Review Tour: L’ascesa di Senlin

Review Tour: L’ascesa di Senlin

Buongiorno, lettori! Oggi Review Party dedicato al romanzo L’ascesa di Senlin, Libro 1 della serie Libri di Babele, scritto da Josiah Bancroft ( traduzione di Alessio Lazzati), edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica e disponibile dal 1 settembre. Ringrazio la Casa Editrice per questa lettura in anteprima.


TRAMA

LA TORRE DI BABELE è la più grande meraviglia del mondo conosciuto. Grande come una montagna, l’immensa Torre ospita innumerevoli Regni Circolari, alcuni pacifici, altri bellicosi, appoggiati l’uno sull’altro come gli strati di una torta. È un mondo popolato di geni e tiranni, aeronavi e motori a vapore, animali insoliti e macchine misteriose. Attirato dalla curiosità scientifica e dalle mirabolanti promesse di una guida turistica, Thomas Senlin, mite preside di una scuola di provincia, decide di visitarla. Anzi, gli sembra che, con i suoi lussuosi Bagni, sia proprio la meta ideale per la sua luna di miele con Marya. Solo che, appena arrivati, i due sposi si perdono tra la folla di abitanti, turisti e furfanti. Determinato a ritrovare la moglie, Senlin inizia una lunga ricerca tra bassifondi, sale da ballo e teatri di burlesque. Dovrà sopravvivere a tradimenti, assassini, e ai lunghi cannoni di una fortezza volante. Ma se vuole riavere Marya, sopravvivere non basterà: dovrà sapersi trasformare da uomo di lettere in uomo d’azione.


Non è la terra che scuote la Torre, è la Torre che scuote la terra.

La Torre di Babele è considerata un faro di civiltà, una costruzione frutto dell’ingegno umano, anche se c’è chi non esclude la natura divina della stessa opera; affascinante e intrigante, sin dalla sua esistenza, anche se non ben collocata nel tempo, non se ne conosce l’esatta altezza.

Dal piccolo villaggio Isaugh, abitato da pescatori e affacciato sull’oceano Niro, cartolo, alla volta della Torre di Babele, Thomas Senlin e la sua novella sposa, Marya, in luna di miele. Certo, è un viaggio lungo quanto insolita è la meta, ma il preside e unico professore della scuola di Isaugh, Senlin, ha risparmiato per tutta la vita proprio in vista di tale viaggio; accompagnato dalla sua inseparabile Guida per tutti alla Torre di Babele, ne segue pedissequamente regole e precetti. In realtà, l’attitudine alla meticolosità sembra colorare ogni aspetto della vita del trentacinquenne preside, che ricalca in pieno gli stereotipi dell’uomo intellettuale: più avvezzo alla teoria che alla pratica, snocciola nozioni a tutti come se si trovasse sempre di fronte alla sua schiera di alunni, i quali lo hanno simpaticamente ribattezzato lo Storione. E lui, in questa definizione, un pò ci si ritrova: taciturno, timido e razionale, è ben tollerato dalla sua comunità proprio perché ha forgiato le menti dei loro figli; tuttavia, l’improvviso matrimonio con la venticinquenne Marya ha destato non pochi sospetti e pettegolezzi. Senza un adeguato corteggiamento, la gente del posto, compresa la zia della ragazza, si chiedono cosa ci sia dietro. Il lettore lo scoprirà capitolo dopo capitolo: mentre Senlin ascende nei Regni Circolari della Torre, l’autore inserisce ricordi e fatti che servono per comprendere meglio anche il carattere di Marya ,che di fatto scompare dopo poche pagine, e la loro relazione. Marya sembra essere una giovane donna curiosa e vitale, pacata e disposta ad assecondare e tollerare i silenzi di Thomas e la sua devozione per lo studio; la sua vitalità la porta a guardare al mondo fuori dal treno con cui arrivano a Stazione Centrale Babele con sincero interesse, è attratta da quesa vita brulicante, da questo Mercato caotico e colorato tanto quanto Senlin ne è spaventato e quasi pentito dalla scelta di recarvisi in luna di miele! Anche nei ricordi di Senlin, Marya appare una donna genuinamente interessata alla musica, alla lettura, definita magari dai compaesani eccentrica, e riesce a fare breccia nel cuore e nella mente dell’uomo posato e discreto che è il marito, sconvolgendone l’esistenza con i suoi capelli ramati, il suo canto e il suo modo peculiare di suonare il piano (anche con la sua intraprendenza rispetto ad un Senlin abbastanza impacciato nelle faccende intime!).

L’arrivo al Mercato sarà quindi osservato dai due sposi in modo diverso: Senlin si attiene alle regole della sua Guida, tra cui viene annoverato il non perdersi mai di vista, motivo per cui Marya sceglie di indossare un caschetto color rosso, sperando di essere riconoscibile nella folla nel caso malaugurato in cui dovesse perdersi. Ciò che non si aspettano e che mi ha subito colpita è il caos multiforme, cangiante, pericoloso, la calca soffocante e opprimente di gente che afferisce al Mercato: la Torre di Babele è immersa in un coro di voci, di bancarelle che cambiano posto giorno dopo giorno. E’ un mondo a sé stante che dipende dalla Torre anche per determinare l’alternanza giorno – notte. Inevitabilmente, come succede a moltissimi, i due sposi si perdono. Prima preda del panico più irrazionale, Senlin tenta di recuperare poi la sua logica: Marya non può essersi persa d’animo benché sola, senza biglietto di ritorno e con pochi soldi, avrà sicuramente proseguito verso il Regno meta del loro viaggio, i Bagni. Così, decide di proseguire anche lui, iniziando una ricerca e un’ascesa incredibile.

Pagina dopo pagina, il timido e attento preside si tramuta in ciò che la Torre vuole e pretende; la sua ingenuità lo porterà a compiere errori, a venire derubato, tradito, a perdere tutto, eppure la fortuna sembra essere sempre dalla sua parte e riesce a sfuggire a incidenti e furti. Sbigottito dinanzi ad una realtà ben diversa dalle sue aspettative, scoprirà che la Torre è crudele, che c’è violenza, schiavitù, anche di natura sessuale, c’è marciume, c’è povertà e soprattutto c’è diseguaglianza. Com’è possibile? Persino quando all’inizio si troverà egli stesso protagonista di simili fatti, Senlin metterà in dubbio ciò che vede a favore di ciò che ha letto, di ciò che pensa di sapere: ci deve essere un errore, pensa. Ma gli errori diventano troppi per essere considerati soltanto tali. Ci vorrà tempo perché Senlin capisca come funzionano davvero le cose, dovrà perdersi e ritrovarsi, completamente diverso dall’uomo che era al suo arrivo. Marya riuscirebbe ora a riconoscerlo? Si chiede. Ma, ben più agghiacciante: riuscirebbe lui a riconoscere lei? Ha rischiato di morire, di lasciarsi sopraffare tante vuole lui per primo, come può essere sopravvissuta lei? Non è scarsa fiducia nella moglie, la sua, è solo la consapevolezza di un uomo che vede determinate cose e ne resta sopraffatto.

Tanti i personaggi che incontra nel suo viaggio, ognuno di essi ben caratterizzato e tratteggiato: sono uomini e donne disperati, smarriti, intrappolati dalla Torre, simile a un Inferno capovolto. I vari Regni Circolari sono pensati per esacerbare le debolezze umane, tra spettacoli teatrali senza fine dove non si riconosce più chi stia recitando o meno, tra sentenze di tortura e morte, tra un laghetto sulle cui rive ci si può smarrire per sempre, tra porti incredibili per aeronavi, la Torre si rivela essere tutt’altro rispetto alle aspettative ottimistiche del preside, il quale, suo malgrado, è costretto a fare i conti con i propri limiti che la Torre impone di superare per sopravvivere.

E’ una lotta contro se stessi in un micromondo con le proprie regole, durissime, più di quanto Senlin sia disposto a credere, prima, e ad accettare, poi: ma con la Torre, con i suoi loschi personaggi, non si scende a compromessi. Cosa rappresenta davvero la Torre? Chi l’ha costruita? Senlin si troverà ben presto a porsi domande di questo tipo, portato com’è ad analizzare i fatti; la Torre fa smarrire dopo aver sedotto con la promessa di una vita diversa. In tutto ciò, la ricerca della moglie assume contorni diversi in base al Regno in cui si trova Senlin: in alcuni punti, quasi sfumerà, fino a quando, come per caso, un dettaglio catturerà l’attenzione di un protagonista sui generis … e la ricerca riparte.

Ma è davvero un caso? Senlin si avvicina a scoprire qualcosa di più circa i meccanismi di funzionamento della Torre stessa e verrà anche coinvolto in qualcosa di misterioso che sicuramente sarà approfondito nei volumi successivi. Imparerà a sue spese di chi fidarsi, e girando l’ultima pagina si resterà stupiti dal cambiamento incredibile affrontato da questo personaggio.

Una storia avvincente raccontata con uno stile che affascina senza mai annoiare; l’ambientazione è superba, e mi sono spesso trovata a riflettere su cosa ci sia davvero dietro, quali segreti e quali significati nasconda la Torre, chi l’abbia creata e perché. La Torre di Babele è ben lungi dall’essere quel faro di civiltà cui Senlin aspirava e la rivelazione è per lui dolorosamente sconvolgente; di conseguenza, il suo stesso percorso non è soltanto in salita, verso i Regni collocati più in alto nella struttura, ma anzi sembra essere verso il basso, nelle viscere dell’umanità, qui rappresentata nei suoi vizi, nei suoi eccessi, nelle sue debolezze. La struttura sociale della Torre è tanto variegata quanto illusoria: è un mondo apparentemente senza giustizia, da cui sembra non esserci ritorno. Ma sarà davvero così? Il mito è caduto agli occhi di Senlin, il velo del disincanto squarciato: cosa rimane, ora? Cosa è reale? La vita di prima? Le nuove amicizie? Il suo nuovo, incredibile, piano per sopravvivere?

Ah, se solo i suoi studenti potessero vedere ora il loro Storione!

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.