Review Tour: Piccole donne
Buongiorno, lettori! Oggi un Review Tour dedicato ad una lettura speciale, Piccole donne, scritto da Louisa May Alcott ed edito in una nuova favolosa forma da Mondadori nella collana Draghi, piena di illustrazioni. Il volume raccoglie i quattro romanzi del ciclo: Piccole donne, Piccole donne crescono, Piccoli uomini e I ragazzi di Jo.
«Natale non sarà Natale senza regali» brontolò Jo sdraiata sul tappeto.
«Che brutto essere poveri!» sospirò Meg abbassando lo sguardo sul suo vestito vecchio.
«Non mi sembra giusto che certe ragazze abbiano un sacco di belle cose e altre niente di niente» aggiunse la piccola Amy sbuffando indispettita.
«Abbiamo papà e mamma, e ciascuna di noi può contare su tre sorelle» replicò serenamente Beth dal suo angolo.
Parlarvi di questo romanzo è parlarvi di me stessa, raccontarvi di una ragazzina piena di sogni che riceve in regalo questi libri e se ne innamora, al punto che ne consuma i bordi, che li rilegge ossessivamente e che comincia a chiedere sempre più libri. Per mia grandissima fortuna, la mia richiesta fu esaudita e dopo Piccole donne arrivarono tanti libri a farmi compagnia ma questo libro nello specifico occupa un posto speciale nella mia mente e nel mio cuore.
Mi sono innamorata, ho sofferto, mi sono arrabbiata, ho ballato con Meg, mi sono indispettita con Amy, ho sofferto con Beth … ma, più di tutto, ho letto e scritto con Jo, ho corso con la treccia al vento, ho improvvisato scene di teatro, ho abbandonato la casa famigliare pur di non ferire ulteriormente il mio migliore amico, ho incontrato l’amore della mia vita quando credevo che mai sarebbe accaduto. Oh, Jo, tu sei stata senza dubbio l’eroina della mia infanzia, con il tuo atteggiamento impulsivo e talvolta irruente, profondamente buona, ma seriamente convinta che nella vita si possa essere altro oltre a quello che gli altri vedono, sempre pronta a cogliere il buono da persone e situazioni. E poi, sì, la scrittura, quel germe segreto che stava crescendo anche dentro di me, e che tu incarnavi nella duplice veste di personaggio letterario ma anche di scrittrice. Crescendo, ho scoperto poi che Jo è una sorta di alter ego della stessa Louisa May Alcott, motivo ulteriore per amare così profondamente questa ragazza che, come può, stravolge le convenzioni sociali per essere ciò che desidera, anche se questo dovesse significare deludere le aspettative della Zia March, rimanere sola e non sposarsi mai.
Meg, Jo, Beth ed Amy sono delle giovani ragazze all’inizio del primo volume, vivono con la madre e la domestica Hannah, mentre il loro padre è al fronte durante la Guerra di Secessione, evento tragico che sarà sempre presente nei pensieri e come sottofondo emotivo nella storia. L’universo che viene raccontato, il piccolo mondo che traspare nella quotidianità delle vite di queste ragazze che nonostante tutto continuano a vivere, è chiaramente legato strettamente al contesto politico e al momento storico in cui la vicenda viene calata. E’ un’America puritana, provata dalla guerra, pregna di stereotipi di genere che, ovviamente, oggi fanno storcere il naso. Pur essendo una famiglia decisamente fuori dagli schemi, anche per i March è importante che le donne, oltre ad essere istruite ( ed è già un enorme passo avanti), sappiano anche svolgere i principali compiti domestici e partecipare in maniera consona alla vita sociale della città. A Jo viene concesso molto dalle sorelle e dalla madre per via della sua età e del suo temperamento, ma spesso le verrà rimproverato questo suo modo di fare così tipicamente maschile! Jo, infatti, non si lascia frenare da nulla e , ad esempio, quando un gruppo di amici di Laurie va a trovare l’amato amico, lei deve trattenersi, facendo uno sforzo enorme, dall’imitarne i modi di fare e di parlare; al tempo stesso, mentre i ragazzi sospirano tutti per la bella Amy, trovano molto simpatica la ribelle Jo. La nostra Jo non perderà mai quella verve, quello spirito che la contraddistingue e che ha fatto di lei una delle protagoniste femminili più amate della letteratura, nemmeno con l’età che avanza: anzi, quando incontra uno dei suoi “ragazzi”, questi è colpito proprio dalle espressioni fanciullesche di Jo, oltre che dal suo cuore immenso.
Bontà e gentilezza, oltre a rammendo e saper cucinare, sono alcune delle virtù che la signora March insegna alle sue figlie e, di riflesso, a tutti coloro che gravitano attorno a loro; soprattutto nel primo libro, ognuna delle sorelle March dovrà fare i conti con il proprio lato oscuro, se così vogliamo dire, con la propria debolezza, che sia la vanità o l’arroganza. Ne usciranno sempre più mature: le nostre ragazze March hanno la resilienza nel sangue e sono capaci di trarre le giuste lezioni da ogni situazione. Il linguaggio con cui la storia viene raccontato è semplice e delicato, a tratti intimo e dolce, specie in alcune scene la cui rilettura, lo ammetto, dopo anni, mi ha provocato le stesse identiche sensazioni. Ho pianto ancora, mi sono emozionata allo stesso modo, come quando si apre un vecchio album di fotografie e con nostalgia si guarda a ricordi preziosi appartenenti al passato. Per me, Piccole donne, rappresenta questo e molto altro: è stato per anni un rifugio, un porto sicuro a cui tornare, confortata dall’atmosfera accogliente e calda di casa March che ai miei occhi non è mai apparsa povera o brutta, ma un luogo di amore e affetti sinceri. Ognuna delle sorelle March viene descritta fisicamente e caratterialmente, e per oguna di loro è previsto un percorso di crescita e maturazione individuale che le renderanno diverse rispetto all’incipit del romanzo, pur conservando quei tratti che hanno fatto innamorare generazioni di lettori e lettrici.
Leggendolo oggi, si può facilmente notare come la mentalità dell’epoca sia presente in ogni passaggio narrativo: sicuramente, la figura delle donne, così centrale e fondamentale in questo romanzo, conserva ancora quella visione ridotta e parziale che solo verso la fine viene leggermente modificata ( penso a Nan, che realizza il suo sogno di diventare medico). Tutto questo è coerente con il contesto e con il momento in cui il romanzo vede la luce, considerando che parliamo del 1868 per la pubblicazione della prima parte di Piccole donne. Da allora, si spera, il mondo ha ampliato notevolmente il proprio respiro sulla questione femminile. Nonostante tutto, io continuo a credere che questi romanzi vadano letti da tutti, a prescindere da sesso ed età. La vena poetica della Alcott cattura il suo lettore ed è impossibile non affezionarsi o immedesimarsi in qualcuna, o tutte, le sorelle March! L’amore, l’amicizia, la famiglia, questi e tanti altri sono i temi trattati magistralmente nel romanzo per mostrarci la crescita di queste ragazze che, nel loro piccolo, cercano di fare ciò che facciamo tutti: realizzare i propri sogni.
E allora io mi perdo ancora un pò tra le tenere braccia della signora March, ad ascoltare una canzone di Natale suonata al meraviglioso piano della dolce Beth, con Amy che mi sistema ad arte un nastrino, Meg che canta e Jo che di nascosto mi arruffa i capelli … Natale non è Natale senza la famiglia March.