Elric La saga

Elric La saga

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di Elric La saga, scritto da Michael Moorcock ed edito da Mondadori nella collana Oscar Draghi. Ringrazio la casa editrice per la copia. L’opera contiene, oltre che delle meravigliose illustrazioni, i sei libri: Elric di Melnibonè, Veleggiando sui mari del fato, L’arcano del lupo bianco, La torre evanescente, La maledizione della spada nera e Tempestosa.

TRAMA

Questa è una storia di emozioni mostruose e di ambizioni sfrenate.È una storia di sortilegi, di tradimenti e d’ideali onorevoli, di sofferenze e piaceri spaventosi, di amore amaro e di dolce odio. Questa è la storia di Elric di Melniboné.

Imperatore “sui generis” di un regno decisamente fuori dagli schemi, Elric di Melnibonè è affascinante, dai lunghi capelli bianchi, albino, ed è l’eroe tormentato della sua storia. Governa su una specie alquanto particolare, sicuramente “non umani“, decadenti e amorali, avvezzi all’infliggere sofferenze e a deliziarsi con vizi e peccati, tuttavia Elric è un sovrano distante anni luce dai suoi sudditi. Introspettivo e amante della conoscenza, Elric quasi non si sente parte del suo popolo di cui non condivide ambizioni e obiettivi, preferendo leggere e fingere di non possedere quei poteri che in tanti anelano. Chi è davvero Elric? Questa è la domanda che accompagna il lettore ed Elric stesso per tutti i racconti raccolti in un’edizione di pregio, arricchita da illustrazioni splendide che aiutano il lettore ad immaginare gli scenari incantati ed incantevoli che l’autore ci propone. Proprio per andare alla base della sapienza, che non può trascendere dall’intima conoscenza di se stessi, Elric si porrà in contrasto con tutto quello che Melnibonè rappresenta agli occhi degli altri popoli e della sua corte; innamorato della bellissima cugina Cymoril, sua promessa sposa, e odiato dal fratello di lei, potente stregone al pari di Elric stesso, comanda sull’Isola del Drago, roccaforte della sua specie, che ha predominato sul mondo conosciuto per un tempo lunghissimo e, grazie a tale retaggio, ancora incute rispetto e timore. Elric viene visto, dai suoi sudditi, come l’emblema della prossima distruzione della Città sognante e di tutto ciò che comporta: è vittima di una maledizione? Guardato con sdegno aperto e disprezzo, Elric è un sovrano che si pone domande etiche e scrupoli morali, unico della sua specie amorale e arrogante:

Perché la loro sofferenza deve produrre una bellezza tanto prodigiosa?, si chiede. O forse tutta la bellezza viene creata tramite la sofferenza?

Risulta evidente quanto Elric sia diverso dai violenti e spregiudicati melniboneani, che vorrebbero uno sovrano crudele come loro e si ritrovano un filosofo dagli occhi cremisi, soggetto a pozioni e incantesimi per restare in forze. Quando viene sfidato apertamente dal cugino, ben più favorito agli occhi degli abitanti dell’Isola del Drago, Elric è costretto a dimostrare il suo carattere, a soggiacere a quegli impulsi e atteggiamenti che tanto rifugge, mostrando crudeltà e vendetta, fino a che, per ritrovare la sua amata rapita, è costretto a ricorrere al potere dei terribili Signori del Caos. Evocando Arioch, Elric vincola la sua vita e la sua obbedienza a lui e inizia la sua ricerca, il suo lunghissimo viaggio, fisico ed interiore. In questo percorso, Elric verrà in possesso della co-protagonista della saga, la terribile spada Tempestosa, senziente e pronta a cantare per avere anime e sangue, una spada viva, potremmo dire, che spesso aiuterà Elric ma in alcune circostanze lo priverà di amici e affetti. Il loro rapporto è singolare ed originale: vincolati ed interdipendenti, non possono prescindere l’uno dall’altra, perché Elric trae forza da lei, quella forza vitale che prima gli derivava dalle pozioni, e Tempestosa ha bisogno di essere impugnata da lui per cantare e mietere vittime, alimentandosi di esse. Nell’epilogo, i due si saluteranno quali amici, a rimarcare un rapporto intenso: Elric, albino, Tempestosa, spada nera.

Nel corso del suo viaggio, Elric si troverà ad affrontare paure e dubbi, armato della sua sensibilità e del suo desiderio di conoscere e comprendere il suo fato che, a quanto apprende, è importante e oscuro. Abituato ad essere isolato e solo nel suo mondo, per la prima volta nella sua vita conoscerà l’amicizia, la fiducia, la stima reciproca e vivrà una serie incredibile di avventure; proprio lui che ha fatto della conoscenza il suo obiettivo di vita, si troverà a dover mettere in dubbio credenze e certezze fino a scoprire realtà difficili da digerire persino per lui. Tra scetticismo e metafisica, Elric avrà a che fare con tante versioni di se stesso, con passato e passati: il mondo, infatti, come già sospettato da lui, è composto da diversi livelli. Vi è un potente quanto fragile equilibrio cosmico che va rispettato e non va alterato, ma riuscirà Elric ad accettare che spesso deve lasciar morire o abbandonare i suoi nuovi compagni in virtù di questo equilibrio?

Elric è un personaggio affascinante e complesso, introverso e introspettivo, la cui profondità di sentimenti spesso diviene arma, e non risorsa, rivolta contro se stesso; egli si mette in dubbio e in discussione, scettico e curioso, è dolore e tormento, è indagine dell’animo umano, scavo interiore incessante e costante. Elric scarnifica la sua psiche per arrivare al nocciolo duro dell’esistenza stessa e rispondere alla domanda esistenziale per eccellenza: chi sono, io?

Sembra che tu desideri il pericolo come gli altri uomini desiderano l’amore o il vino … come se nel pericolo trovassi l’oblio.

La sua capacità di analisi e introspezione umana è avvertita come fuori luogo e come fuori contesto dai suoi sudditi ma, lontano dalla sua terra d’origine, il viaggio di Elric lo porterà a confrontarsi con persone che vivono e sentono, percepiscono le emozioni, come fa lui; in un certo senso, il suo allontanamento dall’Isola del Drago è per ritrovare se stesso, in un incessante gioco di rimandi e di domande. Durante questo viaggio interiore, però, l’autore introduce il suo complesso e accattivante mondo, con i suoi diversi livelli, con le sue terre, con le sue navi magiche e le sue creature (tra cui draghi), con le sue storie e le sue tradizioni, che non fanno altro che aggiungere domande nella mente sveglia di Elric. Tornerà mai a casa il nostro imperatore? E come vi farà ritorno?

Il mondo che ha creato l’autore è un mondo dominato dalla Legge e dal Caos, che si contrappongono e si bilanciano: non vi è qui la vittoria di una fazione sull’altra, ma coesione; trovare il proprio destino è una missione di vita, che nel caso di Elric spesso sembra volutamente contrastata, quasi come se esistesse un burattinaio a manovrare i fili, a sottoporlo a continue sfide. Così Elric, l’Eterno Campione, si domanda se esistano gli Dèi, che nella sua epoca sono spesso infidi e capricciosi, che ruolo hanno nella sua vita, che scopo ha la sua esistenza ma anche quella di tutti gli altri. Domande attualissime e che smuovono la riflessione personale del suo lettore.

Chissà se i suoi antenati avevano conosciuto la tormentata brama del sapere , l’impotenza di fronte alla consapevolezza che l’esistenza non aveva scopo né speranza …

Lo stile dell’autore, elegante e raffinato, ci conduce in un universo multisfaccettato, regolato da leggi e magia, incantesimi e superstizioni; le sue descrizioni sono incredibili e rendono i diversi scenari proposti vividi nell’immaginazione del lettore, al tempo stesso, l’autore è perfettamente in grado di calarsi nell’approfondimento psicologico e caratterizzazione dei protagonisti, Elric in primis e tutti gli altri che incontra in una sorta di ciclicità dei racconti. I personaggi secondari, che ritornano e accompagnano Elric nella sua avventura, sono ben delineati, le tematiche proposte e affrontate sono tante e interessanti, per una storia che ci guida tra destini e di scelte, consapevolezza ed auto-accettazione: Elric, precursore di tanti altri eroi letterari del genere fantasy, cattura e colpisce per la sua emotività vivida e tangibile, per la sua capacità di analizzarsi, per la sua estasi e il suo tormento, per la lacerazione della sua anima che patisce nel senso più puro del termine. Attento osservatore e intellettuale eccelso, Elric non ha paura di sporcarsi le mani e esporsi per ciò in cui crede: amore, lealtà, amicizia, l’imperatore vi saprà conquistare con i suoi occhi cremisi che tanto vedono e tanto raccontano. Elric e i suoi più fedeli alleati ed amici combatteranno battaglie epiche, per la vita e per la morte, per la Legge e per il Caos, per la possibilità stessa che il mondo possa sorgere ancora, eppure, alla fine di tutto, Elric ancora si domanderà il senso del dolore, dell’esistenza stessa: c’è un disegno? E se esiste, chi lo ha tracciato e perché? L’epilogo si rifa al concetto di ciclicità più volte ritrovato nel corso della storia: ancora dubbi, ancora domande, ancora scelte, ancora destino.

Era Elric di Melnibonè, re delle rovine, signore di una razza dispersa che un tempo aveva governato il mondo. Elric, stregone e spadaccino fratricida, devastatore della sua patria, albino dal volto eburneo, ultimo della sua stirpe.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.