Mistero nella casa di bambole

Mistero nella casa di bambole

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di Mistero nella casa di bambole, illustrato da Kate Baylay, scritto da Vita Sackville – West (traduzione di Claudia Valeria Letizia), con una postfazione di Matthew Dennison, edito da L’ippocampo, che ringrazio per l’invio della copia.


Il brillante racconto scritto da Vita Sackville-West per la biblioteca della casa di bambole della regina Mary è un jeu d’esprit, uno scherzo che narra le imprese di uno «spirito […] vivo e curioso», dal «caschetto scuro» come quello della sua autrice. Ai suoi occhi di inguaribile romantica, le case conservano le emozioni dei loro antichi abitanti. L’originale, scritto a mano negli anni Venti su pagine grandi quanto un francobollo, getta nuova luce sull’influenza che Vita esercitò sulle opere di Virginia Woolf.


La casa di bambole della Regina è talmente bella e famosa che la gente paga uno scellino per poterla ammirare, così particolareggiata, elegante, con le sue scale in marmo, la vasca in malachite; in tanti hanno desiderato fare come Alice, sognando una pozione magica per essere rimpiccioliti e abitare la splendida casa. Eppure, c’è qualcosa – o per meglio dire qualcuno – che sfugge anche all’occhio più attento … un fantasma! Ma non lo spirito di un defunto, anzi! Uno spirito “vivo e curioso”, vanitoso, attento alle mode e giramondo! Questo spirito, pieno di charme, vive da tempo immemore e ha avuto la fortuna di viaggiare tra secoli, luoghi e leggende, arricchendosi di un bagaglio fatto di eleganze, raffinatezze e squisitezze. E’ stata in Cina, ad esempio, ha salutato Cenerentola mentre andava al ballo, ha ascoltato le storie della bella (ma noiosa, a suo dire) Shahrazād, ha purtroppo assistito alla morte della prima moglie di Barbablù. Impossibile quindi che nel 1924 non si trasferisse nella bella casa delle bambole, adattando il suo guardaroba ed il suo look alla moda del momento, con un caschetto scuro sfizioso e le gonne degli anni Venti. Certo, avere uno spirito come lei ha provocato qualche piccolo incidente nella casa di bambole: è aperta e ricettiva verso le nuove invenzioni quali la corrente o l’ascensore, ma ha bisogno del suo tempo per prendere pieno possesso! E tra libri spostati, letti disfatti, e resti di un pranzo per due … il nostro spirito resta un mistero, affascinante e raffinato, nella casa di bambole della regina Mary.

Nella postfazione, leggiamo che l’autrice non era avvezza a scrivere letteratura umoristica, ma, chiaramente, il racconto che scrive per la biblioteca della casa di bambole della Regina Mary è qualcosa di leggero e divertente, qualcosa che rappresenta quindi un’unicità nella sua opera. Lo spirito della casa riecheggia Vita stessa: i suoi viaggi, la sua curiosità, il suo sentirsi anarchica e al tempo stesso aristocratica; Vita ha vissuto tante esistenze, incarnando ruoli differenti, curiosa, vivace, attratta dal bello e dall’esotico, proprio come il suo spirito giocoso. A Vita si ispirò Virginia Woolf per il suo romanzo Orlando, un personaggio che come vita, ha “contorni fluidi”, portando in sé l’antico e il moderno. Il racconto è rimasto sconosciuto per tanto tempo ed è stato scritto da Vita su richiesta della Regina stessa, per far parte della collezione della biblioteca della sua casa delle bambole; grazie alle sontuose e magnifiche illustrazioni di Kate Baylay, quest’eroina senza tempo, che anzi attraversa il tempo, reale e fantastico, prende vita su carta. Un’edizione di pregio a partire dalla scelta dei materiali, un volume unico che impreziosirà ogni biblioteca; lasciatevi solleticare dalle illustrazioni ricche di dettagli e di colori e dalle atmosfere che i ricordi di Vita evocano.

C’era ad esempio il fantasma della casa, perché naturalmente la casa di bambole, essendo arredata di tutto punto, era stregata in modo vario e consistente come lo è qualsiasi bella dimora, anche se solo dalle promesse d’amore che vi sono state scambiate ( e che lì si conservano intatte) o dalle canzoni che lì qualcuno ha intonato sull’onda della felicità.

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