L’occhio sinistro di Dio

L’occhio sinistro di Dio

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo L’occhio sinistro di Dio, scritto da Massimiliano Zorzi ed edito dalla Casa Editrice Le mezzelane, che ringrazio per l’invio della copia.


TRAMA

Impiccato lo chiamano, da quando, appena ragazzino, una banda di teppisti lo ha lasciato a penzolare per il collo da un salice piangente. Appeso a quell’albero, tuttavia, la sua vita è cambiata per sempre, legata indissolubilmente a qualcosa a cui è difficile dare un nome. Sarà un criminale a impartirgli delle regole di vita, insegnandogli che un uomo vale quanto la sua parola e che la parola infranta è sempre punita da una lama tagliente. In un viaggio lungo vent’anni per le nebbiose strade di Padova, tra scalcinati banditi di quartiere, misteri sepolti agli angoli delle strade, affascinanti zingare, pugili al tramonto, spacciatori senza scrupoli e stregoni, l’Impiccato scoprirà che il mondo è molto differente da come gli è stato descritto. Apprenderà che esistono poteri dimenticati che si fanno beffe dell’ambizione degli uomini e ne plasmano il cammino trascinandoli nel buio. Affronterà il suo destino sino a scontrarsi con un Dio eterno che non conosce la pietà, l’unico ad aver vinto il Tempo.


La Padova degli anni Ottanta fa da cornice per l’inizio di una storia che parla di una vita intera, una vita complessa, una vita di sofferenze e di buio, di tratti di luce e speranza, di morte e di rinascita, di sogni e promesse, di incubi e disperazione. E’ un percorso di formazione che, pagina dopo pagina, ci parla di un bambino, di un ragazzo e di un uomo, a cui la vita, gli eventi e le circostanze, affibbiano vari nomi, varie identità, varie parti di sé: ma chi è lui davvero?

Un filo che si annoda, si perde e si riallaccia, tra le strade di una Padova oscura e cupa, a partire da quel quartiere popolare in cui nasce e che per primo lo segna come un marchio di fabbrica. Il ragazzino ci prova a condurre una vita normale ma l’incontro con la violenza, brutale, terrificante e spaventosa, ne devia inevitabilmente il percorso. Il bullismo, raccontato con estrema precisione, espone quasi chirurgicamente il corpo e l’anima del ragazzo trasformandolo prima in un giovane spaventato, evitante le situazioni e le persone che fanno del male a lui e ai suoi amici, e poi, lo trasformano nell’Impiccato. E’ il momento della svolta: il ragazzo intravede un altro da sé, un doppio, che lo spinge ogni oltre limite. E’ così che vuoi vivere? E’ così che vuoi morire? Questo sembra dirgli. Ma quest’ombra cos’è? Cosa rappresenta? Una porta per una dimensione altra o una stampella mentale per affrontare un marciume profondo, umiliante e denigrante?

Il ragazzo reagisce. Fa del suo soprannome la sua forza, la sua sfida. Si allena, mai più vittima. Ma la vendetta lo chiama con voce suadente, e con essa i guai che sembrano attrarlo magicamente. Gli anni sono una carrellata di volti, di conoscenze sporadiche, di amicizie e di guide sui generis, sono una serie di episodi, di incontri e situazioni in cui un pò ci si ritrova, un pò se le sceglie. E sempre quell’altro che arriva nei momenti più bui e difficili, a salvare la vita: ma è davvero così?

Tra delinquenza e bravate, il protagonista diventa un uomo che oscilla sempre tra luce e buio, tra momenti di quiete e stasi, connotati da una felicità che però percepisce come effimera, e quel richiamo sordo e oscuro, potente, verso una parte di sé sconosciuta, affamata, che brama il rischio, l’adrenalina e il pericolo. E’ così che conosce spacciatori e prostitute, è così che perde tutto, incontrando un gruppo di persone che sembrano seguaci di un Dio di Tutte le cose. Chi sono? Chi è questo Dio? La spirale di violenza incontra la dimensione sciamanica, i rituali, l’esoterismo, che affascinano il protagonista, portandolo ad aderire a questo Circolo, a questi riti orgiastici, a seguire Giancarlo ed Adele, perché questo gli permette anche di scoprire qualcosa sul suo Tormentatore. Ma così facendo, perde di nuovo ogni cosa, si dissocia dalla sua vita, anzi, dalle sue tante vite: come un equilibrista, deve tenere in piedi castelli di verità e bugie, finendo per essere travolto da esse. E ancora il fuoco della vendetta, il ritorno ad antichi amici, perché ciò che sa non può essere taciuto, ciò che ha subito, le perdite e le cose che ha dovuto vedere, non possono restare impunite.

Un romanzo crudo, che parla di violenza e la descrive con dovizia di particolari, rendendo le scene che vengono narrate devastanti per la loro brutalità, sconcertanti e tenebrose; una vita raccontata, pagina dopo pagina, episodio dopo episodio, con uno stile capace di catturare il lettore. L’ambientazione e il linguaggio usati sono coerenti con il tipo di storia che l’autore vuole narrare, tesa tra esoterismo e violenza, senza giudizio o pregiudizio. I personaggi ricorrono ad espressioni dialettali, così come ad un linguaggio spietato, che si addice alle scene crudeli che vengono mostrate. I personaggi sono ben caratterizzati e non è difficile riuscire a immaginarseli, grazie anche alle bellissime illustrazioni presenti nel testo. Una storia complessa da affrontare con consapevolezza, perché l’esperienza dell’Impiccato resta anche dopo l’ultima pagina, lasciando al lettore che decide di approcciarsi ad essa, riflessioni, angosce, paure e rabbia.

Tra stregoni e pugili, l’autore ci parla di una vita intera in cui il conflitto interiore tra bene e male è analizzato ed eviscerato nel dettaglio, così come i sentimenti e le passioni umane. L’Impiccato è un uomo alla ricerca di se stesso, che si interroga su cosa sia la felicità e, soprattutto, si chiede se possa essere felice lui stesso; è un uomo tormentato e spezzato da una vita difficile, sempre sul filo sottile dell’illegalità, che spesso lo trascina oltre, in atti e situazioni che non poteva prevedere. L’incontro con il Tormentatore rappresenta l’elemento sovrannaturale del romanzo, inserito bene all’interno della storia, e con evidenti riferimenti culturali allo sciamenesimo e all’esoterismo.

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