Se vince la paura

Se vince la paura

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Se vince la paura, terzo volume della serie “Bliss“, scritto da Tony J Forder (traduzione di Raffaella Arnaldi) ed edito da Nua Edizioni che ringrazio per la copia.


Un cadavere bruciato viene ritrovato in una strada di campagna. L’ispettore Bliss e Penny Chandler sono chiamati a investigare.
I due detective puntano l’attenzione sulle recenti denunce di persone scomparse e giungono alla conclusione che la loro vittima potrebbe essere tra queste. Bliss pensa di sapere di quale si tratti e teme le conseguenze nel caso abbia ragione.
In breve tempo il corpo viene identificato, e i due detective trovano delle prove che indicano la possibilità che si sia trattato di un attacco terroristico.
Nel frattempo, una persona del passato di Bliss ha bisogno del suo aiuto, e presto l’ispettore si ritrova a destreggiarsi tra la vita personale e l’impegnativo caso. Per rendere la faccenda ancora più complicata, l’MI5 e l’antiterrorismo vengono chiamati ad aiutare a risolverlo. Ma sono sulla strada giusta?
Bliss e la Chandler presto si troveranno impegnati in una corsa contro il tempo, per un caso che potrebbe essere il più arduo delle loro carriere…


Ci sono cose che nemmeno i detective più preparati e pieni di esperienza possono digerire facilmente: il ritrovamento di un cadavere bruciato rientra nel novero dei crimini più terrificanti che si possano immaginare. Se a ciò si aggiunge la tortura di immaginare la persona in vita mentre il fuoco mozza il respiro e la vita, pur chiudendo gli occhi, la mente torna sempre lì, e l’odore non aiuta. Questo è lo scenario che si trovano ad affrontare Bliss e la Chandler in un caso che si rivela da subito spinoso e problematico oltre che palesemente atroce, chiunque sia la vittima. Già il ritrovamento dei resti pone questioni di appartenenza, poi, la prima ricerca di persone scomparse fa convergere le ipotesi dell’ispettore Bliss su un agente aviere della RAF, ponendo ulteriori problematiche di competenze e gerarchie complesse. Purtroppo, però, l’intuito di Bliss non sbaglia: cosa è successo al giovane aviere dalla vita apparentemente perfetta per meritare quella che sembra a tutti gli effetti un’esecuzione?

Mobilitate tutte le forze competenti, vengono vagliate ipotesi, suggestioni, dal momento che gli indizi sono davvero esigui: Duncan Livingston, l’aviere, era una persona affidabile, pulita, cosa gli è capitato? Si prova a ricostruire a ritroso il percorso delle sue ultime ore di vita: l’uomo è uscito con qualche collega per bere qualcosa nel solito pub, un posto quantomai tranquillo, scelto proprio per quello; dopo un flirt con la barista, Duncan sarebbe tornato alla base a piedi, e poi scomparso fino al macabro ritrovamento. Il video delle telecamere di sicurezza poste nelle vicinanze al luogo del delitto sembrano spingere le indagini verso un atto terroristico mostrando tre uomini che pestano e poi torturano l’aviere: coperti fino ad un certo punto, nel momento clou ad uno di loro cade la sciarpa e l’esperta di labiale conferma l’ipotesi di Bliss. I tre inneggiano ad Allah. Immediatamente allertate nuove ulteriori forze in campo, l’atto sembra connotarsi come una potenziale bomba ad orologeria pronta ad esplodere nella tranquilla cittadina, multiculturale certo ma poco avvezza ad episodi simili. Che sia il preludio ad imminenti atti del genere? Chi va tutelato? Il gioco degli equilibri è in bilico, lo sanno tutti, compreso Bliss che però è tormentato da un dubbio: troppe coincidenze. La sua teoria, appena abbozzata, ovviamente non trova il consenso della sua squadra, spaccata: possibile che Bliss si stia facendo spaventare dalla politica così fortemente presente in questo caso?

Parallelamente al caso difficile che si trova ad affrontare, Bliss deve non solo gestire le sue dirette superiori, di cui soprattutto una è sempre pronta a vederlo fallire e anzi sembra quasi faccia il tifo contro di lui, ma all’improvviso riceve una telefonata da una persona del suo passato, che lo riporta a dodici anni prima. Una donna che Bliss ha frequentato è tornata per chiedergli un favore potenzialmente pericoloso ma l’ispettore non può proprio dirle di no. Inizia così una sua indagine personale, che lo porterà però ad esporsi inevitabilmente. Una morte terribile che sembra essere stata insabbiata come suicidio: perché? Chi è l’uomo tragicamente scomparso? Indirizzato da un misterioso agente, Bliss seguirà una nuova pista che sembra collegare tutto.

I tasselli del puzzle iniziano a collimare ma il quadro che mettono in scena non è affatto rassicurante: in un crescendo di colpi di scena e rivelazioni, Bliss intuisce il disegno terribile che c’è dietro la morte di Duncan Livingston. Ancora una volta, ci si trova di fronte all’avidità, alla corruzione e alla cattiveria umana: tra egoismo e sopraffazione, una verità indicibile si rivela agli occhi di Bliss e della sua squadra. Tra pressioni politiche e pubbliche, minacce che arrivano da misteriosi personaggi, Bliss deve fare i conti con le scoperte non sempre piacevoli che il suo lavoro comporta. Sempre più coinvolto, personalmente e professionalmente, Bliss si ritrova per le mani un caso che scotta, ma non sarà di certo questo a fermarlo, anzi.

Anche in questo nuovo capitolo della serie, la crescita personale, il percorso interiore di Bliss mi hanno colpita e spinta a seguirlo ciecamente fiduciosa nella sua riuscita. Bliss non è un uomo da sottovalutare, anzi: riservato, schivo, attento osservatore e ascoltatore, sa cogliere il male, lui che non dimentica mai da dove viene e chi sarebbe potuto diventare se le cose nella sua vita avessero seguito tutt’altra piega. Forse questa consapevolezza lo rende sensibile verso certe dinamiche rendendolo capace di muoversi in alcuni mondi sotterranei con un’autorità che i colleghi non hanno. Bliss ha lavorato su se stesso, sulla sua rabbia: è un uomo che ha sofferto, che ha perso, che ha dovuto lottare, e deve farlo ancora, per farsi accettare. Non è interessato alla fama o al pubblico plauso, ma vuole fiducia dalla sua squadra senza la quale per sua stessa ammissione non andrebbe lontano nel suo lavoro, lavoro che ama immensamente. Qualcuno insinua che lo ami fin troppo, forse. Bliss si sporca, non ha paura di farlo nel nome di un ideale di giustizia che persegue, anche quando ciò lo porta a rischiare. Fatto di luci ed ombre come tutti, è umano, sbaglia, cade e si rialza: non si perdona per alcune cose successe nella sua vita e forse davvero, come gli fa notare qualcuno, non è capace di essere felice. Solo e solitario, Bliss ha delle fragilità, fisiche ed emotive, che lo rendono l’uomo che è, capace di ispirare e attrarre; leale verso gli amici, è pronto a spronarli ed aiutarli, ma quando si tratta di lui non si fa sconti, ed è tutt’altro che indulgente verso se stesso. Le dinamiche con Penny Chandler, per sua stessa ammissione leggermente spaesata e disorientata in questo caso, sono sempre interessanti e strappano qualche momento allegro: loro due funzionano davvero bene come coppia amicale e professionale, dimostrando che si può lavorare bene ed essere amici anche quando si hanno idee divergenti. Bliss ha tante cose irrisolte dentro di sé: forse ne è consapevole, forse no, ma quello che è certo è che mi piace seguirlo nelle sue indagini, scoprire la sua personalità, e vedere dove lo porterà la prossima storia.

Il problema per molti è che il grigio è sparito dalla discussione. Le cose devono essere bianche o nere, senza spazio per le sfumature.

L’autore, a mio avviso, si riconferma capace di narrare una storia interessante e quanto mai attuale, che parte dalla paura per il diverso, capace di accendere la miccia dell’odio, e arriva a toccare ben altre rivelazioni sulla natura umana, spesso incapace di provare compassione per la vita stessa; seguendo due storie parallele, tutto troverà il proprio collegamento per una vicenda che tocca anche corde personali di Bliss, come spesso gli accade, ponendolo di fronte a domande e riflessioni. Esistono verità che devono essere portate alla luce e bugie che è meglio continuare raccontare: Bliss riuscirà a venire a patti con quanto ha scoperto e con quanto gli viene richiesto, sia nella sua vita professionale che nella sua vita privata?

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