TRUEL1F3 – LIFEL1K3 SERIES VOLUME 3

TRUEL1F3 – LIFEL1K3 SERIES VOLUME 3

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del terzo e conclusivo volume della LIFEL1k3 Series, scritto da Jay Kristoff (traduzione di Gabriele Giorgi): TRUEL1F3, edito da Mondadori.

Eve e Lemon hanno scoperto la verità su se stesse e l’una sull’altra. Sono cresciute legate da una solida amicizia, ma le recenti rivelazioni hanno messo in crisi il loro rapporto e le hanno allontanate (forse) per sempre. Ora però non c’è tempo per i rimpianti: l’intero Yousay è sull’orlo di una nuova guerra nucleare tra lo sciame della BioMaas Incorporated e l’esercito della Daedalus Technologies. Una situazione in cui nuove e vecchie lealtà saranno messe a dura prova, si formeranno improbabili alleanze e prenderanno corpo inaspettati tradimenti. E non è tutto, perché i sembianti sono determinati a impossessarsi di Libertas, il virus capace di liberare gli androidi dall’obbedienza alle Tre Leggi della robotica. E per farlo c’è bisogno sia di Ana Monrova, la ragazza rapita e conservata in animazione sospesa, sia della sua sembiante, Eve. Solo alla fine si scoprirà chi sono i veri eroi… e potrebbe essere davvero una sorpresa.


Non esisteva nessun aldilà elettronico dove tostapane e microonde se ne stavano a oziare su nuvole sintetiche ascoltando arpe digitali. 


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Tutta Youssay – plastica, immondizia, umani che barcollano per la sopravvivenza e makina, sono sull’orlo di una guerra intestina che vede sulla scena i due CorpoStati: BioMaas e Daedalus. I due colossi controllano l’approvvigionamento di cibo e di energia, e detengono nelle loro mani tutto il potere, dopo il vuoto lasciato da GnosisLabs, la compagnia il cui capo era Nicholas Monrova, padre di Ana, genio o pazzoide. E’ arrivato il momento della resa dei conti: è lo sciame della BioMaas contro la potenza della Deadalus, fino a dove sono disposte a spingersi entrambe per prevalere? Ciò che è certo è che in pratica tutti i nostri protagonisti potrebbero essere usati da entrambe le compagnie come pedine nel loro gioco al potere. Umani, sacrificabili.

“Deviante” o meno, Lemon è sicuramente una delle chiavi per risolvere l’enigma grazie al suo potere particolare e preciso, che potrebbe determinare chi dei due colossi riuscirebbe a resistere; ma c’è anche Eve, ci sono anche i sembianti, determinati a non essere meri oggetti ma “liberi”. Cos’è allora la libertà per i sembianti e i makina? Agire come gli umani? Essere capaci di autogovernarsi? Di autodeterminarsi? Tutto sommato, non stupisce che il manipolo di sembianti rimasti sia convinto che tutto gli sia dovuto, con le buone o con le cattive: sono in fin dei conti modellati in tutto e per tutto sulla base degli umani. Umani più degli umani, anzi. Migliori? C’è da vederlo. C’è da capire cosa si intenda per migliore, rispetto a chi o cosa?

In uno scenario post-apocalittico, l’autore mette in scena l’annoso conflitto tra bene e male che qui si declina nella forma della sopravvivenza di umani o robot. Chi decide chi merita di vivere? Su questo si interrogano tutti i personaggi ben schierati in due comparti opposti: c’è chi per raggiungere il proprio sogno/progetto/ossessione è disposto a passare sopra tutto e tutti, chi considera gli altri meri strumenti per la realizzazione del proprio obiettivo e chi invece è disposto a tutto per aiutare il proprio popolo anche quando questo più volte si è macchiato di crimini contro i diversi. Dove sta la Verità? Dove sta la ragione? La lotte è all’ultimo sangue ( o all’ultimo microchip), e sarà senza esclusione di colpi. Oltre alla dinamica bene/male, credo che un fulcro fondamentale della trama sia chi decidono di essere i protagonisti, la loro identità, il loro libero arbitrio e ovviamente l’amore, che muove sempre tutto anche quando diventa leggermente delirante. Amore non corrisposto, amore romantico e idealizzato, amore nuovo, amore per gli amici che la vita ha reso famiglia.

Si conclude così la trilogia ambientata in un mondo nel quale l’uomo è stato capace di distruggere tutto: vale ancora la pena salvarlo? Come sempre lo stile di Kristoff offre pagine che si leggono velocemente ma anche questo volume conclusivo conferma le perplessità evidenziate negli altri due libri precedenti. Probabilmente, le mie aspettative nei confronti dell’autore erano ovviamente altissime e questo ha inficiato l’esperienza di lettura che è stata piuttosto piatta. L’azione non posso certo dire che manchi, la piattezza di cui parlo è più emotiva. Alcuni dei personaggi hanno avuto evoluzioni prevedibili, altri si sono evoluti poco. Penso soprattuto a Zeke: sicuramente è rimasto fedele a se stesso ma ho trovato il suo personaggio a tratti troppo smielato e credulone. Eve è un personaggio che in questo libro ho faticato a comprendere, fino ad arrivare ad una scelta finale secondo me troppo frettolosa. Salvo Lemon, che mi è piaciuta dall’inizio alla fine. Nel complesso, però, avrei voluto empatizzare di più con i protagonisti e non ci sono riuscita; quando ci sono state delle perdite, non sono riuscita a emozionarmi o commuovermi come avrei voluto, né ho gioito di ricongiungimenti o vittorie. Sottolineo nuovamente che questo è il mio personale parere, dettato sicuramente dalle aspettative molto elevate che riponevo in questa serie, forse più adatta ad un pubblico più giovane.

-copia per la recensione fornita da Mondadori

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