La forma della luce: il risveglio degli Otto
Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del primo romanzo della dilogia fantasy, La forma della luce – Il risveglio degli Otto, scritto da Arianna Calandra ed edito da I.D.E.A. ( Immagina di Essere Altro), che ringrazio per l’invio della copia cartacea.
TRAMA
Ci dicono sempre che in ognuno di noi esistono Luce ed Ombra in egual misura, sta al singolo decidere quale via intraprendere. La verità è che la Luce ha iniziato ad abbandonare la Terra diversi millenni fa, offuscata dall’odio, dalla vendetta e dall’egoismo che dilagano sul nostro pianeta. Da secoli, gli esseri umani nascono privi di Luce, divorati dall’oscurità già dal grembo materno, perché è difficile fermare la corruzione, prepotente e incentivata dalle Ombre Risvegliate che governano il pianeta, portantodolo lentamente alla sua rovina. In questi ultimi anni, però, otto bambini sono venuti al mondo puri, Luci intatte, potenti. Loro verranno messi a conoscenza della vera storia, saranno indirizzati dalle loro guide, terrene e spirituali, verso un cammino che restituirà una speranza all’umanità. Il bene non dipende dalla razza cui appartieni, dal tuo essere umano.
La bilancia cosmica pende da sempre tra Luce ed Ombre: dal suo equilibrio dipende la sorte del nostro mondo, che è molto più antico di quanto si possa pensare. Purtroppo, la Luce si sta lentamente consumando: cosa accadrà al mondo quando si sarà del tutto estinta? In realtà, questo percorso terribile è iniziato molto tempo addietro, prima delle nostre guerre, prima del nostro male, sta di fatto che le conseguenze di questa inversione, di questo squilibrio, saranno responsabilità di tutti. Esiste però una speranza, otto luci purissime ed intatte, sparse per il mondo che attendono solo di essere “svegliate” e rese edotte dei loro compiti dalle loro Guide.
Luna è una ragazza romana di diciannove anni, all’ultimo anno di liceo e ad alle prese con una realtà piatta e stereotipata che non le si addice affatto; lei è alla ricerca di stupore, alla ricerca di un destino. E’ sicuramente il personaggio che più mi ha colpita, per una serie di affinità caratteriali che mi hanno toccato nell’intimo: credo che Luna viva profondamente quel senso di conflitto con il mondo, quella ricerca di un suo posto e una sua dimensione, perché tutte le esperienze che le gravitano attorno le sembrano troppo “poco” , troppo banali e superficiali. Questo non la porta ad essere arrogante né saccente, Luna piuttosto schiva e rifiuta le interazioni sociali limitate dai cliché delle feste e degli alcolici: non li giudica, sia chiaro, ma non fanno per lei, che preferisce camminare alla ressa dell’autobus, e i Beatles alla musica contemporanea.
Avvertì un muro crollare, preso a picconate dalla vera Luna, la stessa che aveva vilmente relegato in un angolo per lasciare spazio alla sopravvalutata normalità.
Nonostante questo, ha un gruppo di amiche che la coinvolgono e lei si sforza di prendere parte alle varie attività fino a che conosce l’enigmatico Gabriel nell’altrettanto stravagante forno di Matilde. Quando il ragazzo le rivelerà verità sconcertanti su di lui, su di lei e sul mondo, Luna dovrà decidere se crederci o meno, e soprattutto interpretare le parole della sua Guida di Luce, Gabriel. Accompagnata dalla bella figura del dottor Colonna con cui instaurerà un rapporto pulito e quasi paterno, Luna avrà il compito di ricercare Manuel, uno degli Otto.
Insieme a lei, conosciamo, attraverso la scelta dell’autrice di alternare la narrazione con quattro punti di vista, Adam, giovane laureando in medicina, che vive nella Gerusalemme ebraica ed è il nipote di un grande uomo che tanto ha fatto per la sua comunità. Figlio di una famiglia che vive a stretto contatto con la morte, Adam ha sempre rinnegato l’impresa funeraria, e avrebbe preferito crescere in una casa più vivace e “normale“; quando durante una commemorazione per la morte del nonno avrà un incontro proprio con il parente scomparso, anche Adam dovrà fare i conti con l’imparare ad essere una Luce. La sua natura buona e generosa lo porteranno a volersi adoperare subito per gli altri, con l’intento di aiutare le Ombre a passare oltre; tuttavia, questa sua inclinazione gli comporterà non pochi rischi ( cosa che sicuramente vedrà un approfondimento maggiore nel secondo volume). Insieme al fratello Zach, con cui riscoprirà un legame molto più profondo poiché entrambi avevano rimosso determinate cose, andrà alla ricerca di un’altra degli Otto, Leena. Interessante notare come la sua ricerca lo porterà proprio in Palestina: ma Adam non è un ragazzo incline ad abbattersi, anzi, dimostrerà ancora una volta il suo grandissimo cuore.
Keo è una giovane donna del Laos che vive organizzando escursioni per curiosi turisti, specialmente europei; proprio grazie a questa sua attività ha conosciuto Charlie e Bill, inglesi rapiti dalla bellezza selvaggia della sua terra e che hanno deciso di mollare tutto per vivere qui. E’ cresciuta con la sua migliore amica, figlia dello sciamano del villaggio, e vive con la sua famiglia con cui ha un legame viscerale ed unico. Di natura scettica ed impulsiva, anche Keo dovrà mettere in dubbio le sue credenze e concezioni quando incontrerà proprio uno di quegli spiriti in cui suo padre e il suo popolo credono. Intraprenderà un viaggio difficile con Bill, per andare alla ricerca di un altro degli Otto, che conoscerà solo nei capitolo conclusivi del romanzo e che mi ha incuriosito molto.
Infine, abbiamo il mio personaggio maschile preferito, Daniel, affascinante giovane indiano che vive nella riserva Dakota dell’Oklahoma; onesto, leale e sempre pronto ad aiutare gli altri, profondamente legato alle sue origini e alle tradizioni della sua gente, Daniel non si tira indietro ed è un ragazzo che ama con tutto se stesso. Purtroppo dovrà sperimentare sulla sua pelle cosa accade quando la Luce attrae il suo opposto, quando la malvagità dell’uomo vuole avvicinarsi alla perfezione della Luce; per proteggere coloro che ama, deve sacrificarsi e fidarsi ciecamente del suo spirito Guida. Daniel dovrà affrontare una prova importante in questo libro e dovrà dimostrare una grande maturità.
Ogni cosa sulla terra può diventare Luce od Ombra: l’energia che decidi di sfruttare, ciò di cui ti nutri, quello che scegli di dire, di fare, di pensare, di usare, ogni cosa fa pendere la bilancia.
Ho apprezzato che le quattro voci appartengano a giovani protagonisti con delle personalità piene di potenziale, non i soliti personaggi autoriferiti e centrati unicamente su loro stessi; nonostante venga loro affidato un messaggio criptico ed un compito ancora più misterioso, non hanno atteggiamenti strampalati, ma cercano di comprendere quanto più possibile ciò che gli accade. Aiuta sicuramente molto l’ampio arco narrativo trattato, che abbraccia alcuni mesi e che quindi permette il sedimentarsi di domande ed emozioni. Appare chiaro il lavoro che l’autrice ha compiuto per rendere credibile il suo romanzo, pur all’interno di un contesto fantasy: le ambientazioni, le differenze linguistiche ma soprattutto la spiritualità, sono studiate con cura ed attenzione e vengono “tradotte” in modo non accademico, ma realmente empatico dall’autrice. Così, riesce a “muoversi” con agilità e grazia tra Roma, Gerusalemme, il Laos e una riserva indiana, risultando credibile e coerente in ogni contesto che affronta; i suoi protagonisti sono in quella fase di vita che tende all’indipendenza e all’autonomia anche tramite atteggiamenti di rottura rispetto a tradizioni famigliari o ambientali. E proprio le ambientazioni scelte hanno uno specifico ruolo e valore all’interno della trama: quasi come delle linee spirituali, dei raccordi, dei centri di interesse, vengono scelti luoghi dal grande valore simbolico, universalmente riconosciuto (penso soprattutto a Roma e Gerusalemme per la religione tradizione, e al Laos e alla riserva indiana per quell’aspetto più animistico e naturalistico della religiosità). Non importa quindi la latitudine, o il credo religioso, la Luce arriva ovunque. E interpretando proprio un preciso momento storico-sociale, attualissimo, l’autrice parla di un modo di vivere la spiritualità e la preghiera più intimo, rispetto al grande afflusso del passato nei luoghi di culto. Vi ho letto un grande messaggio di apertura all’altro, di accettazione del diverso, soprattutto quando Adam non ha paura di esporsi e privarsi della sua Luce pur di portare le Ombre meritevoli al sicuro: per quanto ci si possa essere sporcati nella vita, ci dovrebbe essere sempre data la possibilità di redenzione.
Mi ha colpita molto la scelta di rendere le guide delle Luci cieche, quasi a rimarcare l’importanza dell’esserci, del sostenere, piuttosto che del semplice viaggio; il destino, come rimarcano spesso le guide, non esiste … ma è davvero così? E cosa comporta la connessione tra Luci? Chiaramente, ognuno di loro reagirà a questa sorta di chiamata, in modo personale ed individuale, sulla base della propria personalità; ma tutto il romanzo è permeato da un’idea di fondo che è quella del cambiamento, della trasformazione, del movimento finalizzato ad un obiettivo ed evocato – a mio avviso – sin dalla copertina stessa, una figura umana pronta a sbocciare. Una figura che vuole occupare il proprio posto del mondo, proprio come accade agli Otto. Certo, l’autrice ci lascia e ci solletica con interrogativi e domande aperte: cosa ha provocato il risveglio, proprio ora? Cosa accadrà una volta che tutti saranno insieme? Contro chi o cosa dovranno combattere e come? Viene da pensare che anche il corrispettivo delle Ombre si stia muovendo, ma come?
Con uno stile pieno e maturo, l’autrice ci conduce all’interno di una storia archetipica, dove gli eroi devono viaggiare fisicamente e dentro se stessi per recuperare quella Luce di cui sono dotati; ognuno di loro dovrà decidere cosa farne di questa Luce e come usarla, nell’eterna lotta contro il male oscuro. Attraverso luoghi incredibili e suggestivi si compie un viaggio che è poi ricerca di se stessi, che conduce i protagonisti a tornare all’origine del mondo e di loro stessi, a quel nucleo intimo e caldo che è la famiglia. Si chiude l’ultima pagina con la voglia di scoprirne di più, di emozionarsi ancora e di vedere dove il risveglio ci porterà. Una storia di grande impatto emotivo, con una prosa consapevole e che coinvolge il lettore.
Nota di merito per la bellissima lettera finale scritta dal padre di Luna alla ragazza: riprendendo il concetto di luce sempre presente nel testo, l’uomo parla di cera e candela, di aspettative e possibilità. La capacità poetica dell’autrice, qui, emerge con forza e lascia un ultimo messaggio potente al suo lettore, un’ultima incisiva pennellata per evitare che ci si dimentichi della sua storia.