Malvagio fino all’osso

Malvagio fino all’osso

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo della prima pubblicazione edita dalla Casa Editrice Nua Edizioni, che ringrazio per la fiducia e per l’invio della copia! Si tratta del thriller “Malvagio fino all’osso“, scritto da Tony J Forder, primo della serie “DI BLISS”.

TRAMA

Tra i boschi di Peterborough, nella contea del Cambridgeshire, vengono rinvenuti i resti di uno scheletro. L’ispettore James Bliss e l’agente Penny Chandler investigano sul caso e scoprono che la vittima, una giovane donna, è stata spostata dal luogo di sepoltura originale.
Un testimone è convinto che una ragazza sia stata investita da un’auto nella lontana estate del 1990, e che la polizia sia intervenuta. Tuttavia, non esiste documentazione relativa all’incidente o alla presunta vittima. Mentre il caso progredisce, un paio di agenti in pensione vengono uccisi. I due avevano legami con dei colleghi che erano in servizio al momento della segnalazione di un incidente stradale.
Bliss e Chandler, indagando, scavano più a fondo e cominciano a chiedersi se alcuni ufficiali di alto grado possano essere coinvolti nell’omicidio della giovane donna sepolta nei boschi.
Ogni anello della catena subisce pressioni, compreso l’ispettore, che si scontra con i superiori e i media.
Quando la sua squadra riceve avvertimenti mirati, Bliss dovrà decidere se mollare il caso o perseguire i responsabili.
Abbandonerà, in modo da non danneggiare la propria carriera, oppure lotterà a ogni costo?
Ed è possibile che il killer sia molto più vicino di quanto i due immaginino?

Peterborough è una cittadina inglese tutto sommato tranquilla, attorniata da boschi e dal clima abbastanza rigido, fino a che viene scossa dal ritrovamento di resti umani, da parte di due adolescenti. Sulla scena, viene chiamato l’ispettore Jimmy Bliss, insieme alla collega detective Penny Chandler. Di chi sono, quei resti? Cosa è accaduto lì? Grazie all’intervento tempestivo della “Donna delle Ossa”, Emily Grant, antropologa competente, il team comincia a lavorare e a ragionare sui resti: si dipana un caso importante, intenso e coinvolgente. Le ossa, infatti, appartengono a una giovane ragazza, morta diversi anni addietro. Fatto sconvolgente: le ossa sono state spostate recentemente. E ancor più intenso: la ragazza è stata uccisa ed era incinta. Chi era? Quale storia atroce ha da raccontare ciò che resta di lei?

E’ questo ciò che vuole scoprire a tutti i costi Bliss, anche quando l’indagine comincia ad assumere contorni e sfumature personali ed inquietanti: Bliss non è incline a mollare la presa, né a lasciarsi spaventare da minacce e avvertimenti, ma , al tempo stesso, è un uomo leale, e si preoccupa della sua equipe, in particolar modo di Penny, sua detective e migliore ( se non unica) amica). Bliss vuole provare a dare giustizia, a dare una voce e una dignità a Jodie, così si chiamava la ragazza, con problemi di droga e prostituzione, morta a vent’anni per strangolamento; a Bliss non interessa cosa facesse nella sua vita, interessa solo poterle dare una sorta di pace, mettendo insieme i tasselli e risolvendo l’enigma della sua scomparsa. Perché anche ricostruire il passato della ragazza diventa difficile: chi era Jodie? Chi l’ha conosciuta, davvero? Chi le voleva bene?

Bliss insegue la pista, e scopre che il passato di Jodie sembrerebbe essere legato ad alcuni nomi della polizia locale; questi personaggi, misteriosamente, scompaiono a distanza ravvicinata. L’ispettore non crede affatto alle coincidenze, anzi, inizia ad indagare ancor più a fondo proprio perché qualcuno di quei vecchi poliziotti ha cercato di mettersi in contatto con lui, salvo non riuscire mai a recapitare il messaggio a causa di uno strano incidente stradale. Altre coincidenze, troppo strane. La tempistica di questi eventi non è casuale e non può sfuggire all’esperienza di Bliss, per vent’anni impegnato nel Met. Cosa voleva dirgli quel collega? Sempre più prende piede la pista che collega Jodie e la sua morte alla Polizia, fino a coinvolgere un pezzo davvero grosso.

Bliss è diviso tra il rispetto per la persona in oggetto, tra l’incredulità e le prove, quasi del tutto schiaccianti, che collegano lui alla morte e alla vita difficile di Jodie. Eppure … sarà proprio così?

Bliss (ed il lettore) riuscirà a vedere oltre e a cogliere le menzogne fuorvianti? Personalmente, ammetto di aver avuto difficoltà nell’anticipare le mosse e capire, prima di Bliss, il colpevole, probabilmente perché sono stata presa dai tanti aspetti su cui il romanzo pone l’attenzione, primo tra tutti la precisa e attenta caratterizzazione del personaggio di Jimmy Bliss, che pur con le sue fragilità o proprio grazie ad esse, mi ha conquistata. Ho apprezzato la scoperta lenta di quest’uomo, della sua vicenda personale e del suo passato pieno di cicatrici e fardelli che gravano sulle sue spalle; ad ogni capitolo, quindi, oltre che attenta all’indagine, ero attenta a scorgere un pezzo dell’uomo dietro l’ispettore, fino a comprendere, alla fine del romanzo, che i due aspetti sono fusi insieme, regalando un personaggio interessante di cui sicuramente vorrò leggere ancora. Ricordi e memorie del passato, rendono Bliss così umano, con le sue debolezze e le sue paure, con i suoi fantasmi e i suoi sogni, troppo spesso chiusi in un cassetto e dimenticati; Bliss è un uomo spezzato e un ispettore empatico, un amico leale, un marito innamorato. Ho trovato il suo vissuto molto intenso e ben connotato, mi è piaciuta molto la sua amicizia con Penny e il suo mettersi sempre in dubbio a livello personale.

Ammetto di essermi commossa in una scena che l’autore ci fa solo intravedere, intuire, dai contorni sfumati e apparentemente lontana dal Bliss che avevo conosciuto fino a quel punto: nell’incontro con Connie vi ho letto una tenerezza e un bisogno di sensibilità, di conforto e accoglimento, che Bliss non sa dove cercare, pur avendo donne interessate a lui. Con Connie è diverso, e ciò che lui si porterà dentro, nel bene e nel male perché l’azione avrà la sua dose di conseguenze, lo cambierà. Bliss è un uomo che soffre, è spaventato, è malato; abituato a non fare affidamento su nessuno che non sia se stesso e la moglie ormai scomparsa, dovrà imparare a condividere, a far entrare gli altri nella sua emotività, a coinvolgere e delegare parte del suo peso affettivo. Professionalmente, che sia il suo intuito o “l’accettazione del lato oscuro delle persone” derivante proprio dalla sua vita passata, Bliss cerca di essere onesto e bravo, preciso; ironico, irriverente quando serve, sagace e contro i poteri forti, Bliss sicuramente è un ispettore che, nel suo ambiente, o si fa amare o si fa odiare. Ma a lui interessa il suo lavoro, che porta avanti ad ogni costo, anche quando potrebbe costargli la carriera, anche quando potrebbe costargli la vita stessa. Bliss è un ispettore che non fa sconti a nessuno, in primis a se stesso: porta il peso degli errori commessi e ne vuole pagare il conto.

L’autore tratteggia Bliss come un uomo attento alla presenza femminile che gli gira attorno: al suo radar e al suo giudizio non sfugge nessuna, anche se poi a conti fatti, Bliss ha una paura letale di una relazione nuova, di lasciarsi e di lasciare andare. L’amore, per lui, è ben altro: inciso sul suo cuore malandato c’è il nome di Hazel, il cui ricordo è vivo e presente nella sua mente, nelle sue azioni, nel suo corpo, nella fede che indossa ancora, nei labrador che ama, nella casa ancora da sistemare. Deve rimettersi insieme, ancora, Bliss; perdonarsi, accettare la morte di Hazel e anche la sua malattia; tutto questo rappresenta per lui un percorso duro e difficile, ma Bliss ha iniziato, finalmente.

Con uno stile scorrevole, capace di cogliere l’aspetto emotivo dei personaggi e al tempo stesso con una grande competenza narrativa, l’autore di racconta una storia torbida di inganni e violenza, in cui a pagare lo scotto della malvagità umana c’è una vita, anzi due vite, spezzate, interrotte nel più atroce dei modi.

Grazie alla sua amara esperienza, Bliss sapeva che a volte si infrangevano le regole, le stesse leggi che aveva giurato di rispettare, colpa di cui in passato si era macchiato. Ma arrivavano anche momenti in cui dovevi affrontare evidenti ipocrisie, ignorare gli avvertimenti della coscienza e fare quello che ti diceva il cuore.

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