Review Tour: Gli strani viaggi di Jules Verne

Review Tour: Gli strani viaggi di Jules Verne

Buongiorno, lettori! Oggi Review Tour dedicato a Gli strani viaggi di Jules Verne, opera a cura di Massimo Scorsone, che raccoglie alcuni tra i tanti romanzi di Jules Verne, edita da Mondadori nella collana Oscar Draghi. Il volume, disponibile dal 26 maggio, contiene i seguenti romanzi: Viaggio al centro della terra, Ventimila leghe sotto i mari, L’isola misteriosa, Michele Strogoff, Un inverno tra i ghiacci, L’espresso del futuro. Ringrazio la Casa Editrice per la questa lettura in anteprima.

Nelle viscere della terra, sotto gli abissi dell’oceano, tra gli spazi siderali e le steppe siberiane, la penna di Jules Verne riesce a farci vivere mille avventure. Questo volume raccoglie i più famosi e i più amati racconti celebrando uno dei grandi maestri della narrativa fantastica.

Che si affrontino le viscere della terra o gli abissi delle profondità marine, che si viaggi attraverso la Siberia o si faccia rotta verso isole misteriose e sconosciute, ci si imbatte nella fantasia e nell’opera di Jules Verne, maestro d’avventura e di formazione. I suoi romanzi, fortemente carichi di riferimenti scientifici e decisamente figli della sua epoca, hanno segnato la letteratura nonché l’immaginario di tante generazioni, dando linfa costante anche al cinema, con diverse trasposizioni dei suoi più celebri racconti,

L’elemento che accomuna i romanzi raccolti in questo volume è proprio il viaggio, inteso come percorso geografico e fisico, spesso fuori dall’ordinario e dal canone del tempo, ma interpretato anche come percorso personale di crescita e sviluppo individuale. La voce narrante di Viaggio al centro della terra, ad esempio, declinata in prima persona, permette al lettore di immaginare e seguire passo dopo passo l’incredibile viaggio alla scoperta di vulcani e delle profondità della terra: Axel, nipote dell’eccentrico professor Lidenbrock, si imbarca in un’avventura con lui. I due sono guidati da un misterioso manoscritto ritrovato dal professore, composto da rune incomprensibili; lo zio, esaltato ed impulsivo, decide di partire per l’Islanda sulle tracce della sua misteriosa guida. Tra maree e cunicoli sotterranei, tra meraviglie di immaginazione e pericoli, i due si ritrovano sullo Stromboli, fino a tornare in patria da eroi. Diversi caratterialmente ma uniti nella voglia di sopravvivere e nella sete di conoscenza, Otto Lidenbrock e Axel trovano dinosauri, funghi giganti, strane creature e un viaggio che affascina i lettori di ogni età ed ogni epoca. Raccontato inizialmente come un diario di bordo, diviene poi frutto della memoria e del ricordo di Axel.

Che viaggio, che meraviglioso viaggio! Entrati in un vulcano eravamo usciti da un altro vulcano, e quest’altro si trovava a più di milleduecento leghe dallo Sneffels, da quell’arida terra d’Islanda perduta ai confini del mondo. Le avventure di questa spedizione ci avevano trasportato in una delle più armoniose contrade della terra. Avevamo abbandonato la regione delle nevi eterne per quella della folta vegetazione, e lasciato al di sopra delle nostre teste la nebbia grigiastra delle zone gelide per ritrovarci sotto il cielo azzurro della Sicilia!

Se la terra è la protagonista indiscussa del primo romanzo, con i suoi riferimenti alla geologia e alla mineralogia, in Ventimila leghe sotto i mari scendiamo negli abissi marini e troviamo uno dei personaggi più conosciuti delle opere di Verne: il Capitano Nemo. Ancora una volta, la voce narrante racconta in prima persona le avventure di cui è protagonista: Pierre Aronnax, professore di storia naturale, esperto di fenomeni sottomarini, viene chiamato a prendere parte ad una spedizione che ha il compito di scovare ( e possibilmente eliminare) uno strano mostro che da tempo affonda navi. Insieme al suo cameriere personale e al comandante Farragut, e all’equipaggio della Abraham Lincoln, partono all’avventura e all’inseguimento del mostro marino; i mesi di traversata sono lunghi e difficili, anche su suggellano il rapporto tra Aronnax e il fiociniere Ned Land. I loro dialoghi sono spesso accesi e scoppiettanti, aiutano a contestualizzare le circostanze e le avventure che il gruppo si appresta ad affrontare e sono espedienti per approcciare tanti e diversi argomenti. Speronati dal misterioso mostro, Aronnax comprende subito che non si tratta di un animale quanto piuttosto di qualcosa nato e partorito dalla mente e dalla mano dell’uomo; finiti in mare, Conseil (il cameriere), Ned e Aronnax si ritrovano all’interno del mostro, ovvero il Nautilus, corredato di tanti confort. Il battello sottomarino stuzzica la curiosità scientifica di Aronnax che si chiede come funzioni nello specifico, come faccia il signore della dimora galleggiante a procurarsi l’aria e a provvedere il ricircolo necessario della stessa: pur non volendo, Aronnax è affascinato da ciò che vede, ed il lettore lo segue con piacere nelle sue mirabolanti scoperte ed avventure.

«Signor professore,» ribatté vivacemente il comandante «io non sono quello che voi chiamate un uomo civile! Ho rotto con la società intera, per ragioni che io solo ho il diritto di giudicare. Quindi, non ubbidisco alle sue regole; e chiedo che non le invochiate mai davanti a me!»

Ed ecco che Aronnax e gli altri incontrano il comandante del Nautilus, il Capitano Nemo, un uomo dai tratti geniali che però si e’ auto-escluso dalla società, richiudendosi in una personale fortezza degli abissi. Si chiama fuori da ogni norma civile dell’epoca, eppure, nel corso del romanzo, compirà atti che lo rendono più umano di tanti altri suoi contemporanei; la tematica del diverso e dell’esclusione permea il suo oscuro personaggio, rendendolo affascinante agli occhi del lettore. Tra innovazioni tecnologiche e scientifiche, elettricità e galleggiamenti, tra desiderio di libertà e mille avventure, visitiamo gli abissi dell’Oceano Pacifico e del Mar Mediterraneo ed approdiamo nella perduta e mitologica Atlantide. Come in Viaggio al centro della terra, anche qui, l’idea di un mondo perduto è molto presente e anima lo spirito di conquista e la curiosità personale e scientifica di alcuni dei protagonisti; i luoghi perduti e sconosciuti suggestionano e incantano, spaventano per la loro brutalità e per la loro estraneità, modificano la percezione di chi li osserva. Il viaggio è arricchimento, è scambio con l’altro, è incontro – scontro con la natura, è scoperta e superamento dei limiti umani, grazie alla scienza. Verne attinge a piene mani dal suo mondo immaginario ma anche dalle scoperte dell’epoca, dai traguardi della tecnologia che piega al proprio piacere e al proprio scopo; nonostante il romanzo sia datato, lo stile vivido e descrittivo rende la lettura sempre interessante e coinvolgente, lasciando al lettore la voglia di scoprire cos’altro accadrà. Nemo, poi, è sicuramente il personaggio più avvincente di questo volume corposo, con la sua ferita, con il suo risentimento, e la sua complessa personalità.

Invero, alla domanda posta seimila anni fa dall’Ecclesiaste, «Chi ha mai potuto sondare la profondità dell’abisso?», almeno due uomini hanno ora un diritto a rispondere io: il capitano Nemo e questo minuscolo suo testimone.

Ne L’isola misteriosa, sorvoliamo i cieli del Pacifico con uno diversificato gruppo di americani, che si libra in volo con un pallone aerostatico. E’ il 1865 e i cinque personaggi sono prigionieri di guerra, e la guerra è quella di Secessione tra nordisti e sudisti, che tentano la fuga con un mezzo quantomai bizzarro come il pallone a gas. I cinque sono Cyrus Smith, ingegnere abile e pronto a mettersi in gioco con tutto se stesso, incarna il modello tipico dell’epoca dell’uomo che è sia di azione che di pensiero; Gedeon Spilett, giornalista e bravissimo illustratore; lo schiavo di colore Nab, reso libero dal padrone Cyrus ma la cui devozione all’uomo lo porta a seguirlo; Pencroff, un marinaio intraprendente che aiuta Cyrus a progettare nel dettaglio la fuga da Richmond; e , infine, il quindicenne Harbert Brown, intimamente legato a Pencroff. La loro avventura comincia quando, dopo qualche giorno di volo, naufragano su un’isola misteriosa, patriotticamente battezzata da loro come Isola Lincoln, e qui, grazie alle abilità ingegneristiche di Smith, riescono ad adattarsi e a sopravvivere; pian piano, l’istinto civilizzato prende la meglio sul gruppo che decide di avventurarsi e colonizzare il luogo. Tra pirati, vecchie conoscenze e terribili malattie, l’isola nasconde un mistero decisamente imponente: è il rifugio di Nemo, infatti, che, unico sopravvissuto del suo vecchio equipaggio, si lascia invecchiare e si affeziona al gruppo di nuovi coloni. L’accuratezza delle descrizioni, minuziose, che Verne fa dell’isola, della flora e della fauna, di ciò che i cinque vivono ed affrontano, permette un’immersione totale nella storia; i personaggi talvolta appaiono tipicamente legati a stereotipi, rigidi nelle proprie convinzioni e rappresentano proprio la società che vivono.

Anche nei personaggi de L’isola misteriosa, alla fine, alberga una strana malinconia, quasi un senso di straniamento al ritorno nella società, come se vivere tali prodezze, tali avventure, essersi spinti oltre, dove nessuno è mai stato, li allontani poi da un quotidiano fatto di altro. Il ricordo resta indelebile in loro, eroi di storie che restano però intime e personali.

Là, insomma, tutti furono felici, uniti nel presente, com’erano stati uniti nel passato. Ma non dimenticarono mai l’isola, sulla quale erano arrivati poveri e nudi, l’isola che durante quattro anni era bastata a tutte le loro necessità e di cui non rimaneva ormai che un masso di granito battuto dalle onde del Pacifico, tomba di colui ch’era stato il capitano Nemo!

Michele Strogoff presta il proprio nome per il titolo di un altro dei romanzi presenti nel volume, e che diviene spunto per compiere un nuovo e appassionante viaggio tra la Russia e la Siberia. Come molti dei personaggi di Verne, ha caratteristiche ben precise, fisiche ma soprattutto di libra morale:

Quel bello e solido giovane, ben costruito, ben piantato, non sarebbe stato facile da smuovere contro la sua volontà; dovunque ponesse i piedi sembrava che ve li radicasse.

Strogoff ha il piglio determinato ma ligio al dovere tipico dei soldati e i tratti somatici definiti caucasici, è un corriere dello Zar e viene descritto come un personaggio tutto d’un pezzo, adatto a sopportare qualunque cosa, pure la missione rischiosa incaricatagli dallo zar. Michele Strogoff non è un personaggio che si abbatte dinanzi alle difficoltà, logistiche e non, che il viaggio gli riserva: deve andare da Mosca a Irkutsk , percorrendo la distanza di 5523 km, ambasciatore di un messaggio importante da parte dello zar al fratello. Durante questo lungo viaggio, Michele incontrerà diversi e interessanti personaggi, dalla coppia di giornalisti Alcide Jolivet e Harry Blount, con cui discorrerà di scoperte e guerre, alla bella Nadia, che ruberà il cuore al corriere; ma non solo, Michele osserverà un mondo che gli appare diverso rispetto alla sua terra, una mescolanza di generi e culture, di radici e tradizioni, affascinanti. Non mancheranno ovviamente i pericoli alla vita, e l’incontro con i tartari, che fanno prigioniero Michele, il quale teme per la propria missione essendo stato riconosciuto. Tra steppe e paesaggi suggestivi, il viaggio di Strogoff è incredibile e unico; lo stile di Verne si riconferma capace di evocare scenari e ambientazioni interessanti che restano nella mente del lettore anche dopo l’ultima pagina.

Con Un inverno tra i ghiacci si ritorna nelle regioni del Nord, estreme e dure, alla ricerca di un figlio perduto con un equipaggio variegato, che persegue scopi decisamente diversi gli uni dagli altri. Alla vigilia delle nozze di Louis, figlio di Jean Cornbutte e capitano del brigantino Jeune Hardie, con la giovane Marie, la nave arriva tristemente in porto issando bandiera nera. Louis è infatti morto tra i ghiacciai delle regioni del Nord ma il padre, che a sua volta è stato un uomo di mare, non si arrende all’evidenza e organizza una spedizione per trovare il figlio. Quello che non ha considerato è che qualcuno si è unito all’equipaggio per altri fini e scopi ben lontani da quello di riportare a casa sano e salvo il promesso sposo della bella Marie, anzi. L’inverno tra i ghiacci sarà lungo, aspro, pieno di colpi di scena, di rivalità e ritrovamento: la solitudine e l’allontanamento dal mondo civile esacerberà il peggio dell’essere umano. Un racconto poco conosciuto dell’autore ma come sempre improntato all’avventura, all’esplorazione e raccontato sotto forma di diario personale, con annotazioni di date ed eventi salienti.

Il cielo, sempre scuro, riempiva l’animo di tristezza; una neve densa, agitata da venti furiosi, accresceva l’orrore del luogo. Il sole stava per sparire del tutto. Se sopra il capo dei naviganti non si fossero addensate le nubi, essi avrebbero potuto godere almeno del lume della luna, che diventava il loro vero sole durante la lunga notte polare. Ma con quei venti d’occidente, essi rimanevano continuamente avvolti in una copiosa nevicata; ogni mattina bisognava spazzare i boccaporti e tagliare nuovamente nel ghiaccio una scala, che permettesse di scendere dal ponte sulla pianura ghiacciata.

L’ultimo racconto breve, scritto in realtà dal figlio Michael, è stato inserito in questa raccolta per rappresentare il cambiamento che l’opera, le idee di Verne hanno avuto sul genere della fantascienza. L’espresso del futuro è un breve viaggio onirico su un treno speciale, capace di collegare con tubi sottomarini l’Inghilterra e l’Europa.

Così, allora, questa utopia era diventata una realtà, e questi due cilindri di ferro, lì davanti a me, passavano davvero sotto l’Atlantico e raggiungevano la costa dell’Inghilterra!

Miscelando scoperte e anticipando la tecnologia del futuro, il Viaggio Straordinario di Verne diviene pietra miliare per gli amanti della fantascienza e dell’avventura; se pure il linguaggio può risentire dell’epoca in cui le storie vennero scritte, l’esperienza, la visione, le intuizioni di Verne, non hanno sicuramente età. Lasciatevi sedurre quindi da Nemo e dagli altri: si parte con la fantasia, guidati da tavole illustrate magistralmente e da un autore che ha segnato un genere.

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