Review Tour: Ciclo dell’Impero

Review Tour: Ciclo dell’Impero

Buongiorno, lettori! Oggi Review Tour dedicato al volume Ciclo dell’Impero, scritto da Isaac Asimov, pubblicato il 1 settembre da Mondadori, nella collana Oscar Fantastica. Ringrazio la Casa Editrice per questa lettura in anteprima.


TRAMA

Per dodicimila anni il Primo impero galattico ha governato su duecento milioni di mondi, in modo a volte tirannico, a volte benevolo, garantendo sempre ordine e civiltà. Poi è crollato, gettando la galassia nello sfacelo. Ma che cos’è accaduto prima della sua caduta? Le correnti dello spazio e Il tiranno dei mondi raccontano degli anni in cui Trantor, il pianeta-capitale, si stava espandendo e avviando a diventare un impero, mentre Paria dei cieli (il primo romanzo scritto da Asimov) mostra il Primo impero galattico al culmine della sua potenza. La storia galattica, la sua politica e i suoi conflitti sono l’immenso scacchiere su cui si gioca una vera e propria “partita cosmica” e maturano avvenimenti il cui significato sarà inizialmente avvolto nel mistero. Ideale completamento del “Ciclo delle Fondazioni”, questi tre romanzi, ricchi di indimenticabili personaggi, offrono un panorama completo della saga asimoviana e delle cronache galattiche più lette e amate.


I romanzi che compongono il Ciclo dell’Impero sono tre, in ordine di pubblicazione: Paria dei cieli, Il tiranno dei mondi e Le correnti dello spazio, ambientati nell’universo che l’autore ha creato per il Ciclo della Fondazione; seguendo l’indicazione di lettura dell’autore stesso, tuttavia, i romanzi vengono proposti secondo un criterio di successione interna degli eventi e avvenimenti.

Ne Le correnti dello spazio l’autore, pur rimanendo nel genere della fantascienza, spazia e apre quasi al thriller, inserendo un mistero da risolvere. Siamo agli esordi di quell’Impero Galattico che vedremo protagonista nella serie successiva: Trantor è un pianeta politicamente e tecnologicamente giovane, seppure avvezzo già a giochi di potere e di conquista, ovviamente. Come sempre, colpisce la capacità di Asimov di creare mondi, pianeti, galassie talmente estesi ed infiniti da essere difficili da immagine, si può solo leggere, perdersi e lasciarsi coinvolgere dallo stile inconfondibile dell’autore.

Smemorato e angosciato, il protagonista di questo romanzo è Rik, il quale si ritrova nel pianeta di Florina, sotto il rigido controllo dei signori di Sark che ne sfruttano le risorse naturali: piano piano, la memoria tornerà e con lei dubbi e domande. A cosa è dovuta la sensazione di pericolo che Rik prova? Rik, insieme alla amica Valona, inizia a ricordare, partendo dal proprio precedente lavoro, in cui “analizzava il Nulla” e da un oscuro avvertimento: Florina è in pericolo. Quale sia questo pericolo non riesce a ricordarlo ma assieme all’amica, al borgomastro e ad altri alleati, si trovano coinvolti in intrighi decisamente più grandi di loro che li espongono a pericoli e a rivelazioni incredibili e che hanno, ovviamente, a che fare con la potenza in erba di Trantor e con le stelle. Tra tensione e suspence, Florina rischia di venire spazzata via: come reagirà Trantor? Aiuterà il popolo bisognoso o girerà le spalle dinanzi alle richieste di aiuto? Le basi del potere politico, economico e sociale dell’Impero si stanno iniziando a delineare. Una lotte per le risorse ( il kyrt) che, attuale più che mai, spinge i potenti a rischiare e sacrificare tutto, soprattutto il popolo, per i propri vantaggi.

«A meno che» disse Junz con dolcezza «non vi accorgiate che nella nuova galassia, una galassia al sicuro dalla minaccia dell’instabilità stellare, una galassia dove il kyrt sarà accessibile a tutti, una galassia infine in cui l’unificazione politica sarà tanto più facile, esisteranno dei vincitori, nonostante tutto. Un quadrilione di vincitori. Poiché i veri vincitori sono i popoli della galassia.»

Ne Il tiranno dei mondi (pubblicato anche con il titolo di Stelle come polvere), la Terra è un pianeta reso radioattivo da una bomba nucleare e, pur non presentando rischi, ciò l’ha resa un pianeta segnato da cicatrici profonde. Ed è qui che vive, ancora per poco, Biron il protagonista del romanzo. A tre giorni dalla laurea sostenuta presso l’ Università della Terra, si sveglia una notte per scoprire che nulla della tecnologia cui era abituato sembra funzionare. Non solo è senza elettricità ma i contatori della radioattività sembrano raggiungere livelli allarmanti: è uno scherzo architettato dai compagni o sta succedendo davvero qualcosa? Grazie all’aiuto di Jonti, il ragazzo capisce che è tutto reale, non solo, la scia di morte sembra cercare proprio lui e non si fermerà sino a compimento: suo padre, governatore di Widemos è stato arrestato con l’accusa di tramare contro i Tirannici.

I Tirannici dominano su cinquanta regni nebulari con metodi subdoli, avvezzi ai delitti e attenti alle cospirazioni, vogliono eliminare il giovane Biron, possibilmente lontano dal suo pianeta, per non fomentare miti e future rivolte, almeno stando a quanto confessa Jonti, che rivela al ragazzo di aver lavorato fianco a fianco con suo padre. Stravolto dagli eventi e dalle nuove verità, Biron accetta l’aiuto di Jonti e si dirige da Hinrik di Rhodia. Da qui, inizia un viaggio attraverso pianeti differenti che l’autore delinea come sempre alla perfezione, pur se i personaggi principali ci si fermano per poche pagine. Chi sta davvero dietro alla presunta rivolta? Tra invenzioni di nuovi metodi di comunicazione, viaggi interstellari, governi e rocambolesche fughe, si arriva al colpo di scena finale e Biron scoprirà la verità: ancora una volta, si lotta per una forma di democrazia.

Chiude il volume, Paria dei cieli: Schwarz è un sarto pronto a godersi la pensione, la moglie e i nipotini, quando, passeggiando per un giardino, viene colto, mentre sta per fare letteralmente un passo, da uno strano capogiro che esita con una caduta. Quando Schwarz si riprende, attorno a lui è autunno laddove dovrebbe essere giugno: il mondo attorno a lui è inspiegabilmente cambiato. Pazzia? Senza perdersi d’animo si mette in cerca di una macchina, e non ne trova, o di una casa ma, scoperta ancor più sconvolgente, le persone che incontra bussando alla loro porta non parlano la sua lingua. Cosa è accaduto all’ uomo? Perché? Dove si trova? Accolto – per modo di dire – da una coppia che lo scambia per un folle, non sa ancora che il suo destino è ancor più preoccupante. Grazie allo sguardo sulla coppia, infatti, il lettore intuisce che l’uomo ha viaggiato nel Tempo: ora la Terra è uno dei pianeti più insignificanti che esista, preda ancora della radioattività, e sottoposto alla rigida guida della Società degli Anziani, con le sue norme spietate. La coppia, infatti, nasconde un terzo membro della famiglia che non dovrebbe affatto essere vivo, violando la Tradizione più importante, e vive nel terrore di essere scoperta; l’arrivo di una persona che non parla la loro lingua, prima li getta nel panico, poi fa nascere in loro l’idea di poter in qualche modo “usare” lo straniero per i propri comodi, dirottandolo verso l’ Istituto di ricerca nucleare. Parallelamente, la storia segue le vicende del giovane quanto titolato archeologo Bel Arvardan che vuole compiere proprio sulla Terra una spedizione alla ricerca di conferme per le sue tesi. Secondo lui, la Terra ha conosciuto lo sviluppo di una civiltà prima di diventare radioattiva, non solo, si spinge a considerare “i cani della Terra” progenitori dell’intera umanità! L’immagine che gli altri pianeti hanno dei terresti è svilente: sono, appunto, paria dell’Impero, una razza inferiore. E ciò che è peggio, sembrano essere propri i terrestri i primi ad alimentare tali fantasmi.

Quale altro pianeta fonda la sua vita su rituali così assurdi e vi aderisce con tanta masochistica furia? Non passa giorno senza che una delegazione di questo o quello dei vostri organismi politici mi chieda la pena di morte per un povero diavolo il cui unico crimine è quello di aver invaso una zona proibita, di non aver rispettato il Sessagesimo o forse di aver mangiato un po’ più della sua razione…

Ma come reagisce l’Impero? Sembrerebbe aver scelto la – troppo facile – strategia del lasciare che i terrestri si regolino da soli da questo punto di vista, avallando le decisioni della Terra pur deridendole e ghettizzando i suoi abitanti. Tra poteri mentali e sempre nuovi colpi di scena, il destino di Schwarz e di Alvardan sono indissolubilmente legati.

Pur raccontando storie e periodi di diversa collocazione all’interno del Ciclo delle Fondazioni, i tre romanzi sembrano essere accomunati dalla tematica della lotta per il potere e la conquista dell’indipendenza, tema affrontato e declinato in vari modi. Tra fantascienza e misteri, tra fisica nucleare e radioattività, tra personaggi variegati e pianeti sull’orlo di guerre intestine, lo stile di Asimov cattura e coinvolge come sempre: la libertà appare un bene prezioso e va intesa come libertà del popolo, di un pianeta e di un singolo individuo. E per ottenere tale libertà, bisogna lottare, bisogna essere disposti a tutto. Le storie che l’autore ci narra sollecitano tante e diverse riflessioni e pensieri: se alcune delle teorie esposte possono apparire datate, ci sono messaggi che travalicano il tempo e risultano quanto mai attuali. Sfruttamento delle risorse, accettazione delle proprie origini, diritto alla diversità.

«Per il resto della galassia – ammesso che si renda conto della nostra esistenza –, la Terra non è altro che un sasso nel cielo, ma per noi è la patria, ed l’unica che conosciamo. E non siamo diversi da voi, solo più sfortunati. Siamo costretti a vivere ammassati in un mondo in gran parte quasi morto, immersi all’interno di un muro di radiazioni che ci imprigiona e circondati da un’immensa galassia che ci tratta alla stregua di paria. Come possiamo combattere il senso di frustrazione che ci assilla? »

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