Morgana

Morgana

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di Morgana, graphic novel sceneggiata da Simon Kansara e Stéphane Fert (traduzione di Stefano Andrea Cresti), disegni e colori di Stéphane Fert, edito da Tunué, che ringrazio per l’invio della copia.


TRAMA
Privata del suo destino di regina, la sorellastra di Re Artù diventa la sulfurea fata Morgana che si erge contro la tirannia della Tavola Rotonda e le manipolazioni di Merlino il pazzo. Una moderna rilettura del ciclo arturiano, che porta al centro della narrazione la libertà e la fierezza delle donne di corte, il loro desiderio di riscatto dall’egoismo e dalla brama di potere degli uomini.


Lascia che mi portino via. Che raffreddino l’inferno che m’arde nel cuore.

Morgana di Tintagel è seduzione, è potere, è forza; in questo volume, gli autori ripercorrono la vita di Morgana, e ne danno una peculiare visione approcciandosi in modo originale al mito arturiano, che rivive qui nella veste della graphic novel. Sin dall’inizio, Morgana non si maschera né nasconde: vuole la corona della Bretagna, le spetterebbe di diritto, e sicuramente non tollera di vederla indossata da Artù, dipinto qui come un personaggio pieno del suo titolo ma al tempo stesso insicuro. Chi sarebbe senza Excalibur? Morgana, comunque, lo affronta ed è solo la magia di Merlino a riparare le conseguenze della singolar tenzone.

Torniamo indietro di venti anni, Igraine partorisce una bambina, Morgana appunto, nonostante abbia stretto un patto con Merlino per avere un erede maschio : delusa, amareggiata per le sue sorti e quelle del suo regno, Igraine non riuscirà a guardare la figlia con sguardo materno per molto tempo, quasi come se la figlia le ricordasse ogni giorno quello che lei considera un “fallimento” . Sarà suo padre il re a cambiare le regole: sua figlia sarà regina. Morgana cresce addestrandosi come un cavaliere nonostante il parere contrario dei consiglieri del re, che vorrebbero considerarla solo una ragazza, utile per un’unione matrimoniale e nulla più; ma il re la pensa diversamente e anzi si fa affiancare dalla giovane Morgana per prendere decisioni importanti, ma impopolari. Saranno proprio la lungimiranza, secondo alcuni frutto di stregoneria, e il carattere di Morgana a costarle molto: la sua visione del mondo paritaria per uomini e donne la portera’ a riconoscere la natura delle persone. Punendo un prete per un abuso sessuale mascherato da possessione demoniaca ovviamente a carico della suora, Morgana si attira le ire dei sudditi del padre e porterà Uther nel suo regno, nel letto di sua madre. Uther infatti con l’aiuto di Merlino si vuole impossessare non solo del regno di Tintagel ma soprattutto di Igraine, scoperto da Morgana vorrebbe ucciderla ma interviene il mago che prende la giovane come sua allieva, alienandola dal mondo per dieci lunghi anni. La relazione tra Morgana e Merlino, pur con i ritmi veloci e incalzanti dovuti alla forma della graphic novel, è difficile, sia per l’atteggiamento di Merlino, sia per la sana irriverenza di Morgana. Stufa, cerca di usare i propri poteri contro il maestro che però le rivela di aver recuperato la potente spada di Excalibur destinata al “re buono“. E chi sarebbe? Merlino vede in Morgana la prima regina di Bretagna … e forse vede in lei qualcosa di più. Morgana vede nel titolo la possibilità di uccidere finalmente Uther, vendicare il padre e il regno, e soprattutto liberarsi di Merlino!

Morgana è potente, ed è destinata ad ottenere ciò che vuole con ogni arma a sua disposizione, è disposta persino a rievocare antichi dei e a giacere con uno di loro, senza considerare i sentimenti del suo mentore e maestro per lei. Ma di nuovo tende a sottovalutare Merlino, ingannata e tradita, scopre di avere un fratello: Artù estrae senza indugio la spada Excalibur e diviene re. Sposa Ginevra che diviene il fulcro sublimato delle pulsioni di quei cavalieri che secondo Merlino – e quindi secondo Artù- dovrebbero sedere alla Tavola Rotonda incarnando i valori del bene ( i valori cavallereschi). Ma non andrà proprio come Artù aveva previsto: Morgana, cambiata, farà ritorno e porterà scompiglio. Sarà davvero così o come dice lei stessa, è solo il reale animo degli uomini che si mostra rivelando bassezze?

Morgana vuole liberare non solo se stessa ma tutte le donne da matrimoni non voluti, da soprusi e da abusi, da un’ideale femminile svilente di sottomissione, e al contempo mira al potere. Una rilettura moderna del ciclo arturiano e della figura di Morgana, che, qui, grazie anche ad un linguaggio moderno e incalzante, acquista una nuova linfa vitale, senza però perdere il suo carattere determinato e deciso. E’ cresciuta con l’idea di diventare regina, con il sostegno incondizionato di suo padre, prima, e poi con Merlino, maestro – mentore – nemico; traspare la sua ironia e il suo sarcasmo, con le sue occhiate rivolte al cielo e i suoi commenti irriverenti, ma traspare anche la sua solitudine in un mondo maschilista. Morgana lotta per qualcosa che sente suo, e lo fa con tutti i mezzi a sua disposizione, nel bene e nel male. Le tavole sono incredibili: riescono a contestualizzare appieno la storia, e danno il giusto sostrato emotivo alle varie scene; non solo, ho trovato la rappresentazione grafica dei vari personaggi precisa per la lettura che gli autori ne hanno voluto dare. Le atmosfere sono cupe al punto giusto, i disegni bellissimi, capaci di evocare in modo dettagliato quanto rappresentato: personalmente, ho continuato a pensare alla storia anche dopo l’ultima pagina perché gli autori sono stati capaci di dare un’interpretazione personale ed originale di una storia molto nota al pubblico. La figura di Morgana mi ha sempre affascinata, così come l’intero ciclo arturiano: non potevo non seguirla in questa nuova veste che, manco a dirlo, le calza a pennello. Morgana buca la pagina, arriva diretta al cuore del lettore. La sua dualità emerge anche nella scelta dei disegni: toni freddi su cui si staglia il dettaglio sanguigno di Morgana, il colore. Maliarda, figlia, allieva, sostenitrice dei diritti delle donne, tentatrice: chi è davvero Morgana? Quale il suo destino?

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