Review Tour: Gli inganni di Locke Lamora

Review Tour: Gli inganni di Locke Lamora

Buon pomeriggio, lettori! Oggi Review Tour dedicato al volume “Gli inganni di Locke Lamora” scritto da Scott Lynch (traduzione di Anna Martini), primo della serie The Gentleman Bastard Sequence edita da Mondadori, che ringrazio per la possibilita’, nella collana Oscar Fantastica.


Nella misteriosa città di Camorr un orfano ha vita dura, e spesso breve. Ma il giovane Locke Lamora riesce a eludere la morte e a non farsi catturare come schiavo, fino a diventare un furfante provetto sotto la tutela del Forgialadri, un talentuoso artista della truffa. A capo della banda di fratelli dalle dita leste, noti come Bastardi Galantuomini, Locke diventa presto celebre, e si fa beffe persino del più temuto re della malavita. Ma tra le ombre si annida qualcuno di ancora più ambizioso e micidiale. Di fronte a un sanguinoso colpo di stato che minaccia di distruggere qualunque persona o cosa che abbia un senso nella sua esistenza, Locke giura di sconfiggere il nemico al suo stesso gioco crudele. Costi quel che costi.


Camorr è una città difficile, dove il crimine è così diffuso da non essere considerato nemmeno più una piaga sociale quanto un fatto noto; è una città abitata da personaggi che fanno della violenza contro i propri nemici uno spettacolo. In tale contesto, a seguito di un’epidemia, l’orfano Locke Lamora di circa sette anni, ma dall’aspetto più piccolo a causa di malnutrizione, si intrufola e si mescola con gli altri orfani per vivere con Forgialadri, un abile criminale al soldo di Capa Barsavi, capo appunto indiscusso della criminalità camorrana.
Sin da subito, Locke si rivela una vera e propria spina nel fianco: la sua astuzia e la sua spavalderia, lo espongono a guai da cui è difficile riuscire a tirarlo fuori al punto che Forgialadri, pur capendo l'”affare” che il ragazzino potrebbe rappresentare, decide di affidarlo a Padre Catena, sacerdote del Tredicesimo Dio, il Disonesto Tutore, dio dei ladri. Con Padre Catena, Locke apprende l’arte del rubare non per sfamarsi ma per il gusto di farlo, di riuscire in sfide e imprese sempre più impossibili, per tutti, ma non per i Bastardi Galantuomini.
Negli anni della gioventù, Locke impara, assieme ai gemelli Sanza e Jean Tannen, l’arte di infiltrarsi, travestirsi, cucinando, parlando lingue, fingendo di essere adepto di tutti gli altri dei, imparando a difendersi. Se Locke appare sin da subito il più scaltro e intelligente, si porta dietro comunque una lacuna enorme dovuta al fisico mingherlino che avrà per tutta la vita: Locke sa parlare, sa trasformarsi, ma non sa assolutamente combattere! Provvidenziale, l’incontro – scontro iniziale e l’amicizia sincera che lo lega a Jean, il quale invece se la cava egregiamente negli scambi fisici. Insieme, la banda cresce e diviene una famiglia nel vero senso del termine: il loro legame è qualcosa che nessun crimine né criminale può intaccare. All’appello manca solo Sabetha, nominata ma assente, fisicamente, e molto, molto presente nel cuore del suo innamorato … sì, Locke, lo sappiamo persino noi il tuo segreto!

Quando Locke e i Bastardi Gentiluomini stanno per sferrare il colpaccio, la loro copertura piano piano inizia a traballare e si troveranno invischiati in una guerra senza quartiere che coinvolge i garristi di tutti i Giusti, le bande criminali; se persino Capa Barsavi, capo e uomo che ha ottenuto il potere con il sangue, è terrorizzato, c’è di che avere paura. Chi è questo nuovo personaggio che si aggira sullo scenario di Camorr? Chi si nasconde dietro al nome del Re Grigio? Accompagnato da un Mago dell’Alleanza che lo rende di fatto intoccabile, il re Grigio sembra avere un piano ben preciso per mettere in ginocchio la città. Tutta la città. Per sfortuna, caso, orgoglio o avidità, i Bastardi ne incroceranno il destino, segnando inevitabilmente il proprio. Un caleidoscopio di personaggi secondari anima la scena per una storia di inganni, bugie, manipolazione: Locke, geniale ed eccessivo, riuscirà a ottenere ciò che vuole e a tenere salva la vita?

Personalmente, ho trovato i capitoli iniziali un po’ difficoltosi da leggere per via dei tanti nomi, di personaggi, dei, strade, stirpi; ho avuto bisogno di qualche capitolo per riuscire ad orientarmi nella storia ma da li’ in poi, nonostante il volume sia corposo, la lettura e’ stata piacevolmente scorrevole e coinvolgente. Locke, garrista della sua banda, e’ un leader che, pur arguto, camaleontico e a tratti geniale, e’ capace di mettersi in discussione: e’ evidente che per lui, i Bastardi sono una famiglia, l’unica e sola che conosce, che rispetta e da cui si sente rispettato. I Bastardi sono coesi, un fronte unito, che ha superato le traversie di un addestramento con Padre Catena davvero sui generis: poco interessati alle vicende cittadine e alle faide intestine tra i vari gruppi, proprio come voleva Catena, a loro importa la truffa per il puro e semplice gusto di poterla vincere.
La loro posizione quasi defilata e’ un vantaggio: i Bastardi si nascondono in bella mostra e sono pure rispettati, mentre agiscono per i propri interessi mettendo a segno diversi colpi. Nessuno sa chi si nasconda dietro l’identità’ della Spina di Camorr in un mondo di fantasmi e abili trasformatori. 

Locke (ma sara’ davvero questo il suo vero nome di battesimo?!) ha a cuore i suoi fratelli e per vendicarli e proteggerli e’ disposto ad ogni safrifico anche se questo significa per la prima volta aiutare quella nobilta’ che e’ sempre stata la vittima elettiva dei suoi colpacci. Ma quando Locke deve decidere cosa fare sa che in verita’ la sua non e’ una scelta: chiamatelo interesse o cuore tenero, lui sceglie la sua strada.

Nel mondo di Camorr e’ davvero difficile distinguere bene dal male luce da oscurita’: tutti ma proprio tutti sono coinvolti in giri di agfari loschi sebbene le apparenze vadano pluridannatamente rispettate e gli ambienti non debbano mescolarsi tra loro. Ricchi e ladri hanno i loro equilibri: ma c’e’ sempre qualcuno che ha pagato un prezzo … e quando e’ il momento del riscatto, arrivano i guai.

L’ironia irriverente che contraddistinge la narrazione e le interazioni tra personaggi, i quali anche nelle situazioni piu’ improbabili non rinunciano a una battatura di spirito, sarcastica e a una presa in giro cameratesca, mi ha strappato qualche risata e qualche sogghigno; non mancano le rivelazioni e i giochi di scena capaci di spiazzarmi e coinvolgermi.

Quando mi sembrava di aver capito la direzione della trama, ecco che l’autore stravolge le carte in tavola e anche se alcune volte ho pensato che proprio la lealta’ di Locke verso i suoi amici fosse un pregio ma anche un difetto capace di renderlo cieco dinanzi ad alcune trappole, al punto che avrei voluto intervenire per intimargli di stare attento, la lettura e’ stata godibile.

La narrazione alterna capitoli dedicati al tempo presente della storia a interludi che servono sia per raccontare al lettore come Loke sia arrivato da Catena, la sua formazione come Bastardo, l’incontro con Jean e il loro addestramento, sia per dare anche un contesto storico sulla citta’ di Camorr, i suoi abitanti e in generale il mondo in cui i protagonisti si muovono. Tramite gli interludi apprendiamo ad esempio la nascita del Trono di Therin, conosciamo, seppur marginalmente, i Maghi dell’Alleanza e una serie di tradizioni e rituali che popolano tale mondo. Il world building è preciso, dettagliato ed accurato, e coinvolge ogni aspetto della vita dell’universo creato dall’autore. Se Camorr richiama per geografia una Venezia, coi suoi canali e il suo Vetrantico, sicuramente l’autore ha inserito su questa sorta di scheletro la sua ispirazione creando un innesto dal sapore originale, pur ricordando agli amanti del genere di riferimento altre atmosfere e richiamando una gerarchia sociale ben definita che attinge alla storia. Il risultato è una Camorr cupa, violenta, sporca: una città-stato che basa la propria economia sui mercanti ma che al contempo pullula di prostitute, malfattori, ladruncoli e ladri patentati. A Camorr, tutti sanno quale sia il proprio posto e conoscono i limiti della propria ascesa sociale: questo non impedisce ai singoli di spadroneggiare sui subalterni o sugli apprendisti, ognuno insomma esercita il proprio potere come può ben sapendo di dover rendere conto al Duca e al Capa. Su questo scenario, si innestano elementi fantasy, come la magia dei Maghi dell’Alleanza, e la presenza di affamate creature come quelle marine, la cui convivenza i camorrani danno come dato di fatto; molto poco viene detto dell’intero universo di cui Camorr è solo una delle città, argomento che probabilmente verra’ toccato nei prossimi volumi dell’articolata serie!

«Rubo soltanto perché questo mondo malvagio non mi permette di trovare un lavoro onesto!» gridò Calo, levando il proprio bicchiere.

«Bugiardo!»

«Rubo soltanto perché devo mantenere quel povero pigrone del mio fratello gemello, la cui indolenza ha spezzato il cuore di nostra madre!» Nel fare tale annuncio, Galdo diede di gomito a Calo.

«Bugiardo!»

«Rubo soltanto perché sono rimasto temporaneamente vittima di cattive compagnie» dichiarò Jean.

«Bugiardo!»

Infine toccò a Cimice rispettare il rito; il ragazzo alzò il bicchiere con mano un po’ tremante e strillò: «Rubo soltanto perché mi ci diverto un casino!».

«Bastardo!»

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