Pelle d’asino

Pelle d’asino

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del volume Pelle d’Asino, racconto di Cécile Roumiguière (traduzione di Francesca Mazzurana), basato sulle versioni e gli adattamenti di Charles Perrault, dei fratelli Grimm e di Jacques Demy), illustrazioni di Alessandra Maria ed edito da Rizzoli, che ringrazio per la copia.


Un re, distrutto dalla perdita dell’amata moglie, vuole sposare la sua stessa figlia. Ma il sacrificio di un asino magico e l’aiuto di un’astuta madrina condurranno la tenace principessa verso la libertà… e verso l’amore. Tra le più antiche fiabe mai raccontate, Pelle d’Asino torna a incantare i lettori in una nuova versione arricchita dalle suggestive illustrazioni di una giovane artista americana.


Tutti nel Regno sanno che il Re e la Regina, così chiamati in virtù di una tradizione, hanno portato letteralmente la vita in quei territori, e con il rigoglioso popolamento di piante e animali è giunta la pace. Quando la Regina, bellissima, viene a mancare, tutto il regno la piange, ma non solo, il suo legame a quella terra prosegue anche dopo la morte perché dal suo sarcofago nascerà un albero, in una sorta di continuità. La morte della Regina rappresenta un trauma nella vita della giovane Principessa, bella e amante della natura come il padre, e dal carattere mite come il padre: sola, assiste ad un allontanamento della figura paterna incapace di guadarla senza rivedere in lei le tracce del suo amore perduto.

Ma: “Nonostante tutto la Principessa crebbe”, con una nostalgia profonda di quella tenerezza, di quel caldo bozzolo che era l’amore dei genitori, pronti a proteggerla e cullarla. In qualche modo, la Principessa segue un istinto vitale e cerca pur nella tristezza devastante di trarre godimento dalle piccole cose della vita: al suo impulso vitale fa eco il dolore sordo del padre cbe sempre più si chiude in se stesso, come fosse l’unico ad aver perso qualcuno di importante.

Eppure, ad un certo punto, le istanze esterne del popolo intervengono e pressano affinché il Re cambi registro: la voce esterna si intromette nella solitudine del dolore e spinge il Re a risposarsi. Non potendo contravvenire alla promessa fatta alla moglie i punto di morte, egli ricorda: sposerà solo la donna più bella della sua amata Regina. Chi sarà la prescelta? I suoi sudditi la cercano in ogni dove, ma sarà entrando nella bellissima Cupola che il Re scorge la sua prescelta: sua figlia, la Principessa, cresciuta libera e bellissima, in uno stato di fusione panica con la bellezza della natura che sembra aleggiarle attorno come un velo e un dono. Ovviamente, i sudditi non potevano prevedere tale esito ma il Re sembra convinto: sposerà sua figlia e alla fin fine al popolo basta solo che tutto vada al proprio posto e che il Re esca dal proprio isolamento per prendersi cura del Regno. Solo la Principessa è terrorizzata dalla proposta incestuosa che le viene fatta e si rifugia tra le braccia solidali della sua madrina, cugina della madre, la Fata Lilla, la quale cercherà di aiutarla a sfuggire al proprio destino giocando d’astuzia.

Abbandonati i panni della nobile Principessa, si trasforma in Pelle d’Asino, brutta e sporca, quasi a voler rimarcare il marchio sudicio che il padre vorrebbe imprimerle sposandola: la ragazza ha chiesto un sacrificio al padre, la pelle dell’amato asino, che la nasconde e l’aiuta a fuggire. Artefice assoluta del proprio fato, Pelle d’Asino sceglie chi essere e chi amare, non attende la venuta del Principe salvifico ma si fa fautrice del proprio destino. Diversi sono i simbolismi che si possono cogliere tra le pagine di questa favola così come i messaggi su cui riflettere: la Principessa non può fare a meno di crescere e sembrerebbe pagare un prezzo altissimo per la propria bellezza, qualcosa che lei non vuole e non cerca, lei che vorrebbe solo godere ancora di quell’amore disinteressato da figlia. Le richieste del mondo esterno però sono immense e insopportabili, a lei resta solo la fuga e la creazione di un proprio percorso diverso, da lei scelto e deciso.

Una storia senza tempo letta in chiave moderna e illustrata con disegni evocativi e potenti che giocano con i chiaroscuri capaci di riecheggiare l’oscurità di una fiaba carica di rimandi e di oscurità; i disegni richiamano anche il mondo della Natura, centrale nella rilettura della storia che l’autrice compie, con grande rispetto e sensibilità. Assolutamente da leggere le note finali dell’autrice dove spiega il suo intento e la sua chiave di lettura di questa fiaba antichissima e come il suo narrato si sia fuso mirabilmente con le preziose illustrazioni di Alessandra Maria. Un’edizione curata nei dettagli per un racconto che non smette di lasciare il proprio segno e ispira riflessioni profonde ai suoi lettori: nel finale, Pelle d’Asino ottiene anche un ricongiungimento con il padre, ravveduto dalla follia sacrilega di sposare la figlia, e meglio sistemato con una potenziale compagna a lui adatta. Forte e determinata, la bella Pelle d’Asino riesce a fuggire da un destino spaventoso e turpe: a nulla vale il tentativo divertito del padre di soddisfare quelli che sembrano i capricci di una giovane donna, lei sembra essere l’unica a non perdere la propria bussola morale, preferendo l’anonimato della foresta a una vita orribile.

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