Scrublands noir

Scrublands noir

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Scrublands noir, scritto da Chris Hammer (traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani) ed edito da Neri Pozza Editore che ringrazio per la copia.


È una rovente giornata estiva a Riversend, una piccola cittadina australiana afflitta dalla siccità, quando Byron Swift, il giovane sacerdote della comunità, esce dalla chiesa imbracciando un fucile da caccia dotato di mirino e spara sui parrocchiani riuniti sul sagrato in attesa della funzione, prima di essere freddato da un colpo di pistola esploso da un agente di polizia.
Un anno dopo, Martin Scarsden viene incaricato dal suo giornale, il Sydney Morning Herald, di scrivere un pezzo su Riversend, una sorta di reportage da mandare in stampa il giorno stesso dell’anniversario della strage. L’idea non è di ritornare su un efferato crimine su cui si sono già consumati fiumi di inchiostro, ma di raccontare come vanno le cose in paese a un anno di distanza. Dopo aver incontrato la gente del posto e ascoltato la loro versione dei fatti, Martin si rende però conto che le ragioni di quella strage sono tutt’altro che chiare, e che sia la personalità del sacerdote sia le circostanze in cui ha agito sono tuttora avvolte nell’oscurità.
Sebbene abbia ammazzato cinque persone a fucilate, Byron Swift, a detta di tutti in paese, era un uomo sensibile che si prendeva incessantemente cura del prossimo. Certo, le cronache sono piene di bravi cittadini che si rivelano poi folli e feroci assassini. Tuttavia, il giorno della strage il giovane sacerdote era tutt’altro che in preda alla follia. Era calmo, metodico. Ad alcuni aveva sparato e ad altri no, con l’infallibilità di un cecchino.
Spinto dal suo istinto di reporter, Martin decide di raccogliere quante più informazioni su Swift e su una vicenda che, tra dubbi, depistaggi e gravi pericoli, si rivela sempre più sfuggente e, per questo, estremamente intrigante. L’inchiesta lo condurrà nelle Scrublands, un’enorme penisola di mulga, una landa desolata dove il clima è ancora più rovente e dove il rinvenimento di altri due corpi rimescolerà tutte le carte in tavola.
Sorretto da una magnifica prosa e da un ritmo incalzante, Scrublands noir colloca Chris Hammer tra i più originali autori contemporanei di noir e di thriller.


A Riversend, Australia, è una giornata come tutte le altre. Perfettamente normale e immobile. I fedeli iniziano a riunirsi davanti alla chiesa di St James per assistere alla funzione, Craig Landers e qualche suo amico si avvicinano al sacerdote, Byron Swift, per dirgli qualcosa. I due si sorridono, parlottano per qualche minuto e poi il prete entra in chiesa per prepararsi. Tutto perfettamente normale. Quando Swift esce dalla chiesa imbracciando il suo fucile e facendo fuoco su Craig e i suoi amici, tutto sembra fermarsi, nello sconcerto e nel silenzio generale. La strage si consuma.

Un anno dopo, il giornalista Martin Scarsden viene inviato proprio a Riversend per scrivere un articolo che metta in luce come la cittadina abbia affrontato la strage; per Martin questo articolo deve rappresentare l’occasione di riscatto personale e di riprendersi da un periodo difficile. L’arrivo a Riversend non è dei migliori: il paesaggio è arido, la cittadina sembra sonnacchiosa, il caldo è asfissiante. Sembra quasi una dimensione parallela fatta di silenzi, di assenze, di fantasmi. I negozi, quei pochi esistenti, sono chiusi, la calura è insopportabile. L’ombra è un miraggio come la libreria – caffetteria che Martin trova e dove incontra la bellissima proprietaria, Mandy. Lui, quarant’anni, una vita al bivio; lei, quasi trentenne, di una bellezza disarmante, vitale e piena di segreti. L’attrazione è quasi fulminea, implacabile. E’ tramite Mandy che Martin comincia a farsi un’idea di Riversend e del prete Byron Swift, carismatico, affascinante, un leader nato, secondo le parole di Mandy. La donna respinge con determinazione le illazioni del giornalista e collega di Martin, Defoe, che vorrebbe il prete nei panni di un pedofilo. Impossibile, stando a Mandy. Nella ricerca di un posto dove dormire, Martin comincia a familiarizzare con il luogo, dapprima chiuso, quasi ostico nei suoi confronti, eppure magnetico. C’è qualcosa che cattura Martin e di conseguenza ha catturato me: forse il silenzio, la percezione sotterranea di segreti e bugie, forse il caldo devastante. Fatto sta che, come Martin, anche io non riuscivo ad allontanarmi da Riversend e come lui mi sono ritrovata invischiata nelle dinamiche cittadine.

Quasi per caso, Martin salva la vita del figlio di Craig Landers in un incidente stradale, e poi ancora per caso viene coinvolto dal poliziotto Robbie nel sedare l’incendio che sta distruggendo Springfields, nelle aride Scrublands, dove vive il reietto del paese, Snouch. Martin viene accolto come un eroe quasi, però il suo ruolo è ben diverso: lo capiranno tutti quando inizierà a pubblicare i primi articoli. Dopo l’incendio, infatti, proprio nel laghetto artificiale di Spingfields emergeranno i cadaveri di due turiste tedesche. Chi ha commesso gli omicidi? Facile pensare che sia coinvolto proprio Snouch, un uomo subdolo, che è stato bandito in pratica dalla cittadina da suo padre; un uomo legato anche a Mandy, i cui rapporti con Martin diventano sempre più intimi e complessi. Dove sta la verità?

Martin esaltato dalla considerazione che Riversend sembra avere verso di lui, torna ad essere il giornalista, a caccia di notizie e scoop, anche a costo di ferire le persone che di lui si sono fidate o di infangare innocenti. E’ così che funziona, no? Prova a dirsi Martin. Ormai Riversend è diventata l’epicentro dell’attenzione mediatica, con troupe di giornalisti e televisive; Martin va sempre più a fondo, produce articoli su articoli, completamente galvanizzato dalle idee, dalle piste che segue. Ma commette diversi errori, con conseguenze disastrose. Tra suicidi e macabri ritrovamenti, Martin passa da oggetto a soggetto della notizia, sperimentando per la prima volta nella sua vita cosa significhi stare dall’altra parte, vedersi sbattuto in prima pagina; sarà proprio questo cambio di prospettiva a permettergli di accedere alla vera notizia, alla ricerca di una verità difficile e scomoda da scoprire.

Riversend si rivela un posto pieno di segreti, con personaggi avvincenti e credibili; accanto alla storia di Byron Swift e al suo mistero da svelare, si intrecciano vicende che hanno a che fare con la criminalità, con il denaro e il sesso. Una combinazione vincente. Ma la storia di Scrublands noir non si ferma al giallo, all’inchiesta, alla scoperta del motivo per cui il prete da tutti considerato esemplare, umano, alla mano, sia impazzito aprendo il fuoco su un gruppo di persone senza alcun motivo apparente; c’è di più. C’è Martin, uomo al bivio, che rimette in discussione le sue scelte, che guarda alle sue mani in modo nuovo e per la prima volta, forse, lui che tanto ha viaggiato, si sente legato ad un luogo, incredibilmente. Non è solo Mandy e suo figlio Liam a chiamarlo, a fargli credere che per lui possa esserci altro nella vita, e non è più soltanto risolvere il caso, avere risposte e poi poterne trarre una storia; è anche la consapevolezza di essere cambiato, di essere ad un punto cardine nella sua vita, di aver aiutato delle persone, di aver salvato nelle vite. E’ il passaggio di Martin da osservare ad agire. Ed è anche la storia di un vicenda di paese barbaramente usata dai media: l’autore ci mostra dall’interno il mondo del giornalismo e lo fa con lucidità, con cinismo. Cosa sono disposti a fare per un titolo?

La scrittura di Hammer è ipnotica: la scelta di una narrazione al tempo presente, l’utilizzo di frasi brevi, alternate a descrizioni minuziose ma mai pesanti di questo paesaggio incredibile, è funzionale ad una trama ricca di colpi di scena, che parla di avidità, di sesso, di potere, di violenza. Le Scrublands, la boscaglia arida, la mulga, diventano un panorama che si incista nella mente del lettore: vaste, secche, confondono lo sguardo all’orizzonte, come nota Martin, dando l’irreale sensazione di essere le ultime persone al mondo a muoversi mentre tutto intorno è fermo. La capacità descrittiva dell’autore è notevole: dall’ambientazione ai personaggi, la parola è lucida, pulita, cinematografica. Martin è un personaggio complesso, alle prese con i propri demoni più antichi e con quelli più recenti: a Riversend si sente di nuovo vivo, padrone del suo destino, ma poi, gli eventi lo trascinano. E’ davvero padrone di se stesso o è diventato suo malgrado una pedina nei giochi subdoli degli altri personaggi? Di chi si può fidare davvero? Paradossalmente, diventa vittima della notizia, di ciò che scopre, di quella verità che ha sempre inseguito nella sua professione. La tentazione di andare via è forte, ma è più forte il bisogno di una storia: “da cronista si è trasformato in cronaca“, e deve fare i conti con i nuovi legami che si sono stabiliti qui, con le persone che si stanno fidando di lui per avere risposte. Tra servizi segreti, droga, vendetta e caldo soffocante, si dipana la storia di un paese e dei suoi fantasmi.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.