Il mio cuore è un serraglio

Il mio cuore è un serraglio

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di Il mio cuore è un serraglio, di Allan Gurganus (traduzione di Anna Tagliavini e Maria Baiocchi), edito da Playground Editore che ringrazio per la copia.


«Le persone sono proprio meravigliose.» Queste le parole pronunciate
da Vernon Ricketts, il generoso proprietario del negozio d’animali locale,
uno dei protagonisti di Il mio cuore è un serraglio.
Parole che esprimono lo stupore e anche l’entusiasmo
di fronte allo spettacolo dell’umanità, nei suoi tratti più evidenti,
ma anche in quelli più nascosti, nelle sue virtù come nelle sue segrete perversioni.
Poliziotti alle prese con reati scandalosi, un giovane giornalista
sulle tracce di un miracolo inspiegabile, un energico studente
affascinato da un vecchio dipinto, una bibliotecaria in pensione
coinvolta in un sorprendente rapporto erotico con un avventuriero
intraprendente.  Nelle vite e nelle storie raccontate da Gurganus
nulla è condannato a priori, nulla è cancellato per ipocrisia
o pudore, tutto è meravigliosamente umano, comico
e allo stesso tempo commovente.
E Falls, la cittadina d’invenzione del North Carolina,
è un microcosmo perfetto dove si muovono i tanti caratteri umani,
dove emergono i moventi più imprevedibili, e dove si esprimono
voci diverse, che l’autore sa riprodurre in una miscela di alto e basso,
di grottesco e colto, di commedia e tragedia.


La gente a volte è proprio magnifica.

Faceto e serio, alto e basso, nelle storie di Gurganus tutto si fonde per restituirci un’umanità dilagante nelle sue bellissime fragilità, come quella di Evelyn che pronuncia proprio quella frase in una delirante visita turistica deluxe a Falls, North Carolina, durante la quale affastella pensieri personali, aneddoti cittadini, per dar vita ad una storia tragicomica, con una figlia adulta illibata e votata a Jefferson e un’esperienza di quasi-morte che l’ha riportata alla vita. Ma grattando la superficie della sua ilarità, del suo cercare il modo per affascinare tanto i visitatori deluxe che il lettore, rinviene una sofferenza angosciante, dolorosamente solitaria. Ecco, in questo si annida la genialità dei racconti dell’autore, coinvolgenti, magistrali, capaci di dire una cosa e sottendere ben altro, metaforici e simbolici, col sapore dolceamaro della vita.

Il volume contiene novi preziosi racconti, nove vite, molte delle quali hanno in comune l’ambientazione nella cittadina fittizia di Falls, che profuma e sa di America rurale, di accenti marcati, di comunità fatte di pettegolezzi e segreti. Ogni storia è narrata in prima persona dal protagonista che la racconta e sin da subito le voci si fanno riconoscere, riuscendo a dare uno spessore reale al personaggio incarnato: qualcuno di loro si rivolge direttamente al lettore coinvolgendolo in una scena di una coppia e un cane su una spiaggia gelida, una triade unita in un addio a una terra che diventa anche altro, una lotta con acque artiche e giochi (Prendi!) finiti male, qualcuno testimonia alla moglie assistente legale l’atto più efferato che abbia mai visto nella sua attività di poliziotto locale, qualcuno è suo malgrado eroe della propria storia salvando amici e sconosciuti in un’inondazione che ha quasi un valore salvifico per lui, c’e’ la voce del giornalista che scrive un ultimo pezzo per il quotidiano locale prima di farsi tentare dalla grande testata giornalistica di città e si perde in un miracolo che gli cambiera’ la visione della vita.

Qualunque sia la voce che racconta, mi hanno colpito diverse cose: la capacità dell’autore di costruire storie e personaggi sin da subito credibili e veritieri, sinceri e autentici, e la possibilità che non tutto sia scritto, che ognuno possa riscrivere quando e come vuole la propria storia. Magari per qualcuno di loro servirà un aiutino, una spinta, esterna, per pensarsi come persone diverse, non più ancorate ad un certo tipo di educazione rigida e moralistica, come Esther nell’ultimo racconto che da il nome alla racconta. Spiritosa, intelligente, è una donna che ha sempre vissuto con il peso delle aspettative materne circa il modo in cui essere una bambina perfetta e una donna perfetta; alla soglia dei settant’anni è vergine, “no disponibile”, come la scritta al neon blu e rosa del motel in Florida che decide di comprare dopo una vita come bibliotecaria, bruttina, la “Zia Zitella” di turno. Ha combattuto le battutine con l’autoironia, ma ora, un incontro esotico e imprevisto rimescola tutto, nel serraglio dei rettili ha scoperto e trovato se stessa. Disponibile. A cosa? A tutto. A vivere.

Questa sorta di rinascita è qualcosa che permea diverse storie, alcune in modo chiaro ed esplicitato dai protagonisti, come nel caso di Mitch e della sua barchetta che salva i concittadini, altre volte in modo più velato, come accade nella prima storia del volume con il collezionista di giocattoli che incontra la storia, profonda e toccante, del medico di campagna, idolatrato prima e bistrattato poi in un’ondata di colera. Questo incontro, veicolato da Theodosia ( anche lei una donna anziana e apparentemente esteticamente poco piacevole ma magnetica, come Evelyn ed Esther), lo trasformerà per sempre: uscito dal suo negozio, rinasce, attingendo a quei quadri che tracciano una storia per immagini dei lavoratori. E che dire di Vernon e della sua gentilezza, della sua bontà d’animo, va contro il terribile direttore del Centro commerciale per dare asilo e conforto ad una giovanissima ragazza in una sorta di nuova natività. Ancora rinascita e nascita.

Cosa si è disposti a fare per coloro che si amano? Nel racconto ” E’ in ufficio”, una famiglia, un figlio e una madre, cercano di aiutare un padre ottantenne, instancabile lavoratore, un tempo simpatico e allegro ma di ritorno dalla guerra svuotato, immerso solo nella sua attività impiegatizia che alla fine della carriera lo lascia con poco in tasca. Cappello in testa, cappotto e immancabile valigetta, l’uomo ha perso le partite dei figli, eventi della loro vita, ha trascurato la moglie, rigettando ogni grammo di energia in quell’ufficio in cui vendeva cancelleria e ora cosa gli resta? Cosa gli ha lasciato quella guerra, cosa gli ha tolto da renderlo un uomo simile? E come possono loro aiutarlo? Un’intuizione del figlio e con solo nove passi, il padre, finalmente, torna a sentirsi parte di qualcosa, torna ad avere un suo scopo, fino all’inevitabile. E per amore, la coppia sulla spiaggia, già devastata da ciò che la voce narrante-lettore ci fa intuire, si lancia in un’impresa disperata che le onde, incessanti e incuranti di ciò che vi accade in mezzo, cancellano. Cosa siamo, se non granelli di un tutto più grande?

Ogni personaggio si erge dalla carta e diventa reale, così come la sua storia, il mondo in cui vive, le emozioni che prova: la prosa è magistrale, mescola stili e registri narrativi, regalandosi protagonisti splendidamente caratterizzati, ironici, drammatici, umani, compassionevoli. C’è la meraviglia del giornalista che nell’ultimo addio si accorge e si ri- innamora di un luogo che non è solo paesaggio ma è fatto di umanità, di persone, di esistenze, di una comunità che è ancora capace di essere tale. Quante storie non ha ancora scoperto? Quante restano lì nascoste in attesa di essere raccontate? Di svelare il loro miracoloso volo senz ‘ali? Di quanti crediamo di conoscere ogni cosa, ogni prevedibile direzione della loro vita e poi, all’improvviso, succede qualcosa che ci fa mettere in dubbio tutto, come accade a Wade e all’atto che suo malgrado scopre? Dove si annida l’amore? In un tupperware della misura perfetta per incastrarsi in una valigetta, tra le gelide cosce di un cadavere, nel centro di un tornado che ha devastato tutto ma che ha reso un uomo migliore, nei libri di storia regalati che sono divenuti poi ossessione, nel caldo respiro di cuccioli attorno a una madre, nel neon che si accende e diventa disponibile. Pullulano vitalità e speranza e meraviglia, compassione e dolore, e seconde possibilità nonostante l’età, nonostante il mondo esterno fatto di guerre e depressioni e rigidità, nonostante il sogno americano possa essere schiacciato. Divertenti e tragici al tempo stesso, veri, onesti nelle loro brutture e anche nelle loro potenzialità, diventano nel corso della lettura amici capaci di emozionare, di far sorridere e commuovere. Difficili da abbandonare, parlano di se stessi e attraverso la loro voce, parlano a me e di me.

Qualcosa viene lanciato. Noi lo recuperiamo, senza sapere esattamente cosa ci è stato offerto. Quanto più si dimostra difficile da raggiungere, tanto più ci sembra di averne bisogno. E ci gettiamo all’inseguimento.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.