La corte dei miracoli

La corte dei miracoli

Buongiorno, lettori! Esce oggi La corte dei miracoli, romanzo scritto da Kester Grant ( traduzione di Sara Brambilla) ed edito da Mondadori.


Dopo il fallimento della Rivoluzione e l’uccisione di tutti i rivoluzionari, Parigi è una città divisa in due. Accanto al reticolo di viali severi, fiancheggiati da bossi e frequentati dall’aristocrazia, prospera infatti una giungla tenebrosa popolata da sciami di mendicanti, ladri ed emarginati, teatro di crimini e miseria, un luogo oscuro e senza leggi. Qui il potere è gestito dai Miserabili, una formidabile corte di criminali divisi in nove corporazioni, chiamata la Corte dei Miracoli.
Membro della Corporazione dei Ladri, Nina Thénardier può rubare qualunque cosa a chiunque. La ragazza, soprannominata la Gatta Nera, ha sfidato la sorte così tante volte da essere quasi diventata una leggenda tra i Miserabili. Eppure questo non sembra contare molto quando, ancora una volta, la sua strada si incrocia con quella di Lord Kaplan, detto Tigre, feroce capo della Corporazione della Carne. L’uomo ha messo gli occhi sulla sorella della giovane ladra e, si sa, nessuno è mai riuscito a impedirgli di ottenere ciò che vuole. Non ci è mai riuscita la Corte dei Miracoli, come potrebbe farlo Nina, sveglia certo, ma comunque una ragazza, minuta per di più?
Di due cose, però, Tigre non ha tenuto conto. La prima è una regola inviolabile per tutti i Miserabili: mai, mai rubare a una ladra. E la seconda è che, quando si tratta di proteggere chi amano, le gatte sono capaci di mostrare denti e artigli e di diventare decisamente pericolose…
Ispirandosi a due capolavori della letteratura di tutti i tempi, I miserabili di Victor Hugo e Il libro della giungla di Rudyard Kipling, Kester Grant tesse un’ammaliante storia di crudeltà, passione e vendetta che, attraverso le vicende della protagonista, condurrà i lettori nel ventre più oscuro di Parigi, passando per la sfavillante corte di Francia per abbracciare l’alba di una nuova rivoluzione.


Nous sommes d’un sang

Dopo l’epurazione attuata per mantenere in ordine le strade di Parigi, città violenta, tutti i Miserabili della città formarono una serie di Corporazioni, nove, i cui signori si sedettero per la prima volta attorno al tavolo della Corte dei Miracoli: raccoglievano tutti gli emarginati della città, ognuno era accettato, non vi erano differenze di razza, sesso, etnia. Tutti erano figli, tutti erano fratelli e sorelle: uno stesso sangue, protetto e vincolato da Leggi. Ma la pace nella Città non era destinata a durare e ancora una volta l’equilibrio venne destabilizzato da una rivoluzione feroce, sanguinaria: Parigi,ora, è divisa, due anime la abitano, due volti, uno ricco, uno in cui i nobili hanno schiere di valletti per bere il the e gettano via il cibo se non è abbastanza caldo, e una povera, nella quale la privazione e gli stenti hanno agito come motore per mettere in atto una crudeltà. Non ci sono amici, in questa parte grigia della città: solo alleati o nemici. E i nemici si nascondono ovunque… come scoprirà a sue spese Nina, la protagonista intraprendente e determinata della storia.

Separata dall’amata sorella per mano dell’avido padre, Maestro delle Bestie della Corporazione dei Ladri, che la vende a un uomo platealmente riconosciuto come violento, perverso, crudele, un personaggio che si fa beffe ( ma in modo subdolo) della Legge dei Miserabili, Nina, grazie all’aiuto del Nibbio, Messaggero e amico della sorella, riesce, anche per mezzo delle sue doti, a farsi accettare come figlia proprio nella Corporazione dei Ladri. Essere minuta, svelta e , stando a quanto le diceva sempre la sorella maggiore, intelligente, la portano a rubare un dono prezioso ( appoggiato su un nobile collo!) per il suo nuovo Padre, come vuole la legge: Lord Tomasis, Signore dei Ladri. Ma Nina non riesce a dimenticare la sorella, comprata dalla Corporazione della Carne il cui destino è peggiore della Morte Eterna: drogata, è ridotta a una schiavitù aberrante e quando Nina lo scopre – perché rischierà di tutto per cercarla – capirà che nulla può salvarla … a meno che, non trovi qualcosa che possa allettare i desideri del capo di quella Corporazione malfamata, lord Kaplan, la Tigre, colui che ha pagato per la bella sorella di Nina. Così la caccia della nostra protagonista, chiamata come i figli dei Ladri “gatta”, inizia, intessendo le trame di un piano destinato però a coinvolgerla più di quanto aveva previsto: non è affatto la criminale, la ladra fredda e spietata che crede di essere perché si affezionerà proprio a Ettie, una bambina dall’aspetto incantevole, che lei vorrebbe usare come esca per Kaplan. La Tigre è stata allettata ma nel frattempo il cuore di Nina si è sciolto: come può scambiare una sorella per l’altra? Come può lasciare che sia la piccola, ingenua, Ettie a pagare il prezzo del suo amore?

Schiava quindi del suo stesso piano, Nina deve rimescolare ancora una volta le carte in tavola e impedire che Ettie sia comprata dalla lussuria avida del desiderio della Tigre, personaggio losco il cui passato personale è legato proprio alla Corte dei Miracoli, a quei Signori che si professano così attaccati alla Legge. Rancoroso e distruttivo, Tigre non è qualcuno che si vuol avere come nemico, Nina lo sa, e sa che per proteggere Ettie occorre qualcuno che sia così folle da inimicarsi l’uomo: il Signore dei Morti. Un pò burattinaia, un pò burattina, Nina, pur giovanissima, ha una determinazione ferrea che la porterà ad esporre, a contrarre e pagare debiti con personaggi considerati, almeno nominalmente, spaventosi, malvagi: da Lord Orso e Lupo, Maestro dei Fantasmi, da Lady Corday e il suo affascinante Maestro dei Coltelli Montparnasse, i più pericolosi criminali della città vengono coinvolti – e coinvolgono a loro volta – da Nina nel suo piano per salvare la sorella di sangue Ettie, solo che, pagina dopo pagina, intrigo dopo intrigo, si ritroverà coinvolta ella stessa in qualcosa di imprevedibile: la lotta per la città, per la libertà, per l’eguaglianza. Una lotta senza quartiere in cui i ricchi pur di evitare lo spettro di una nuova rivoluzione sarebbero capaci di qualsiasi cosa, ma è questo il momento in cui il popolo potrà insorgere anche se diviso al suo interno tra Corte dei Miracoli e Viandanti Diurni?

Ciò che di questo libro mi ha colpita è proprio la storia della sua Corte dei Miracoli, l’idea di un mondo criminale nascosto che segue però delle sue leggi specifiche: le nove Corporazioni, tuttavia, non ci vengono mostrate tutte e questo mi è dispiaciuto perché avrei voluto vederle, vedere come agivano, scoprire i loro talenti come accade per i Pipistrelli, i Gatti, i Fantasmi. Anche se la loro legge sembra inossidabile e quasi nessuno osa apertamente mettervisi contro, qualcuno è riuscito ad arginarla sfruttando una spaccatura tra i Signori delle Corporazioni, manipolati, vinti dal senso di colpa per le conseguenze delle loro azioni, per aver preferito fingere di non vedere le violazioni che ora hanno forgiato il loro nemico principale. Tuttavia, la Legge non permette ai Signori di opporsi a nessun loro pari e sarà proprio Nina, con la sua sete di vendetta, a spingerli in questa direzione, sfruttando anche l’onda di una nuova epidemia e successiva carestia: e’ il momento di agire, Parigi e’ calda, pronta, i Miserabili sono pronti a riscrivere la loro storia condannando ora e per sempre la schiavitu’?

Mi è piaciuto anche il legame che gli ultimi tra gli ultimi instaurano tra loro, come quello tra il piccolo Gavroche e Ettie, e anche quello che i Miserabili hanno con la Città, una Madre che può essere protettiva o selvaggiamente crudele, ma un’entità cui tutti alla fine sono fedeli. Una Madre che si fa sentire e che i figli ascoltano, un battito ancestrale che li accomuna. Mi è piaciuta la tradizione di un racconto orale tramite cui i reietti della società continuano a tramandare i loro ideali e le loro storie, proibite e pericolose perché rivoluzionarie, perché parlano di una Parigi diversa: Il était une fois

Quello che ho apprezzato meno è la caratterizzazione di alcuni personaggi: Ettie, pur essendo piccola, mi è apparsa davvero troppo ingenua ed eccessivamente romantica rispetto all’atmosfera e al contesto in cui vive, e non sono sempre riuscire ad entrare in empatia con la protagonista, forse anche per il modo in cui l’autrice ha scelto di narrare la storia, in una prima persona sempre concentrata sul fare, e quasi mai sul sentire. L’autrice ci racconta una serie di fatti tramite la voce di Nina e si sofferma poco su come la protagonista si possa sentire: questo non mi ha permesso di capire appieno il modo in cui gli altri la vedono, perché Nina scateni una sorte di attrazione magnetica in tutti coloro che la incontrano, soprattutto se di sesso maschile. Sicuramente Ettie la idolatra, ma anche i Signori delle Corporazioni finiscono per attestarle una discreta stima, mentre lei appare sempre concentrata sulla sua missione, sulla sua idea di vendetta che nasce però da un suo piano iniziale di sacrificare Ettie per la sorella. Anche per quanto attiene ai tre personaggi maschili che si interessano a lei, sono molto diversi tra loro e suscitano in lei un tiepido grado di interesse, Nina non si sbilancia mai troppo, non si concede nemmeno questo, neppure quando il corpo la tradisce con tremiti e rossori, ha negli occhi solo la vendetta. C’è stato un momento in cui Nina, però, mi è apparsa in tutta la sua giovane fragilità: quando si avvicina al circolo degli studenti e vive nascosta con loro per due anni durante i quali saggia un diverso tipo di famiglia e vicinanza emotiva e pensa a se stessa in un futuro come non più Gatta ma come libera; eppure, i fatti che accadono dopo le rimandano una realtà diversa, soverchiante e schiacciante. Non può davvero essere altro? Sognare di essere una persona diversa è tradire Ettie, la sorella e tutti gli altri? Volere qualcosa per sé equivale a rinnegare i giuramenti fatti e la sua innegabile lealtà? Perché di Nina posso non aver sempre apprezzato i modi ma della sua lealtà sono stata assolutamente certa, e in quel frangente mi è sembrata così giovane e desiderosa di un destino diverso che la sua Madre Città non le permette. C’è sicuramente altro in serbo per lei …

L’ultima parte è stata sicuramente la mia preferita: molte azioni trovano il loro senso in un quadro che un pò Nina ha dipinto e un pò ha contribuito a dipingere, grazie anche all’introduzione del circolo politico sotto la guida di Saint-Just, intellettuale e rivoluzionario; per i miei gusti, diverse cose accadono perché devono accadere, finalizzate ad un certo svolgimento della trama e in alcuni punti ho percepito Nina davvero come troppo concentrata su ciò che deve fare e poco attenta a ciò che le sta intorno. Ho alcune teorie su come potrebbe evolvere la storia alla luce di alcune affermazioni che vengono fatte nel corso della storia e ammetto di avere una preferenza su un eventuale futuro interesse di Nina … chi lo sa, la Gatta Nera ha gli artigli fin troppo affilati, riuscirà a fermarsi, a calmarsi o la sua caccia continuerà?

– Copia per la recensione fornita da Mondadori.

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