Review Tour: Il Libro delle Meraviglie e altre fantasmagorie

Review Tour: Il Libro delle Meraviglie e altre fantasmagorie

Buongiorno, lettori! Oggi Review Tour dedicato al volume Il libro delle Meraviglie e altre fantasmagorie, scritto da Lord Dunsany, a cura di Massimo Scorsone. Il volume è in uscita oggi 30 giugno ed è edito dalla Casa Editrice Mondadori, nella collana Oscar Draghi. Le illustrazioni presenti sono di Sidney Herbert Sime. Ringrazio la Casa Editrice per la possibilità di leggerlo in anteprima.

TRAMA

Due romanzi (La Figlia del Re degli Elfi e La maledizione del veggente) e due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, uomini e dèi), arricchiti da eleganti illustrazioni: questo volume permette di riscoprire un autore fantastico poco noto ma di grande suggestione, che lo stesso Lovecraft descrisse come «insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche».

La prima parola che sovviene alla mente quando si legge parte della variegata e vasta opera di Lord Dunsany è decisamente fantasia: mondi fantastici, creature incantate, incantesimi, luoghi ameni, vicini al reale e al tempo stesso enormemente distanti, questi gli elementi dei racconti e dei romanzi dell’autore.

La fantasia si declina di una grande libertà di immaginazione che sconfina nel sogno e nell’onirica rappresentazione di un sovrannaturale a tratti inglobato nel reale, a tratti solo evocato nella dimensione sfumata del sognare. Il limite, il confine è spesso labile: accanto ad una Londra quasi monotona e noiosa, vi si scorge lo spiraglio di altri mondi pieni di suggestione, abitati da personaggi affascinanti. Il destino di alcuni di questi personaggi può essere sconvolto da un momento all’altro, e aprirsi a infinite possibilità: ma è davvero, poi, alla fine così? Un caleidoscopio di immagini, di scene, evocate dai racconti, alcuni brevissimi, che entrano subito nel cuore della storia: tra favola e aneddoto, si snodano vicende di regine silvestri, di re dei sogni, di partite a scacchi, di centauri.

Uno degli elementi che mi ha colpito nelle storie di Lord Dunsany, è il modo in cui introduce il nuovo, l’elemento innovativo, sia per trama che per riferimenti, dandolo quasi per assodato al suo lettore: lasciarsi convincere dalle sue invenzioni, mi è parso naturale e quasi doveroso. Ne Gli dei di Pegāna, ad esempio, l’autore crea un suo personale mito della fondazione, rivelando un proficuo quanto innovativo interesse e punto di vista personalissimo sulle divinità, già intravisto in alcuni dei racconti de Il libro delle Meraviglie. Queste divinità hanno creato il mondo per divertirsi, per gioco quasi, e hanno ispirato tantissimi autori; le illustrazioni dedicate a questa storia, come tutte quelle presenti nel volume, sono evocative e aiutano il lettore ad immortalare attimi importanti della narrazione.

Il tema della contiguità e della reciprocità di influenze tra reale e fantasmatico è centrale anche ne La figlia del re degli elfi, addirittura, la spada del protagonista Alveric, dono che proviene dalla magia, è intimamente connessa alla dimensione del sogno:

È una cosa naturale provare contentezza per un dono recente, ma c’era una certa gioia, insita nella spada stessa, che forse poteva mettersi in con- tatto con i pensieri di Alveric, e con molta più facilità, quando proveniva- no dal paese dei sogni, che, in fondo, erano anche la vera patria della spa- da; e comunque sia, tutto ciò che proviene da una spada magica, quando è ancora nuova, deve sempre apportare quella gioia, in maniera chiara e senza possibilità di errore.

Allo stesso tempo, il mondo di Erl e le terre incantate sono vicine, tanto che Alveric si mette agilmente in viaggio per assolvere al compito che il re suo padre ha democraticamente assorbito, ovvero mettere sul trono un mago. E quale modo migliore se non un matrimonio psr suggellare tale intento? Cosi’ Alveric appunto parte, in un viaggio gravido di descrizioni poetiche, che ricordano un quadro e un mondo fatato, ovattato, immaginifico.  Alveric sa che sta abbandonando terre conosciute per addentrarsi nelle terre sconosciute, e questa sua consapevolezza mi ha fatto pensare ad un personaggio- eroe emblema dell’umanita’ stessa, dell’uomo che si avventura nella vita, salutando con struggente malinconia cio’ che conosce per andare nel Mondo. Significativo anche, a livello simbolico, che il passaggio tra terre avvenga nella luce del crepuscolo, altro confine, altro limite. Luce e ombra. Quindi, ancora la dualita’ tra reale e fantastico diventa l’opposizione tra conosciuto e ignoto, archetipo della vita. La figlia del Re degli Elfi e’ la bellissima Lirazel che si lascia incantare dalla curiosita’ del mondo conosciuto portato da Alveric; la loro unione dara’ a Erl quel mago che desiderava, e i due nonostante le differenze trovano nell’amore la loro ragion d’essere. La meraviglia, lo stupore e’ uno degli elementi cardine dello stile e dell’idea dell’autore. Intriso di elementi tipici del fantasy, che sia nella declinazione di un racconto bene o di un romanzo piu’ approfondito, la parola dell’autore e’ vivida e capace di rappresentare mondi interessanti e allegorici, dove la descrizione e la metafora aprono all’idea di un sogno cosi’ credibile da sembrare reale.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.