Verbum – Custos Verbi

Verbum – Custos Verbi

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Verbum – Custos Verbi, primo libro della saga scritta da Niccolò R. V. Toderi, che mixa fantascienza e distopia; il romanzo è edito dalla Casa Editrice Bookabook, che ringrazio per questa collaborazione.

TRAMA

In un futuro lontano, la metropoli di Neo Babylon è l’ultimo baluardo dell’esistenza umana alla fine di un’era di guerre e sconvolgimenti. I migliori tra gli uomini hanno lasciato il pianeta in cerca di una nuova speranza, ma dopo mille anni non hanno ancora fatto ritorno.
Chi è rimasto ha ereditato un mondo in declino, progredito nella tecnologia ma irrigidito dalle ferree leggi che lo governano.
Fra le vie della città, degli individui capaci di scorgere il futuro attraverso le pieghe del tempo e dello spazio – i Custos – agiscono al servizio di un bene superiore ma incomprensibile per chi diffida del loro potere. Quando la città inizierà a tremare a causa di una serie di misteriosi attacchi terroristici, i Custos saranno l’unica possibilità per evitare l’estinzione del genere umano.

Nella metropoli futuristica di Neo Babylon si è raccolta gran parte dell’umanità sopravvissuta a catastrofi e guerre del passato, relegata all’interno delle alte mura della città, senza conoscere o sapere cosa ci sia al di fuori, cosa sia rimasto – ammesso che qualcosa sia rimasto – del mondo del passato. In un tempo lontano, infatti, un gruppo di uomini, gli Esuli, i migliori tra loro, si sono allontanati alla ricerca di un posto migliore per l’umanità, lasciando agli abitanti di quella che sarebbe diventata Neo Babylon un Catechismos, una serie di regole, di direttive da rispettare, prendendo spunto dalla composizione della vita e della società appartenente al passato storico dell’umanità stessa. Il Catechismos rappresenta l’insieme delle norme che promuovono l’Unica e Vera Democrazia come forma di governo; gli Esuli, però, hanno anche posto l’imperativo che riguarda l’esistenza dell’Ordine dei Custos, avvolto dal mistero, e che affonda nel passato la propria origine. I Custos, infatti, sembrerebbero essere sempre esistiti, seppure con un nome diverso (protoCustos, come Verne ad esempio), i cui ultimi lasciti scritti sono gelosamente custoditi.

I Custos rappresentano un Ordine con proprie precise e ferree regole interne, un’anomalia all’interno della società di Neo Babylon che però viene supportata dal Governo … o almeno così è sempre stato. Nessuno dovrebbe mettere in discussione l’esistenza di tale ordine, né contravvenire a ciò che i Custos ordinano, pena la morte. Questo ha generato un malcontento oltre che una divisione netta tra la gente comune e i Custos, con il loro voto di silenzio, con la loro maschera che ne nasconde la bocca, e con le loro strane predizioni, chiamate apokalypses, che appaiono distanti dagli altri, e vengono da questi disprezzati. I Custos sono temuti perché non vengono compresi, e la gente non riesce a capire fino in fondo ciò che essi fanno. Sembrano ricalcare i valori dogmatici di un culto religioso del passato, se non fosse che nella Unica e Vera Democrazia la religione come veniva intesa nel passato sia stata abolita. Se il disprezzo è sempre stato in un certo senso represso, all’inizio della storia narrata nel romanzo, divampa in un odio che porta ad attentati terroristici. La realtà dei Custos è complessa: vengono addestrati ad escludere i propri sentimenti ed emozioni, ad esempio, a vedere il futuro, ad essere profondamente in contatto con la Verità, ma ad esserne anche uno strumento; la loro essenza è spirituale, filosofica, ma anche molto fisica, un connubio affascinante e stimolante per il lettore.

Io ho amato qualcosa di diverso dalla Verità, da me stesso, e poi ho odiato. Ho odiato intensamente ciò che ero diventato e ciò che ero stato. Ho amato e odiato in maniera liberatoria, e non ho alcun rimpianto. Ma voi non date nessun valore a tutto questo. Eppure anche questa è vita. Ve ne accorgerete quando sarà troppo tardi.

Protagonista della storia è Orfeo, un Custos cresciuto all’ombra delle regole, che tende a non mettere in discussione, fino a quando il suo intero mondo, la sua percezione della Verità, verrà alterata, scossa, cambiata. Saranno proprio i suoi rapporti interpersonali a modificare per sempre la vita di Orfeo, sin da quando decide di seguire e di aiutare il fratello Laocoonte, il quale rischia tutto se stesso, il suo essere Custos per quell’umanità da cui sembrano tutti essersi allontanati in favore di un contatto puro con la Verità. Proteggere Laocoonte non sarà facile ed espone Orfeo a rischi che il Custos, nonostante il suo dono di preveggenza, non può immaginare. Nella notte in cui tutto cambia, Orfeo inizia a sentire delle voci altre … chi sono? Cosa vogliono da lui? E perché lui e i pochi altri Custos rimasti percepiscono quest’aria sempre più opprimente di minaccia? Previsione o intuizione?

Orfeo riflette sulla politica di Neo Babylon, su quell’autocrazia strettamente connessa al potere, al possesso, all’illusione di essi, sottoponendo quindi al lettore quesiti e riflessioni che travalicano il tempo stesso e che attraversano il corso della storia di ogni società. Verità, libertà, destino, colpa, finitudine delle cose e del mondo stesso: ecco la parabola cui Neo Babylon è condannata, e i Custos, da sempre esistiti, possono combattere la bestia con la creazione, con l’atto dell’intuizione che si contrappone al ristagno. All’alba della nuova elezione del demiurgo, qualcosa sta per accadere, per sovvertire l’Ordine dei Custos e cambiare la società: tra intrighi, lotte di potere, sentimenti forti, Orfeo, Cassandra, Euridice e gli altri personaggi, dovranno capire chi vuole eliminarli e perché.

Il romanzo è intriso di dilemmi etici e morali, su cui Orfeo, la Metera Sybilla, Morrigan, Giona e tutti gli altri personaggi si interrogano con grande competenza e profondità d’animo: le questioni filosofiche, il limite tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere, la ricerca della Verità, sono il cardine portante di questa storia, dinamica e affascinante. I Custos infatti non sono solo dediti alla meditazione, ma sono anche combattenti: il romanzo non manca di scene d’azione coinvolgenti e ben narrate dall’autore che riesce a rendere credibile la sua storia sia nelle sfaccettature più intimistiche della riflessione, sia nelle azioni corali, fisiche, in cui si corre contro il tempo per salvare l’umanità. E proprio il Tempo è un altro dei motivi ricorrenti di indagine e riflessione che il romanzo elicita: non solo la storia si articola su diversi piani temporali gestiti in modo ottimale dall’autore senza creare confusione, ma è anche una questione importante per i Custos e per la loro missione. Che cos’è allora il Tempo?

L’ambientazione, infine, è quella di un mondo del futuro, che però vive nella stagnazione, nel riciclo della produzione sempre uguale, senza alcuno slancio vitale, forse proprio a causa di quell’isolamento in cui Neo Babylon vive da tempo. Metafora di un tempo più contemporaneo, la città appare tetra, piatta culturalmente – in contrapposizione al Tempio dei Custos dove si respira una vivacità intellettiva – quasi rassegnata ad una fine che non vuole vedere né accettare; l’odio per i Custos di inserisce proprio in tale dinamica, poiché in loro, le varie classi sociali vedono l’ultimo baluardo di un mondo morente, il perfetto capro espiatorio per le azioni disturbanti la quiete. Da chi sono guidati gli atti terroristici e con quale fine? L’auto – conservazione è un valore o un danno per la società? E come si inseriscono i Custos in tale contesto?

La spirale di violenza sembra essere manovrata dall’alto, da poteri che tramano nell’ombra in virtù di qualcosa di necessario, termine che ricorre molto spesso come motivazione ad agire per molti personaggi. Necessario come sinonimo di buono, ma per chi ed in che modo? La visione del futuro, di cui i Custos sono comunque strumenti, quando richiede l’intervento? Violare la legge del non agire, del non interferire, che conseguenze può avere sul mondo? La cecità di cui l’ ex Custos Giona accusa i suoi fratelli sembra portare davvero tutti sull’orlo di un cambiamento inevitabile quanto terrificante. Orfeo stesso metterà tutto in discussione, aprendosi alla giornalista Euridice: ancora una volta, intuizione, predizione o suggerimento?

Ci siamo sempre visti come strumenti della Verità. Ma abbiamo compreso veramente cosa questo significhi? Cosa comporti? Quali siano i suoi limiti? Noi abbiamo dato un senso univoco al termine “servire”, limitando così l’orizzonte alla sola Verità di cui possiamo essere consapevoli.

Consapevolezza, conoscenza, comprensione e speranza, quella di un futuro in cui si possa essere davvero aperti alle possibilità della Verità. E cos’è la Verità, in fondo?

La storia è storia solo quando qualcuno decide che lo è divenuta. E chi lo determina, definisce anche che cosa sia.

Un esordio accattivante e stimolante, scritto con un stile scorrevole, che catapulta il lettore in un mondo distopico ma caratterizzato da profonde e necessarie riflessioni etiche e morali, filosofiche e antropologiche; il riferimento al mondo antico risulta credibile e coerente, e ben declinato dall’autore il quale crea un universo articolato, in cui nulla è lasciato al caso e acquisisce senso, pagina dopo pagina; corredo interessante, l’appendice conclusiva aiuta il lettore ad addentrarsi nel mondo, nelle regole, nelle leggi, nella storia di Neo Babylon in modo da avere un contesto preciso. Ho apprezzato molto la scelta dei nomi dei personaggi, mai casuali, e il modo in cui l’autore ha attinto dalle conoscenze dell’Antica Grecia, a me da sempre molto cara, e le ha trasformate, inserite in un mondo futuristico in cui il rapporto con la storia, con il passato, diviene fondamentale e inevitabilmente si correla all’idea stessa che possa sussistere un futuro.

Noi persistiamo!

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