La luce del tempo presente – Licanius Trilogy vol.3

La luce del tempo presente – Licanius Trilogy vol.3

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del secondo volume della Licanius trilogy, La luce del tempo presente, scritto da James Islington (traduzione di Annarita Guarnieri) ed edito da Fanucci Editore, che ringrazio per la copia.


Il Confine è di nuovo unito, ma potrebbe essere comunque troppo tardi. Banes ora insegue Andarra, mentre in Ilin Illan, le macchinazioni politiche di una generazione arrivano al culmine così come la nuova abilità di Wirr costringe i vecchi nemici della sua famiglia ad agire. Incarcerato e solo in una terra straniera, Davian si contrappone ai Venerati mentre lavorano instancabilmente per annullare il sacrificio di Asha, e lotta con quello che ha scoperto sull’amico che ha deciso di liberare. E Caeden, che ora affronta le conseguenze del suo piano secolare, deve finalmente confrontarsi con la sua realtà – il cuore spezzato per come tutto è iniziato e devastato per come potrà finire…


Non basta combattere dalla parte giusta. Devi anche capire come combattere nel modo giusto. Se vincere è davvero tutto ciò che conta, allora abbiamo perso di vista quello che è in effetti giusto o sbagliato.

Un anno è passato dalla fine del secondo libro e ritroviamo i nostri quattro personaggi principali alle prese con nuovi, incredibili e inattesi ostacoli da affrontare. Come sempre, ad aprire le danze è Caeden, sicuramente il personaggio dal passato più complesso, ora costretto a nascondersi dai Venerati, immortali come lui. Dopo aver trascorso con loro millenni nella convinzione di operare in nome di El in nome del bene, Caeden – che all’epoca era noto come Tal’kamar ed era venerato come un dio – è stato convinto che in realtà hanno agito grazie alla manipolazione e all’influenza dell’opposto di El, suo nemico. La questione dell’inevitabilità, come era emerso nel secondo volume, è centrale anche qui, forse in misura maggiore, pervadendo ogni azione di Caeden, ogni suo pensiero, alla ricerca della comprensione di dove si annidi la verità. Comunque, il Caeden del tempo presente ha riacquisito praticamente tutti i suoi ricordi – o almeno crede che sia così – e ora è pienamente consapevole di ciò che deve fare: ma ne è davvero convinto sino in fondo o una parte di lui aspetta ancora di poter essere smentito? Sarà solo grazie all’uomo che è diventato, al lungo percorso di riflessione intima che lo porterà anche a capire perché ora è questo genere di uomo, quando lo è diventato e grazie a chi, che Caeden potrà affrontare i suoi demoni, il suo destino e quella ricerca di pace che aspetta da millenni. Sa benissimo che dovrà fare scelte estreme, drastiche, dolorose, ma Caeden sceglie la strada più ardua, non accetta scorciatoie: pur provando a convincere i suoi pari in uno sforzo finale, non vacillerà. Deve sconfiggere il male, tagliare la connessione tra Andarra e le pericolose Terre Oscure. In una lotta contro il tempo, Caeden deve riaffrontare il suo passato, ma sarà anche aiutato dai suoi amici, in particolare da Ashalia che, pur non fidandosi del tutto di lui per via di qualcosa che farà, non ha alternative. E’ una pedina troppo grande, troppo importante per rifiutare l’aiuto di Caeden e assieme a lui salvare il mondo. La sua nuova condizione la espone ad essere un bersaglio troppo ghiotto per i Venerati.

Wirr, intanto, è sempre più schiacciato dagli intrighi politici che la sua carica impone oltre che dal disprezzo, più o meno apertamente mostrato, per ciò che è, soprattutto da quando è diventata di dominio pubblico la sua proprietà di un particolare manufatto; tuttavia, il tempo dell’azione è giunto. Se da un lato, i Flagelli liberati dal Confine non si trovano e quindi il suo sforzo per difendere quella parte di Andarra situata al Nord viene visto come inutile, la minaccia che proviene dal sud è ora reale. Nesk e Desriel si stanno armando contro Andarra, per sfruttare il momento di debolezza, costringendo Wirr ad essere impegnato su tanti fronti diversi ma inevitabilmente connessi perché Desriel, guidata dai suoi Gil’shar ha non solo tra le sue fila i Flagelli ma anche un’arma potentissima legata al passato di Caeden, il quale sembra davvero non potersi mai liberare di ciò che ha fatto. E’ chiaro che Desriel combatta per annientare il Confine e Wirr e i suoi pochissimi uomini siano l’ultimo estremo baluardo per difendere ciò che resta di Andarra, oltre che un misero tentativo di dare più tempo ad Ashalia e Caeden per provare a sconfiggere gli stessi Venerati.

Davian, invece, è relegato all’interno del Confine, nell’enorme città di Ilshan Gathdel Teth: prigioniero da un anno, sa di essere anche lui una buona merce di scambio, tanto più che sia lui, sia chi lo tiene prigioniero sanno già quale sarà il suo destino e per questo ritengono ogni cosa che avviene quasi superflua a fronte di ciò che accadrà. Davian giocherà un ruolo fondamentale alla fine di tutto ma l’insegnamento che trarrà da questo prolungato soggiorno in Talan Gol è che, se tutto è già scritto, non si può controllare il modo in cui ciò cambierà gli attori coinvolti.

Come nei volumi precedenti, l’alternanza di punti di vista permette uno sguardo intensivo su tutto ciò che avviene nei vari teatri d’azione; gran parte dell’impostazione di questo romanzo verte sulla questione del tempo, come era emerso anche nel primo romanzo, quando Davian è stato addestrato a Deilannis. Ancora una volta, Davian, grazie alla sua speciale condizione, è elemento centrale: in un posto desolatissimo, è l’unico a poter attingere, sia pure brevemente, al kan. Qui, sarà aiutato e aiuterà Tal, Raeleth e Niha; il tempo trascorso insieme, il rapporto che crea con queste persone, avrà ovviamente un impatto profondissimo sul suo destino e su quello del mondo intero. In ultima istanza, lo sforzo finale, è a carico di Caeden: dire che ho amato il modo in cui l’autore ha gestito i capitoli finali, l’epilogo, il personaggio stesso di Caeden è poco. Anche se, pure in questo capitolo conclusivo, la parte emotiva dei personaggi non viene approfondita quanto avrei voluto, ho trovato una scintilla di emozione pura proprio nell’epilogo e proprio pensando al personaggio di Caeden, al percorso incredibile che compie per accettarsi, per perdonarsi e liberarsi da quelle strutture che lo hanno imbrigliato per millenni. Nella veste di Caeden, vuole essere una persona migliore di quanto sia stato in passato ma per farlo deve capire che la scelta è stata sempre e solo sua. La scelta porta con sé il tema della colpa, la motivazione a cambiare il corso del destino e del mondo: come si agisce quando un essere divino convince le persone più potenti del mondo che avranno la possibilità di disfare tutto quanto hanno fatto? Come può modificare la visione del mondo e dell’umanità?

Anche in questo ultimo capitolo, l’autore inserisce nuovi personaggi secondari fondamentali per lo svolgimento di una trama complessa e affascinante, così come non mancano nuove ambientazioni, accuratamente descritte e dettagliate. Forse, più che negli altri volumi, ho fatto un pò fatica a comprendere i meccanismi legati ai Ricettacoli e alla questione dei salti nel Tempo, argomenti decisamente complessi anche per le tante informazioni da acquisire che spesso provengono da personaggi che sono stata abituata a considerare inaffidabili o che magari ho dovuto ricostruire capitolo dopo capitolo, ma, a parte questa personalissima difficoltà, ho apprezzato tanto questa trilogia. Un mondo al collasso, forze e creature immortali, potentissime, in contrasto per ottenere a tutti i costi il proprio scopo, sacrificio, amicizia, lealtà: questi alcuni degli elementi di questa saga. Non mancano scene di azione intensa, tradimenti, rivelazioni e ritorni: su tutti, segnalo quello di Dezia e Aelric che, come si legge nelle note finali dell’autore, fanno sperare in un volume dedicato a loro. La loro ricomparsa in un momento quanto mai in bilico, segnerà una svolta nella guerra contro Desriel e i Flagelli. Come nel volume precedente, oltre alla mappa, troviamo un esauriente ed iniziale riassunto, nonché due glossari posti alla fine del testo, uno dedicato ai personaggi, strumenti fondamentali nella lettura dell’imponente opera. C’è una ciclicità che si chiude in questo ultimo volume, una sorta di pacificazione finale che non vuol dire necessariamente che tutto vada bene: i morti saranno pianti, dalle ceneri sarà ricostruito il futuro, ma quello che è successo ha cambiato per sempre i protagonisti di questa storia, rendendoli più maturi, più adulti, più consapevoli. Che cos’è il destino? Come ci si contrappone ad esso, se lo si fa e perché?

Non sarai mai dimenticato.

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