L’erede rapito
Buongiorno, lettori! Esce oggi il primo volume della dilogia scritta da Holly Black, L’EREDE RAPITO ( traduzione di Francesca Novajra) ed edito da Mondadori nella collana Fantastica. La storia è ambientata otto anni dopo la Battaglia del Serpente e ritroviamo Oak, principe ed erede di Elfhame.
Sono ormai trascorsi otto anni dalla Battaglia del Serpente. Nel gelido Nord, la spietata Lady Nore ha reclamato per sé la Cittadella dell’Ago di Ghiaccio. Suren, regina bambina della Corte dei Denti e unica creatura ad avere potere su di lei, sua madre, è fuggita nel mondo umano, dove vive come una selvaggia nei boschi, in completa solitudine e perseguitata dal ricordo dei supplizi subiti per mano dei suoi genitori. Si crede dimenticata da tutti fino a quando non si accorge che la hag della tempesta, Bogdana, è sulle sue tracce. Ad aiutarla è nientemeno che il principe Oak, erede di Elfhame, al quale un tempo Suren era stata promessa in sposa. Di lui, ora diciassettenne, affascinante e bello, dicono che sia viziato e ribelle. Troppo scapestrato per sedere sul trono. E soprattutto un abile manipolatore. Il ragazzo sta compiendo una missione che lo condurrà al Nord per la quale ha bisogno dell’aiuto di Suren. Ma se la ragazza accetterà, sa che non solo dovrà proteggere il suo cuore dal ragazzo che conosceva un tempo e di cui ora non può più fidarsi, ma dovrà affrontare nuovamente gli orrori che pensava di essersi lasciata alle spalle. Con questo romanzo, primo di una dilogia, Holly Black ci riaccompagna nel mondo magico e opulento di Elfhame, tra intrighi, tradimenti e desideri che possono diventare anche molto pericolosi.
Si torna ad Elfhame! Si torna a viaggiare tra corti, strategia, politica, intrighi e segreti … tanti segreti! Nonostante non possano mentire, queste creature riescono sempre abilmente a manipolare la verità a proprio favore. Fidarsi, è impossibile. Ma è altrettanto impossibile e impensabile vivere senza riporre fiducia in qualcuno.
In un mondo nel quale chiunque può utilizzare i punti deboli come arma. come difendersi? Appare chiaro da subito che il punto debole della voce narrante Suren /Wren è il desiderio di essere amata: un desiderio che ha i contorni solidi, che fa male come un dente dolorante i cui bordi tagliano ma che non si può lasciare in pace; bambina mortale, changelling, altro ancora, chi è davvero lei? Lei che non teme il freddo mai. Lei che non è niente, lei che non ha nessuno pronto a difenderla, lei che non è amata da nessuno. Lei, sola, selvaggia, lei che sa che non deve cedere a facili lusinghe e lotta per non essere dimenticata da quella “nonfamiglia” di umani a cui è stata sottratta dai suoi genitori fatati, portata via di peso, ingannata, tradita, torturata. Ha dovuto imparare da sola a difendersi e ora, figlia di traditori, è reietta tra i fatati e invisibile tra gli umani. Che dire di Suren? L’ho trovata un gran bel personaggio: capace di evolvere, di “mordere”, di scegliere con la propria testa e di affermarsi, capace di accettare quelle parti di sé che considera mostruose senza per questo perdersi, e arrivando a compiere scelte che avranno delle conseguenze .. ah se le avranno! Per il regno ma anche per il suo cuore.
Suren è abituata a guardarsi e a trovarsi mostruosa: ha fatto persino spaventare la famiglia e quella sorella che tanto amava quando quelle creature uscite da una favola crudele le hanno rivelato la sua vera natura. Come può, allora, un principe di una bellezza capace di far male come Oak trovarla non ripugnante? Suren prova con tutte le sue forze a considerare i momenti che ha con Oak come … solo momenti. Solo strategia. Solo bugie. E mi piace come l’autrice riesca a gestire questo senza farlo scadere in un cliché, senza far sì che la protagonista ceda. Ed è per questo che i loro momenti sono così intensi, che anche due mani che si sfiorano, due sguardi che si incontrano e si parlano più di mille discorsi, diventano così importanti per loro e per me come lettrice che li aspettavo, li ricercavo. Nulla però è mai semplice con la Black. Quella che apparentemente è “niente di niente”, è molto di più ( anche se il colpo di scena finale lo avevo previsto molto tempo prima!) e il principe bello, viziato, ribelle e anche un pò inutile, è molto di più.
Oak e Suren hanno un passato fatto di incontri e di giochi, piccole scommesse e sfide ( che tanto sono care all’autrice): ognuno di loro gioca solo per metà, l’altra metà è impegnata a pianificare premi e ricompense, cosa che vogliono ottenere ma che per un motivo o per un altro non possono chiedere apertamente; si incontrano, si separano. Lei manda via lui, vergognandosi della sua condizione di reietta, pentendosi perchè forse l’amico aveva bisogno di lei. Promessi sposi. Amici. Nemici. Alleati. Cosa sono Oak e Suren? La risposta non è facile da dare. Per il momento condividono una meta anche se i motivi per cui vogliono arrivare alla Corte dei Denti dalla madre di Suren, la terribile Lady Nore, sono ovviamente diversi. Se quelli di Suren sono chiari, narrandoci lei la sua versione di storia, quelli di Oak sono oscuri. Il principe, come anche Suren, nasconde una maschera: finge di essere fragile, facile da manipolare, tutto sorrisi e moine. E’ il principe che tutti amano. Ma nel suo cuore – e Suren lo sa, lo vede – si comporta così perchè ha paura di se stesso. La sorella Jude sarà anche l’erede strategica del temuto padre generale Madoc, ma Oak è il suo sanguinario figlio, un giovane che non ingaggia battaglia tanto per ma lo fa per uccidere e non si ferma fino a quando non ottiene la vittoria, salvo poi riprendersi e soffrirne.
Nel viaggio verso la Corte dei Denti, attraversiamo luoghi e incontriamo creature, vediamo sviluppare il rapporto tra i due personaggi ma altrettanta importanza hanno i personaggi secondari, da Tiernan a Hyachintye , dalla hug Bogdana ai troll. Il destino di Suren e Oak è ovviamente legato al destino di tutto il regno: fermare Lady Nore, riprendersi Madoc, riportate al Sommo Re Cardan e alla sua regina mortale Jude reliquie potentissime … facile, no? Non mancano scene di violenza a cui l’autrice ci ha abituato, intrighi, prigioni, balli e feste, abiti meravigliosi e segreti inconfessabili. Vendetta e desideri: attenzione, però, ad Elfhame rischiano di diventare realtà… Non vedo l’ora, ovviamente, di conoscere il seguito!
-copia per la recensione fornita da Mondadori