Dormire in un mare di stelle vol. 1

Dormire in un mare di stelle vol. 1

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di Dormire in un mare di stelle, volume 1, scritto da Christopher Paolini (traduzione di Maria Concetta Scotto di Santillo) ed edito da Rizzoli che ringrazio per l’invio della copia. Vi ricordo che a breve verrà pubblicata la seconda e conclusiva parte del volume.


È l’ultima missione nello spazio per la scienziata Kira Navárez. Semplici rilievi di routine su un pianeta non ancora colonizzato. Il sogno di un futuro d’amore con Alan sta per realizzarsi. Ma il giorno della partenza accade qualcosa di inatteso. Qualcosa di terribile. Spinta dalla curiosità, Kira si imbatte in un reperto alieno. Il terrore la invade quando il pulviscolo intorno a lei comincia a muoversi. Una guerra universale è alle porte, e Kira è trascinata nelle profondità della galassia in un’odissea di scoperte e trasformazioni. Lei ha dalla sua compagni formidabili e un coraggio immenso. Ma soltanto fidandosi davvero di se stessa potrà affrontare il destino a cui è chiamata e combattere per i propri simili.


Scegli bene, Viaggiatrice. Pensa tanto. Pensa veloce. Divora il cammino.

Kira è una scienziata, una xenobiologa, che, in un mondo del futuro dove il viaggio all’interno dello spazio è possibile, è abituata a spostarsi per svolgere le sue mansioni; la sua attuale missione su Adrasteia, nel sistema Sigma Draconis, è quasi volta al termine, ma non c’è gioia in questo, sia perché il tutto è stato abbastanza monotono sia perché dovrà essere rimessa in crio per affrontare il viaggio nello spazio e quindi separarsi, fino a tempo indeterminato, dal fidanzato, Alan, un geologo membro anche lui della missione. Se prima di conoscerlo Kira non ha mai creduto che nella sua vita potesse esserci spazio sufficiente per l’amore, ora con lui sembra aver trovato una nuova direzione; non solo, proprio la sera prima della partenza, il suo futuro viene stravolto da una proposta che la riempie di gioia. Certo, c’è tanto da fare, da pensare, da sistemare, ma una volta presa la decisione, compiuto il primo passo per una stabilità diversa, tutto andrà bene. O almeno, così dovrebbe essere … quando un imprevisto dell’ultimo secondo riporta la scienziata sul pianeta per un’ultima catalogazione ecco che accade l’impensabile: Kira trova un sito e un oggetto che parrebbero essere alieni e che cambieranno per sempre non solo la sua vita ma le sorti del cosmo stesso. Risvegliatasi in un lettino medico, Kira si ritroverà ad avere a che fare con un qualcosa che la contagia in modi così intimi, viscerali e profondi da darle ribrezzo; quando questa sua parte sconosciuta, aliena appunto, si rivolterà contro quella che lei considera la sua famiglia, inizia per la donna un calvario fatto di dolorosa presa di coscienza dei propri cambiamenti. Eppure, dopo l’iniziale e comprensibile sgomento, qualcosa cambia nel rapporto tra Kira e lo xeno, che la avvolge dentro e fuori, creando una protezione, anche non voluta e modificando l’aspetto fisico della donna. Sarà solo quello ad essere cambiato in lei? Pagina dopo pagina, assistiamo a un lento processo di ripresa da parte di Kira che letteralmente si rialza, si rimette in piedi e passa dal subire il destino a prendere le redini di ciò che le è accaduto.

Kira sfidando le leggi stesse che governano il suo mondo, fisiche e non, decide di esporsi, di sacrificarsi e la sua missione diviene un viaggio incredibile, di conoscenza e crescita. Spazi sconfinati, stelle e silenzi, viaggi e tecnologie futuristiche, questi alcuni degli elementi che popolano l’ambientazione di questo romanzo; l’autore attinge sicuramente agli archetipi del genere di riferimento su cui inserisce elementi personali ed originali, mescolando scoperte reali e finzione narrativa.

L’incontro con lo xeno, che si scoprirà essere in un certo modo senziente, al punto da avere anche un nome, aprirà ipotesi e domande proprio sul contatto e sul confronto con una civiltà aliena. Sono gli stessi che hanno creato gli altri reperti conosciuti? Kira si chiede se lo xeno è ormai una parte di sé stessa, inscindibile da lei: cosa comporta tale rapporto simbiotico? Paura, angoscia, disperazione … e poi, dei ricordi, frammenti onirici di un passato che pian piano acquista forma, sia per Kira, sia per il lettore, il tutto inframezzato da epiche battaglie e scontri. Kira è una donna alla deriva, che sente di non appartenere più ad alcun luogo: è stata abituata ad essere lontana da casa, ma ora sente di essere proprio lontana dal genere umano stesso, a causa dello xeno. Al tempo stesso, la sua curiosità scientifica, che l’ha spinta ad avventurarsi nel primo incontro con lo xeno, la stimola a volerne sapere di più: la sua “tuta” sembra rispondere ai suoi bisogni, di cosa è fatta? Come interagisce con lei? Un mistero da scoprire mentre sullo sfondo impazza la guerra con le Meduse, alieni tentacolari che sono comparsi proprio nel momento del contatto tra Kira e lo xeno: coincidenza? Kira è attratta in un modo inspiegabile e ancestrale verso queste forme aliene: ciò che sente è la repulsione sua o dello xeno? E se tale emozione appartiene allo xeno, cosa significa? Ma quando Kira e i suoi compagni crederanno di aver capito qualcosa nello schema di attacco delle Meduse, ecco che la realtà davanti ai loro occhi viene nuovamente stravolta, introducendo sulla scacchiera interspaziale nuovi sviluppi e nuovi giocatori. Cosa vogliono? Chi attacca chi e perché?

Determinata e quasi rassegnata ad un destino di solitudine, Kira decide di andare a scoprire di persona il legame tra Meduse e xeno: le prime non sembrano essere le uniche forme di vita aliena presenti nello spazio, ma non hanno in comune un patrimonio genetico con la seconda. Kira è l’unica che può cercare di capire qualcosa in più e per farlo deve proprio avventurarsi tra le linee nemiche, dal momento che grazie alle memorie dello xeno riesce a comprendere il linguaggio delle Meduse che si esprimono attraverso effluvi. In questo percorso di scoperta e comprensione, Kira si troverà a ricordare frammenti di battaglie e di scontri, avvenuti in epoche lontane; non solo, scoprirà anche la complessa e stratificata società delle Meduse, di stampo gerarchico, e, soprattutto, un passato che porterà con sé rivelazioni sconvolgenti. Tali rivelazioni mi hanno sollecitato diverse riflessioni: chi ha colonizzato chi? Chi è arrivato prima e si arroga il diritto di conquista, predominio e potere? Tematiche interessanti e attuali, seppure declinate qui in un contesto futuristico: inclusione e diversità si intersecano con questioni esistenziali.

Kira è la grande protagonista di questa storia, narrata esclusivamente dal suo punto di vista: sin dalla prima pagina, è riuscita a catturarmi, sono entrata in sintonia con i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue riflessioni, dettagliatamente sviscerate dall’autore. Anche lo spazio immenso, la sensazione del salto, l’osservazione dei pianeti, ci arriva tramite lo sguardo attento e curioso di questa scienziata la cui vita è stata stravolta, infestata, come dice lei. Allo stesso modo, anche Lama Morbida ha il suo fascino: cosa vuole da Kira? Pian piano, scopriamo un universo interstellare complesso, e tramite lo sguardo di Kira conosciamo specie aliene, veniamo a contatto con la gerarchia militare, con armi e tecnologie potenti, con computer di bordo dall’ironia pungente, corpi sintetici e stazioni spaziali; non solo, personalmente mi sono affezionata ai membri dell’equipaggio della Wallfish, che diventano una nuova occasione per Kira per sentirsi in famiglia. Le dinamiche di interazione non sono immediate, ma anzi si costruiscono capitolo dopo capitolo, diventando veri e propri legami personali oltre che situazionali.

Lo stile dell’autore mi ha coinvolta totalmente, nonostante la mole del romanzo: a mio avviso, e’ stato capace di descrivere nel dettaglio scoperte e rivelazioni scientifiche, battaglie e alieni, e l’intimità delle relazioni, dei dubbi umani, dello stato d’animo cangiante di Kira, grazie a queste sue caratteristiche sono riuscita ad empatizzare con lei e con la sua incredibile storia. L’epilogo, ovviamente, lascia uno scenario decisamente aperto: può esistere la pace?

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