Shutter Island

Shutter Island

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Shutter Island di Dennis Lehane (traduzione di Fabiano Massimi) ed edito da Longanesi Editore che ringrazio per la copia.


Fredde, grigie, ostili. È così che appaiono le acque che si stringono attorno all’isolotto verso cui è diretto l’agente federale Teddy Daniels. Ma ancora più fredda, grigia e ostile è la struttura che si staglia contro il panorama: l’Aschecliffe Hospital, un istituto psichiatrico ricavato da un’ex base militare in cui sono ricoverati pazienti affetti da gravi patalogie psichiche, tenuti in isolamento perché giudicati potenzialmente pericolosi per il resto della società. Daniels, insieme all’agente Chuck Aule, è stato chiamato a investigare sulla misteriosa scomparsa di un’ospite della clinica, Rachel Solando, internata per aver ucciso i suoi tre figli. La missione nasconde, però, anche un altro fine, segreto e ufficioso: scoprire quali sono i metodi terapeutici adottati dai medici dell’Aschecliffe, perché una soffiata avrebbe rivelato che all’interno delle silenziose pareti del faro che incombe sull’isola vengono condotti esperimenti sugli esseri umani. I sospetti di Daniels sembrano confermati dall’elusività del personale, dalla scarsità di informazioni a cui gli viene consentito di accedere e da misteriose incongruenze nelle versioni dei fatti. A complicare la situazione, un violento tornado si abbatte sull’isola, tagliandola fuori dal resto del mondo. Nonostante i divieti, Teddy riesce, però, a raggiungere un settore dell’ospedale che fino a quel momento gli era precluso. Ed è a quel punto che le indagini prendono una svolta sinistra. I conti cominciano a non tornare. L’atmosfera sempre più cupa e inquietante si lega indissolubilmente a una serie di eventi che a Daniels sembrano illogici e che condurranno a un epilogo spiazzante.


L’Aschecliffe è un ospedale psichiatrico collocato su di un’isola; in origine il complesso era una base militare andata presto in disuso per l’imminente esigenze di guerra. Ora ospita tre padiglioni di malati psichiatrici violenti, che hanno commesso crimini; l’istituto è sia sotto la giurisdizione del Dipartimento di Igiene Mentale sia del Dipartimento federale dei penitenziari. Da questa struttura complessa, non si sa come, non si sa perché, è riuscita a fuggire una donna, Rachel Solado, che ha ucciso i suoi tre figli, motivo per il quale gli agenti federali Teddy Daniels e Chuck Aule si trovano sull’isola. Sin da subito appare chiaro al lettore che tutti qui nascondono qualcosa. Teddy è un uomo solo e solitario: gli piace pensarsi come un maschio alfa quando indaga e conduce gli interrogatori a differenza di Chuck che riesce subito a mettere a proprio agio l’interlocutore mostrando un carisma e un fascino magnetici. Ma c’è di più: entrambi hanno visto la guerra, sono stati costretti a uccidere e a convivere con questi morti, ma Teddy ha una ferita ancor più atroce … ha perso la giovanissima e amatissima moglie, Dolores, in un incendio appiccato da un piromane che viveva nel loro stesso condominio. Da quel momento Teddy ha smesso di usare l’alcol come meccanismo consolatorio ma si è anche chiuso in un dolore indicibile che rivive ogni notte in sogni vividissimi che hanno come protagonista Dolores e i loro ultimi istanti insieme ( non così rosei come li ha poi raccontati ai giornalisti) ed esitano in emicranie spaventose. Questo è il bagaglio personale con cui affronta quest’isola misteriosa e questo ospedale decisamente sui generis, diviso in tre padiglioni e con aree addirittura proibite: ai due federali viene subito chiarito il loro ruolo e i loro diritti di competenze, niente armi, innanzitutto. Riluttanti, i due agenti sono costretti a convenire con le regole imposte e iniziano ad osservare la zona nonché interrogare i vari personaggi coinvolti l’enigmatica sparizione che, notano, sembra però colpire solo loro: come mai a nessuno sembra importare dell’assenza di Rachel? E come ha fatto una donna senza scarpe a fuggire da una stanza che ha tutta l’aria di essere una cella? E come ha potuto superare diversi blocchi presidiati da agenti per fuggire poi dove? Nuotare per raggiungere la terra ferma? O c’è una verità più subdola che nessuno sta dicendo?

Pagina dopo pagina, mi sono ritrovata coinvolta in una storia paranoica, avvincente, geniale, magistralmente condotta fino ad un epilogo imprevedibile e che ha per me ancora dell’incredibile …

Non sono pazza. Non lo sono. Certo, cos’altro direbbe una pazza? E’ questo l’aspetto geniale della situazione. L’aspetto kafkiano. Se non sei pazza ma la gente ha detto a tutti che lo sei, allora qualsiasi affermazione contraria da parte tua non farà che rafforzare quella tesi.

Ho seguito Teddy, mi sono posta le sue stesse domande, ho covato i suoi dubbi e ho letto i suoi silenzi – certo anche lui ne ha di segreti che sembrano portarlo inevitabilmente verso questo ospedale e verso una vendetta personale – ho decifrato i codici con lui e ho sofferto con lui, con i suoi sogni angoscianti e i risvegli anestetizzati. Ho avuto paura con e per lui, in definitiva ho tifato per lui per tutto il tempo: Teddy mi ha convinta, mi ha conquistata: è il fulcro di una storia più grande di lui, di una manovra politica e di scienza. La scienza medica nello specifico ha un ruolo importantissimo in questo romanzo: è il periodo immediatamente successivo alla guerra, i traumi successivi ad essa sono all’ordine del giorno ma è anche il momento in cui la psichiatria sta cercando di spostare il focus dalla chirurgia alla farmacologia. Cawley è uno psichiatra convinto dei propri metodi, convinto che parlare possa aiutare queste persone così disturbate a buttare fuori i propri demoni ma , si chiede Teddy, agli altri cosa importa? Chi lenirà il dolore delle vittime delle loro follie? Cawley risponderà che il suo compito è occuparsi di questi criminali e vuole farlo in modo etico, rispettoso di qualunque dignità umana, ed è disposto a tutto per supportare la sua teoria … anche a comportamenti “estremi”. Ma estremi per chi?

Sarà interessante scoprire dove risiede la verità – ammesso che ve ne sia una, chiara e univoca, considerando che anche il finale lascia ancora dubbi e domande su ciò che sta realmente succedendo in questo ospedale: quando i nodi verranno al pettine e Teddy sarà più solo che mai, sarà disposto a guardare in faccia la sua realtà, quella verità che dolorosamente va cercando dalla morte della moglie? Un romanzo labirintico come labirintica è la mente umana, una lettura supportata da una scrittura puntuale, capace di descrivere ciò che Teddy vede al di fuori di sé in modo dettagliato e accurato ( dal paesaggio cupo al punto giusto a questi padiglioni abitati da voci sofferenti, dagli inservienti sinistri al faro incriminato, dai ratti alle scogliere), ma anche di scandagliare l’animo di questo personaggio, le sue paure più profonde, striscianti, indicibili.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.