Mai fidarsi delle apparenze

Mai fidarsi delle apparenze

Buongiorno, lettori! Esce oggi il romanzo Mai fidarsi delle apparenze, scritto da Liane Moriarty (traduzione di Enrica Budetta) ed edito da Mondadori.


I Delaney sono un punto di riferimento per la loro comunità, e Joy e Stan sono l’invidia di tutti i loro amici. Dopo cinquant’anni di matrimonio e di duro lavoro alla scuola di tennis di loro proprietà, sono pronti a godersi serenamente la pensione. Joy è però dispiaciuta che nessuno dei quattro figli – Amy, Logan, Troy e Brooke – voglia rilevare l’attività di famiglia; la Delaneys Tennis Academy è stata per tutti una seconda casa che ha saputo accogliere gioie e dolori, per quanto lei preferisca ricordare soprattutto le prime. Non ha nipoti a cui badare, anche se è certa che presto arriveranno, e per occupare il tempo si dedica all’ascolto di podcast su argomenti disparati, dall’emicrania alla demenza senile. Solo un bussare insistente in tarda serata interrompe la voce del suo speaker preferito. Una sconosciuta si presenta alla porta confusa e sanguinante dopo un litigio con il fidanzato. Stan e Joy la fanno entrare, contenti di ospitare Savannah – questo il nome della ragazza – nella loro casa spaziosa per tutto il tempo che vorrà. Quando però il giorno di San Valentino Joy scompare e la ragazza non si trova da nessuna parte, la polizia interroga l’unica persona rimasta: Stan. E, per essere uno che si dichiara innocente, sembra avere molto da nascondere. Persino i suoi figli non sono sicuri che dica la verità. Costretti a riesaminare la loro storia familiare sotto una luce del tutto nuova, i Delaney riaprono vecchie ferite e scoprono ombre inquietanti. Il loro padre è davvero l’uomo che hanno sempre creduto che fosse? E qual è la parte giusta da cui stare?


Avevano tutti un’aria così trionfante quando ti accusavano di mentire: come se svelare una bugia bastasse a vincere la partita, come se potesse farti crollare per la vergogna, come se loro non avessero mai mentito a se stessi, come se non mentissero in continuazione, a se stessi, a tutti.

Una famiglia competitiva. Uno sport che in un modo o nell’altro li ha legati tra loro, vincolati quasi. Una coppia di genitori all’apparenza solida e duratura. Di cosa sono fatte le vite altrui? Cosa le tiene insieme? Nell’autobiografia, ad esempio, di Joy Delaney, matriarca della famiglia al centro del romanzo, quale sarebbe il tema centrale, il nodo, il motore dell’azione? L’amore? La famiglia? Il tennis? O i segreti?

Quando Joy sparisce in circostanze che sembrano misteriose e sospette, tutto il gruppo famigliare e la comunità che i Delaney hanno da sempre frequentato e di cui sono parte, fanno congetture, ipotesi … riemergono antichi dissapori, screzi dimenticati o forse no, addirittura moventi. Sotto la lente d’osservazione della polizia c’è ovviamente il marito Stan, ex promessa del tennis e rinomato allenatore, e i suoi graffi sul collo. Stan ammette da subito di aver litigato con la moglie prima della sua scomparsa ma al tempo stesso pare agli inquirenti riluttante a fornire informazioni chiave, e come lui anche i suoi altissimi e carismatici quattro figli: Troy, Logan, Amy e Brooke. Cosa stanno nascondendo? Pagina dopo pagina, tuttavia, la domanda che più spesso mi sono posta è stata: cosa si stanno nascondendo? Cosa non si sono permessi di vedere o sentire nella loro vita famigliare? Quali emozioni hanno nascosto sotto lo zerbino e ora sono pronte ad esplodere? Pian piano si disvelano dinamiche famigliari e relazioni attentamente e minuziosamente sviscerate da una penna coinvolgente e sapiente che riesce a gestire i colpi di scena e a scandagliare il nucleo di questa famiglia; nei suoi personaggi e nelle sue interazioni si possono leggere le dinamiche della società moderna ed è stato facile per me riuscire ad immedesimarmi nei vari componenti di questa famiglia alle prese con le proprie difficoltà attuali ma anche con i propri drammi del passato, con quei piccoli grandi tradimenti perpetrati tra le mura domestiche, quei silenzi, quei rancori e quelle complicità. Tutto cambia sulla base del sentire individuale: così, anche un semplice e apparentemente banale aneddoto, prende forme diverse a seconda di chi lo racconta e del proprio vissuto circa quello che è successo. Accade a tutti i Delaney sia quando pensano alla scomparsa della madre sia quando riaffiorano vecchi ricordi; Joy stessa riflette su quanto un evento sia falsato, ingigantito, esasperato dal ricordo soggettivo e quanto la persona che ricorda non voglia affatto essere corretta circa il giusto svolgimento dei fatti. E’ questo che succede a loro quando cercano di capire cosa possa essere accaduto alla madre? Quando le prove indiziali spingono ancora e sempre nella direzione di Stan? E’ possibile che quel padre brontolone abbia ucciso la moglie? E’ possibile che quella coppia che si sbaciucchiava in pubblico abbia taciuto dei problemi?

Certo, c’è la storia del pensionamento non proprio accettato e metabolizzato … i due hanno gestito per una vita la scuola di tennis molto rinomata, hanno sfornato quattro figli potenzialmente grandi atleti, hanno sognato Wimbledon, e poi? Cosa è successo? Hanno esaurito i sogni? La realtà ha avuto un sapore diverso. Ci sono cose che anche una coppia come la loro non ha il coraggio di confessarsi.

Certo, c’è la storia di quella ragazza, Savannah, che hanno accolto in casa una sera, senza conoscerla, senza sapere la sua storia e l’hanno accudita come una figlia, forse vedendo in lei la migliore figlia possibile, e questo ha sicuramente provocato non pochi attriti con i figli naturali!

Chi è Savannah? Cosa vuole da i Delaney? Cosa c’entra con la scomparsa di Joy nel giorno di San Valentino?

A mio avviso, l’autrice è molto capace di indagare gli aspetti relazionali, le dinamiche di coppia, famigliari, il peso di responsabilità e aspettative, il ruolo genitoriale, le scelte che spesso gli adulti devono prendere per la propria famiglia anche difficili da comprendere ma inevitabili; convivere con le conseguenze delle proprie scelte, con lo sguardo carico di disillusione dei genitori o dei figli, questi alcuni dei temi che l’autrici tratta e lo fa in modo egregio. Tuttavia, in alcuni punti, ho trovato la narrazione ridondante; torna spesso sugli stessi eventi senza aggiungere nulla e la parte “gialla”, di indagine poliziesca, non l’ho trovata all’altezza del resto. Nonostante ciò, ho divorato il romanzo presa dalla voglia di scoprire sia cosa fosse successo a Joy sia di scoprire i segreti di questa famiglia, di spiarla, osservarla di nascosto e cercare di capirla. Un romanzo quindi godibile e ben scritto, con personaggi molto ben caratterizzati e un mistero da risolvere. Ma ricordatevi: mai fidarsi delle apparenze …

-copia per la recensione fornita da Mondadori

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