I cercatori di pace

I cercatori di pace

Buongiorno lettori! Oggi vi parlo del romanzo “I cercatori di pace“, scritto da Laura Costantini, che ringrazio per l’invio della copia, ed edito dalla Dei Merangoli Editrice.

TRAMA

“I cercatori di pace”, eroi o forse vittime designate da chi detiene il potere, partono verso una ignota avventura, alla ricerca di un futuro che viene dal passato e che li condurrà a incrociare i loro destini: Ghillean, Litia, Kimen e Tarnell non si conoscono e non si fidano uno dell’altro, ma sono giovani e umani. È il 518° anno di guerra e nessuno ricorda più come e perché sia iniziata. Un enigma che potrà essere risolto catturando un leggendario Mutato, figura misteriosa nella quale si cela l’arma speciale inventata prima del lungo e distruttivo periodo bellico, che ha generato un ritorno al passato, un medioevo privo di tecnologia, cultura e memoria storica.

Da 518 anni viene combattuta una guerra che ha visto coinvolti i principali territori di quello che è diventato il mondo: Oqrius, Neapyx, Dafmor, Kiderion, ognuno per motivi diversi, sono diventati ormai lo spettro di ciò che erano. Differenti per ordinamento politico, economia e paesaggi, sono però accomunati dalla folle conquista di nuovi territori incontaminati, bellissimi, ma soprattutto pieni di risorse da poter sfruttare. Il mondo progredito e scientificamente avanzato che esisteva, ora non c’è più: la guerra ha fatto ripiombare tutto e tutti in un medioevo, sia per strutture sociali, che per competenze e possibilità; senza elettricità, senza più memoria del passato, gli anni si trascinano in echi di battaglie. Il ricordo della conquista è ormai lontano ma nessuno può porre fine al conflitto che, come una sorta di macchina, si trascina per inerzia. In questo clima, un Tecnico di Oqrius, che conserva ancora la monarchia, “vede” nell’apparizione di una cometa, il segno impellente della fine e della distruzione del mondo, e così spinge il proprio Re a chiamare a raccolta emissari importanti degli altri territori per mandarli in una missione pericolosissima: ritrovare il leggendario Mutato, una figura avvolta nel mistero, che potrebbe però condurre ad un deposito di superarmi, di cui si vocifera da tempo, da utilizzare per neutralizzare l’impatto della cometa. Ma sarà davvero così? Un gruppo di personaggi provenienti dalle terre conosciute, si uniranno in un’impresa epica, che diviene modo per farci conoscere questo nuovo mondo, ma soprattutto si fa portavoce di una riflessione necessaria su quello che è il nostro di mondo – reale e contingente.

Tra armi del futuro, tecnologie avanzate, parallelismi con la nostra epoca e con un ritorno ad un periodo più antico, l’autrice ci guida all’interno di una storia che coinvolge totalmente il lettore: cosa è successo al mondo e perché? Come può la natura umana essere così corrotta nell’animo da perpetrare una guerra da 500 anni e non avere il minimo interesse per la pace? Cosa si nasconde dietro la spedizione?

Il viaggio, l’enigma, la scoperta del mistero che sta dietro al Mutato che diviene emblema dell’Altro, sconosciuto e attraente, la nascita di relazioni nuove che mettono in discussione precedenti pregiudizi nati dall’odio che la guerra genera, sono alcuni dei temi che permeano il romanzo e sono trattati dall’autrice con una grande competenza stilistica e lessicale. Ho apprezzato il fatto che i personaggi della storia, pur conservando le proprie indiscutibili differenze personali ed una doverosa dose di sospetto iniziale, avessero di fondo una certa apertura all’altro; tale capacità credo derivi dall’età dei personaggi, decisamente maturi. Ghillean è una donna che proviene da Oqrius: brillante ed intelligente, ha perso il marito da giovane ed è ancora profondamente legata alla sua figura e al loro amore; questo, tuttavia, non la rende cieca e sorda a desideri, sogni e bisogni. Ghillean vuole amare ancora e vuole disperatamente l’amore. Tarnell vive a Kiderion, che viene considerata “in fondo un’oasi, un’oasi barbara e violenta, eppure dotata di una sua tranquillità“; è un disertore e una persona dal passato doloroso, ed è a capo di una piccola banda. Furtivo e irriverente, è la classica persona che cerca di cogliere ogni occasione possibile per guadagnarci; nel corso del viaggio, tuttavia, apparirà in modo inequivocabile la sua lealtà. Kimen è il generale di Neapyx: affascinante ma ligio al dovere, è scettico e sospettoso per sua natura; apparentemente rigido e poco incline ad apprezzare la presenza femminile nel gruppo, si ricrederà quando conosce la bella Litia, principessa del Regno del Mare. Erede al trono di Dafmor, Litia è una ragazza coraggiosa e sensibile, pronta a sacrificarsi per il bene del popolo e del suo paese. La missione che li unisce si rivelerà molto complessa e pericolosa: manovrati dalle sfere politiche e personali dei loro paesi, si ritroveranno a dover combattere su più fronti, sino all’incontro provvidenziale con un enigmatico Viandante che sembra essere sempre un passo avanti rispetto a loro e, stranamente, è dalla loro parte. Che cosa nasconde l’uomo? Come mai sa così tante cose e perché decide di aiutarli? Innegabilmente affascinante, il Viandante si rivelerà essere uno degli elementi chiave della storia, non solo in vista del conflitto e della cometa, ma anche per i vari personaggi … soprattutto per qualcuna di loro!

I personaggi creati dall’autrice sono incredibili: affascinanti, vividi, terribilmente reali e concreti,colpiscono per la loro umanità. Sbagliano, lottano, soffrono, “sentono”. La caratterizzazione attenta e precisa della psicologia e del carattere dei protagonisti è un elemento importante nel romanzo: ognuno di loro incarna un ruolo, ma, quando diventano gruppo, le dinamiche interne ed esterne sconvolgono i loro piani individuali a favore di un clima più positivo. Pur essendoci diffidenza per la differenza provenienza geografica e per le costanti minacce a cui sono sottoposti, i protagonisti possono mettere in dubbio la reciproca lealtà – mi spingo a dire amicizia – solo a parole: nel momento del bisogno, ci sono l’uno per l’altro. C’è una grandissima sintonia – da qualcuno magari minimizzata – ma evidente al lettore che si declina in dialoghi piacevoli da leggere. Spicca la capacità dell’autrice di rendere le interazioni tra di loro reali e credibili, con una penna che sa dosare ironia e momenti di grande intensità. Ironici, sarcastici, divertenti e carnali, sono personaggi che non passano inosservati. Non mancano le scene d’azione né tantomeno quelle più intime, anzi le relazioni amorose e interpersonali sono molto ben approfondite con particolare attenzione ai sentimenti, vissuti anche nel loro aspetto corporeo. Il sesso e la sessualità sono, quindi, presenti nel romanzo, ma vengono narrati con uno stile che non è volgare; anche la presenza di scene, dialoghi e pensieri, che vertono sul sesso al limite con la violenza, si collegano al contesto sociale ben specifico, che ricalca quello che noi associamo al MedioEvo. Il mondo abitato dai protagonisti possedeva conoscenze e strumenti avanzati, ma è ripiombato in un’epoca buia, in cui la condizione della donna, ad esempio, è svantaggiata, così come la cultura, la lettura, la storia, sono svilite. Si apprezza la costruzione precisa non solo di un mondo geografico, sociale e politico, ma abitato da tradizioni e soprattutto dalla religione, che diviene terreno di conflitti interiori e morali.

L’amore è molto presente nel romanzo, in varie sfumature e connotazioni e, soprattutto, con vari esiti: le storie che l’autrice ha creato e raccontato mi hanno emozionata e coinvolta. In particolare, ammetto di aver subito il fascino di una delle coppie presenti nel romanzo: ho trovato che, la nascita del loro reciproco e burrascoso interesse, abbia seguito di pari passo la maturazione e la crescita personale dei personaggi coinvolti. Lontani dal mondo in cui sono cresciuti, per la prima volta in vita loro sentono di poter essere chi vogliono, e non più chi devono; questo li rende liberi di sperimentarsi senza giudizio, senza colpa, e di amarsi.

Non ho più bisogno di cercare, perché ho trovato te.

Amore è trovarsi, conoscersi, avere la fortuna di essersi incontrati seppure ai confini del mondo; ma amore è anche rifiuto, perdita e sofferenza. Qualcuno di loro penserà di essere destinato solo al dolore e alla solitudine, all’effimero piacere di un bacio e alla negazione di invecchiare con la persona amata. Ma l’amore, qui, è forte, è forza proattiva, che spinge all’azione e cambia le sorti del mondo. Non solo, amore diviene anche memoria, trasmissione di dati e conoscenze che possono essere salvifiche.

I protagonisti si pongono dilemmi etici e morali sullo scopo della missione: ha senso riportare in “vita” un mondo che non appartiene più a nessuno? Quali danni potrebbe provocare tale evento in un mondo che combatte, più o meno attivamente, una guerra che dura da 500 anni? C’è stanchezza, malcontento, ma soprattutto emerge un senso critico e di responsabilità verso coloro che non possono esprimersi, che hanno perso la famiglia per via della guerra. Quanto è difficile, ora, stabilire una pace? Soprattutto, come far capire che pace non significa resa? Che la pace non rappresenta un fallimento ma una vittoria?

In una corsa contro il tempo, le sorti del mondo si agitano intorno ad una domanda che assale il lettore: in fondo, questo mondo, merita di essere salvato? Il mondo ha perso la scienza e la tecnologia, riuscirà a recuperare almeno la sua umanità, ammesso che ne esista ancora? Tra sotterfugi e intrighi di potere, l’autrice crea un mondo originale e coerente che affascina la mente del lettore.

Era un atto di fede quello che le chiedeva. Era lasciarsi cadere all’indietro senza alcuna certezza che ci fosse qualcuno o qualcosa ad attutire la caduta.

Un romanzo che unisce elementi di fantascienza e del genere fantasy, con una grande attenzione alle relazioni interpersonali e al sentimento, narrato con una penna capace di essere descrittiva senza annoiare e di far provare al lettore una gamma di emozioni e sentimenti. Arricchiscono e colpiscono per la bellezza, le tavole illustrate presenti nel romanzo, evocative e suggestive di momenti specifici del romanzo.


Non c’è niente di più magico della realtà.

Il finale, intenso ed emozionante, viene raccontato dalla voce di Eiren, che ha iniziato la storia di questo romanzo ed ha accompagnato il lettore, interagendo in modo diretto con lui, spiegando avvenimenti precedenti e interrogandolo nei momenti opportuni; alla fine, Eiren si svela e si fa riconoscere, portatrice di una speranza di pace, di una rinascita che possa essere migliore.

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