Le avventure di Pinocchio

Le avventure di Pinocchio

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del volume Le avventure di Pinocchio, celeberrimo libro scritto da Carlo Collodi ed edito da L’ippocampo Edizioni, illustrato dallo studio MinaLima. Ringrazio la Casa Editrice per la copia.

TRAMA

Seguite il burattino più birichino di tutti nel suo rocambolesco viaggio per ritrovare Babbo Geppetto e diventare un “bambino vero”. State alla larga del terribile Mangiafoco, da quei furboni del Gatto e della Volpe e da altre strane creature… Dopo Il giardino segreto, Alice e Il Libro della Giungla, ecco il quarto volume della collana MinaLima Classics: troverete una marionetta di Pinocchio con il naso che si allunga, il teatro dei burattini, la casa della fata Turchina e tanto altro ancora! 
MinaLima Design è stato fondato da Miraphora Mina e Eduardo Lima, noti per la loro decennale partecipazione ai film della saga di Harry Potter, di cui hanno plasmato l’identità grafica. Dal loro stile londinese hanno continuato a raccontare storie attraverso progetti grafici dedicati all’editoria o a film come Sweeney Todd, The Imitation Game e Animali fantastici. Da poco, i due hanno ideato questa collana di grande pregio, volta a rivisitare i classici della letteratura per ragazzi con l’inserzione di elementi interattivi strabilianti.

La storia di Pinocchio non ha bisogno di tante presentazioni: è decisamente il burattino più famoso della letteratura e le sue peripezie sono divenute emblematiche della condizione umana. Teso tra la voglia di essere libero, di fare ciò che più gli aggrada, ovvero nulla se non giocare, bere, mangiare e divertirsi ( attività che Pinocchio stesse definisce come l’unico mestiere che gli piace!) e il sogno di diventare bambino vero, quindi mettere la testa a posto, Pinocchio si scontra con una serie incredibile di difficoltà che mettono costantemente alla prova la sua determinazione a restare sulla retta via, quasi che l’intero universo gli remi contro!

Nato da un ciocco appartenuto a Mastr’ Antonio, meglio noto come maestro Ciliegia, il quale si spaventa sentendo il legno parlare e lo cede all’irascibile falegname Geppetto, Pinocchio nasce già con una precisa personalità e con un marcato piglio anticonformista e ribelle, per dirla col linguaggio di Collodi, un vero monello. Risponde subito a tono al povero Geppetto che si pente già dell’idea bizzarra di fabbricarsi un suo burattino: Pinocchio nasce, ed è già pronto per il mondo di fuori. E il mondo che lo attende non è paradisiaco, anzi, è un mondo di miseria, di estrema povertà e di creature crudeli. Una delle prime sensazioni, decisamente concreta, con cui Pinocchio si confronta è proprio quella della fame, strettamente legata alla situazione di povertà che affligge Geppetto ma anche un pò tutti i personaggi del romanzo. E come dice il falegname, la miseria è una condizione che tutti riescono a comprendere, anche i bambini. Il rapporto tra Pinocchio e i guai è reciproco: se non è il burattino a cercarseli, sono loro a trovare lui! Dalla vendita dell’Abbecedario per comprare l’ingresso al Teatro dei Burattini, all’incontro con Mangiafoco, terribile omone che però si commuove al ricordo delle figure genitoriali, Pinocchio incontra un carosello di personaggi, i cui scopi sono di derubarlo, allontanarlo dai buoni propositi e separarlo dal padre. L’ingenuità di Pinocchio, che lo espone al rischio di farsi imbrogliare, viene pure condannata a quattro mesi di carcere, dopo i quali il burattino rischia la morte appeso ad una Quercia.

A onor del vero, il povero Pinocchio, aiutato dalla bambina-fata Turchina, ci prova a migliorarsi e ad andare a scuola, diventando anche uno studente esemplare, ma proprio alla vigilia del grande giorno, l’amico Lucignolo lo convince a fuggire per il famoso paese dei Balocchi, dove le regole non esistono, ma a quale prezzo?

Insomma, Pinocchio spesso e volentieri rifiuta di ascoltare i consigli degli adulti e quella voce della coscienza che gli indicherebbe la direzione corretta: i burattini, come i bambini , devono essere obbedienti e rispettosi. Pinocchio cambia ed evolve all’interno del romanzo, e la sua tensione evolutiva interna è ben osservabile: spavaldo come tutti i bambini, non ha paura di nulla, diviene, gradualmente più assennato, fino a sacrificarsi per Geppetto senza l’obiettivo di un vantaggio. Preda di sensi di colpa, di vergogna e di autocommiserazione, lascia i bagordi dell’avventura per diventare il bambino che ha sempre voluto essere e finisce per guardare disincantato e disilluso il sé stesso giocattolo, che pure conserva in un angolo, a testimonianza del suo cambiamento.

Intriso di morale, di personaggi mostruosi e animaleschi, allegorici e divenuti archetipi caratteriali ( penso al Gatto e alla Volpe, al Grillo Parlante, a Lucignolo), la storia di Pinocchio può considerarsi un romanzo di formazione, adatto sicuramente anche ad un pubblico adulto, capace di cogliere i riferimenti e le sfumature più inquietanti. Quest’edizione è curata nei minimi dettagli e riprende le atmosfere della storia nei suoi disegni: ogni capitolo si apre con un disegno che ritrae il Teatro dei Burattini e anticipa sulla scena l’avventura che Pinocchio affronterà. Pinocchio scavalca la pagina stampata ed è un burattino con cui giocare; i pop-up incredibili ci catturano in una rete di pesci e ci fanno finire nella pancia del pesce-cane, ci fanno incontrare la lumaca che non ha fretta di saziare la fame del burattino. Capilettera e miniature, colori corposi e vividi e i fantastici elementi interattivi rendono questo volume da collezione un must- have per gli amanti del burattino che ha influenzato – ed influenza – modi di dire, cinema, musica.

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