Bringer

Bringer

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo Bringer, scritto da Giuliano Scavuzzo ed edito da La Corte Editore, che ringrazio per l’invio della copia!

TRAMA

2081. Il pianeta è stato devastato da un cataclisma causato dall’inquinamento. I Bringer, grazie alla loro straordinaria capacità di ricevere doni dalle vite precedenti, hanno sventato l’apocalisse. Sono loro a governare il mondo ora, sfruttando lo mnemonium, un potente materiale proveniente da un asteroide che permette di abbassare le temperature e rendere l’aria respirabile. Efi vive nella Città di Cristallo, circondata da Bianche Mura alte centinaia di metri. Anche lei dovrebbe essere una Bringer, ma alla soglia del suo ventesimo compleanno non ha mai sperimentato un bring-back delle esistenze passate, e se ciò non dovesse accadere, verrà esiliata nel mondo dei fermi. Mossa dal desiderio di scoprire il mistero della sua identità, Efi, insieme a Garth e Lake, intraprenderà un viaggio pericoloso e incredibile. In fuga verso la Foresta dei Grandi Alberi, dimora dei ribelli Outcast, scoprirà la sua vera natura e, soprattutto, che il mondo che la circonda nasconde terribili segreti.

La Terra è stata devastata dall’inquinamento, dall’avidità degli esseri umani, dalla loro incapacità di gestire le risorse e dal conseguente sfruttamento di tutto ciò che il mondo ha offerto; è solo grazie ai Bringer, che si definiscono “illuminati“, alle loro capacità e alla scoperta del miracoloso materiale denominato mnemonium, che ora il mondo può ricominciare a vivere. I Bringer hanno combattuto e vinto contro malattie e guerre, causate da quegli umani, i normali, che ora vanno isolati, per il loro bene, protetti e guidati da una mano più forte e saggia, quella dei Bringer, appunto; tramite l’ipnosi regressiva, si sono aperti alla possibilità di essere attraversati da vite precedenti, le quali hanno lasciato loro dei doni. Esitono, però, anche dei Bringer che danno credito agli umani: gli outcast, che si sono schierati a favore dell’umanità, ancora convinti dal sogno di una democrazia guidata dall’uomo; anche loro ricorrono all’ipnosi regressiva ma con una modalità di accesso diversa rispetto ai Bringer, ovvero tramite la meditazione. Sono sorte alcune grandi città, residenza dei Bringer, tra cui la Città di Cristallo, protetta dalle Bianche Mura e garante di prosperità e dell’unico futuro fattibile; fuori c’è la devastazione, ci sono i normali.

Non sviluppare la capacità di poter utilizzare le memorie delle vite precedenti e concretizzarle , in un certo senso, equivale per un giovane Bringer all’esilio nel mondo di fuori, descritto e vissuto come terribile e mostruoso, proprio perché sconosciuto. Cosa c’è, davvero fuori? I giovani Bringer dotati non se lo chiedono, i fermi ci rimuginano continuamente, spaventati dall’idea di non appartenere più a un gruppo sociale e apparentemente forte. Tutto ciò che non si conosce, fa paura. In giovane età, i Bringer vengono sottoposti alle sedute di ipnosi regressiva, tramite dei viaggi chiamati bring- back. Cosa si portano, dietro, da queste vite passate? Racconti e memorie che dovrebbero fare da monito per non commettere gli stessi errori di quei normali che per i Bringer si sono macchiati della colpa di aver quasi distrutto il pianeta. Ma come fanno i Bringer a non accorgersi di quanto sia facile cadere nello stesso meccanismo? Ergersi a migliori non equivale ad esserlo: ma a questo i Bringer sono ciechi e sordi. Nessuno si pone troppe domande, nella Città di Cristallo, che risulta essere un ambiente chiuso: un microcosmo, dice l’autore, un habitat dove non esiste lo spazio per quella tensione naturale tra ordine e caos, ma solo l’ordine viene contemplato. In apparenza. Sarà davvero così? Dove c’è ricerca di ordine dall’alto, di solito, c’è cieca obbedienza, c’è assenza di personalità e di individualità, di creatività e di tensione vitale; i Bringer non fanno eccezione e non a caso non hanno film o canzoni, vivono tante vive passate, eppure non le sentono, l’esperienza non diviene memoria emozionale. Non c’è riconoscimento.

Bringer è un romanzo complesso e di grande impatto, spinge il lettore, come i suoi protagonisti, al limite di una realtà che, pagina dopo pagina, mina le certezze fondamentali dell’essere: dove sta il bene? e dove si colloca il male? I protagonisti si trovano a dover mettere in dubbio tutto quello in cui hanno sempre creduto e questo spesso li confonde, li porta ad avere atteggiamenti che possono essere percepiti come contraddittori. Moralità, potere, conoscenza, tecnologia, predominio, libertà: valori intricati all’interno di una trama adrenalinica. Si vuole arrivare al centro della storia, rispondere ai tanti perché che si agitano nella mente del lettore ma per farlo si deve fare un percorso, e si deve avere la giusta pazienza per cogliere il senso finale.

Ho apprezzato le riflessioni filosofiche, etiche e morali che alcuni dei personaggi si pongono e pongono agli adulti di riferimento anche se questi spesso sviano i loro quesiti e dilemmi, forse perché non si sono mai posti le stesse domande, o perché non hanno le risposte. O peggio ancora: sono terrorizzati da quali esse possano essere.

I punti di vista di Efi, Garth e Lake sono quelli tramite cui osserviamo la storia e lo svolgimento di essa. Efi è considerata una ferma, non ha ancora sviluppato i doni, è terrorizzata dall’idea di quello che le vite passate potrebbero fare alla sua vita presente, ed è forse l’unica a porsi le domande giuste per arrivare a scoprire le verità taciute. Ha paura della contaminazione, ha paura di essere esiliata e non appartenere più alla sua gente, ha paura della sua diversità e ha paura di chi è. Questo spesso la porta a subire passivamente ciò che le accade e a percepirsi più debole di quanto non sia in realtà; ma chi è, davvero, Efigenia?

Garth è apparentemente il figlio prodigio e perfetto di due personaggi politicamente e militarmente molto importanti; nonostante il destino già segnato, Garth sente un legame ancestrale e primitivo che lo lega ad Efi e non può più ignorare la cosa. La propaganda dei Bringer è andata a segno con lui, che fa fatica anche davanti all’evidenza ad accettare la realtà dei fatti ed il coinvolgimento dei suoi familiari in piani manipolatori e subdoli, nonostante sia ben consapevole di aver visto qualcosa nel suo passato di terribile, e che è stato cancellato dalla sua memoria in virtù di un bene superiore, che non coincide affatto con il suo benessere personale.

Nelle vite di Garth ed Efi, arriva Lake, la prima degli outcast che dopo vent’anni viene integrata, dopo essere stata ricondizionata, e vivrà con i Bringer: bella, altera, apparentemente sicura di sé e del suo carisma, Lake si impone subito come un elemento forte, di rottura. Eppure, c’è qualcosa che la spinge ad avvicinarsi ad Efi, perché? Da cosa sono legate le due ragazze? Chi è stata Lake nel passato?

Quando un innocente passatempo tra ragazzi porterà alla luce delle perplessità sul passato dei genitori di Efi, i protagonisti si vedranno coinvolti in una serie di scoperte e verità incredibili. Braccati, sono costretti a fuggire proprio in quel mondo dei normali che tanto temono; qui scopriranno l’esistenza di casate, il sistema che alcuni dei normali hanno usato per organizzarsi, scopriranno città e abitudini molto diverse rispetto alle proprie, scopriranno che le loro conoscenze sono ben lontane dal corrispondere al vero. Ma come mai proprio loro? E soprattutto perché hanno sempre la sensazione di essere stati tenuto all’oscuro di tutto? Una verità che li riguarda da vicino, l’esistenza di piani ed esperimenti terribili, di una chiave e di un progetto per fermare tutto, cambieranno le loro vite. Cosa saranno disposti a sacrificare per la causa? Fuori, si metteranno in gioco come individui, come anime: tutto il loro mondo è sull’orlo di un cambiamento inaspettato.Nuovi amici, nuovi interessi, nuovi amori, e una rivolta alle porte: cosa accadrà?

Interessante il modo in cui viene affrontata la tematica dell’amore che ha sfumature diverse, poco connesse alla sessualità ma più legate ad un concetto di amore che travalica i confini del corpo e va alla ricerca di quel nucleo più intimo della persona, individuato qui con l’anima. Le anime allora si riconoscono, e non importa quale sia l’involucro corporeo in cui ci si è reincarnati: ciò che importa è il trovarsi e avere la possibilità di riparare a ciò che magari è successo in una vita passata.

I protagonisti si pongono quella che è la domanda esistenziale per eccellenza: cosa ci facciamo, qui?

Nessuno lo sa, siamo sulla Terra per imparare delle lezioni. In ogni vita facciamo esperienze che servono alla nostra anima per progredire verso l’illuminazione. Tutti conoscono l’immortalità dell’anima eppure non sanno nulla di essa, non vi pare incredibile? Passiamo le vite a imparare, a crescere e progredire per arrivare a comprendere l’anima, che in fondo è ciò che siamo noi stessi: il nostro io. La vita è circolare, non c’è inizio e neanche una fina, e il qui e l’adesso esistono solo perché noi li percepiamo.

Nell’idea del vivere il presente, si ritrovano echi delle discipline di meditazione e delle tecniche di rilassamento ( penso anche alla mindfulness). Ma i Bringer, riescono a vivere nel presente? Riescono a vedere oltre le barriere che l’appartenere al loro gruppo impone? Un nodo centrale, focale, su cui si dipana non solo la storia del romanzo ma quella dell’umanità in generale: andare oltre, le convinzioni, le ragioni, le imposizioni, per conoscere davvero l’altro, in un sapere che non è fatto di apprendimento tramite la riattualizzazione di vite altrui e passate ma tramite l’esperienza reale e tangibile dell’incontro-scontro.

La prima parte del romanzo è incentrata sulla Città di Cristallo e serve al lettore per comprendere le basi della vita dei Bringer; nella seconda parte, osserviamo il mondo di fuori, quello dei normali, tramite lo sguardo dei tre protagonisti, chiamati a dover affrontare una missione il cui esito potrebbe cambiare il destino del mondo; nella terza ed ultima parte, i loro percorsi si dividono momentaneamente ed ognuno di loro sarà chiamato ad affrontare nuove e scottanti verità. Di chi si possono fidare? Sotterfugi, intrighi, esperimenti, scoperte terribili che lasceranno segni indelebili nei giovani personaggi, in un crescendo di adrenalina e di consapevolezze che si aprono davanti a loro e agli occhi del lettore.

L’ambientazione dettagliata ed accurata è in accordo con il genere di riferimento e mostra un mondo profondamente prostrato dalla guerra e dalla devastazione, con delle zone come la Città di Cristallo che invece non hanno risentito di tali eventi; c’è una marcata e netta differenziazione tra questi due mondi, vicini ma diversi, che ricalca la differenza tra ordine e caos, tra Bringer e normali. Le differenze sono da ricercare, però, nel passato e nel desiderio di qualcuno di imporsi sugli altri, di predominare, annientare l’altro, e quale modo migliore se non insinuandosi nella mente del nemico?

L’autore ha saputo tratteggiare con precisione tutti i luoghi che ci fa visitare ma ho trovato meno facile riuscire ad entrare in piena sintonia con i personaggi, i quali, probabilmente a causa dell’età e di ciò che stanno affrontando, mi sono sembrati, talvolta, poco coerenti con le proprie scelte e i propri pensieri. Meglio riuscite, a mio avviso, le interessanti riflessioni che Bringer stimola e lascia al lettore: lo sfruttamento delle risorse naturali, la lotta tra bene e male che qui si declina in uno scontro tra tecnologia e natura, e un mondo in cui non è mai tutto bianco o nero, anche se qualcuno vorrebbe fosse così.

Quella raccontata in Bringer è una storia di lotta per la sopravvivenza di una specie e di opposizione verso chi non ha alcuno scrupolo a manipolare, modificare, uccidere, sottomettere, sulla base di un proprio ideale di ordine; riappropriarsi delle differenze, dell’individualità, del tempo presente, sarà la chiave per salvare il mondo intero? Quanto il desiderio di appartenere ad un gruppo può rendere ciechi? Quanto coraggio ci vuole ad aprire gli occhi e guardare davvero?

Quando qualcosa non va abbiamo solo una possibilità: la ribellione.

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