Review Tour: Gideon la nona

Review Tour: Gideon la nona

Buongiorno, lettori! Oggi Review Tour dedicato a Gideon La Nona, scritto da Tamsyn Muir (traduzione di Francesca Crescentini), ed edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica. Ringrazio la Casa Editrice per questa lettura in anteprima.


L’imperatore ha bisogno di negromanti. Il nono negromante ha bisogno di una spadaccina. Gideon ha una spada, non ne può più di tutta quella robaccia da non morti in mezzo a cui è cresciuta e vorrebbe sfuggire al destino che la attende: una vita come servitrice e un post-vita come corpo rianimato. E così si prepara a fuggire. Ma la sua nemesi non la lascerà libera senza chiedere qualcosa in cambio…


Gideon Nav è un’orfana, precipitata negli abissi oscuri della Nona Casa, Custode del Sepolcro Sigillato, una sorta di buco nero popolato da scheletri e sparuti essere umani lanuginosi e vecchi. Odia tutto di quel luogo, e tutti odiano lei. Scampata miracolosamente alla morte, che ha colpito ben duecento giovani della Nona, lasciandola di fatto sguarnita, è l’unica sopravvissuta assieme alla sua rivale, alla sua nemesi, al suo odio redivivo: Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia, negromante molto dotata che prova quasi un piacere perverso nel tormentare Gideon, la quale dal canto suo cova e architetta la fuga sin dalla tenera età.

Con un inganno cui Gideon sa di non potersi sottrarre, Harrow la costringe ad assistere alla lettura di una lettera che giunge dall’Imperatore il quale convoca gli eredi delle Otto Case coi rispettivi Primi Paladini per ristabilire l’ordine gerarchico con la nomina di nuovi Littori. Lungi dall’aver voglia di rispettare l’etichetta ma soprattutto di proteggere la sua adepta ( che è ciò che viene richiesto ad un Primo Paladino), suo malgrado Gideon si ritrova ad accettare tale posizione: in gioco c’è la sua unica occasione per essere libera, e dopo un intenso addestramento per renderla abbastanza accettabile, lei e Harrow partono alla volta della Prima Casa, la Casa di Canaan, un luogo che un tempo è stato meraviglioso ed ora appare decadente e in via di decomposizione.

Cosa viene richiesto agli adepti per diventare Littori? Inizialmente non è ben chiaro, e i vari personaggi si studiano silenziosamente per capire possibili alleanze e debolezze in quello che si rivelerà essere un gioco davvero pericoloso, una sfida devastante per arrivare a padroneggiare conoscenze perdute ed oscure. Ogni Casa dovrà confrontarsi con i propri segreti e le proprie paure e decidere se il prezzo da pagare per il potere sia equo. La Casa di Canaan è un luogo pieno di misteri, di porte le cui chiavi aprono scenari su esperimenti, laboratori, conoscenze: sembrano quasi essere indizi, ma per cosa? Tra sotterfugi, manipolazioni, segreti taciuti, “costrutti”, il clima si carica anche di angoscia e paura quando adepti e paladini iniziano a morire misteriosamente: c’è qualcosa nel cuore di quella Casa che attrae, risucchia, rimescola il sangue, spaventa e suggestiona. Mostri e fantasmi, forse? O avidità e brama di conoscenza? In un crescendo di rivelazioni sconcertanti, nessuno può dirsi al sicuro: mai fidarsi delle apparenze!

Ad un’ambientazione cupa e soffocante, fa eco uno stile narrativo e linguistico altrettanto tenebroso, angosciante, macabro; sangue, ossa, morte non sconvolgono affatto i protagonisti di questa storia, anzi. Non c’è remora nel mostrare cumuli di tibie o nel mangiare parti umane: i necromanti padroneggiano un’arte complessa e non sempre chiara, che mi ha lasciato diverse domande e dubbi. I Paladini sono avvezzi a tutto questo contatto con la morte, a questa manipolazione dell’energia; per Gideon, invece, è la prima volta in vita sua che lascia il buco dove è cresciuta e che già le sembrava sufficiente bizzarro. Ambientarsi in questo nuovo scenario sarà un’ennesima prova, soprattutto perché spesso viene tagliata fuori dai discorsi, dalle intuizioni della sua adepta e degli altri necromanti; dalla seconda metà del romanzo in poi, il coinvolgimento di Gideon nei segreti loschi e macabri diviene più incisivo e importante. Alcune domande restano ancora senza risposta, e alcuni punti relativi al sistema magico vigente e al mondo che l’autrice ha costruito sono ancora da esplorare; nonostante ciò, ho letteralmente divorato la storia di Gideon, di Harrow e degli altri personaggi, totalmente rapita e affascinata sia dal modo in cui interagiscono tra loro i vari personaggi, con dialoghi irriverenti e un umorismo decisamente “nero”, sia per la storia, per il mistero che sono chiamati a dipanare. Non mancano scene d’azione movimentate e agguerrite, né momenti più emozionanti; ho apprezzato come evolve il rapporto tra Gideon ed Harrow, due ragazze alle prese con emozioni che spesso non sono capaci di gestire e nominare. Il loro rapporto è costeggiato di ripicche e rancori che affondano le radici in segreti raccapriccianti; entrambe covano un senso di colpa profondo e devono imparare, ora, da sole, a fidarsi e affidarsi l’una all’altra. Non sarà un percorso facile: gli ormeggi emotivi di entrambe sono difficili da sciogliere, così come le scelte che dovranno compiere per salvarsi la vita.

Gli elementi fantasy si fondono su uno scenario di fantascienza: c’è la necromanzia, potente e oscura, con diverse “specializzazioni”, ci sono navette e un pianeta sull’orlo della crisi; c’è la gerarchia sociale delle Case, c’è l’onore e l’addestramento alle armi, ci sono giovani amori e lealtà alla propria Casa. Essere Littore potrebbe essere una possibilità per non veder morire una Casa: ma il prezzo da pagare è altissimo.

Tra ironia macabra e misteri, Gideon ed Harrow si ritroveranno a dover affrontare un nemico tanto antico quanto potente e una lotta intestina per impossessarsi del potere; lontanissime da casa, si dovranno confrontare anche con il loro rapporto e con la loro modalità di interazione con gli altri. Pur con un iniziale senso di smarrimento e confusione per l’impostazione della trama e dello stile dell’autrice, ho finito per essere rapita dai personaggi: Harrow, Gideon, su tutte, ma anche Camilla e Palamedes, Corona, Magnus. Così come intensa è stata l’attrazione per alcuni personaggi, altrettanto feroce è risultata l’antipatia verso altri. Le dinamiche interpersonali sono spesso connotate da dialoghi dai toni licenziosi e carichi di un humor decisamente fuori dagli schemi; c’è sarcasmo ed auto-ironia, spesso anche in momenti non proprio adeguati, eppure altrettanto in linea con i protagonisti, con la loro caratterizzazione. Ho apprezzato che il rapporto tra Gideon ed Harrow pur evolvendosi non snaturi la loro personalità ed il loro modo di fare: non sono persone da smancerie ma sono abbastanza intelligenti da riconoscere il valore l’una dell’altra, il sacrificio e le responsabilità.
Il finale mi ha lasciata senza parole: non vedo l’ora di proseguire con il secondo volume!

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