Il regno dei demoni

Il regno dei demoni

Buongiorno, lettori! Esce oggi il romanzo Il regno dei demoni, seguito de Il regno delle ceneri, scritto da Victoria Aveyard ( traduzione di Alessandra Petrelli) ed edito da Mondadori.

IL DESTINO DEL MONDO GIACE SUL FILO DI UNA LAMA. Combattendo insieme alla sua banda di improbabili compagni, Corayne sta imparando ad abbracciare l’antico potere che le scorre nelle vene e a comprendere lo straordinario potere della spada ereditata dal padre. Ma il suo viaggio è tutt’altro che concluso. L’esercito della regina Erida, infatti, sta marciando attraverso Allward spalleggiato da Taristan, che lungo il cammino apre portali su mondi da incubo radendo al suolo interi regni. Se vuole salvare il mondo che conosce, Corayne non ha altra scelta se non radunare un esercito tutto suo. Per farlo, lei e i suoi compagni dovranno percorrere terre pericolose e affrontare assassini, bestie ultraterrene e mari tempestosi. Ma Taristan ha scatenato un potere malefico molto più letale dei suoi eserciti di mostri. Qualcosa di tremendamente pericoloso attende nell’ombra, qualcosa che potrebbe consumare il mondo e spegnere ogni speranza di vittoria.


«Il sangue di Cor ci rende inquieti, senza radici, sempre alla ricerca dell’orizzonte che è impossibile raggiungere. È per questo che Antica Cor ha continuato a conquistare, a espandersi in tutte le direzioni, andando alla ricerca di un posto da chiamare casa. Ma senza mai trovarlo. E non lo troverò neppure io.»


Il secondo romanzo inizia proprio dove si era interrotto il primo e come il primo volume, si concentra su alcuni punti di vista: Corayne, Sorasa, Dom, Andry, Erida. Si parte proprio dalla giovane Corayne che ha dovuto in fretta e furia abbracciare l’enorme peso di essere l’unica salvatrice di Allward ( il mondo che l’autrice ha costruito) grazie all’eredità paterna, di quel padre, Cortael, che lei non ha mai conosciuto. Un’eredità di sangue Cor, che condivide con il perfido zio Taristan affiancato dal mago rosso – o come ama chiamarlo la gente “il ratto spettrale”. Ma zio e nipote si scontrano su due fronti opposti: se Corayne punta a chiudere gli Spectrum, i portali verso altri mondi che potrebbero portare alla distruzione del loro mondo per mano del temibile Nimbus, padrone di Taristan e del suo mago, lo zio punta nella direzione opposta. Mentre Corayne è costretta a cercare in giro alleati, lo zio sostiene la regina di Galland che ha sposato, Erida, nella conquista dei regni, prima, e del mondo intero, poi. Corayne, tra vecchi e nuovi improbabili alleati, capisce che deve tornare sui suoi passi per chiudere il portale nel luogo che ha visto la fine del padre, un luogo pieno di rimorsi e dolore per Andry lo scudiero e Dom l’Immortale; il loro viaggio incontrerà ovviamente traversie e ostacoli, incrociando nuovi personaggi e nuove creature.

La battaglia finale si prospetta tremenda e così è: bene e male, perdite e sangue, tra draghi, portali per dimensioni infernali, lupi rossi, eserciti di non-morti.

A mio avviso, i personaggi più riusciti di questo romanzo sono quelli “grigi” se non francamente schierati dal lato dei cattivi, su tutti mi riferisco alla regina Erida, magnificamente malvagia. Ho apprezzato il crescendo della sua relazione con Taristan e il suo dilemma interiore tra il desiderio di affermare la sua forza e al tempo stesso le paure che ha; Erida è una donna che ha dovuto muoversi in un contesto maschile e maschilista, un mondo che tende a volerla relegare al ruolo di “giovane” intendendo la sua età come un difetto e un limite, mentre lei cova sogni ambiziosi ed enormi. Da Taristan è attratta: lo attrae l’uomo, ma anche il potere che lui ha, le possibilità che esso le apre; eppure, non vuole essere troppo legata al suo potere o permettere che esso la definisca. Lei vuole essere imperatrice e libera, vuole arrivare ai suoi traguardi con le sue gambe, senza dover ringraziare nessuno per ciò che ha ottenuto. Il suo rapporto quindi con il potere è perverso, conflittuale, e devo dire, mi ha incuriosita molto! E’ spietata, a tratti spregevole, indossa maschere su maschere: che volto deve mostrare ogni mattino alla sua corte? Cosa deve fare per essere finalmente accettata? Erida si macchia le regali macchie di sangue, non senza pagare ella stessa un prezzo ma capisce anche che deve farlo se vuole essere “abbastanza” … ma lo sarà mai? Divorare o essere divorata?

Gli altri personaggi li ho trovati talvolta forzati nei ruoli previsti dal genere di riferimento risultando quasi caricaturali. Di Corayne spesso ho dimenticato che avesse solo diciassette anni, schiacciata dal peso delle sue responsabilità che la portano ad essere sempre tesa, determinata, apparentemente forte e sicura di sé stessa, indomita. Non dico che avrei voluto vederla più debole ma spesso nella lettura ho pensato: vorrei entrare nel libro e dirle di rilassarsi, di provare a godere della sua età, a delegare. Certo, non è facile con una guerra alle porte e anche affidarsi agli adulti che la circondano non è spesso un’opzione praticabile. Ecco, su questo punto torno a dire una cosa detta anche in occasione della lettura del primo romanzo: i cosiddetti personaggi più maturi si rivelano ben poco … maturi, così Corayne è costretta ad essere per certi versi troppo grande per la sua età. A differenza di Erida, altrettanto giovane ma nata e cresciuta per quel ruolo, non bisogna dimenticare che la figlia della pirata ha da poco scoperto il suo destino che abbraccia in toto. Anche Andry è molto severo, rigido e tutto preso da pensieri ruminativi circa le azioni che ha dovuto compiere per quel paese che l’ha tradito e che lui invece sente di aver tradito; Dom è il solito immortale vecchio di cinquecento anni che si sdilinquisce come un ragazzino alle prese con la prima cotta adolescenziale, le cui interazioni con Sorasa in certi punti mi sono risultate proprio fastidiose; non solo ha difficoltà a gestire l’attrazione che prova per la donna ma è determinato ad autoeleggersi tutore di Corayne, come se la ragazza ne avesse bisogno, e ad impedire i contatti “umani” tra lei ed Andry. Tutto ciò crea un clima sempre teso, con personaggi sull’orlo di sbottare o lanciarsi occhiate ammiccanti nei momenti meno plausibili. Una cosa che non riesco proprio ad apprezzare, soprattutto in un romanzo che aspira ad un certo tipo di fantasy, è interrompere il crescendo dell’azioni con battutine e dialoghi inutilmente sarcastici che percepisco come fuori luogo e contesto, e, ahimè, anche qui ne ho trovati, come nel primo volume. Un’altra pecca riguarda, a mio avviso, l’eccessiva ruminazione dei personaggi che spesso tendono a perdersi in monologhi mentali, in pensieri, che spezzano il fluire della lettura. Andry e Dom, ad esempio, non fanno altro che ruminare sulle scelte del passato, su ciò che è accaduto, su quanto hanno perso e dopo un pò, seguire il filo dei loro pensieri è stato sfiancante per me.

Non dico che non ci siano stati momenti interessanti ed anche intensi, sia per le battaglie che per l’emotività dei personaggi in gioco, ma sono stati, appunto, momenti e mi sarei aspettata di trepidare ad ogni pagina, ad avere paura per le sorti di questo mondo e non è successo. I personaggi “buoni” e “cattivi” non fanno che ricordare l’orlo del baratro o il trionfo – a seconda del punto di vista ovviamente – ma io non sono riuscita a “sentire”, a sentirmi parte di questa Compagnia, ad avere realmente il terrore di questo esercito dei non – morti. In definitiva, riconosco che per quanto attiene l’ambientazione e la trama l’autrice sappia maneggiare il genere fantasy cui si ispira, pur ricalcando temi classici come il viaggio iniziatico, il percorso dell’eroe dal cuore puro e indomito, il sacrificio, la lotta tra bene e male, ma per quanto riguarda i personaggi e il ritmo della storia mi sarei aspettata un passo in avanti rispetto al primo romanzo; troppo spesso ho avuto la sensazione di aggirarmi come una trottola tra territori che avrei voluto vedere di più, folclore che avrei voluto approfondire ( come per esempio, la religiosità di Charlie, dell’erede di Ibal e della madre di Andry), all’insegna di una battaglia o di un nuovo ostacolo per poi rimettermi in marcia, ancora e ancora.

-copia per la recensione fornita da Mondadori

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