Sogni di Natale

Sogni di Natale

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo della raccolta Sogni di Natale, che contiene i racconti di Frances Browne, Henry Van Dyke, Mary E. Wilkins Freeman, Willian Dean Howells e Juliana Horatia Ewing (traduzione di Alessandra Marchi), ed edita da Elliot Edizioni che ringrazio per la copia.


Nuovi e bizzarri personaggi popolano queste pagine ispirate al periodo natalizio: Jimmy Spauracchio, il giovane spaventapasseri immaginato da Mary E. Wilkins Freeman, dopo aver protetto il suo campo per tutta l’estate deve affrontare il suo primo Natale, e teme che sarà dimenticato da tutti. Il cuculo riconoscente di Frances Browne, invece, torna ogni Natale da due fratelli che lo hanno aiutato in un momento di difficoltà, portando con sé un regalo speciale. I tacchini di William Dean Howells, poi, stanchi di essere la pietanza principale delle feste, rapiscono una bambina e minacciano di mangiarla se gli adulti non cambieranno le loro abitudini alimentari…
Sono solo alcune delle storie che compongono questa raccolta di racconti natalizi dai grandi maestri della letteratura perfetti da leggere sotto l’albero.


Il periodo delle festività natalizie fa da colonna portante ai cinque racconti raccolti nel volume magistralmente introdotto da Alessandra Marchi che aiuta il lettore a contestualizzare e cogliere i collegamenti tra le storie, nonché a scoprire gli autori. Ogni storia contiene una morale legata alla tradizione del Natale, ai valori e ai principi legati a questo momento speciale dell’anno: tra favole e sogni, tra fantasie e desideri, tra misticismo e tradizione, cinque storie da leggere per ritrovare le atmosfere del Natale sia nei paesaggi che nelle intenzioni. Gli stili dei diversi autori sono ovviamente diversi eppure mi sono parsi accomunati da una raffinatezza e da uno stile elegante, poetico e sognante, capace davvero di rievocare un’atmosfera carica di attesa e di gioia, lasciando una morale da cogliere e da rileggere.

In “Il cuculo di Natale“, Frances Browne ci porta nel nord dell’Irlanda, in un paesino sperduto dove la povertà sembra imperante, soprattutto nella piccola casupola dei due fratelli calzolai Raspino e Parsimonio, uniti ma quantomai diversi tra loro. Purtroppo, per i due il lavoro scarseggia ma non vogliono rinunciare ad un ceppo nel giorno di Natale per avere il fuoco più bello del paese: nel ceppo, per un caso fortuito, si trova il nido di un cuculo grigio. Presagio di fortuna o di sfortuna? Mentre Raspino medita su ciò, Parsimonio taglia una generosa fetta di pane, seppure scarseggi, per l’ospite che ricambia l’ospitalità promettendo ai due fratelli due foglie prese da alberi speciali: una foglia d’oro e una verde foglia proveniente dall’albero felice. I destini dei due fratelli sembrano così segnati: mentre Raspino gode dei privilegi sociali derivanti dalla foglia d’oro, Parsimonio continua la sua vita apparentemente come sempre. Eppure … Raspino sembra vivere in affanno, vincolato alla foglia d’oro tanto agognata e spezzettata per mantenere la sua vita fatta di agi, dopo il matrimonio con Piumabella, a Parsimonio non resta nulla se non le foglie che portano serenità a lui e a tutti quelli che incontra. Quando però Parsimonio attrae le attenzioni di un signorotto locale e della corte poi, a cui porta pace e tranquillità grazie al suo logoro farsetto misterioso, anche Raspino decide di voler incontrare il Re per ottenerne favori, fomentato dall’ambiziosa moglie. In un ribaltamento di ruoli, i due fratelli si troveranno letteralmente nei panni l’uno dell’altro per riscoprire il piacere puro e autentico di godere di ciò che si possiede, che poi è la morale del Natale, un momento in cui rivalutare e apprezzare quelle che possono sembrare piccolezze ma non lo sono.

La storia del quarto Re” di Henry Van Dyke è un vero e proprio viaggio nel tempo, un ritorno ad atmosfere ammantate di fascino misterioso, di antiche filosofie: la storia inizia ad Ectabana, nella Persia, dove il quarto Magio, Artabano il medo, cerca di convincere altri sapienti seguaci di Zoroastro del dover seguire una specifica stella alla ricerca del Vittorioso. Artabano è convinto che l’ antica profezia “una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele” sia quella degna da seguire, mentre gli altri saggi, chi per età, chi per scetticismo, non vogliono seguirlo. Saggio è il consiglio del suo Maestro che da un senso alla ricerca infinita del quarto Magio: “meglio seguire anche l’ombra di ciò che è meglio che accontentarsi del peggio.” Artabano vende tutto per raggiungere a Babilonia i tre magi, acquista tre doni per il Salvatore degli uomini, ma il suo viaggio, immerso tra paesaggi stupefacenti, è punteggiato da ostacoli non tanto esteriori quanto interiori. Il voto, l’obiettivo di Artabano sembra vacillare per la misericordia che egli prova verso i più deboli e bisognosi: sarà il Signore che cerca in grado di perdonare queste deviazioni? Per trent’anni il Magio cerca la famiglia in fuga verso l’Egitto, fino a che torna a Gerusalemme, a quel Golgota che vedrà la fine della ricerca di Artabano ormai senza doni. Il suo percorso è magico, è toccante e commovente: la sua fine lascia una carezza all’anima di chi legge, Artabano che vota la sua vita, il suo destino, per la fede, che segue il suo cuore anche quando questo lo porta, apparentemente, ad allontanarsi dal suo obiettivo, finisce per ritrovarsi, per ricongiungersi con grazia a quel bambino tanto agognato.

Più leggero ma non meno capace di suscitare emozioni e riflessioni sul messaggio natalizio, il racconto ” Il Natale di Jimmy Spauracchio“, scritto da Mary E. Wilkins Freeman, ricorda una tenera favola godibile sia da bambini che adulti e vede come protagonista il giovane spaventapasseri Jimmy, triste perché di inverno il suo compito sembra trovare poco spazio, ma, soprattutto, nel periodo di Natale soffre la solitudine. Persino Babbo Natale sembra non sentire il suo richiamo, la sua richiesta; solo la piccola Betsey si ricorda di lui e gli porta in dono ciò che lei stessa ha ricevuto in regalo. Il gesto della bambina apre il cuore dello spaventapasseri che cerca di proteggere come può i doni ricevuti e finalmente Babbo Natale si accorge di lui e lo salva. Jimmy è buono, pensa subito agli altri, al suo dovere, anteponendolo alla sua gioia, alla sua possibilità di vita migliore ma vuole essere certo di avere una sua utilità: non tollererebbe mai l’immobilità, lui vuole avere uno scopo e fare del bene agli altri. Con parole semplici ma non per questo meno incisive, una storia dalla calda morale.

Ne “La rivincita dei tacchini” di William Dean Howells è un padre a raccontare una storia alla figlia curiosa e attenta ascoltatrice e osservatrice, che non vuole in alcun modo sentire parlare di sogni; colpisce il modo in cui il papà della storia riesce a catturare la vivace attenzione di sua figlia fino a convincerla a seguirla in una storia di …. tacchini fantasma! Protagonista è una bambina che si ritrova a diventare il piatto principale dinanzi a un nutrito gruppo di tacchini alquanto arrabbiati e stufi di essere mangiati: l’atmosfera giocosa della storia si colora di morale e riflessioni, di insegnamenti che il padre vuole lasciare alla figlia stupefatta e coinvolta da ciò che avviene.

Dagli incantesimi sognanti alla dimensione onirica il passo è breve: conclude la raccolta un racconto davvero unico, a tratti perturbante, da leggere tutto d’un fiato e rileggere per cogliere nuove riflessioni e interpretazioni. Si tratta di ” Una Vigilia scoppiettante. Una fantasia“, scritto da Juliana Horatia Ewing. Dalle prime righe traspare lo stile raffinato e poetico dell’autrice così come l’atmosfera stessa: è la Vigilia di Natale in una casa di campagna pregna di tradizioni antiche e popolata da strani, bizzarri e misteriosi personaggi, su cui spicca l’enigmatico maestro, dall’aspetto “grottesco” e dai modi peculiari. Chi sia davvero e perché si trovi in quella casa non è dato sapersi e anche l’identità dei vari personaggi resta abbastanza vaga; tra storie, scherzi e dinamiche che l’autrice lascia intuire, il maestro lancia una polvere sul ceppo che per ognuno ricorda e richiama un odore personale. Il maestro inoltre ha dei pacchetti alquanto incredibili che i vari personaggi aprono a coppie: quasi come in una dimensione altra, ognuno si vede in un particolare contesto, in un sogno, in un desiderio intimo che sembra rivelare ciò che il cuore brama più di ogni altra cosa. Tra chi si vede protagonista nella notte sacra, chi si vede cadavere, chi corona il proprio sogno d’amore e chi prova un’angoscia soverchiante, il momento passa, come una bolla che esplode: avrà lasciato un segno? Resta solo il ghigno del maestro.

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