La casa sul lago

La casa sul lago

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo La casa sul lago, scritto da David James Poissant (traduzione di Gioia Guerzoni) ed edito da NNEditore che ringrazio per la copia. Ringrazio anche Francesca Rodella.


Come molte famiglie americane, gli Starling vivono ai quattro lati del paese, ma d’estate si ritrovano nell’amata casa sul lago, in North Carolina. I genitori, Lisa e Richard, stanno per andare in pensione dopo una lunga carriera alla Cornell University, e vogliono vendere la casa per pensare al loro futuro. Questa decisione spiazza i due figli, Michael, commesso in un negozio, e Thad, aspirante poeta. Insieme alla moglie Diane e al fidanzato Jake, i due fratelli raggiungono i genitori per l’ultimo weekend nel luogo del cuore della loro infanzia. Ma quando un bambino annega davanti agli occhi di Michael, che tenta con tutte le forze di salvarlo, ogni personaggio si trova costretto a esplorare l’abisso delle proprie paure e debolezze. In soli tre giorni, segreti, dipendenze, infedeltà e rancori erompono e stravolgono gli equilibri degli Starling. Dopo “Il paradiso degli animali”, David James Poissant torna con un romanzo sull’America di oggi, e con uno sguardo lucido e compassionevole osserva una famiglia capace di ferire ma anche di perdonare senza riserve. “La casa sul lago” non racconta l’amore come una materia cristallizzata e immutabile, ma come un sentimento che si trasforma nel tempo, impetuoso e imprevedibile, a cui affidarsi senza opporre resistenza.

E’ venerdì sulle rive del Lake Christopher, nel North Carolina, e una famiglia si ritrova per l’ultima settimana in quella casa sul lago, teatro e cornice di tante estati insieme, che stanno per vendere. Sono gli Starling: Richard e Lisa, lui di recente pensionamento e lei prossima allo stesso traguardo; Michael, il figlio maggiore, e la moglie Diane; Thad e il suo compagno Jake, artista di successo. Si stanno godendo una rilassata giornata al lago quando succede l’imprevedibile: un bambino viene inghiottito dalle acque e a nulla varranno i tentativi di recupero messo in atto da Michael. E’ proprio lui, l’unico della sua famiglia a non essersi buttato in acqua, a notare la scena e ad accorrere prima, e a commiserarsi ,dopo, per non essere riuscito a salvare una vita. Se solo fosse stato più lucido, più svelto, meno ostacolato dalla sua dipendenza … forse lo avrebbe salvato. Questo si dice Michael, che si è anche procurato una ferita alla testa. L’evento metterà gli Starling di fronte alle proprie fragilità, riaprendo vecchie ferite e riportando a galla segreti, bugie e dolori antichi. L’atmosfera è densa di parole non dette, di lutti e di ruminazioni personali sulla vita, sulla famiglia, sulla morte, sull’amore. E’ un crescendo: pagina dopo pagina, i personaggi si spogliano, si raccontano, litigano, amano, odiano, sbagliano, ripetutamente. Non c’è giudizio nello sguardo dell’autore, ma la vita nuda e cruda, e proprio per questo dolorosa, terribile, reale, controversa. Ognuno degli Starling sembra un’isola impegnata ad affrontare una propria battaglia personale per non affondare, senza rendersi conto di quanto siano intrecciati tra loro i fili dei rispettivi destini. Osservarli, scoprirli, stanarli: come un voyeur, il lettore divorerà le pagine per grattare sotto la superficie della borghesia, della famiglia perbene, e rivelare l’essenza.

E forse questa è già una benedizione sufficiente, essere un cervo in mezzo alla strada, un bambino in fondo a un lago, un neonato in una culla. Rimanere un minuto – ancora profumato e tiepido della vita che se n’è appena andata – sospeso, integro, prima che i paramedici arrivino di corsa, prima che i pesci neri affondino ancora più giù, prima che il furgone si allontani e le ombre si aggirino scure e scompaiano. Solo questo, rimanere un istante – perduti, amati, dispersi – prima che gli avvoltoi scendano a pulirti fino all’osso.

Chi sono davvero gli Starling? Sono una famiglia che lotta per restare unita, che affronta i tradimenti, i problemi dei figli, le piccole e grandi angosce e sfide che la vita disegna per loro; è affascinante leggere le loro dinamiche interpersonali, il modo in cui si relazionano con gli altri ma soprattutto con se stessi. Alcuni di loro sono molto bravi a giudicare la vita altrui, ma del tutto incapaci di riflettere sui propri limiti; altri sono talmente centrati sui propri dubbi esistenziali da non accorgersi di quello che sta accadendo attorno a loro. Ognuno a suo modo sta fronteggiando i propri demoni: vendette, paure, desideri, sogni.

Nonostante lo svelamento dei vari protagonisti, tante parole restano ad aleggiare nell’aria, tanti segreti e pensieri taciuti, tanti buchi da riempire: compito del lettore è colmare quei silenzi, in un gioco di proiezioni che sembra riecheggiare le dinamiche tra i protagonisti. Quanto è difficile sentirsi realizzati? Di cosa abbiamo bisogno per sentirci amati, apprezzati? Abbiamo bisogno dell’invidia altrui? Del tradimento? Delle droghe e dell’alcol? Dei silenzi punitivi? Cos’è davvero la felicità?

Sembra nascondersi, per i protagonisti, negli scatoloni imballati di una casa mobile che cade a pezzi, metafora magistrale delle varie esistenze, che per ragioni diverse sono ad un punto di svolta. Una malinconia straziante pervade le stanze e i gesti di una routine che tutti praticano ma nessuno sente: malinconia per un passato, per una gioventù che conserva il profumo dei ricordi, magari sopravvalutata ma almeno si era giovani, e giovani significa forti. Poi, la vita. E con essa i pesi, a ingobbire. I tradimenti, le responsabilità, le scelte, i debiti. La casa sul lago allora è quasi simile ad uno specchio per i suoi abitanti che in lei rivedono il loro decadimento struggente. Com’erano diversi, Diane e Michael, quando si sono conosciuti. E quanto giovani sono state le loro promesse. Come si può considerarle valide per sempre? Diane è cambiata, Michael è cambiato: ma questi loro nuovi sé stessi, potranno ancora stare in relazione tra loro? Thad, gentile, buono, e la sua relazione con Jake, un legame che li fa soffrire, per motivi diversi, ma da cui faticano a staccarsi perché spesso è più facile farsi male e stare insieme, che dirsi addio. Bisogno e amore, protezione e desiderio: dove si colloca il confine? Richard e Lisa, che si amano da giovani, che hanno perso tanto e hanno ricominciato, che si sono lasciati e poi ritrovati: che cosa vogliono, davvero? Tutti i protagonisti devono rispondere a questa domanda: cosa voglio per me?

Come spiegare il bisogno di essere ammirati, lodati, e il desiderio di non voler provare quel bisogno così profondo? Come spiegare la voglia di essere visto non per come è ma per come vuole essere visto?

Le parole hanno un peso: parole non dette, taciute, sussurrate, urlate, indignate; parole desiderate e bramate, parole per distruggere, per fortificare e per creare. Paure tossiche, dannose, deliranti; fragilità psicologiche e crisi di mezz’età; vergogna, omosessualità, politica, sesso. Questi alcuni dei temi che l’autore tratta in questo romanzo narrato con una prosa semplice ma mai banale; le frasi si incistano, aprono ferite, e poi le rimarginano. Squarciano e aprono mondi di emozione, di rabbia, di paura, di speranza e perdono. Perché alla fine, con uno stile chiaro ed asciutto, l’autore ci parla anche di questo, di quanto sia difficile l’amore, di cosa comporta, dei sacrifici che chiede, dei doni che regala, di quanto spezza e poi riassetta tutto.

E’ un viaggio nell’intimità di questi personaggi, nei loro errori, nelle loro relazioni; ho percepito, durante la lettura, come un brivido lungo la schiena, che mi impediva di chiudere il libro ma al tempo stesso mi allertava. Parlando degli Starling, inoltre, l’autore ci parla della sua America, e lo fa magistralmente, a mio avviso.

Cerca di non farlo, di non trattare i partner dei suoi figli meglio dei suoi figli, ma è difficile, visto come si comportano i suoi figli ogni tanto, le scelte discutibili che fanno. Li ama, incondizionatamente. Ma il rispetto a volta è più difficile da concedere dell’amore.

Le diverse voci presenti hanno toccato a loro volta differenti corde personali: figlia, moglie, madre, sorella, amica, estranea. Ogni sentire ha elicitato in me sensazioni specifiche portando a galla memorie e ricordi, e, interrogandomi sui protagonisti, inevitabilmente ho dovuto interrogarmi su di me.

Che cos’è l’amore? Che cos’è la felicità? Una casa sul lago, una foto nascosta nel portafoglio, una carezza, un’ecografia, la consapevolezza di essere fallaci e di accettarci così come siamo, forse.


Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.