Il battesimo del fuoco

Il battesimo del fuoco

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Il battesimo del fuoco, scritto da Andrzej Sapkowski ( traduzione di Raffaella Belletti) ed edito da Editrice Nord.

TRAMA

Geralt di Rivia ha fallito. Durante la rivolta scoppiata sull’isola di Thanedd, non è riuscito a portare in salvo Ciri, l’ultima erede al trono di Cintra, e ora la principessa è scomparsa. La sua unica speranza di ritrovarla è affidarsi a Milva, la più abile spia delle driadi. E Milva non lo delude: scopre che Ciri è prigioniera dell’imperatore Emhyr var Emreis e si offre di guidare lo strigo fino alla capitale di Nilfgaard. Benché sia ancora debole a causa delle ferite riportate, Geralt lascia la sicurezza dei boschi di Brokilon e si mette in viaggio con Milva, ma bastano pochi giorni di cammino per rendersi conto che raggiungere il palazzo imperiale è un’impresa quasi impossibile: ovunque infuriano violente battaglie tra le truppe di Nilfgaard e gli eserciti dei liberi regni; le strade sono pattugliate giorno e notte da ronde di soldati, mentre i villaggi sono lasciati alla mercé dei gruppi di elfi ribelli. Lo strigo e la driade sono quindi costretti a tagliare per la foresta, senza sapere che così facendo cadranno nella trappola preparata da una creatura che da tempo li segue nell’ombra, pronto a tutto pur di evitare che Geralt arrivi vivo a Nilfgaard…

Nella foresta di Brokilon troviamo un Geralt prostrato nel fisico e nella mente, dopo i terribili e imprevedibili avvenimenti di Thanedd: è solo, gravemente ferito, ha perso Ciri e si sente tradito da tutti, Yennefer compresa. Grazie all’aiuto di Triss, tuttavia, è giunto dalle driadi, che il lettore ha già avuto modo di conoscere nei racconti, e qui viene curato con devozione e attenzione; nella foresta c’è anche l’arciera Milva, una guerriera dal passato fumoso, e che non riesce proprio a comprendere perché le venga assegnato il compito di rispondere alle domande dello strigo, anche se tali domande richiederanno rischi per lei. Riluttante a parlare con lui, Milva dovrà però cambiare idea e scoprirà cosa lo muove, cosa lo spinge a lottare per la sua Cirilla, e non solo comprenderà le sue ragioni, lo aiuterà ad allontanarsi dalla foresta e lo seguirà nel suo viaggio pericoloso verso Nilfgaard. Le notizie che giungono allo strigo sono per lui dolorose: Ciri è stata presa dall’imperatore Emhyr, e sarà costretta a sposarlo, se Geralt non arriverà in tempo a salvarla. Ma la strada per il regno di Nilfgaard è tortuosa, pericolosa, piena di ostacoli: non ci sono solo la guerra contro quel terribile regno, ma anche lotte intestine, predoni, mercanti. Il mondo è diventato ancora più cupo e ostile, non ci si può fidare di nessuno. Geralt, tuttavia, non è una persona qualunque, la sua motivazione è enorme, e, con una compagnia alquanto improbabile si mette in viaggio.

Seguono lunghe pagine dedicate al viaggio di Geralt, che servono al lettore per comprendere quanto il mondo dell’autore sia articolato e complesso; ne conosciamo ulteriori retroscena, ulteriori storie e veniamo a conoscenza di nuove creature. E’ un universo decisamente fantasy, tra nani, gnomi e vampiri, le cui figure sono però declinate in chiave umana, caratterizzate alla perfezione, e diventano i degni compagni di nuove accattivanti avventure per Geralt, Ranuncolo e Milva. In questo romanzo, il lettore incontra brevemente Cirilla e Yennefer ma le loro apparizioni sono uniche, indelebili e sconvolgenti. Abbiamo lasciato Cirilla alle prese con la sua nuova identità: tenta a tutti i costi di arginare i dolorosi ricordi della sua vita recentemente passata, perché se ci riflettesse troppo, dovrebbe rendersi conto di essere senza speranze, lontana da casa e senza più nessuno pronto ad aiutarla. La ragazza infatti non sa che lo strigo e la maga sono disperatamente alla sua ricerca ma li crede morti e tale consapevolezza la porta ad abbracciare la sua nuova vita con una rassegnazione perversa e oscura; l’addestramento che ricevuto l’ha resa letale, primitiva e selvaggia. Ma se di giorno gioca a fare quella forte, le notti sono devastate da incubi a cui fanno eco quegli dello strigo. Parallelamente, ritroviamo anche Yennefer, misteriosamente scomparsa dopo il fallimento e il voltafaccia di Thanedd: dov’era? Da che parte sta?

Nuovi intrighi e nuove alleanze: la lotta al potere prosegue spietata e senza esclusione di colpi. Il solito finale aperto e straziante fa presagire che la resa dei conti possa essere vicina, ma tanti ancora sono i pezzi che mancano per comporre il puzzle finale. Ho apprezzato l’evoluzione e l’approfondimento del personaggio di Geralt, che è sicuramente il protagonista indiscusso di questo capitolo della saga: un lupo convinto di dover stare da solo, che allontana gli amici, e al tempo stesso si strugge per loro. Umano nelle sue debolezze e fragilità, è ancora una volta un personaggio puro che vive in tempi sporchi e sanguinosi. La tematica del battesimo del fuoco che torna ciclicamente all’interno di questo volume, si connette proprio all’idea di Geralt di dover essere solo, a salvare Ciri, ad affrontare i propri demoni, senza considerare affatto né il punto di vista altrui né il peso enorme che le sue azioni hanno sul prossimo: il suo animo viene riconosciuto, e quindi apprezzato.

Il bisogno di espiazione, di un battesimo del fuoco purificatore, il senso di colpa non sono cose di cui possa arrogarti l’esclusiva. La vita si distingue dal mondo bancario perché conosce debiti che si pagano indebitandosi col prossimo.

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