Il mistero sotto i nostri piedi

Il mistero sotto i nostri piedi

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del libro I misteri sotto i nostri piedi, scritto da Richard Panek ( traduzione di Giuseppe Bozzi), ed edito da Raffaello Cortina Editore, che ringrazio per l’invio della copia.

Che cos’è la gravità? Nessuno lo sa – e quasi nessuno sa che nessuno lo sa. Il fatto che qualcosa di così pervasivo possa essere altrettanto misterioso è uno dei più grandi enigmi della scienza moderna. Ma, come mostra il pluripremiato autore Richard Panek in questo libro straordinario, la gravità è un problema di lunga data la cui soluzione è più vicina che mai – e le ricerche in questo campo hanno portato alla luce verità nascoste sul cosmo e sulla natura umana.
Tra il romanzo giallo a tema scientifico e il divertimento filosofico, Il mistero sotto i nostri piedi è una rivelazione. Panek illustra come la gravità, e i nostri sforzi per comprenderla, abbiano dato forma non solo al mondo in cui viviamo, ma anche ai nostri corpi, alle nostre menti e alle nostre culture. Il suo influsso è visibile in ogni cosa: dai miti antichi all’arredamento contemporaneo, dall’Inferno dantesco ai capitomboli di Stanlio e Ollio, dal nostro essere bipedi ai buchi neri. Il viaggio alla ricerca del vero significato della gravità ci permetterà di conoscere noi stessi e il nostro universo come mai prima d’ora.

Nessuno sa che cosa sia la gravità, e quasi nessuno sa che nessuno sa che cosa sia la gravità. Gli scienziati fanno eccezione. Loro sanno che nessuno sa che cosa sia la gravità, perché sanno che loro stessi non sanno che cosa sia la gravità.

Una banale caduta dalla sedia instilla nell’autore una domanda: che cos’è la gravità? Certo, tutti sappiamo che cosa fa la gravità, gli effetti che ha sul cosmo, ma che cosa essa sia resta un mistero affascinante. L’autore mette subito in guardia il suo lettore: non è riuscito, nonostante gli sforzi, a rispondere alla sua domanda iniziale, ma ci invita a seguirlo in un interessante percorso di scoperta e di ricerca, che affonda le radici nei miti della creazione, passando per la filosofia e la matematica dei Greci, sino ad arrivare ai ben noti scienziati quali Einstein e Newton. E allora, alla fine di questo incredibile viaggio, non posso che concordare sulle riflessioni iniziali dell’autore: interrogarsi su cosa sia la gravità non ha mai avuto unicamente a che fare con la fisica, ma ha molto a che fare con noi stessi, con l’uomo e la sua storia.

Si parte dal principio, quindi, dal cielo e dalla terra, dai miti della creazione e dalla filosofia platonica, il cui Mito di Er cambia la prospettiva di ciò che l’autore indica con quassù e laggiù. Per la prima volta, ciò che succede nell’aldilà dipende da come è stata vissuta la vita terrena e non è più un qualcosa di passivo che l’essere umano subisce; resta intatta l’idea di un’ascensione verso l’altro per indicare una dimensione altra, rispetto a quella ancorata al terreno che l’uomo sente più propria. E allora, l’alto, il lassù, per dirla con le parole dell’autore, deve essere per forza di cose il luogo del divino.

L’indagine sul principio prende le mosse dal concetto matematico di infinito, rivisto prima da Aristotele e poi da Filopono: se c’è un principio, allora ci deve essere un inizio attraverso cui tutto prende forma. Un prima e un dopo, che inevitabilmente sussistono e la cui sussistenza crea un cambio di sostanza e forma. Dalle innovative osservazioni aristoteliche circa il fatto che la terra è piatta e che la caduta di un oggetto punta sempre al centro dell’universo, passiamo a Keplero e Copernico, che spostano l’oggetto di osservazione ai corpi celesti, la Luna ed il Sole. Le regole di quaggiù si possono applicare lassù? Sarà grazie a Galileo Galilei che le intuizioni di Keplero sulla somiglianza tra le due parti troveranno ragione: anche la Luna di lassù ha le montagne come il quaggiù. Ma allora, lassù e quaggiù sono composti dalla stessa materia? Possono essere considerati un tutt’uno, una sola entità? Con l’ “uomo dall’intelligenza tale da ripensare da solo l’universo“, le conoscenze circa la gravità compiono un ulteriore passaggio: Einstein cambia la scienza, con la teoria della relatività.

Tra logica e metodologia, tra metodo scientifico e osservazione del mondo naturale, l’autore ci guida nell’affascinante viaggio tra scienziati e filosofi che si sono confrontati con la questione della gravità, che è sì oggetto della fisica ma è anche qualcosa che si correla all’evoluzione stessa dell’uomo, le cui mutazioni hanno dovuto prendere in considerazione gli effetti che essa ha; l’analisi delle figure eminenti che hanno affrontato lo studio della gravità, e allargando lo sguardo, hanno parlato di corpi, di vita, di natura, è attento e compara i vari approcci nonché i punti di partenza e di arrivo delle varie teorie e sperimentazioni.

Beffata o sconfitta, alleata o nemica, la gravità esercita la sua attrazione sulla filosofia, sull’arte, sulla scienza, e diventa parte della nostra vita, un dato di fatto: cadere e rialzarsi, alla fine.

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