Il marchio dei draghi: un  fantasy accattivante!

Il marchio dei draghi: un fantasy accattivante!

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del primo romanzo della serie I draghi di Terra, Il marchio dei draghi, scritto da Brian Naslund ( traduzione di Alessandro de Vita) ed edito da Multiplayer Edizioni, che ringrazio per l’invio della copia.

Vi lascio il link di acquisto sul sito della Multiplayer: https://multiplayer.com/libri-e-fumetti/libri/il-marchio-dei-draghi_437270.html

TRAMA

Bershad doveva morire. Catturato mentre tentava di assassinare un nobile, è stato condannato a diventare un ammazzadraghi, e a votare l’intera esistenza al servizio del regno. Tuttavia, non è morto. Al contrario, è diventato il più famoso giustiziere di draghi della storia, disprezzato dai suoi pari e dalla gente di Terra a causa del suo marchio d’infamia. Ma ora tutto sta per cambiare. Quello stesso re che l’ha condannato, gli offre un’occasione per sfuggire al suo destino: la testa di un sovrano in cambio della libertà. A Bershad non interessano gli intrighi della politica… fin quando non scopre di essere l’unica persona in grado di salvare la vita di una ragazza innocente e, forse, di tutte le creature di Terra.

Nel mondo di Terra esistono i draghi, e sono maestosi, incredibili, terrificanti ma anche necessari per gli equilibri della natura stessa, come scopriranno i personaggi di questo fantasy tutto da leggere e gustare! Bershad l’Impeccabile è il più famoso ammazzadraghi che la storia ricordi: il marchio blu che lo ha reso tale, lo ha spogliato di tutti i privilegi di una nobile nascita. Bershad ha perso tutto: terre, casato, titolo e l’amore della sua vita, ed è stato costretto a diventare un ramingo, ammazzadraghi, esule. Eppure, nasconde un segreto.
All’inizio della storia lo ritroviamo assieme al suo imperdonato Rowan, intento nella missione di uccidere un drago appunto; il loro destino si incrocia con il giovane apprendista guaritore Jolan e il suo fido maestro, i quali sono stati incaricati dalla corona di scoprire le origini, le cause e soprattutto il rimedio per una micidiale epidemia che ha colpito il regno di Almira. Richiamato proprio da quel re che lo ha esiliato, Bershad, che era stato nel passato al suo servizio, si ritrova nel castello di Altorifugio, cuore pulsante della politica almiriana. Le cose sono totalmente diverse rispetto ai suoi ricordi, soprattutto a causa di uno strano incendio che ha distrutto parte delle torri: chi lo ha visto, ha parlato di un fuoco dal colore azzurro, che ha divorato letteralmente la pietra stessa. Bershad deve mettere da parte l’intento di vendetta verso il re della dinastia dei Malgrave e ascoltare le sue richieste folli: superare terribili ostacoli, geografici e non, per addentrarsi nel cuore della rivale Balaria e riportare a casa la principessa Kira, rapita; in cambio, il sogno della liberta’, del ritorno a casa e la riabilitazione del suo nome. Indeciso, sarà l’incontro con la principessa erede al trono , Ashlyn, sua promessa sposa in un tempo ormai dimenticato, a far cambiare idea a Bershad. Scopriremo che i due, da ragazzi, hanno amato, studiato, ricercato i draghi: la principessa ha continuato le sue ricerche producendo disegni pregevoli, e il suo amore per queste creature le sono valsi appellativi quali regina strega, Bershad, dal canto suo, ha dovuto adattarsi al dover uccidere quelle creature che tanto ha apprezzato. Tuttavia, in un interessante gioco di metafore, Ashlyn spiega a Bershad che i draghi vanno protetti in quanto necessari per mantenere l’equilibrio naturale delle cose: lo sterminio che Balaria, invece, sta perpetrando ai danni della specie, ha innescato una serie di catastrofi naturali. Ashlyn chiede quindi a Bershad di accettare l’impresa e riportare a casa Kira, certo, ma anche di sventare un complotto che porterebbe Terra alla rovina.

L’avventura ha così inizio: con un improbabile gruppo, messo insieme da Ashlyn e da suo padre, ognuno scelto per particolarità uniche, inizia un viaggio incredibile, pieno di ostacoli, che permette all’autore di mostrarci un mondo ben costruito e accuratamente definito. L’autore infatti ha, a mio avviso, creato un universo coerente e strutturato in modo adeguato: ho colto tanti rimandi a tematiche a sfondo etico, ambientale, su cui riflettere e che esulano da un mondo fantasy. I draghi, ad esempio, divengono metafora di una necessaria omeostasi, di un rispetto per l’ambiente che ci circonda; il conflitto e il paragone tra Almira e Balaria è lo scontro tra modernità e superstizione, tra tecnologia (orologi ed ingranaggi) e un mondo rurale ( idoli di fango). Mentre Balaria è artefice del proprio destino e della propria grandezza, Almira appare retrograda, arretrata, culturalmente e non: possiede strade dissestate che di fatto rendono impossibile la comunicazione tra i vari distretti, necessaria in un impero, che risulta quindi isolato. Ma non solo, Almira è preda di lotte intestine e di intrighi politici, al cui centro c’è ovviamente il trono, e quindi Ashlyn, chiamata giocoforza a prendere decisioni per il suo popolo: lei, una mezzosangue tacciata di stregoneria, non avrà affatto vita facile tra le serpi che puntano al potere ma d’altro canto non è ingenua e ha anzi stretto alleanze con potenze che per ora il lettore intravede. Ho apprezzato che la scoperta di questo mondo sia avvenuta in modo graduale ma costante: l’autore, attraverso le voci dei suoi personaggi, ci mostra dettagli, storie, racconti, paesaggi, che aiutano ad avere un’idea abbastanza precisa dell’ambientazione costruita.

E’ un romanzo corale, all’interno del quale vi sono degli osservatori e dei narratori privilegiati: Bershad, innanzitutto, poi Jolan, Ashlyn, Vera, la vedova di Papiria deputata alla protezione di Kira, Garret, le cui origini e motivazioni resteranno misteriose fino alla fine. Complotti, tradimenti, alleanze, rivelazioni e colpi di scena, personaggi credibili, dialoghi irriverenti: questi alcuni degli elementi di questo primo volume.

Se Bershad attraversa il famoso Mare delle Anime per mantenere la promessa fatta alla sua amata, Ashlyn non è meno impegnata con tensioni sociali che rischiano di minare profondamente il suo trono.

L’oro e l’acciaio sono le uniche cose in grado di tenere sotto controllo i signori di Almira.

Gli insegnamenti del re suo padre l’hanno aiutata a corazzarsi, ma sicuramente non era preparata ad un assedio e a un tradimento doloroso; anche lei, però, nasconde un segreto enorme, capace di cambiare per sempre le sorti del mondo come lo conosce. Forse, gli almirani, con i loro dei di fango e senza nome, con le loro grette superstizioni, non hanno tutti i torti … che sia davvero quanto di piu’ simile ad una strega?

Coerentemente con il tipo di storia che l’autore ha raccontato, il linguaggio tende ad essere spesso crudo e brutale, rispecchiando la violenza umana che, decisamente, non manca nel romanzo. Anche se Almira e Balaria sono diverse sotto tanti punti di vista, le accomuna il trattamento riservato ai poveri, sempre considerati gli ultimi della società e costretti a subire le pressioni dei potenti e dei ricchi. E ricchezza spesso coincide con l’olio di drago, pregiato e ricercato, e quindi con il controllo di queste affascinanti creature che trovano nell’appendice il loro modo di farsi conoscere. La costruzione del mondo è capillare e comprende diversi aspetti della vita e della morte, dalla religione alla spiritualità: interessante l’idea di un mito dell’origine che parta da draghi e demoni, da divinità nate dal mare e quindi dalla necessità di un ritorno al Mare delle Anime, con una conchiglia in bocca per guidare il defunto verso la vita con gli antenati negli abissi marini, sempre se pesati degni. Ma non solo, l’autore ha creato anche termini specifichi, tradizioni consolidate, ruoli ben delineati, come i guardiani e le vedove soprattutto, che rendono il suo universo solido e accattivante; ho colto anche spunti di riflessione sul rapporto tra uomo e natura, sulla volontà, sul libero arbitrio, sulla sete di conoscenza che può spingere gli uomini oltre ogni limite di decoro e di umanità.

Roccia, legno, esseri viventi tenuti in piedi da carne, ossa e cartilagini. Siamo noi a scrivere le regole, a definire la nostra visione della realtà, ciò che può o non può essere. Quando gli uomini decidono di ignorare queste regole, se sono forti a sufficienza da infrangerle possono ottenere risultati straordinari.

Non manca il sarcasmo e l’ironia di alcuni personaggi, né il tema del viaggio come percorso personale e di crescita, con perdite significative e nuove amicizie e alleanze da scoprire: Bershad, inoltre, è determinato a scoprire qualcosa di più su se stesso e sulla strana connessione che ha con le creature che uccide; il ramingo, pur temendo che togliendo ogni maschera non si possa più riconoscere, si rivela un personaggio carismatico e decisamente affascinante.

Il mondo vuole eroi, non demoni.

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