Senza colpa

Senza colpa

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Senza colpa, scritto da Charlotte Link (traduzione di Alessandra Petrelli) ed edito da Corbaccio Editore, che ringrazio per la copia.


Una calda giornata estiva: Kate Linville, sergente investigativo di Scotland Yard, si trova sul treno che da Londra la conduce al commissariato di Scarborough nello Yorkshire, il suo nuovo posto di lavoro ma anche un luogo legato alla sua infanzia e agli ultimi casi su cui ha investigato. Improvvisamente una donna le chiede aiuto: è inseguita da un aggressore armato, che tenta di ucciderla sparando un colpo di pistola prima di dileguarsi. Contemporaneamente la cittadina costiera è sconvolta da quanto è successo a un’insegnante di liceo, che rischia la paralisi in seguito a una caduta in bici dovuta a un cavo teso sulla strada da uno sconosciuto, che prima di fuggire le ha sparato. Due donne che non si conoscono e che nulla hanno a che fare l’una con l’altra. Eppure, la pistola che ha sparato è la stessa. Ma se l’arma è il collegamento tra i due tentativi di omicidio, quali altre relazioni ci sono? Kate, prima ancora di prendere ufficialmente posto nella nuova sede, si trova per le mani un’indagine complessa e ulteriormente complicata dal fatto che il suo diretto superiore e amico, Caleb Hale, è stato momentaneamente sospeso dal servizio. E dalla volontà di troppe persone di custodire gelosamente dei segreti dietro un muro insormontabile di silenzio, menzogne e paura, che perdura da anni. Quando il muro comincerà pian piano a sgretolarsi, sempre più persone saranno in pericolo di vita, ma nessuno vorrà rivangare il passato. O forse quasi nessuno.


Mentre il sergente Kate Linville sta viaggiando a bordo di un treno che la porterà da Londra allo Yorkshire, luogo in cui inizierà a breve il suo nuovo lavoro come membro del CID (dipartimento di indagini criminali) sotto la guida di Caleb Hale, personaggio da lei molto stimato, proprio quello suo stesso treno sarà scenario di un inseguimento e un’aggressione a mano armata ai danni di Xenia, una donna di origine russa che sta rientrando a casa dopo aver trascorso un fine settimana da una sua amica. Solo grazie all’intervento tempestivo e al sangue freddo di Kate, Xenia è in salvo, mentre il sergente riporta una ferita. L’aggressore, sfruttando l’arrivo in stazione, invece, sparisce nel nulla. Le prime indagini sulla donna sembrano non rivelare nulla di eclatante, nemmeno risalendo ai tempi in cui viveva in Russia, eppure qualcosa deve aver spinto l’uomo, che Xenia non conosce, a guardarla con insistenza fino a spingerlo a rincorrerla lungo i vagoni e spararle.

Quando proprio nella località in cui Kate lavorerà una giovane e molto amata insegnante, Sophia Lewis, subisce un gravissimo incidente in bici dovuto ad un cavo teso e ad un colpo di pistola sparato dalla stessa arma usata nell’aggressione a Xenia, la situazione si complica ulteriormente. Solo una coincidenza? Difficile.
Scavando nelle vite delle due donne, diversissime tra loro eppure accomunate proprio dalle scarne informazioni reperibili sul loro conto, non emerge alcun collegamento: nessuno dei conoscenti di Xenia ha mai sentito parlare di Sophia e viceversa. Kate, che si era recata a Scarborough per poter lavorare con Hale, dovrà adattarsi a una nuova circostanza dal momento che il capo è stato sollevato dall’incarico per via dei suoi problemi con l’alcol che lo avrebbero portato a gestire malissimo un terribile caso di omicidio ai danni di due bambine e della moglie da parte di un marito colpito da problemi finanziari. Insieme a Stewart e alla collega prestata alla psicologia Helen Bennet, Kate prova a scandagliare queste esistenze: cosa ha spinto Xenia a rimanere sposata per tredici anni con un uomo francamente terribile come suo marito? Umiliazioni e vessazioni, possono nascondere un segreto? E se sì quale?

Nella prima parte del romanzo la sensazione che ha predominato in me faceva eco a quella di Kate, di Stewart e degli altri personaggi chiamati a investigare sul caso: eventi terribili ma apparentemente slegati, mentre si brancola nel buio con l’intuizione di un tassello mancante, così vicino eppure disperatamente lontano. L’autrice quindi costruisce una trama da dipanare, inserendovi piste e suggerimenti, fili sottili che piano piano si riannodano; l’introduzione di passaggi narrati da una voce esterna mi hanno incuriosita e al tempo stesso hanno provocato inquietudine perché nelle parole di questo personaggio, dapprima sconosciuto, si legge il carico dell’angoscia, si percepisce l’atmosfera che descrive e si attende, quindi, il colpo finale che, quando arriva, fa male lo stesso. Un segreto che è stato nascosto per tanti anni, intriso di colpe e dolore, può essere riemerso dal passato per chiedere la chiusura dei conti? Ma soprattutto, un segreto tale può essere mai archiviato come passato o lascia comunque nella vita di chi si è reso complice, di chi ha partecipato, una traccia indelebile che si traduce poi in modalità differenti di affrontare la vita? La verità che emerge è devastante, ma ancor più terribile è la situazione che adesso Kate sta vivendo, perché è lei in prima persona a non essersi attenuta alle regole per avere anche solo la minima possibilità di combattere un male incistato, carico di odio, ai danni di una persona al momento debole. La lotta contro le ore per salvare una vita umana è senza sosta, per evitare un finale drammatico.

La narrazione, pur non soffermandosi su un solo protagonista ma coinvolgendo i principali personaggi, risulta scorrevole e l’autrice riesce a lasciare diverse suggestionI al lettore sulla caratterizzazione dei suoi personaggi. Kate ad esempio, per sua stessa ammissione, è una donna sola, che deve mostrarsi forte a tutti i costi; ma cosa significa, oggi, essere una donna indipendente? Per forza di cosa equivale ad essere sola? Kate se lo chiede, vorrebbe poter dividere la vita con qualcuno ma i suoi restano pensieri che troppo spesso cedono il passo alle incombenze di lavoro; dotata di un notevole intuito e di un’instancabile attitudine al lavoro, Kate non si tira mai indietro, si mette in discussione, torna sui suoi passi ed esplora le vite delle vittime scandagliandole con cura e rispetto. Ecco, un tratto che mi ha colpito positivamente di Kate è la sua riservatezza, la sua eleganza e discrezione che ben si sposa al sangue freddo che mostra di avere quando serve; Kate non gioca a fare l’eroina, anzi, quando è coinvolta in azioni pericolose è lei la prima ad affermare che avrebbe preferito si svolgessero in altro modo ma questo non vuol dire che si sottrarrebbe alle sue responsabilità. Mai. E dimostra anche un’attitudine alla pazienza non indifferente mentre si relaziona con il suo nuovo e inatteso capo, Stewart che, sovraccaricato dalla nuova responsabilità, spesso si rivela poco attento alle situazioni, troppo chiuso sulle proprie idee, gestendo male la situazione, che, ovviamente, precipita. Caleb Hale è sicuramente il personaggio che per le sue evidenti fragilità mi ha più incuriosita, anche in relazione al rapporto con Kate e al finale che lascia aperto qualche spiraglio su tale evoluzione; Hale è un uomo alla soglia dei cinquant’anni con una dipendenza importante da cui ha già provato ad uscirne con scarsi risultati. Ora è il momento decisivo per lui: deve affrontare le conseguenze delle sue azioni, siano esse colpevoli o no, ma comunque deve convivere con ciò che ha dovuto gestire, in un lavoro che fa della pressione e dello stress il proprio fulcro. Lo stato di svilimento umano in cui versa non può però fermarlo da rispondere alla chiama di Bennet quando scoprirà che Kate è in pericolo: è proprio in tale frangente che ricorda cosa la collega abbia fatto per lui, sia in passato sia ora, decidendo di lasciare Londra per lavorare con lui; non può, e scopre di non volere, lasciarla sola.

Un segreto inconfessabile, una vendetta che viene dal passato, un criminale psicopatico che non ha scrupoli nel manipolare chiunque pur di ottenere la sua rivalsa, due donne esposte al male senza un legame apparente tra loro: questi gli ingredienti per un thriller che si legge tutto d’un fiato, in cui i personaggi, nel bene e nel male, mostrano le loro paure più recondite, i loro segreti più terribili, pagando il prezzo più alto per le proprie omissioni.

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