Review Tour: Miti del Nord

Review Tour: Miti del Nord

Buongiorno lettori! Oggi Review Tour dedicato alla nuova edizione del libro Miti del Nord, scritto da Neil Gaiman ed edito da Mondadori, nella collana Oscar. Ringrazio la Casa editrice per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo!

TRAMA

Odino il supremo, saggio, audace e astuto; Thor, suo figlio, incredibilmente forte ma non certo il più intelligente fra gli dèi; e Loki, figlio di un gigante, fratello di sangue di Odino, insuperabile e scaltrissimo manipolatore. Sono alcuni dei protagonisti che animano il nuovo libro di Neil Gaiman: noto per essersi ispirato spesso ai miti dell’antichità nel creare universi e personaggi fantastici, questa volta Gaiman ci offre una formidabile riscrittura dei grandi miti del Nord. Lungo un arco narrativo che inizia con la genesi dei nove leggendari mondi, ripercorriamo le avventure e le gesta di dèi, nani e giganti. Tra i racconti più avventurosi ci sono quello di Thor, che, per riprendersi il martello che gli è stato rubato, è costretto a travestirsi da donna, un’impresa non da poco considerando la sua barba e il suo sconfinato appetito; o quello di Kvasir – il più saggio fra gli dèi – il cui sangue viene trasformato in un idromele che colma di poesia chi lo assaggia. Il finale del libro invece è dedicato a Ragnarok, il giorno del giudizio, il crepuscolo degli dèi, ma anche la nascita di un nuovo tempo e nuovi popoli.

Ho sempre trovato la mitologia estremamente affascinante: i miei primi approcci al mondo del Mito, si sono rivolti verso la Grecia, la Roma Antica e l’Egitto, mentre la mitologia norrena è stata, per così dire, una scoperta più tardiva. Da grande amante e lettrice di storie leggendarie, mi sono approcciata con entusiasmo alla lettura di Gaiman, consigliatomi anche da un’amica lettrice compulsiva come me e che gode della mia grande stima. L’autore non solo non ha deluso le mie aspettative ma mi ha stupita per la modalità estremamente personale con cui ha narrato il mito: la sua interpretazione personale, che nasce da uno studio approfondito del mondo norreno, non ha tolto impatto e potenza alle storie, ma le ha rese uniche e singolari. Il linguaggio utilizzato è chiaro e preciso: spesso il narratore parla in prima persona al lettore, creando una sintonia con lui. La sua voce è’ quindi ironica a tratti, ed altre volte redarguisce il lettore, lo invita a riflettere, anticipa e suggerisce intenzioni degli Dei. Tutto questo rende la lettura un’esperienza coinvolgente, scorrevole e divertente. Influenzata dal fumetto e dal cinema, avevo in mente una determinata caratterizzazione per eroi e Dei: Gaiman, invece, attinge a fonti più “puriste” e ci narra le divinità ed il mondo norreno in modo diverso. Il mio personaggio preferito è indubbiamente Loki: bellissimo, irriverente, manipolatore, e anche malvagio; il dio degli inganni può cambiare forma a suo piacimento e ne combina di tutti colori. A ragione, dice di lui Thor: quando succede un disastro, il primo pensiero diventa “è colpa di Loki!”, a significare l’attitudine del bel Dio per ficcarsi in situazioni complicate. Ma Loki, a discapito delle aspettative, riesce sempre a cavarsela grazie a cavilli e scappatoie a cui nessuno ha pensato. Ho particolarmente apprezzato la relazione che ha con Thor, in particolare nel racconto inerente al “matrimonio” di Freya: con i suoi ripetuti “stà zitto, Thor”, mi ha strappato ben più di un sorriso. Tanto Loki è arguto e scaltro, quanto Thor appare fisicamente fortissimo ma poco sveglio. Leale e fedele ad Odino e al suo popolo, il Dio del tuono dalla barba rossa è fondamentalmente un puro: buono fino al midollo, seppure consapevole del potere di Loki, finisce per credergli e per fidarsi. Del resto, anche gli altri Dei hanno questo rapporto di amore/odio verso Loki.

Nel mondo degli Dei norreni trovano spazio anche le donne, ovviamente: su tutte, spicca per bellezza e temperamento, Freya. Lei rifiuta e rigetta con forza la visione che gli Dei sembrano avere di lei: non si piega al volere di nessuno, e in effetti è un personaggio molto apprezzato. In un racconto in particolare, complice Loki ( e chi senno’?!), Freya dimostra con forza la propria determinazione: non ci sta ad essere trattata come oggetto, come una proprietà da scambiare per fini altrui, per quanto nobili e importanti possano essere. Nessuno mette in discussione la bella Freya, anzi tremano al pensiero di doverle comunicare qualcosa che sanno già incontrerà il suo disappunto. Sarà ancora una volta Loki- verso cui non si riesce a non provare affetto e gratitudine- a risolvere la situazione… a modo suo! 

Ho molto apprezzato la presenza della dimensione onirica come luogo del sogno, rivelatore di futuri possibili ed elemento che sancisce la necessità di interventi da parte degli Dei: in particolare, Odino stesso, che ha rinunciato ad un occhio per avere una visione più lungimirante e saggia, preserva un ruolo importantissimo ai suoi sogni e ai significati che essi nascondono. Quasi come se dalla visione del sogno ne derivasse una forma “altra” di conoscenza e saggezza accessibile solo a lui. E’ tramite il sogno che Odino scopre l’esistenza di tre figli di Loki nati da una relazione extra coniugale con una gigantessa: tra loro vi è il terribile lupo Fenrir che nel sogno di Odino sopravvivrà alla fine degli Dei asgardiani. 

Non solo: Belder figlio di Odino, il più bello e il più saggio sogna la fine del mondo, tempeste e distruzione. Nel mito norreno, il sogno è quindi appannaggio di chi è saggio, divenendo una forma di conoscenza esclusiva che va indagata. L’indagine comporta un lungo viaggio, fisico ma soprattutto interiore; Odino, per scoprire l’origine e il significato degli incubi del figlio, si reca lontano, varcando simbolicamente i confini oltre la fine del mondo, per scoprire quello che già sa. Ragnarok è vicina. Sogno, conoscenza, sofferenza, quindi: nemmeno il più potente degli dei può prescindere dal destino. La resa dei conti deve giungere e sarà atroce, devastante, perché distruggerà Midgard, Asgard e gli Dei stessi; ulteriore smacco, la fine giungerà per mano di Loki e dei suoi figli, come previsto da Odino, nonostante i suoi sforzi per dare ai figli mostruosi del dio dei bugiardi un’ altra collocazione. Il rancore che covano nei confronti di un mondo che li ha esclusi per paura, è un’arma potentissima. Solo due resteranno in piedi alla fine… ma sarà davvero così? Il mondo è ridotto in cenere, gli Dei sono caduti, ma c’è una scintilla di vita, una “brama di vita”, la speranza nata dall’intelligenza, nata dal tronco di Yggdrasil, l’albero-mondo.

E il gioco ricomincia”.

Ogni storia contiene un messaggio, in accordo con il mito che è narrazione, legame con le proprie origini e tradizioni ma anche monito. E il mito norreno non è da meno: il mondo presentato non è edulcorato da violenza e cattiveria che scorre a fiumi e si fa fondamento di luoghi e popoli, di mestieri ed arti (come ad esempio, la nascita della poesia). Sotterfugi e inganni sono all’ordine del giorno, così come punizioni esemplari ma spesso mal indirizzate. Asgard e le sue divinità sono impetuosi, insaziabili e passionali, spesso implacabili, altre volte arroganti o fintamente ingenui: ricalcano tutta la sfere delle sensazioni che conosciamo. In definitiva, il mondo raccontato da Gaiman è affascinante per sua natura ma la sua scrittura piena, ben si presta alla narrazione del mito, arricchito dalla sua prosa che non annoia mai ma spinge il lettore a voler leggere ancora un po’, a tifare per questi Dei complicati ma dalle sfumature così umane da risultare vividi.

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