Review Tour:Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini / Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne – Siblings edition

Review Tour:Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini / Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne – Siblings edition

Buongiorno, lettori! Oggi Review Tour dedicato al romanzo Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini / Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne (Siblings Edition), scritto da Mackenzi Lee ( traduzione di Sofia Castiglioni Reich), edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica. Ringrazio la Casa Editrice per questa lettura in anteprima.


TRAMA

Henry “Monty” Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d’Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l’amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un’incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all’uomo attraverso l’Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty. Felicity Montague ha due obiettivi nella vita: evitare il matrimonio con Callum Doyle e iscriversi alla facoltà di medicina, riservata agli uomini. Una speranza però c’è: l’eccentrico dottor Alexander Platt sta cercando assistenti. Felicity dovrebbe recarsi da lui in Germania, ma non ha i soldi per il viaggio. Fortunatamente una donna misteriosa si offre di pagarglielo, purché la porti con sé travestita da sua cameriera. Quali sono i veri motivi di tanta insolita generosità?


I fratelli Montague sono gli indiscussi protagonisti di questi romanzi pieni di avventure, di qualche risata e di tante riflessioni. Henry “Monty” Montague è il figlio maggiore del lord Disley, aristocratico membro della nobiltà inglese di fine Ottocento, epoca di cui il ragazzo, almeno apparentemente, ricalca stereotipi e vizi: accanito giocatore d’azzardo, dalle irresistibili fossette, amante degli alcolici e delle dissolutezze, è un rampollo cacciato dalla prestigiosa Eton, cui il severo padre ha dato un’ultima chance. Dopo il Grand Tour, molto in voga nell’epoca storica di riferimento, ovvero un giro lungo circa un anno in giro per le più prestigiose mete europee, Henry dovrà affiancare il padre negli affari di famiglia e ricoprire il suo ruolo in società, dismettendo i panni di scapestrato … oppure, non fare più ritorno. Abituato alla minaccia di venire diseredato, il ragazzo scoprirà che suo padre questa volta fa sul serio e pur assecondando il suo viaggio, lo farà affiancare da un tutore che lo guiderà per mostre ed eventi culturali nonché lo introdurrà degnamente in società per fornire futuri agganci. Ovviamente, Monty non è affatto felice di questa variazione ai suoi dissoluti piani, come non è particolarmente felice di dover condividere il suo viaggio sino a Marsiglia con la sorella minore, Felicity, amante dei libri “romantici” (forse …). In realtà, i piani di Monty prevedevano un anno di divertimenti e scorrerie in giro per l’Europa con accanto il suo migliore amico Percy, orfano, allevato dallo zio Ammiraglio e dalla sua famiglia, il quale alla fine dell’anno frequenterà una scuola di legge in Olanda. L’amicizia per Percy si è trasformata in Monty in altro, un sentimento giovane quanto tormentato, sia perché sono due ragazzi, sia per le evidenti differenze tra loro due, sia perchè non crede di essere ricambiato e teme di rovinare così il loro rapporto.

Non siamo cose rotte, né lui né io. Siamo ceramica crepata e riparata con lacca e foglia d’oro; siamo interi così come siamo, completi l’uno per l’altro. Com- pleti, preziosi, e tanto, tanto amati.

Il viaggio si rivela inizialmente la noia che Monty aveva predetto: gite ed eventi culturali, musica e poesia, e nessun casinò né postribolo ma ben presto, dopo un emblematico ingresso alla corte di Versailles (che tutti i presenti ricorderanno per sempre, credo!), comincerà per Monty, Percy e Felicity un’avventura coi fiocchi. Il giovane ha infatti sottratto, ingenuamente, un oggetto al duca di Borbone ma ben presto questo enigma si rivelerà ben altro, mettendo i tre in costante pericolo e coinvolgendo niente meno che pirati e alchimia! Ma il viaggio non è solo avventura e scorribande, non è solo lame alla gola e posti meravigliosi da vedere, è soprattutto metafora di un percorso individuale che Monty inizia a compiere. Dissoluto, frivolo, egocentrico ed irriverente, tutto sembra un gioco per il giovane, tutto sembra fonte di disprezzo a lui che ha avuto ogni cosa nella vita. Dovrà rendersi conto dei suoi tanti limiti, dei suoi difetti e delle sue pecche, soprattutto in relazione agli altri due compagni di viaggio che scoprirà essere molto diversi rispetto a quanto credeva. La sua relazione con Percy evolve pagina dopo pagina, i due discutono, litigano e coinvolgono il lettore che si ritrova a fare il tifo per loro: certo, in alcuni punti anche io mi trovavo d’accordo con gli amici di Monty nel definirlo insopportabile ma è anche vero che Monty ha dalla sua una tale schiettezza che lo rende capace di accorgersi dei propri errori e provare a porvi, a suo modo, rimedio. Il ragazzo dei primi capitoli, vagamente arrogante e che non prende nulla sul serio, capirà quanto sia stato irresponsabile e cieco ai bisogni altrui, quanto abbia messo sempre se stesso prima di tutto e tutti. L’autrice disegna per lui un percorso davvero interessante, intessuto di riflessioni sulla morale e sull’etica, sulla questione di genere e razziale, e lo fa con grande competenza e sensibilità. Tali riflessioni si adattano ai nostri tempi, ovviamente: pensando a cosa Felicity non può fare, a come Percy venga sempre etichettato, ai privilegi e alle limitazioni che derivano dalla famiglia, dal sesso, dal colore della pelle, ho potuto interrogarmi su tanti aspetti della nostra vita.

In compagnia di donne come loro – spigolose come diamanti grezzi, ma con mani e cuori teneri, donne che non sono forti nonostante tutto, ma che sono piene di forza a causa di quel tutto – mi sento invincibile. Ogni ammaccatura, ogni crepa, ogni bufera di vento ci ha reso più dure e più coraggiose, impossibili da abbattere. Siamo montagne, o forse siamo templi eretti su fondamenta che potrebbero durare al di là del tempo.

Felicity vuole diventare medico, non un medico donna, non una gentildonna medico, ma un medico e basta. Ha studiato escamotage per coltivare in segreto la sua passione, si è vista costretta ad accettare una scuola femminile piuttosto che l’educazione formale che desiderava ( e che il fratello maggiore disdegnava), perché ad una donna certi ambienti erano preclusi. Tuttavia, Felicity non molla e non può mollare, nonostante i rifiuti e nonostante un buon ragazzo la chieda in sposa dicendole che prima o poi dovrà smettere di gingillarsi con quello che è ai suoi occhi solo un sogno. Ma per lei non lo è, assolutamente, e corre quindi dal fratello, scappa dai rifiuti di un mondo maschilista per scontrarvisi ancora, purtroppo. Eppure, qualcuno la indirizza a Stoccarda: pare che il suo idolo, un medico, stia per partire per una spedizione scientifica, subito dopo le nozze … e che coincidenza: sta per sposare una vecchia conoscenza di Felicity, Johanna, con la quale la ragazza non parla da due anni. Cosa è successo tra loro? Decisa a perorare la sua causa, a non accettare l’etichetta di isterica o un ruolo marginale nell’ambito medico, contravviene al consiglio del fratello e parte per Stoccarda accompagnata dall’enigmatica Sim, membro di quella compagnia di pirati che li ha visti protagonisti di un’avventura incredibile. Sim, vaga e misteriosa, sostiene che proprio alla tenuta della famiglia di Johanna, dove verranno celebrate le nozze, si trova qualcosa di suo … Cosa sarà? Ovviamente, nulla può filare liscio se di mezzo c’è un membro della famiglia Montague e così anche Felicity si troverà coinvolta in un mistero che la riguarda da vicino! E così come è stato per Monty, anche per Felicity il viaggio pieno di colpi di scena, di paura, di angoscia e di avventura, si tramuta in un percorso di crescita, di riscoperta e accettazione di parti di se stessa. L’autrice ci regala una protagonista determinata, leale, coraggiosa, sensibile.

Voglio capire il mondo, come si muove e come si intrecciano gli intricati fili dell’esistenza in una specie di arazzo; voglio contribuire anch’io a tessere quell’arazzo, con le mie mani. Questa necessità di sapere, di comprendere il mondo, di sentirmi parte di esso mi riempie all’improvviso. Mi inonda con forza feroce. Questo mondo è mio. Questo lavoro è mio. Se è egoista volerlo, allora l’egoismo diverrà la mia arma. Combatterò al posto di tutto ciò che non sa difendersi da solo, lo riparerò dal vento, terrò lontani i lupi e porterò a casa la pagnotta. D’un tratto mi sento piena, gonfia, ma non più del desiderio di essere riconosciuta: voglio conoscere.

Con un stile accattivante e coinvolgente, l’autrice ci guida in due storie diverse tra loro ma accomunate dal desiderio di parlare di libertà, di libero arbitrio, di amore e amori, di sesso, di genere e di etnie; personaggi finemente cesellati psicologicamente ed emotivamente, raccontati con immediatezza e sensibilità, avventure piene di fascino, battute irriverenti, alchimia e tanto altro: preparatevi a tifare e a entrare nelle vite dei Montague! Puntuali e assolutamente da leggere, le note dell’autrice offrono ulteriori spunti di riflessioni e opportune cornici storico-sociali al contesto che ha modellato.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.