Tutte le conseguenze

Tutte le conseguenze

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Tutte le conseguenze, scritto da Joan Silber (traduzione di Emilia Benghi) ed edito da 66thand2nd Editore, che ringrazio per la copia.


New York, ottobre 2012. Mentre la città si prepara all’arrivo dell’uragano Sandy, la giovane Reyna, madre single, è impegnata a gestire il complicato rapporto con Boyd, il suo nuovo ragazzo appena uscito dal carcere di Rikers Island. Nonostante sia in libertà vigilata, Boyd ha ripreso a frequentare i vecchi amici, iniziando a contrabbandare sigarette dalla Virginia. E ora vuole trascinare nell’impresa anche Reyna, perché ha bisogno di qualcuno che guidi oltre il confine di Stato. Quando lei all’ultimo momento si tira indietro, le conseguenze della sua scelta finiranno per stravolgere la vita di tante altre persone. Tra loro Claude, che aveva deciso di sostituirla al volante, e sua sorella Lynette; e poi Darisse, un’infermiera che Claude aveva conosciuto durante i traffici illegali a Richmond; e infine Teddy, un camionista che vive sulle autostrade, diviso tra due amori e uscito a fatica dall’alcolismo. Ma forse c’è ancora tempo per cambiare, per riparare agli errori e provare a ricostruire il futuro, come la città di New York sopravvissuta alla furia del tornado. Le speranze di Reyna risiedono in un vecchio tappeto turco che le ha regalato zia Kiki, tornata in patria dopo un lungo matrimonio con un commerciante di Istanbul. Proprio quel tappeto, insieme a un’antica tavoletta trafugata con altri reperti archeologici da tre tedeschi conosciuti da Kiki in Cappadocia, è l’oggetto prezioso cui si legano le storie di tutti i personaggi di questo romanzo a più voci, la tessera centrale di un raffinato mosaico narrativo costruito con mano sapiente da Joan Silber.


Reyna è una giovane madre single che vive nella periferia di New York con Oliver, il figlio di quattro anni; ogni settimana affronta un viaggio tra metropolitana e autobus per le visite al suo attuale compagno, Boyd, in prigione. A volte porta con sé Oliver, altre cerca qualcuno di sua conoscenza che stia con il bambino, sa che deve cercare una babysitter ma proprio non ci riesce. A New York vive anche la zia di Reyna, Kiki, considerata in famiglia un pò eccentrica: la donna ha vissuto otto anni in Turchia, prima a Istanbul poi in una fattoria e anche se è tornata in America sembra che una parte di lei sia rimasta lì. Kiki non perde occasione per parlare della Turchia, delle sue letture, delle sue scoperte ed è preoccupata per l’andazzo che la relazione tra Reyna e Boyd sta prendendo. Reyna, invece, sembra non riuscire a capire perché la zia la chiami costantemente per chiederle notizie; da quando Boyd è uscito i due stanno vivendo una sorta di primavera erotica fatta di chiacchiere e corpi che si incontrano. Forse, è davvero un momento di felicità, almeno fino a quando la realtà contingente bussa alla porta di Reyna, prima con discrezione, poi con irruenza. Il gruppo di amici di Boyd, fuori in libertà vigilata, lo convince a prendere parte a una serie di colpi facili facili. Boyd, che secondo Reyna ha bisogno di risentirsi l’uomo che è stato, accetta pur sapendo che metterà a repentaglio tutto il suo futuro: non può farne a meno. Reyna osserva una dinamica già in discesa, in caduta libera, tesa tra l’angoscia che il gruppo venga scoperto e il godimento di quei piccoli nuovi piaceri che il denaro comporta. Tutto sembra andare bene, fino a quando la persona designata a guidare l’auto con cui il gruppo va in Virginia scompare senza dare traccia di sé stesso. Boyd non può uscire dallo stato ma lo farà se serve, la sua lealtà non viene minimamente messa in dubbio da nessuno ma chiede alla sua ragazza di sostituirlo. Prima ancora di pensare alle conseguenze del suo gesto, Reyna accetta, salvo poi ripensarci. Questo singolo momento innesta una serie di eventi, di conseguenze appunto, imprevedibili, che segnano inevitabilmente le vite dei personaggi di questo romanzo corale.

Se nei primi capitoli viviamo la storia di Reyna attraverso la prima persona, nella seconda parte del romanzo l’autrice ci fa conoscere altri personaggi, in una narrazione chiara e tesa tra passato e presente. I personaggi vengono raccontati con onestà nelle loro fragilità e nei loro dubbi, catturati come delle fotografie in momenti che il lettore percepisce come cruciali per loro; di alcuni di loro non sappiamo come proseguiranno la loro vita, altri li ritroviamo in linee di esistenza intrecciata. Vite che si toccano e si influenzano: che cosa sarebbe successo, ad esempio, se Steffi, la turista tedesca che assieme a Bruno e Dieter arriva nella fattoria dove vive Kiki e il suo amore Osman, non fosse mai partita per quel viaggio? Se non si fosse imbrigliata in due relazioni complicate e dolorose proprio con i compagni di avventura? Sarebbe lo stesso arrivata a sessant’anni con un infarto del miocardio che costringe l’unica figlia, Monika, a tornare a Berlino da New York? Il loro è un rapporto travagliato, rancoroso, manipolatorio: possibile che per Steffi ruoti tutto sempre e solo attorno al denaro?

E cosa vuole Osman dopo trent’anni da Kiki, con le sue mail e i suoi allegati? Che cos’è stato lui per Kiki e cos’è per l’amore? Kiki è un personaggio che mi ha affascinata tantissimo, una donna dalle tante sfumature che non si rivela mai fino in fondo; in lei si avverte quasi uno scollamento tra quello che dice e quello che non dice, nei suoi silenzi e nei suoi pensieri accennati, nelle sue memorie nostalgiche c’è una verità che forse non permette nemmeno a se stessa di conoscere ed afferrare. Perché ha lasciato la Turchia? Perché invece sembra che non l’abbia mai lasciata? E’ una donna innamorata dell’idea di amare o c’è altro?

Ma la scelta di Reyna, destinata a perseguitarla a lungo, ha effetti anche su Darise, la nuova fidanzata di Claude che sostituisce Reyna alla guida dell’auto fatale; anche lei giovanissima ragazza madre attende un uomo che non torna e che non sa come contattare, logorandosi nel dubbio, nella rabbia e nel dolore, ricercando altrove gli abbagli di un amore che stava nascendo. Quali conseguenze avrà nel futuro questo evento? Darise idealizzerà l’amore mai vissuto davvero con Claude al punto da farne un metro di paragone per tutte le storie a venire? O l’assenza di Claude rappresenta l’ennesimo uomo che sparisce spaventato da lei e dalla sua condizione spingendola a non credere più nell’amore?

Nella terza e conclusiva parte del romanzo, torna la voce in prima persona di Reyna: dopo la paura per le ripercussioni violente che potrebbe attuare la sorella di Claude, Lynette, la ragazza ha un progetto. Sente che deve aiutare Lynette a raggiungere il suo sogno, condiviso col fratello, di aprire un centro estetico; diviene per Reyna quasi un’ossessione salvifica come se il gesto potesse in qualche modo lavare un torto non tanto rivolto verso Lynette ma quanto verso se stessa. Se aiuta Lynette, allora forse la sua vita può riprendere. Se aiuta la sorella di Claude, allora forse Boyd la guarderà in modo diverso. C’è anche un altro aspetto in questo gesto che mi ha colpita: per un breve momento, Reyna viene a sapere che forse Lynette userà in altro modo il denaro che lei faticosamente ha racimolato, vendendo forse la cosa più preziosa che ha dal punto di vista affettivo. Pur nell’ombra, Reyna sa bene che Lynette può fare ciò che vuole del denaro ma il pensiero corre più veloce: sta buttando via il suo sacrificio silenzioso. Cosa farebbe Reyna se la scelta di Lynette si orientasse in tale direzione? E se invece li usasse per il suo famoso centro estetico, come si sentirà allora Reyna?

Con un linguaggio moderno e attualissimo, l’autrice ci conduce in una storia di scelte, di conseguenze, di colpe da mondare e digerire; fotografie che lo stile scorrevole fanno sembrare semplici e quasi scarne ma che invece mi sono rimaste addosso anche dopo l’ultima pagina, portandomi a riflettere sui sentieri imprevedibili che la vita affronta. C’è la storia di una donna controcorrente come Kiki che, mi viene da dire, si sforza di vivere in una fattoria turca: perché lo fa? Che cosa ha bisogno di rappresentare e rappresentarsi con questo gesto? Che cosa rappresenta poi per lei la fine di questo grande amore che pure dice di aver sempre intuito sarebbe finito e come vive il ritorno in America? Come sarebbe andata la sua vita se avesse scelto di seguire quei tre turisti tedeschi? C’è la storia di un camionista sempre attento, innamorato della moglie ma che torna, ripetutamente, da quell’ex moglie che ha il sapore di una riscoperta; cosa cerca in lei? L’eco di una passione e di una gioventù? Il tormento del primo amore? Tra New York, Berlino e la Turchia, l’autrice traccia con penna capace i margini di storie da immaginare, da riempire.

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