Dormire in un mare di stelle vol.2

Dormire in un mare di stelle vol.2

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Dormire in un mare di stelle volume 2, scritto da Christopher Paolini (traduzione di Maria Concetto Scotto di Santillo) ed edito da Rizzoli che ringrazio per la copia.


È l’ultima missione nello spazio per la scienziata Kira Navárez. Semplici rilievi di routine su un pianeta non ancora colonizzato. Ma il giorno della partenza accade qualcosa di inatteso. Qualcosa di terribile. Spinta dalla curiosità, Kira si imbatte in un reperto alieno. Il terrore la invade quando il pulviscolo intorno a lei comincia a muoversi. Una guerra tra le stelle è alle porte, e Kira è trascinata nelle profondità della galassia in un’odissea di scoperte e trasformazioni. Lei ha dalla sua compagni formidabili e un coraggio immenso. Ma soltanto fidandosi davvero di se stessa potrà combattere per i propri simili e affrontare il suo prodigioso destino.


La seconda parte del romanzo riprende esattamente da dove si era interrotta la prima: Kira e l’equipaggio della Wallfish si stanno recando su Sole per continuare la loro missione quasi impossibile ma decisamente necessaria. Il loro cammino, tuttavia, non sarà mai reso facile dalle potenze in gioco: la guerra coinvolge sempre più vite, distrugge sempre più pianeti ed è arrivata a toccare la preziosa Terra. Nessuno è disposto a trattare, né tantomeno a fermarsi per provare a capire la complessa situazione: l’unica sembra essere Kira, grazie alla Lama Morbida, alla comprensione della lingua delle Meduse e al pesantissimo segreto che conserva e che ha rivelato solo a Falconi.

Forze militari, Meduse e Incubi: tre popolazioni sullo sfondo di una guerra spaziale senza precedenti, che porterà alla fine di tutto, se qualcuno non interviene. E quel qualcuno è proprio Kira: la sua non è una scelta facile né leggera da compiere. Ho apprezzato il modo in cui la protagonista l’ha affrontata: Kira è coraggiosa ma ha comunque paura, per la propria vita in primis, poi per quella dell’equipaggio della Wallfish, che è arrivata a considerare amici, e poi ovviamente per tutto il resto dell’universo. La consapevolezza di essere la chiave di tutto cresce pagina dopo pagina, fino ad arrivare al finale: Kira ha il destino di tutti in mano, cosa farà? Ormai “missione suicida” sembra essere l’unica modalità per affrontare la situazione: le rivelazioni di Itari sul potente Ctein sono aberranti e dolorose, e fanno riflettere sull’avidità, sulla sete di potere e sul bisogno di manipolare sempre, a prescindere dalla specie di appartenenza. Non è solo Ctein il pericolo però: gli Incubi sono sempre più vicini e pericolosi; si prospetta una guerra su così tanti fronti da essere soverchiante. Kira non può disperarsi, lo sa razionalmente, ma emotivamente sa di essere a un punto di svolta della sua esistenza, con tutto ciò che tale consapevolezza comporta: paura, rimpianto, nostalgia, bisogno. Quando arriva il momento, Kira non si tira indietro: ha imparato a gestire il suo rapporto con Lama Morbida, e, forse, ha imparato a non averne più paura.

… Kira. Il nome risuonò come un rintocco di campana. Lei vi si avvolse dentro, usandolo come corazza per difendere il proprio nucleo, come mezzo per trovare un qualche tipo di coerenza interiore. Senza quella coerenza, non era nessuno.

La seconda parte di questa storia è coinvolgente e incalzante: lo spazio è attraversato da battaglie spaziali incredibili, dove le sorti delle vite dei personaggi sono sempre in bilico, e le scene sono degne di un film. L’autore è efficace ed incisivo: gli scenari, lontani e affascinanti, sono ben descritti, tutto sembra reale, credibile, la tensione è palpabile. Ma al tempo stesso non tralascia quegli argomenti più intimistici che aveva già affrontato nel primo volume, soprattutto per quanto riguarda l’intenso e singolare rapporto tra Kira e la Lama Morbida. La protagonista scoprirà la vera essenza dello xeno, la sua reale natura e anche gli scopi per cui è stata creata: questa scoperta ribalterà l’idea che aveva sulla Lama Morbida e anche su se stessa. Non c’è tempo per le recriminazioni: ora ciò che deve essere fatto, va fatto. Kira e lo xeno hanno lo spesso scopo: coltivare la pace e preservare la vita, ma per farlo saranno costrette a prendere decisioni drastiche e difficili. Se nella prima parte del romanzo mi aveva colpito il senso di solitudine, l’angoscia di un cambiamento non voluto e fuori dal proprio controllo, esperiti da Kira, qui mi ha piacevolmente stupita la sua determinazione, la sua fiducia, la sua volontà che si fonde con qualcosa di primordiale e antico.

In questa guerra senza esclusioni di colpi, riuscirà Kira a salvare se stessa e le persone che ama? Riuscirà a riconoscersi il giusto credito e non soltanto addossarsi il peso della colpa? Kira ha sofferto e ha perduto, eppure, in tutto questo percorso ha trovato nuovi, incredibili amici, persone cui affidare la propria vita. L’autore ha dato a tutti i personaggi il proprio spazio, tra chi ritorna, chi si innamora, chi si ritrova.

Come in un cerchio che si chiude, l’ultimo fotogramma, l’ultima scena, contiene in sé una forza, un’energia vitale, che mi ha emozionata. Kira, Falconi, Sparrow, Trig, Gregorovich e tutti gli altri, mi hanno accompagnata in un viaggio per la sopravvivenza: ho tifato, ho sogghignato, ho esultato, ho sperato. Sono stata parte della Wallsifh, in definitiva, e ho osservato con occhi colmi di stupore e ansia uno spazio sconfinato, illimitato, di fronte al quale sentirsi piccoli e smarriti. Il legame che Kira ha instaurato con i suoi amici è qualcosa di molto forte, ancoraggio ad un’umanità, a una sensibilità, che continuerà a servirle.

E’ evidente, a fine lettura, il lavoro enorme che l’autore ha compiuto per regalarci questa storia: lui stesso ci racconta il tempo che vi ha dedicato, lo studio che c’è dietro per risultare credibile, dal punto di vista narrativo e scientifico. Kira/Lama Morbida si fa portavoce di un messaggio forte e potente: la pace è necessaria. Sempre e dovunque.

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