo spirito, dalle scelte di Mia e Pearl, che diventano per tutti i Richardson una vera e propria ossessione: che sia il gusto del nuovo, del diverso, il rapporto tra queste due famiglie diversissime diviene intimo in modo quasi perverso. In un continuo scambio di ruoli, Pearl desidererebbe essere come Lexie, la maggiore delle figlie dei Richardson: sicura di sé e popolare; mentre Izzy, la pecora nera della famiglia, si sente per la prima volta autenticamente compresa solo in presenza di Mia e della sua arte. Non solo, è chiaro sin da subito l’interesse di Moody per Pearl ma lei ha occhi e cuore solo per Trip, il maggiore dei Richardson, bellissimo e considerato da tutti un pò superficiale: cosa ci trova, lui che è un autentico rubacuori, nella giovane Pearl? E’ un vero e proprio scontro tra mentalità e stili di vita che, dapprima sotterraneo, diviene poi un fiume in piena, evidente e pericoloso per tutti, quando Mia aiuta la collega Bebe ad affermare i propri diritti di madre, minando la sicurezza, derivante dal privilegio economico, di una ricca famiglia di Shaker Heights che sta adottando la bambina. Intimi amici dei Richardson, cui si rivolgono per un consiglio personale e professionale, i Mc Cullogh sono travolti da una notorietà dolorosa e fastidiosa, che spacca e divide la comunità e il paese proprio in concomitanza con il ben più famoso caso Clinton. La coppia non può avere figli e con grande gioia, circa un anno prima, è stata chiamata perché nei pressi di una caserma dei vigili del fuoco è stata trovata una neonata abbandonata … sarà Mia a collegare questo evento con il racconto doloroso della collega cinese Bebe, sfinita da una vita difficile e da un amore sbagliato che l’ha lasciata con una piccola creatura da gestire. Da che parte schierarsi? Il caso divide le famiglie, e i Richardson non fanno eccezione: nelle loro eleganti cene di famiglia, l’argomento spacca. E come mai Lexie ha cambiato così alla svelta idea sulla questione?

I genitori imparano a sopravvivere toccando sempre meno i propri figli, aveva pensato.

Tra giovani amori, sesso, intrighi e rivelazioni, una storia che colpisce per la sua attualità, per il modo in cui tutti i pezzi convergono rivelando un quadro emozionante; lo stile dell’autrice fa sentire il lettore a tratti spettatore, osservatore voyeuristico della scena, e a tratti totalmente immerso nella vicenda al punto da immedesimarsi nei protagonisti, indimenticabili, finemente tratteggiati. L’autrice ha caro il tema della maternità e della femminilità, affrontato in modo diverso da tutte le donne della storia: madri surrogate, madri costrette ad abbandonare i propri figli, donne che non riescono ad avere figli, giovani alle prese con gravidanze non volute, e madri che hanno figli tremendamente diversi da come se li erano figurati E figlie che affrontano la vita, chi più supportata dalla famiglia, dalle madri, chi non si sente capito e accolto nelle sue richieste più emozionali. Figlie che scoprono la verità sul proprio passato, punto nodale della storia. Il riconoscimento è un tema fondamentale con cui tutte le giovani donne della storia si confrontano: non a caso, Mrs Richardson ricordando la gravidanza della figlia minore, tanto voluta quanto complicata alla nascita, ammette di aver avuto difficoltà nel rapporto con questa figlia quasi precaria, nata prematura, che ha scatenato in lei ansie e preoccupazioni mai cessate. Izzy si sente odiata da questa madre, non capisce perché a lei è concesso meno margine di errore, e questo la spinge a oltrepassare sistematicamente il limite; solo con Mia si sente amata. E Pearl, dal canto suo, ha sempre taciuto domande fondamentali alla madre, accettando senza remore i trasferimenti, i continui spostamenti, il glissare di sua madre circa la propria famiglia di origine e il padre, soprattutto; ora, nella bella casa dei Richardson, sente di aver trovato un’idea di famiglia diversa, una madre che, a differenza della sua, accarezza e bacia i capelli dei figli. Mia ha una storia tutta diversa dentro di sé, fatta a sua volta di riconoscimenti mancati, alla sua arte, alla sua essenza, da parte dei genitori, fino alla scelta drastica che ha compiuto da giovane per poter ancora essere artista. E il dolore per un lutto terribile mai dimenticato. Lexie ritroverà proprio in Mia, frutto del suo passato, il coraggio e il sostegno per affrontare un altro tipo di dolore e di lutto. Mia diviene un’ossessione per Mrs Richardson che si trincea dietro l’idea perfetta di aiutare l’amica perfetta nella causa contro Bebe: come può l’egoista Mia distruggere una famiglia felice? E allora scava e scava, fino a trovare quella verità che dovrebbe smascherare Mia, ma invece smaschera solo lei stessa, e mette a nudo il tarlo inconscio delle notti della perfetta Mrs Richardson: mi sono persa qualcosa?

Un affresco famigliare e sociale coinvolgente, da leggere tutto d’un fiato, tra sorrisi agrodolci, uno spaccato reale e vivido, narrato con eleganza e competenza psicologica ed emotiva: Shaker Heights è qualsiasi luogo, è ogni piccola comunità che nasconde scheletri e dolorosi vissuti. Interessante la scelta di nominare quasi sempre, nel romanzo, le due donne adulte protagoniste in modo diverso: Mia è sempre Mia, Mrs Richardson è sempre Mrs Richardson e raramente Elena, come a definire un confine sottile ma profondo, un solco tra vite differenti che sarà proprio Mia a cogliere, senza rancore, lasciando a ognuno dei Richardson un suo lavoro, un testimone silenzioso del passaggio suo e di sua figlia nelle loro vite. Le riflessioni che l’autrice fa compiere ai suoi protagonisti sulla maternità e sul rapporto genitori-figli mi hanno emozionata tanto e sono rimaste con me, anche dopo l’ultima pagina del libro.

Per un genitore, un figlio non è solo una persona: un figlio è un luogo, una specie di Narnia, uno spazio vasto ed eterno dove il presente che stai vivendo, il passato che ricordi e il futuro che attendi con ansia coesistono nello stesso istante. Ti basta guardare tuo figlio per capirlo: sul suo viso si sovrappongono il neonato che è stato, il bambino che è diventato e l’adulto in cui si trasformerà, e si vedono tutti simultaneamente, come un’immagine tridimensionale.

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