Mondo in fiamme #2 Requiem d'acciaio

Mondo in fiamme #2 Requiem d'acciaio

Buongiorno lettori, oggi vi parlo del secondo volume della saga epic fantasy scritta da Edoardo Stoppacciaro ed edita da La Corte Editore, che ringrazio per la copia cartacea.
Siete pronti a compiere un viaggio tra Spiriti Antichi, regni in guerra e creature spaventose?

TRAMA

Le uova di drago sono sparse ai quattro angoli del mondo e re Qilvere è morto. La guerra ha inizio. Anche il Mondo degli Spiriti e in tumulto: antichi equilibri vengono infranti e i confini tra ciò che è mortale e ciò che non lo è vacillano. Le armate dei Regni degli Uomini sono schierate su una scacchiera pericolosa, tra mutevoli alleanze, azioni avventate e vittorie che si trasformano in cocenti sconfitte. Daryn si muove sull’orlo della follia; Flavia e le Zanne del Cinghiale si preparano agli oscuri giorni a venire; Arlan Rheanny, nipote di Max, si mette sulle tracce di Flavia per ucciderla; Kalysta, in cerca di un modo per liberare i bambini rapiti dagli Spiriti, intraprende una via terrificante per adempiere al suo vero destino; Hector Mulceon e i suoi trovano una fragile illusione di tranquillità, ma le Guardie d’Argento, in cerca di Hector e dell’uovo di drago rubato, sono sulle loro tracce. Vecchi alleati si trasformano in mortali nemici, mentre l’antico orrore che la follia degli Uomini ha riportato nel mondo si risveglia pronto a dare ogni cosa alle fiamme e il canto funebre per la fine di tutto sarà un requiem d’acciaio.

 
Il secondo volume di questa saga riprende la storia dal punto in cui era terminato il primo “Mondo in fiamme- Una primavera di cenere“: ritroviamo un mondo in precario equilibrio, che si prepara ad una guerra sicuramente palese ma ancora non sa che sta lottando non solo per la supremazia di un Regno su un altro, ma per la sopravvivenza stessa del genere umano. Harnwyr, Carnagh-Coill, Looralyen, i regni degli Uomini sono in guerra: soprusi, vendette, desiderio di giustizia, rivendicazioni di legittimità, ormai arrivare ad un confronto armato sembra inevitabile. La scacchiera del mondo è stata già divisa, soprattutto dopo il finale del primo libro che ha aperto ad un inevitabile esito: in un mondo che fa dell’onore  il proprio apparente marchio di fabbrica, le onte vanno lavate, i crimini puniti, possibilmente in modo plateale. Ma c’è chi domina dall’ombra, manovra subdolamente e cospira: anche le menti più sveglie e brillanti faticheranno a comprendere di chi possono fidarsi, e quelle accecate dall’odio saranno facili prede di chi,  con più sangue freddo, ordisce e brama potere. La malvagità non si ferma dinanzi a nulla: nemmeno  l’idea di riportare nel mondo antichi terrori, inibisce o spaventa. Se questo mondo non può essere mio, che bruci piuttosto – sembra il pensiero di qualcuno. La divisione tra buoni e cattivi è, appunto, sfumata e labile: ognuno deve scendere a patti con la propria dose di ombra e oscurità; qualcuno dovrà affrontare i demoni di un passato doloroso, i cui segni profondi sono ancora presenti in incubi e paure ma difficilmente si declinano in gesti aperti. E’ un mondo dove l’apparenza conta molto e un Ser non può sentire voci, non può essere considerato folle; una Lady guerriera deve ingoiare comunque gli sguardi che le rivolgono in quanto donna; e un personaggio crudele può continuare ad esserlo solo perchè gode di certi titoli “nobili“.
Il focus narrativo è puntato su diversi personaggi, come nel primo romanzo, e ciò permette al lettore di seguire le varie vicissitudini attraverso i punti strategici di queste molteplici guerre che si stanno avvicinando.
Ritroviamo la piccola Kalysta di Nahylias, consapevole del risveglio degli Antichi Spiriti e consapevole delle sue colpe: pur essendo molto giovane, la bambina non si tira indietro, accetta il peso delle conseguenze che le sue azioni hanno e si mette in cammino per riuscire nel proprio intento, ovvero salvare quei bambini presi dalla “Nebbia” ma anche salvare il mondo intero. Nel suo viaggio incontrerà una sorta di nuova guida che lascerà emergere il lato più umano e fragile di Kalysta, il suo bisogno di sentirsi al sicuro, protetta ed amata. Non più sola. Ma il fato ha in serbo ben altre vicende per lei.

La curiosità è la sola origine della conoscenza.

Non è a conoscenza, se non in minima parte, delle guerre degli Uomini, ed è assolutamente concentrata nella sua lotta personale contro quegli Spiriti detentori di un enorme potere, che rivendicano e non temono di riversare sul mondo. Queste entità a loro volta, non sono necessariamente tutte malvagie: alcune di loro si sono rese conto dei propri errori commessi in passato e cercano di porvi rimedio, ma la loro voce è poco ascoltata dagli Uomini, abituati a percepirli come leggende e avvezzi alla religione attuale della Nuova Via. Uno zoccolo duro di Spiriti, però, anela ancora a quel posto prioritario di divinità che avevano avuto nel passato e – peccando di umanità- si lasceranno corrompere e sedurre dal richiamo del potere. Così gli Spiriti diventano davvero i terribili nemici delle storie.
Per qualche strano motivo esistono degli umani che riescono a vederli, a percepirne la loro presenza e questo fa sì che vengano additati come pazzi in un mondo che è talmente concentrato sulla guerra imminente da aver dimenticato i traumi che essa stessa porta. La religione allora diviene il mezzo con cui scaricare colpe e coscienza, accusando un qualcosa di “superiore” ed intangibile delle disgrazie umane, con tutto ciò che questo comporta in termini di ghettizzazione del diverso e isolamento di chi la pensa in modo diverso.
Tra chi riesce a vedere gli Spiriti vi è il giovane Khirdan Mulceon che insieme alla sorella, al padre e ad una piccola parte della milizia cittadina guidata da Hector Mucleon scappa dalla capitale Tyressey; inizia così un viaggio per Khirdan che già nella capitale aveva avvertito strane presenze. Il suo viaggio lo condurrà molto lontano e anche lui come Kalysta dovrà adempiere al proprio destino. Con lui viaggia la sorella Alya,  unica figlia femmina di Hector: in questo secondo libro, ho amato moltissimo leggere i capitoli legati alle sue avventure perché mi hanno permesso di conoscerla meglio e di trovarmi nel vivo della battaglia a Tyressey. Tramite il suo sguardo, il lettore compie un viaggio lungo e faticoso, in cui la ragazza scoprirà poteri a cui non credeva, verrà a patti con dolore, violenza e morte ma scoprirà anche di essere una donna forte e dal grandissimo cuore; lei, infatti, tornata nella capitale assediata da un misterioso morbo chiamato la “falena viola“, darà assistenza ai malati e cercherà con tutte le sue forze di aiutarli. Quando non si ha più nulla da perdere, anche la malattia e la morte non fanno più paura.

La povera gente di Tyressey non aveva neanche più lacrime per piangere il destino dei propri morti.

L’orrore e la violenza scorrono silenziosamente tra le vie della città: prima ancora della guerra, fisicamente presente con gli assedianti alle porte cittadine, è la malattia a falciare vittime; la capitale è una città fantasma, prostrata dalla paura serpeggiante del contagio senza rimedio. In un mondo senza medicina, è la religione a farla da padrona nella sua accezione sacra – rappresentata dal Divino Ierocrate e i suoi preti – e dal profano – rappresentato da quegli esseri antichi e da pozioni e intrugli. Il popolo è stato abituato a ritenere fondamentale la dimensione sacra e a considerare blasfemia ogni accenno alla vecchia religione, anche il semplice indossare un simbolo pagano è passibile di severe punizioni; logicamente, in un periodo in cui un morbo pestilenziale non fa  differenza di ceto, età e sesso, il popolo rivolge le proprie preghiere e le proprie accuse a chi detiene questo potere spirituale. In città è il caos, e non solo tra il popolo. Anche la reggenza, il potere, è in una situazione difficile: Uryan Thorkaar, custode reggente, ha un animo e una natura impulsiva da guerriero qual è. Poco avvezzo alla diplomazia e alle abitudini del Consiglio, è ancora profondamente amareggiato per gli avvenimenti del primo libro; arrendersi per lui è fuori discussione ma come riuscirà a proteggere il suo popolo, la sua famiglia e il grande segreto di suo fratello, il re?
Devoto e amico fedele del Re Thorkaar, naviga ora in pessime acque, il capo delle Zanne del Cinghiale, ser Max Rheanny: dovrà fronteggiare la prigionia, la tortura, lo stigma del disonore, e un viaggio incredibile per difendere la propria vita e la propria famiglia, le sue Zanne. In questo viaggio, antichi dissapori e contese verranno a galla: Max dovrà fare i conti con il proprio passato, con la sua famiglia d’origine e con le conseguenze delle sue azioni, imparando che anche uno spirito libero come lui, si ritroverà a doversi spiegare. Accompagnato dalla fedele moglie Flavia, riuscirà ad anticipare le mosse dei suoi nemici?
Tutto ciò che il lettore crede di conoscere tramite il racconto dei personaggi, viene disatteso nel corso della storia: vuole sapere, vuole lottare, combattere, smascherare, ritrovare. Ecco, questa è una delle caratteristiche che più ho apprezzato nella scrittura dell’autore: nonostante  la molteplicità di punti privilegiati da cui ci fa osservare la storia e nonostante la complessità delle storie narrate, è l’empatia la chiave del romanzo. Ho sofferto con Lady Achalya, ho pianto con i fratelli Rheanny, ho provato rabbia insieme a ser Daryn: in definitiva, ogni personaggio mi ha catturata nella sua rete e mi ha fatto provare le sue stesse emozioni. In alcuni punti, nonostante avessi intuito dove mi avrebbe portata la storia, ho sussultato e ho detto “no! questo no!” e qualche lacrima mi è sfuggita, lo ammetto. L’autore ci conduce passo dopo passo nelle vite di questi personaggi ed ha l’incredibile talento di renderli vividi, tridimensionali, da farli diventare reali e parte della vita del lettore: non potevo e non volevo staccarmi da queste pagine ricche, intense e coinvolgenti.
La narrazione è in terza persona e ciò permette di destreggiarsi nello spazio- tempo del romanzo, passando tra i vari accampamenti, al Nord del Sarmas ghiacciato, alle coste, ai cunicoli sotterranei della Cuspide. Introduce luoghi e attori già presenti nel primo romanzo ampliando i contesti geografici e approfondendo i legami politici, territoriali e sociali. Il mondo di Stoppacciaro è un mondo pervaso da principi profondi e viscerali: lealtà, famiglia, responsabilità. A partire dai personaggi secondari sino ai principali coinvolti, tutti hanno ben chiaro ciò per cui lottano e per cui sono disposti a fare scelte dolorose: un re mette sempre al primo posto il proprio popolo, un ser mette davanti a tutto gli ordini del suo lord, un figlio farebbe qualunque cosa per portare onore alla propria casata. Ed è in quest’ottica, tenendo presente questi ideali, che le azioni dei personaggi vanno comprese e contestualizzate: esiste una dimensione pubblica ed una privata per ognuno di loro, specialmente per chi è al comando; questo comporta una serie di dilemmi interiori difficili da gestire. Obbedire a mio padre e ottenere così la sua approvazione, o fare ciò che è giusto per la mia gente? In un mondo che equipara le vittorie sul campo al valore individuale del singolo e rapporta tale valore a quello di un intero clan o famiglia, spesso non vi è margine per l’individualità: così, ad esempio, un nipote a cui è stato detto che il proprio zio è un regicida traditore, si ritroverà davanti un uomo fedele e non saprà a chi credere.
Un romanzo colmo di messaggi e intuizioni interessanti, legate alla società e all’uomo:

Prima che la Nuova Via si diffondesse, gli Uomini veneravano gli Antichi Spiriti. Li onoravano con offerte, li rispettavano, avevano il giusto timore dei luoghi a loro consacrati. Poi gli Uomini hanno continuato a moltiplicarsi, a rubare sempre più terreno alla Madre Terra, e gli Spiriti non hanno fatto nulla per impedirlo. Non è nella natura degli Esseri Antichi opporsi al fluire degli eventi …

Così viene esposta la contrapposizione tra un mondo Umano avido, di ricchezze, di potere, di terre, che vuole sovrastare il mondo della Natura, schiacciare e dominare le altre creature, come ha fatto anche con gli Orchi, creature spaventose e terribili votate alla causa di uccidere gli Umani … ma è proprio così? E’ proprio questa la serie di eventi che ha portato alla guerra con gli Orchi? Un personaggio in particolare si interrogherà su questo argomento quando verrà a contatto con un Orco e proverà ad andare oltre, a non considerarli mere bestie. Ancora, la chiave risiede nella conoscenza: solo nell’incontro con l’altro, nello scambio, vi è possibilità di crescita, di evoluzione, e soprattutto, si possono gettare le basi per la tanto desiderata pace.
La Natura dal canto suo ha sempre dovuto difendersi, pur essendo “pura potenza senza vincoli“, e ha dovuto difendersi proprio dalle splendide creature che ella stessa aveva generato: draghi, orchi, umani; incarnata negli Spiriti, anche la Natura ha avuto dissidi tra le  sue schiere, e questo ha provocato un grande scisma. La salvezza del mondo è nelle mani di una profezia e di colui/colei che sarà in grado di compierla.
Tra intrighi e alleanze improbabili, tra mito e religione, con un stile linguistico e narrativo descrittivo e di grande impatto sia scenico che emotivo, e una caratterizzazione dei personaggi ben delineata ed approfondita,  questo secondo capitolo si è rivelato non solo all’altezza del primo ma ancor più corposo, interessante e coinvolgente: da leggere per tutti gli amanti delle saghe fantasy!
Una trama avvincente, in cui si resta con il fiato sospeso sino all’incredibile finale al cardiopalma che mi ha lasciata appagata e soddisfatta da questa lettura e con tanta voglia di leggere il seguito. Ho bisogno di sapere cosa succederà ora che le carte sono state scoperte!
 
 
 

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