Sabriel

Sabriel

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Sabriel, scritto da Garth Nix (traduzione di Daniela De Lorenzo), edito da Fazi Editore che ringrazio per la copia. Garth Nix, stella del firmamento della letteratura fantasy, torna in libreria con Sabriel, il primo capitolo della trilogia del Vecchio Regno: ormai un grande classico.


Sabriel studia in un prestigioso college per sole ragazze non lontano dal Muro che divide il territorio di Ancelstierre dal magico e pericoloso Vecchio Regno, dove suo padre ricopre la carica di Abhorsen, il protettore che ha il compito di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la famiglia reale è decaduta, i morti sono diventati sempre più forti e intrepidi, minacciando di sopraffare l’intero regno. Quando il padre di Sabriel viene imprigionato nel mondo della Morte da una pericolosa creatura, la ragazza si mette in viaggio per salvarlo. Lungo la strada, troverà come compagni di viaggio Mogget, un antico spirito costretto nella forma di un gatto bianco, e il giovane mago Touchstone, che verrà liberato da un incantesimo durato decenni ma rimarrà intrappolato sotto il peso di dolorosi ricordi. Ogni passo nelle profondità del Vecchio Regno li avvicinerà a minacce mai viste prima, che costringeranno Sabriel ad affrontare il proprio destino in una battaglia con le vere forze della vita e della morte. Chi proteggerà i vivi quando i morti torneranno? Incluso nella lista di «Time» dei migliori cento libri young adult di sempre, Sabriel è uno straordinario viaggio di formazione in un mondo pieno di magia e mistero, dove le forze magiche circolano libere e il confine tra la vita e la morte è sempre più labile.


Sabriel ha diciotto anni, frequenta l’ultimo trimestre al Wyverley College, nel territorio di Ancelstierre, un mondo simile al nostro e separato dal mondo magico dell’Antico regno dal Muro, una zona di confine in cui gli echi della magia sono abbastanza forti; a Sabriel manca pochissimo per diplomarsi, sebbene non sia sicura di cosa farà dopo. Potrebbe spostarsi verso sud, col rischio di perdere la connessione con la sua potente magia? Non lo sa ancora, quello che sa è che ne parlerà presto al padre, il negromante Abhorsen. I due si incontrano personalmente pochissime volte l’anno ma hanno un loro rituale per incontrarsi in una dimensione altra, di cui entrambi possiedono le peculiari chiavi d’accesso. Il romanzo, dopo un prologo che ci mostra la nascita della protagonista, i poteri del padre e il suo acerrimo nemico, si apre proprio nel giorno in cui dovrebbe incontrare l’uomo e parlargli dei propri eventuali progetti ma tutto va in frantumi quando al suo posto, Abhorsen le manda un messaggero. Nella Morte – la dimensione che padre e figlia padroneggiano – Sabriel troverà ad aspettarla la spada del padre e la bandoliera con le sue campane, i suoi strumenti da negromante. La ragazza capisce subito che il padre è il pericolo, se non addirittura morto, ma sa anche che se non recupererà il corpo reale del padre, ci potranno essere per lui esiti ben più nefasti che la sola morte.

Sabriel non ha dubbi: abbandona la relativa sicurezza del college (luogo in cui ha studiato comunque i rudimenti della magia, i simboli della Briglia) per andare alla ricerca del padre, ricerca che chiaramente sarà il motore per una serie di eventi che la porteranno a mettere in discussione tutta se stessa. Sabriel è una protagonista che mi è piaciuta: lungi dall’essere la Predestinata piena di sé e consapevole del proprio potere, non è nemmeno una totale sprovveduta avvezza all’impulsività. L’autore bilancia bene questi due estremi regalandoci una ragazza che sa di avere potere anche se non sa bene come maneggiarlo, una protagonista che non ha paura di chiedere … se solo sapesse a chi rivolgersi! L’educazione che ha ricevuto in quello che potremmo definire il nostro mondo ( con un’ambientazione non proprio moderna, ci sono però autobus, traffico, radio, elettricità) la rendono una persona garbata, cortese, anche se, per sua stessa ammissione, ignorante circa l’Antico Regno. Non ne conosce la storia, le tradizioni, le battaglie, la politica, la geografia, un pò come il lettore, che quindi con lei e attraverso di lei scopre un mondo nuovo, fantastico, uno scenario fantasy di tutto rispetto. Ad accompagnarla nel suo viaggio di ricerca, oltre ad una serie quasi infinita di disastri e catastrofi – come vuole il genere di riferimento – ci sono due personaggi, due aiutanti singolari: Mogget, uno spirito antichissimo assoggettato agli Abhorsen ma intrappolato nelle sembianza di un gatto, dal sarcasmo pungente, e Touchstone, un giovane mago anch’egli imprigionato dalla magia, con un passato avvolto da amnesie temporanee e misteri. I tre, tallonati da creature della Morte come i mordicant, cercheranno di giungere nella città di Belisaere alla ricerca del corpo fisico di Abhorsen; in questo viaggio, Sabriel apprenderà molto su se stessa, sulla sua magia, sulla connessione che ha con la Morte e sul suo ruolo di Abhorsen; la sua famiglia, infatti, pratica la negromanzia ma lo fa secondo le regole della Briglia, in accordo ad essa. Da generazioni, gli Abhorsen rappresentano l’ultimo baluardo tra la Vita e la Morte, con la capacità di relegare i Morti nel loro regno, oltre le Nove Porte, per sempre; hanno il dovere di porre rimedio alla stregoneria della “magia primigenia”.

Non sempre il sistema magico che governa l’Antico Regno mi è risultato chiaro, forse anche per il modo con cui l’autore sceglie di raccontare il percorso di Sabriel: ci sono cose che vengono date per scontate, altre che vengono raccontate parzialmente, e altre ancora che variano a seconda di chi le presenta; come la protagonista, mi sono sentita spesso confusa e disorientata, senza strumenti per potermi destreggiare in questo mondo che, di fatto, è totalmente oscuro per lei, a partire dalla geografia fisica dei luoghi. Se questo mi ha permesso di apprezzare l’ambientazione paesaggistica, mi ha impedito di capire altre cose come la Briglia, ad esempio, il sistema di simboli che governa gli incantesimi. La struttura del romanzo attinge a piene mani dal genere di riferimento: ostacoli, ricerca, scoperta di sé; non manca lo spazio per l’interesse amoroso, per le rivelazioni e i colpi di scena. Il nemico più antico di tutto il regno è pronto a tornare, e come sempre, l’ultimo baluardo è l’Abhorsen, aiutata da alleati improbabili, dalla sua tenacia e dal suo senso del dovere. Riuscirà Sabriel a superare il suo dolore personale per abbracciare finalmente il senso del suo ruolo e il suo destino?

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